29 agosto 2011

CARO PD... TI SCRIVO

Sono molto dispiaciuto che non si colgano pienamente le motivazioni che ha portato tutta la CGIL unita, nell'avvicinarsi la discussione parlamentare sulla manovra d'agosto, a proclamare uno sciopero generale per il 6 settembre. In quanto allo spirito e al valore dell'unità sindacale non siamo stati certo noi della CGIL a fare dietro front sull'intesa unitaria sulla riforma del fisco a sostegno del mondo del lavoro e del welfare dal momento che cadde l'ultimo Governo Prodi e si insediò il Governo Berlusconi. Ed ancora non è stata la CGIL a sostenere gli accordi separati per dividere e depotenziare i lavoratori italiani sfruttando la crisi, al contrario di quello che hanno fatto gli altri Paesi europei. Dopo questo escursus storico, sono a ricordare che l'accordo del 28 giugno tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, già conteneva delle forti criticità sul terreno della democrazia partecipativa o diretta dei lavoratori. Ciò nonostante non è stata la CGIL a delegittimarlo ma lo ha fatto questo Governo per mano e voce del Ministro del Lavoro Sacconi inserendo nella manovra d'agosto "per Decreto" delle deroghe al Contratto nazionale e alle Leggi vigenti, sostenendo anche la libertà di licenziamento e attaccando l'art 18. Inoltre è fazioso e strumentale l'indirizzo per offuscare, attraverso le festività del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, la storia Democratica del nostro Paese. Si dice che serve ad aumentare la produttività, mentre si sa che le quote di mercato si conquistano con la qualità dei prodotti e la storia Fiat in questo caso è proprio l'esempio doc. in negativo. Si pensa e si continua a far pagare ai lavoratori italiani le disfunzioni del sistema Paese, lavoratori che hanno degli stipendi molto inferiori alla media europea. Gli argomenti non mancano e sono talvolta drammatici e per questo la CGIL ha invitato pubblicamente CISL e UIL a un fronte unito e ad una lotta comune, ma ha ricevuto risposte negative, tra l'altro in linea con le dichiarazioni di autorevoli rappresentanti di questo Governo. Ricordo a chi è preoccupato per la quota di solidarietà del 5% chiesta per i redditi sopra i 90.000 euro che a fine anni 70 ai lavoratori veniva redistribuito nelle buste paghe il 74% del PIL, mentre nel 2011 ai lavoratori resta solo il 45% del PIL. Agli evasori, grandi e piccoli, corruttori, riciclatori, appaltatori in nero e caporali, faccio presente che quasi il 90% del gettito fiscale italiano è sostenuto dai lavoratori dipendenti e pensionati e che se si vuol trovare un fondo pensione in rosso si arriva a quello dei Manager e Dirigenti perchè i fondi dei lavoratori sono tutti in regola con i conti e i bilanci. Caro PD non è sufficiente definirsi di sinistra per conquistare le simpatie dei lavoratori e pensionati. So benissimo che il cambiamento si costruisce con l'unità e la coesione ma deve essere legata a dei valori in etica e morale socio economica, che sono ampiamente sostenuti dalla nostra Costituzione, scritta nel 1948 ma mai applicata interamente a favore delle parti più deboli e numerose della società. Si devono abbandonare le alchimie e le strategie politiche trasversali, per attuare, giorno dopo giorno, delle azioni dirette, chiare e precise che ridiano dignità e rispetto alla politica. Dare un colpo al manico e uno al cesto non paga, anche perchè è nel cesto che ci stanno i tanti, i lavoratori, i giovani e i pensionati, mentre nel manico ci stanno i pochi già ampiamente pagati, tutelati e privilegiati. Se si vuole riformare veramente il nostro Bel Paese in modo strutturale e duraturo occorre convincere, tutelare e rappresentare i tanti che stanno nel cesto e non essere subalterni ai pochi che stanno nel manico e che la sanno raccontare, detenendo potentissimi strumenti informativi. Proprio per questo e tanto altro non se ne può più e il 6 settembre saremo in tante PIAZZE italiane a lottare a difesa del nostro futuro e per un futuro sostenibile dei nostri figli e nipoti... Che guarda caso stanno tutti nel cesto che nel corso degli anni e della storia è diventato un CESTINO.
A. G.

26 agosto 2011

Petizione per le Feste Civili

INVITO A FIRMARE la petizione della CGIL contro la cancellazione delle feste civili.
Si può firmare anche on line sul
SITO CGIL IMOLA

o sul SITO CGIL NAZIONALE

24 agosto 2011

AVVISI E NUMERI PER I NAVIGANTI

Riporto ed evidenzio i numeri estratti dal libro inchiesta “SOLDI RUBATI”, di Nunzia Penelope.
Corruzione, criminalità, truffe, crac, evasione fiscale, sottraggono ai cittadini centinaia di miliardi ogni anno e la possibilità di vivere in un paese migliore. Personalmente consiglio la lettura di questo libro, che è considerato la prima inchiesta completa sui devastanti costi dell’illegalità in Italia.

  • La tassa sull’evasione: 270 miliardi l’imponibile evaso ogni anno; da 100 a 125 miliardi di euro l’anno il mancato introito per lo Stato; 10 miliardi di euro il recupero dell’evasione nel 2010; ciascun contribuente in regola paga 3000 euro l’anno in più a causa dell’evasione; negli ultimi 30 anni il lavoro dipendente ha pagato tasse maggiori per 870 miliardi di euro.

  • Una repubblica fondata sul lavoro. Nero: 154 miliardi di euro la ricchezza prodotta dal lavoro sommerso, pari al 7 % del PIL; 52,5 miliardi l’imponibile sottratto al fisco, pari a 10,8 miliardi di tasse evase; 2.996.000 i lavoratori in nero nel 2009.

  • Morti di lavoro: 1050 morti sul lavoro nel 2009; 1080 morti sul lavoro nel 2010; 43 miliardi all’anno, pari al 3,2 % del PIL, i costi degli incidenti per la collettività; 6 miliardi gli indennizzi alle vittime pagati nel 2009; 50.000 euro il costo medio degli investimenti necessari a un’impresa per azzerare gli incidenti.

  • Un pessimo ambiente: 20 miliardi i costi per le casse pubbliche di 10 anni di dissesto idrogeologico ( 1994-2004 ); 900 milioni il costo delle emergenze ambientali 2009-2010; 25 miliardi la somma necessaria per rimettere a norma il territorio italiano; 20,5 miliardi il fatturato 2009 delle ecomafie.

  • Al mercato dei falsi d’oro, la contraffazione: 7,1 miliardi annui di fatturato in nero; 130.000 posti di lavoro sottratti all’economia regolare; 5,3 miliardi di gettito fiscale perduto; 18 miliardi il danno all’economia nazionale in termini di mancata produzione.

  • La corruzione, un prodotto tipico: 60 miliardi il giro annuo di mazzette; 35.000 euro annui la tassa tangente e debito per ogni cittadino; 600 milioni il valore delle truffe nella sanità 2010.

  • Prendi i soldi e scappa: 62 importanti crac finanziari in Italia dal 1984; 54,8 miliardi i risparmi bruciati, pari a 3,6 punti di PIL; 1.490.000 gli investitori traditi dal capitalismo di rapina; 62 miliardi l’indebitamento di comuni e province italiane, pari a 1300 euro per abitante e a 4 punti di PIL; 36 miliardi l’esposizione degli enti locali sui prodotti finanziari derivati.

  • Colletti bianchi, profitti neri. La faccia pulita del riciclaggio: 550-700 miliardi di euro lo stock di capitali nascosti all’estero; 100-150 miliardi il valore annuo del riciclaggio in Italia; 10,5 miliardi di euro le esportazioni illegali di denaro intercettate dalla Guardia di finanza nel 2010; 37.000 le segnalazioni di operazioni sospette di denaro arrivate alla Banca d’Italia nel 2010.

  • Crimine SPA, le mafie alla conquista del Nord; 100-135 miliardi il fatturato delle varie mafie italiane, pari al 10 % del PIL nazionale; 45 miliardi il fatturato della sola ‘ndrangheta, di cui 27 miliardi da traffico di cocaina; 9 miliardi il business delle estorsioni; 20 miliardi il business dell’usura.

  • Recuperare il bottino. Se la Giustizia diventa un bancomat: 4 miliardi recuperati dalle procure negli anni 2009-2010 attraverso indagini,intercettazioni, sequestri, patteggiamenti; 268 milioni il costo delle intercettazioni nel 2009; 16 miliardi il patrimonio complessivo dei beni confiscati alle mafie al gennaio 2011; 900 milioni i tagli della finanziaria alla Giustizia.

  • Il senso degli imprenditori per la legalità: gli ultimi due anni, 2009-2010, sono stati caratterizzati da decine di scandali. Non si tratta solo di corruzione e tangenti, come negli anni 90, ma di un pasticcio di reati economici e finanziari che spaziano dalla truffa ai danni dello Stato, degli azionisti, dei dipendenti, all’evasione fiscale in grande stile, passando per fondi neri e bilanci camuffati, dove la corruzione di pubblici ufficiali va di pari passo con quella, tutta privata, di manager e banchieri. Tanto che le care vecchie tangenti di Mani pulite sembrano peccatucci da boy scout.

I soldi fanno girare il mondo, ma se girano dalla parte sbagliata finisce che il mondo si ferma. E’ quello che sta accadendo all’economia italiana. Appesantita dalla crisi, certo, ma soprattutto da un tasso d’illegalità che non ha pari nel modo occidentale.
“Le cose che non ho mai fatto e mai farò: non ho mai pagato le tasse e me ne vanto, le tasse sono come la droga, le paghi una volta e poi entri nel tunnel. Non ho rispettato un limite di velocità, mai dato la precedenza a un incrocio. Mai fatto la raccolta differenziata, mai costruito con permessi edilizi. Io sono il cittadino modello, io ci sarò sempre. Io sono la realtà, voi siete la fiction.” Antonio Albanese ( Cetto La Qualunque ).
A. G.

19 agosto 2011

SOSTENGO E CONDIVIDO

In qualità di iscritto all'Anpi di Imola, condivido le posizioni critiche lette sulla stampa in merito alle festività del 25 aprile, 1°maggio e 2 giugno.
E' chiaro che l'obiettivo non è legato alla produttività e all'efficienza delle Aziende... ma è legato alla volantà di cambiare la storia democratica del nostro Paese.
Difendiamo la Resistenza e la Costituzione nata dalla Resistenza perchè solo in questo modo è possibile un futuro equo, democratico, sostenibile.
Un forte abbraccio a tutti i PARTIGIANI.
A. G.

16 agosto 2011

IL RISPETTO DI FRANCESCHINI

"Al PCI invidiavo il compagno e il pugno chiuso!"
Recentemente Dario Franceschini, uno dei leader nazionali del Pd, ha affermato pubblicamente:
"Io non ho mai chiamato compagno chi era con me nel partito, come accadeva nel Pci, perchè vengo da un'altra storia, ma ho invidiato due cose, COMPAGNO e Pugno Chiuso. Erano gesti molto forti, segni di una grande forza collettiva. Eravamo su fronti diversi ma a noi mancavano. Sono cose che ognuno ha portato orgogliosamente dentro il Pd in cui nessuno ha rinunciato a nulla ed è l'approdo delle nostre storie".
Egregio Dario non posso che dirti... MILLE GRAZIE ...per questa precisazione legata a cose, gesti e segni portatori di grandi valori e idealità che hanno contribuito alla costruzione democratica del nostro Paese. Purtroppo resta ancora tanto da fare, proprio per il bene collettivo, da sempre e negli ultimi anni sempre più spesso ho URLATO nelle piazze e scritto sulla stampa e nel blog che la tutela dei diritti individuali passa proprio attraverso la difesa dei diritti collettivi.... "Berluscones a parte"... Spetta a tutti noi riunire la parte positiva delle nostre storie e dei nostri valori per rifondare un modello di società più equilibrato, solidale e sostenibile e che veramente non tenda a lasciare indietro qualcuno e nessuno...
A. G.

05 agosto 2011

ARRIVANO LE FERIE

Anche quest'anno arrivano le ferie, le statistiche ci informano che la percentuale di persone che va in vacanza da qualche parte è davvero risicata. Questo è un grosso problema perchè oltre allo svago individuale si mette in crisi il settore del turismo e i relativi posti di lavoro. PURTROPPO la grande crisi che in tanti non capiscono o non vogliono vedere c'è, anzi c'è davvero e non è finita. Pensiamo solo alle coperture degli AMMORTIZZATORI SOCIALI che si vanno restringendo grazie all'enorme uso di questi anni... E dopo che si fà? Pensiamo alla manovra e pensiamo al DEBITO PUBBLICO e al DEFICIT PUBBLICO che in Italia stà crescendo continuamente, ma nonostante ciò i maghi della finanza continuano a far soldi su soldi senza produrre un posto di lavoro. Pensiamo alla Nostra responsabilità di CITTADINI e al tanto MENEFREGO che si sente in giro e allora c'è da proccuparsi a sufficienza. Bene Io farò la mia grande vacanza al mare per il totale di 10 giorni e penserò a queste cose e a quello che ci aspetterà al rientro...
Come sempre da lavoratore cosa ci si aspetta in questo BEL PAESE??? ...LOTTA..LOTTA..LOTTA...
Un forte abbraccio a tutti gli Amici e Compagni e nel limite del possibile Buone Ferie... ma ASTA LA VISTA!!!
A. G.

02 agosto 2011

Il contributo di Zipponi

VI SPIEGO PERCHE’ HA VINTO LA FIOM

La sentenza di Torino è stata commentata a caldo dalla stampa interessata con titoli in cui sostanzialmente si descrive la Fiom come perdente. Questo non è vero. Vogliamo stare ai fatti? Se la Fiat avesse avuto ragione e se dunque avesse vinto la causa, la logica ci dice che la Fiom avrebbe dovuto fare ricorso. Invece il ricorso nei giorni scorsi lo ha annunciato la Fiat e non solo, si è precipitata a minacciare la sospensione del piano di investimenti in Italia. A me sembra assodato che chi vince una causa non fa ricorso contro la sentenza che gli dà ragione.
Nei fatti, il giudice di Torino ha respinto la richiesta della Fiom di annullare l'accordo di Pomigliano per la parte che prevede la nascita della nuova società che dovrebbe assumere tutti i lavoratori della vecchia impresa, obbligandoli alla rinuncia ad una serie di diritti. Ciò che mi sembra probabile è che il giudice abbia considerato questa azione ricattatoria non perseguibile su richiesta di un sindacato ma solo individualmente dai lavoratori, cioè dai ricattati. Per la parte degli accordi separati che riguarda invece le attività sindacali, questa dalla sentenza viene bollata come antisindacale. Il che significa che quella parte dell'accordo è da rimuovere immediatamente, così dice la legge.
Qui sta la vera importanza della sentenza: nell'accordo di Pomigliano (come poi ripetuto anche in quello di Mirafiori) c'è scritto che hanno diritto di rappresentanza solo quei sindacati che firmano gli accordi. Si afferma cioè che i sindacati sono legittimati dalla controparte, non dai lavoratori che li scelgono. Ho fatto una piccola ricerca storica: un fatto simile è avvenuto solo negli anni '20, quando si instaurò il regime delle corporazioni.
Perciò la Fiom a Torino ha vinto la causa sulla libertà. Altro che perderla come hanno scritto i giornali e raccontato i telegiornali.
Non solo. La sentenza di Torino rende inutile l'accordo siglato da Cgil Cisl e Uil con la Confindustria e impone a questo punto una legge che garantisca la validità degli accordi. L'Italia dei valori è l'unico partito ad aver presentato un disegno di legge in proposito al Senato. Il nostro disegno di legge è molto semplice e afferma che l'unica validità erga omnes di un accordo viene sancita dal voto dei lavoratori all'accordo stesso.
Resta da chiedersi perché la Fiat sta agendo in questo modo: ha dichiarato 22 volte la sua intenzione di fare in Italia investimenti per venti miliardi di euro. Le ho contate. Dalla prima volta, nei fatti, ha chiuso Termini Imerse, 2000 lavoratori a casa, ha venduto la Irisbus di Avellino, ha chiuso una fabbrica di CNH a Imola e mantiene in cassa integrazione – a nostre spese – circa la metà dei dipendenti. Viene da pensare che è meglio che non ne faccia più di questi annunci! Già nel libretto distribuito con gli Altri ad aprile avevamo scritto che la logica ci suggeriva che gli azionisti Fiat hanno deciso di abbandonare l'auto in Italia. La 500 si produce in Polonia e Usa, la nuova Lancia in Polonia, la Doblò in Turchia, le nuove auto a basso impatto negli Usa, il marchio Lancia verrà messo su piattaforme tecnologiche Chrysler, il nuovo motore bicilindrico verrà fatto in Polonia. La Fiat però percepisce soldi dalle banche e dallo Stato, tanti soldi. Perciò non può dire la verità e cerca un capro espiatorio, ossia la Fiom. Ma a forza di dir balle la verità emerge, alla fine. Basterebbe, a questo punto, avere un governo. Uno qualsiasi, neanche un buon governo. Un governo che dica: io voglio il settore auto in Italia. E che dica a quali condizioni lo vuole. Ma noi non abbiamo un governo. Abbiamo ministri usati dalla Fiat come uno zerbino.
Maurizio Zipponi