Nell'ambito delle due giornate di mobilitazione generale in regione contro il Taglio al Fondo Patronati, promosse da Cepa, Cgil Cisl, Uil e Acli dell'Emilia Romagna, si è svolto questa mattina un incontro con Daniele Manca, Presidente Anci regionale, al fine di illustrare le nostre motivazioni, ribadendo l'impossibilità – per i Patronati – di sopportare ulteriori sacrifici. La Legge di Stabilità 2016 in discussione al Parlamento stabilisce, al momento, un taglio di 28 milioni di euro – dai 48 milioni inizialmente proposti – contestualmente ad una diminuzione strutturale del Fondo stesso, con un calo dell'aliquota di finanziamento del fondo. Ma il Fondo patronati era già stato ridotto di 35 milioni annui lo scorso anno. Con la Legge di Stabilità attualmente in discussione al Senato il Governo penalizza ancora una volta i Patronati e la loro funzione di rappresentanza e tutela riducendo loro per l'ennesima volta le risorse del Fondo, confermando la volontà di far ricadere sui cittadini l'onere di pagare quanto finora era fornito dai Patronati in forma assolutamente gratuita e universale.
Questa operazione viene effettuata con una norma che presenta elevati profili di incostituzionalità, in quanto destina ad altro uso una parte dei contributi versati dai lavoratori per poter avere accesso gratuito e universale alla tutela previdenziale e assistenziale. Questo ennesimo prelievo rischia di compromettere la possibilità per i patronati di continuare a fornire ai cittadini tutta la gratuita tutela previdenziale e assistenziale che sino ad oggi hanno garantito. Infatti, va ribadito come l'attività dei Patronati sia finanziata tramite prelievo dalla contribuzione previdenziale dei lavoratori e non tramite la fiscalità generale. I Patronati costituiscono un presidio essenziale del sistema di welfare per favorire l'esigibilità dei diritti dei cittadini, in particolare di quelli più fragili. La riduzione di questo servizio comporterebbe un aumento dei bisogni e delle domande sociali che colpirebbero le persone più vulnerabili. Saranno infatti i lavoratori, i pensionati, gli immigrati, le famiglie che, per districarsi nella burocrazia opprimente, dovranno pagare per far valere i propri diritti. Il Presidente dell'Anci regionale ha ascoltato con attenzione le ragioni espresse dai sindacati confederali e dai Patronati regionali, riconoscendo l'importante ruolo dei servizi erogati dai Patronati in particolare nei comuni di piccola e media dimensione. Manca ha assicurato il suo impegno a coinvolgere i parlamentari dell'Emilia Romagna, avanzando la richiesta di “riaprire un confronto, ripartendo dalla funzione svolta dai Patronati, alla luce delle sfide nuove che ci aspettano, come il necessario recupero di equità sociale”. Se infatti, “c'è l'esigenza di elaborare riforme in controtendenza alla politica dei tagli lineari” - prosegue Manca – “bisogna evitare che la mancata erogazione di questi servizi importanti da parte dei Patronati ricada sulla pubblica amministrazione”. E conclude dicendo che “è necessario guardare attentamente a questa questione, per non rischiare di arrivare, alla prova del cambiamento, senza servizi. Serve quindi un accordo con chi questi servizi li eroga”. La campagna informativa e di sensibilizzazione promossa in questa due giorni, in tutta la regione, da Cepa, Cgil Cisl, Uil e Acli dell'Emilia Romagna “#iocimettolafaccia! #xidiritti”, tramite presidi e volantinaggi davanti alle sedi dell'Inps e nelle piazze, proseguirà anche nei prossimi giorni, con ulteriori iniziative che provvederemo a comunicarvi.
(Bologna, 27 novembre 2015, CEPA E.R. - CGIL CISL UIL E.R. - ACLI E.R.)
Angelo Gentilini, da info Cgil Emilia Romagna.