29 luglio 2014

"Voglio Restare Madre"

Siamo un gruppo di donne che di fronte alla tragedia che sta subendo il popolo palestinese ad opera del governo israeliano e di quelli che lo sostengono ha deciso di prendere una posizione.
Un gesto piccolo, senza dubbio, ma frutto di una scelta. Una scelta diversa dal silenzio che stiamo osservando incredule nel nostro Paese. La scelta umana, che per noi dovrebbe essere naturale, di dire:  "No! Io non resto a guardare in silenzio!".
Abbiamo pensato di prenderci uno spazio, perché il mondo non sia solo dei potenti o dei furbi ma anche di chi, con fatica, cerca di renderlo un luogo ospitale per tutti, a partire dai bambini.


Per questo ti invitiamo a venire in Piazza Caduti per la Libertà a Imola il 30 luglio 2014 alle 19.00 e ad estendere l'invito ad amici e parenti, affinché nessuno possa rimanere indifferente nel pretesto del silenzio!
L'invito è esteso a chiunque.
Non sono gradite bandiere in quanto l'adesione è personale.

Link evento: https://www.facebook.com/event
Angelo Gentilini da info FB VoglioRestareMadre

27 luglio 2014

Rispetto ed onore per Vincenzo Nibali.

Per Vincenzo Nibali oggi è il giorno più importante della sua carriera di ciclista professionista. Generalmente l'ultima tappa di un grande giro a tappe, se non è una cronometro, è una passerella e si infiamma, sempre ai 50 all'ora, nella parte finale per la combattuta volata. Io credo che Vincenzo Nibali sia un grande atleta e i risultati dimostrano che è cresciuto anno dopo anno, seguito da un tecnico/preparatore molto considerato come Paolo Slongo, che da anni è schierato contro il doping. Ha preparato il Tour, una delle manifestazioni sportive più importanti al mondo, con sagacia, costanza e determinazione con lunghi periodi di preparazione in altura e non lasciando niente al caso, come la specifica alimentazione e integrazione. Difatti ho letto che si è presentato al Tour con 3 kl in meno di peso a parità di massa magra e questo elemento di rapporto peso/potenza ti porta, sopratutto in salita, degli enormi vantaggi nelle prestazioni. Inoltre nell'ottica di sport pulito vanno considerati i tempi di scalata di alcune salite dove era posto l'arrivo e si vede che Nibali ha impiegato alcuni minuti in più (2/3 min.) di altri ciclisti, senza fare nomi al tempo vincitori in anni molto sospetti, e chi è stato ciclista agonista sa che i minuti nelle salite sono un riferimento tecnico importante. Infine sono convinto che Nibali avrebbe vinto anche con la presenza dei preventivati avversari Froome e Contador. La competizione e lo spettacolo sportivo sarebbe stato più interessante, ma penso che non fossero stati in grado di scalzare Nibali dal primo gradino del podio. Nel gran giorno di Nibali sono importanti, per il movimento ciclistico francese, i piazzamenti di Peraud 2°, Pinot 3° e Bardet 6°, che causa una foratura nella crono di ieri è stato scalzato, per soli 2 secondi, dal 5° posto dall'americano Van Garderen. Purtroppo, anche lottando, lo spagnolo Valverde (4°cl.) non è riuscito a centrare il podio, ma si sa che nei grandi giri a tappe, Vuelta a parte, nell'ultima settimana ha sempre pagato dazio. Per ultimo un forte abbraccio resistente al combattivo De Marchi e al vincitore della classifica a punti (maglia verde) Peter Sagan.
Approfondisci....http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Nibali
Angelo Gentilini

24 luglio 2014

L' origine della pastasciutta antifascista.

Il 25 luglio 1943 eravamo sui campi e non avevamo sentito la radio.
Vengono degli amici e ci dicono che il fascismo è caduto, che Mussolini è in galera. E' festa per tutti. La notte canti e balli sull'aia. Dovevano cadere così. Sembrava chissà che, e sono caduti con uno scherzetto. Ma è perchè mentre loro parlavano di impero e costruivano propagande, il popolo
faceva come Forbicino, e tagliava tagliava, finchè tutto il castello era posato sull'aria, e molti non se ne accorgevano, e dicevano: che bel castello. E invece era tutta finzione e vergogna. Facciamo subito un gruppo di contadini e andiamo a Reggio, per la strada tutti si aggiungono e la
colonna diventa un popolo. Ognuno sembrava che aveva vinto lui, e questa era la forza. Ci sentivamo tutti capi di governo. Arriviamo sotto le carceri di San Tommaso e chiediamo la liberazione dei fratelli antifascisti. Si aprono le porte ed escono i patiti, i sofferenti, i testardi antiregime, i controcorrente, quelli insomma che avevano misurato col cervello dove andava veramente la corrente sotto l'increspata. Hanno barbe e occhi frizzanti, ci abbracciano e sono tuttossa, altri invece sono grassi e acquosi, andati a male nel buio. Ma il piacere è breve, perchè bisogna pensare alla situazione. È Aldo che ci ricorda la frase di Badoglio: "la guerra continua a fianco dei tedeschi". I rospi verdi infatti ci guardano da fermi e sembra che aspettino. Ma è pure Aldo che ci dice di far esplodere la contentezza, intanto si vedrà. E propone: -Papà, offriamo una pastasciutta a tutto il paese..............................
Approfondisci.....http://www.anpiimola.it/upld/repository/File/Macch-antif.pdf
Ricordo che domani sera (25/07), dalle ore 19.00, ci si ritrova al Centro Feste di Ponticelli di Imola. Maccheroni della Sagra e altro a prezzi popolari. Inoltre, memoria, musica, saluti, intrattenimento, per stare bene insieme e uniti con i valori dell'Anpi.
Angelo Gentilini

21 luglio 2014

Il 25 luglio a Ponticelli "Festa Antifascista"

Venerdi 25 luglio 2014, a 71 anni dalla caduta del governo fascista di Mussolini, è in programma al Centro Feste di Ponticelli di Imola, una "Festa Antifascista". L'iniziativa, alla seconda edizione, prevede dalle ore 18,30/19 l'apertura dello stand gastronomico, con maccheroni della Sagra, piadina, salsiccia, acqua, vino rosso e altro a prezzi  popolari. Inoltre alle ore 19 ci sarà anche un intrattenimento musicale a cura del "Gruppo Eanda", con canti dalla Resistenza a De Andrè. Alle ore 20,15 è previsto la posa di una corona al monumento ai caduti in piazza a Ponticelli, con la presenza di un coro popolare in "BELLA CIAO". A seguire presso il Centro Feste della Frazione imolese, ci sarà la proiezione del nuovo documentario, prodotto nel 2014, sulla Resistenza e Liberazione di Imola, e gli interventi di Bruno Solaroli (Pres. Anpi Imola) e Daniele Manca (Sindaco di Imola). Infine alle ore 21,30 ci sarà la coinvolgente esibizione della "Banda Dè Grel", con canti e balli popolari della Romagna. L'organizzazione è curata dall' Anpi di Imola e Ponticelli, con la collaborazione del Forum, della Polisportiva e Comitato Feste di Ponticelli, e con il contributo della Lega Spi-Cgil Pedagna-Ponticelli-Cappuccini. Partecipa e fai partecipare non vuole essere solo il solito slogan di propaganda, ma un caloroso invito a ripensare il modo di stare insieme, nella memoria e nel rispetto delle lotte sostenute durante la Resistenza per la Liberazione, la Libertà e il riscatto democratico di un intero popolo, affinchè quei valori e ideali siano ancora le solidi basi su cui ripensare il futuro dei giovani e anziani, donne e uomini, lavoratori e lavoratrici italiani ed europei, in un contesto mondiale che noi pensiamo debba essere assolutamente ANTIFASCISTA.
Angelo Gentilini

17 luglio 2014

La crisi e le ex aziende imolesi....?

Sotto incollo e rilancio un post che scrissi 5 anni fa per denunciare i danni industriali che stavano creando nel nostro territorio vari gruppi e multinazionali, nella loro navigazione mondiale. Allora si diceva, "per fortuna che ci sono le cooperative". Ora siamo in difficoltà anche con alcune cooperative che erano dei colossi nazionali e mentre sembra che la ex Cognetex, pur impoverita, torni a casa, si legge che è definitivamente fallita anche quel che restava della Castelli a San Giovanni in Persiceto. Purtroppo i nodi vengono al pettine e i nodi intrecciati da oltre 20 anni di neo-liberismo sono molto spessi e i pettini sempre più stretti, perciò con forza e urgenza si deve operare per curare la malattia e non solo i conseguenti e disperati ammalati. Da troppi anni mancano, in ogni settore, dei piani nazionali aggiornati a sostegno di un nuovo e diverso modello di sviluppo, in sinergia con gli altri Paesi europei e contestualmente con il mondo della produzione globalizzato. Fino a poco tempo addietro si incolpavano le aziende italiane in crisi di essere poco presenti nel mercato mondiale, perchè quelle che lo erano stavano andando bene e vanno ancora meglio delle altre. Il problema esiste, ma la questione è un attimo più complessa e non di facile risoluzione. Intanto il mercato italiano è legato all'80 % alla domanda interna e l'export è solo il 20%. Recuperare il gap è difficile perchè la concorrenza estera è notevole e agguerrita e perchè le aziende italiane faticano ad impostare delle strategie produttive e commerciali di filiera, anche all'interno dello stesso mondo delle cooperative ed anche tra aziende vicine territorialmente. Inoltre è sempre più evidente che in Italia si è impoverito il valore del lavoro, pensando che fosse sufficiente e necessario per garantire la competitività delle aziende, mentre le analisi economiche più illuminate ci dicono che la redistribuzione della ricchezza e del lavoro è un grande motore di sviluppo. Deve essere inoltre chiaro che in campo ci possono essere 2 culture, una è la cultura e la strategia economica neo-liberista, due potrebbe essere la cultura economica socialista e dell'equa redistribuzione. Detto questo, non è possibile rivendicare un mondo più giusto ed uguale, se poi i popoli sostengono politicamente ad ogni tornata elettorale le forze neo-liberiste. Tra l'altro la cultura neo-liberista, e in Italia ha spopolato la peggiore e cioè quella senza regole, ci ha portato dentro i propri orticelli, facendoci credere che se sei bravo e ti dai da fare, te la cavi e hai successo. Io credo, con grande serenità, che si debba iniziare ad uscire dagli orticelli e si debba rivedere il bene collettivo, quale indispensabile prerogativa per il bene individuale, rivalutando il vero valore della democrazia partecipativa e mettendo nel fondo dei cassetti la mentalità legata alla democrazia delegata, perchè di questo passo son stati creati troppi ed enormi danni, oltre le nostre singole vite, soprattutto per il futuro delle generazioni a venire.

 Angelo Gentilini

29/7/2009:LE MULTINAZIONALI E LE EX-AZIENDE IMOLESI

Nel contesto della crisi economica-occupazionale mondiale che avanza, il territorio imolese è penalizzato dalle multinazionali che hanno prelevato aziende locali. Vedi la ex-Cognetex, la ex-Castelli, la ex-Benati e per ultima si aggiunge la ex-Silectron, ora CHLORIDE-ITALIA che incomprensibilmente licenzia 6 dipendenti, alla luce degli ottimi risultati di bilancio 2008. Si aprono nuove vertenze sindacali e giustamente si lotta per contrastare la logica del profitto senza regole, con la delocalizzazione produttiva-speculativa e una globalizzazione affrettata che produce enormi danni sociali-economici-ambientali. La mia coscienza di lavoratore soffre ed è indignata perché queste ex-aziende imolesi erano state “tirate su” da tanti lavoratori/trici, tecnici, dirigenti locali che con passione e capacità professionale avevano creato delle “eccellenze”. Sulla storia e sulle sorti delle ex-aziende imolesi dovremmo tutti riflettere a fondo e forse capiremmo che “ci è stato sottratto” un pezzo di cultura sociale-industriale… che non ci sarà mai più restituita!!!

Angelo Gentilini

15 luglio 2014

Per la pace in Palestina e Israele.

Chiamiamo uomini e donne che credono nella pace e nella difesa nonviolenta a mobilitarsi organizzando e partecipando alla FIACCOLATA per la pace, la libertà, la giustizia in Palestina e Israele, nella propria città per Mercoledì 16 Luglio 2014
Ogni morte ci diminuisce, ogni uomo, donna, bambino ucciso pesa sulle nostre coscienze.
Vogliamo vedere i bambini vivere e crescere in pace non maciullati da schegge di piombo.
CHIEDIAMO:
• che cessino immediatamente il fuoco, le rappresaglie e le vendette di ogni parte,;
• che la politica e la comunità internazionale assumano un ruolo attivo e di mediazione per la fine dell’occupazione militare israeliana e la colonizzazione del territorio palestinese, per il rispetto dei diritti umani, della sicurezza e del diritto internazionale in tutto il territorio che accoglie i popoli israeliano e palestinese;
• che il governo italiano si attivi immediatamente affinché il nostro Paese e i Paesi membri dell’Unione Europea interrompano la fornitura di armi, di munizioni, di sistemi militari, come pure ogni accordo di cooperazione militare con Israele;
• che il nostro governo, oggi alla Presidenza dell’Unione Europea, assuma questi impegni con determinazione e coraggio.
Comitato promotore:
Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci, Tavolo Interventi Civili di Pace.
Angelo Gentilini da info Cgil Emilia Romagna

14 luglio 2014

Il richiamo di Landini al governo Renzi.

«Al governo Renzi che vuole cambiare il Paese mi permetto di dire che è il momento di farlo davvero. Altrimenti, rischia di essere solo il soggetto che accompagna il processo di definitiva deindustrializzazione in Italia: qui non si tratta di limitare i danni, si tratta di cambiare verso sul serio, assumere un ruolo di orientamento, definizione delle priorità e trovare risorse per gli investimenti. Esattamente come accade in molti altri Paesi». 
Il discorso di Maurizio Landini, segretario della Fiom Cgil, parte dalla Indesit appena ceduta agli americani di Whirlpool, ma comprende anche l’ormai apolide Fiat e la disastrata Ilva. Più in generale, l’intero tessuto manifatturiero massacrato sì dalla crisi globale, ma da una crisi potenziata dalla cronica assenza della politica da un lato, e da una classe imprenditoriale che ha rinunciato al proprio ruolo dall’altro. 
Continua...../intervista-landini-fiom-cgil-whirlpool-indesit-fiat-governo-renzi-guidi-confindustria-crisi-esuberi-1.580397
Angelo Gentilini

11 luglio 2014

Appunti dalla Russia.

Finalmente sono andato in Russia, a San Pietroburgo e Mosca. Cerco di mettere in fila alcuni appunti che mi sono scritto durante questa vacanza e sia all’andata che al ritorno ho provato un senso di vergogna nel non vedere nessun aereo di bandiera italiana negli aereoporti di Bologna, Francoforte, San Pietroburgo e Mosca.
Comunque nei giorni trascorsi a San Pietroburgo e dintorni, mi son rifatto con l’arte nella classica visita al Palazzo d’Inverno, sede dell’Ermitage, uno dei più importanti ed interessanti musei al mondo. Difatti tra gli innumerevoli capolavori esposti spiccano le opere di artisti italiani come Raffaello, Caravaggio, Tiziano e altri, inoltre è stato evidenziato come sia stata importante l’influenza degli architetti italiani nello sviluppo della città imperiale, che ora conta oltre 5 milioni di abitanti regolari, più si dice, circa altri 2 milioni di irregolari. Nel giorno dedicato alla visita delle sfarzose residenze estive che appartennero a Caterina II e all’illuminato Pietro il Grande, sono rimasto letteralmente a bocca aperta nell’attraversamento di Pushkin, la città del famoso poeta e scrittore che i russi definiscono, “il nostro tutto”; praticamente è un vastissimo parco con all’interno una grande città, uno spettacolo di piste ciclabili, percorsi pedonali e fioriere da ogni parte. Di particolare interesse anche la visita all’antica fortezza, dove fu rinchiuso, tra gli altri, lo scrittore Dostoevskij. Le sorprese sono sempre presenti e così un giorno nella pausa pranzo ci capita di trovarci in una bellissima ex residenza di un’anonima principessa, che tanto per non farsi mancare niente aveva anche il teatro privato con palchetti, per oltre 100 posti e tutt’ora efficiente, e ci viene detto che c’è anche di meglio perché la nobiltà russa era veramente molto ricca.
Durante i trasferimenti è stato affrontato l’aspetto degli appartamenti in coabitazione dell’era bolscevica, ed ancora molto in uso a San Pietroburgo, e il ruolo delle “dacie proletarie”, molto distanti dalle “dacie borghesi”. In pratica lo Stato Sovietico donava 600 mq di terra ad ogni famiglia di lavoratori, che potevano poi costruirci una piccola casetta in legno ed impiantare l’orto. La casetta era utile per le tradizionali gite fuori porta e l’orto serviva ad aiutare la famiglia nel sostentamento alimentare. Gli abitanti del territorio di San Pietroburgo, ora che si possono muovere ed essendo a solo 200 km dal confine finlandese, vanno molto spesso in Finlandia per rilassanti vacanze ed anche per una solo giornata, per fare grandi e vantaggiosi acquisti nei centri commerciali. Nelle giornate moscovite abbiamo visitato altri importanti monumenti, residenze, chiese, piazze, parchi, il Cremlino e la Piazza Rossa con il Mausoleo di Lenin, con l’escursione a Sergev Posad, che è in pratica il vaticano russo, situato a 70 km dalla capitale. Inoltre l’approfondita visita alla Metro di Mosca, inaugurata nel 1935, che è un vero e bellissimo museo sotterraneo con affreschi, mosaici, statue e decori, ed ogni giorno viene usata da 9 milioni di moscoviti.
Mosca in totale ha 13 milioni di abitanti e sempre, si dice, altri 2/3 milioni di irregolari. Ma oltre a questo, c’è sempre altro e ogni vacanza è anche un buona occasione per approfondire altre tematiche culturali-sociali-politiche-economiche. Ecco che allora ti trovi a ricordare la figura di Antonio Gramsci e di suo figlio Giuliano, musicista ed apprezzato professore di pianoforte del Conservatorio moscovita, che è nato, vissuto, sposato ed infine deceduto a Mosca nel luglio del 2007. Emerge che, nel bel mezzo di una crisi mondiale, ora in Russia non esiste disoccupazione e nei picchi produttivi fanno entrare da altri stati ex sovietici dei “lavoratori in quota”, che vengono inseriti nei processi lavorativi nel rispetto delle regole e contratti nazionali vigenti. In effetti ho visto in ogni città gru e cantieri aperti, per grandi opere strutturali, nuovi quartieri abitativi, palazzi e grattacieli di rappresentanza, però ho notato in piccoli cantieri una carenza nella sicurezza dei ponteggi edili, che non è un dettaglio. Il vero e recente problema di queste grandi metropoli è la crescente immigrazione giovanile clandestina, proveniente dagli stati vicini e soprattutto dalle regioni asiatiche, che ogni giorno è alla disperata ricerca di un lavoro, piccolo o grande che sia anche poco retribuito, che ovviamente alimenta la cosiddetta “guerra tra poveri”. E parlando di poveri ora a tutti è chiaro che la Perestrojka e il sistema del libero mercato, pur democratizzando, tra virgolette il tutto, ha prodotto molti ricchi e moltissimi poveri, tanto è che i lavoratori e lavoratrici ora affermano che “noi eravamo liberi anche prima”, mentre i "papaveri" stanno sempre meglio, molto meglio. Per esempio al tempo dello statalismo ad una famiglia di lavoratori era sufficiente il 4% del reddito per pagare l’affitto dell’appartamento assegnato, in ogni caso anche ora il sistema energetico elettrico, riscaldamento, acqua calda, Tv, ecc, ecc, è tutto centralizzato come prima e riescono a mantenere dei costi accettabili. In generale prima della Perestrojka c’era poco, ma dicono che non mancava niente. Capitava che ci potevano essere 100 cittadini che avevano il desiderio di acquistarsi un’auto, ma nella realtà ne venivano assegnate solo 5 dal potere centrale, seguendo una lista-selezione con criteri di merito a varia natura politica e sociale. Ora gli stipendi mediamente si posizionano su 1.000/1.200 euro al mese (45/50 mila rubli), con il valore del potere d’acquisto che è simile a quello italiano e una famiglia con un solo stipendio proletario tira la cinghia. Altro esempio specifico: un tempo il necessario alimentare si produceva tutto in Russia e i contadini tiravano a campare benino, ora con la logica del libero mercato conviene importare le merci, perché tanti territori hanno delle caratteristiche poco redditizie e i contadini vanno male e credo sia una categoria in forte calo. Comunque è positivo il contributo di 500 mila rubli (11.120 euro) che lo Stato dona alle famiglie quando arriva il secondo figlio e che in generale viene usato per migliorare la situazione abitativa. La tutela sanitaria pubblica prima era gratuita e di qualità, mentre ora come in Italia, troppo spesso, ci si deve rivolgere al sistema privato a pagamento, quando serve una risposta urgente ad una necessità o malattia. La scuola pubblica è ancora e tuttora superiore in qualità ed offerta alle scuole private, e lo Stato provvede a sostenere borse di studio e percorsi super qualificati per gli studenti più bravi e meritevoli, perché da sempre nel sistema sovietico la cultura e qualità formativa è un elemento determinante. Ci sono tante tutele sociali che sono figlie del passato socialista e che sono state mantenute e perciò, alla faccia della nostra riforma Fornero, è possibile l’accesso al sistema pensionistico a 55 anni per le donne e a 60 anni per gli uomini. Poi si può continuare a lavorare optando per il mantenimento del contributo pensionistico base, sommata alla retribuzione; oppure decurtando la retribuzione per sostenere il miglioramento dell’assegno pensionistico, ma non è praticata la reversibilità dell’assegno pensionistico del coniuge scomparso. Ogni interlocutore con cui ho avuto modo di parlare ha specificato che sarebbe stato meglio correggere le parti del vecchio sistema che non andavano bene, inserendo anche la libertà dell’iniziativa privata equilibrata, piuttosto di questa radicale Perestrojka del libero mercato con l’apertura delle porte e finestre alle multinazionali mondiali. Nel contempo è evidente che non è possibile affrontare in quattro righe o battute una tale complessità di problematiche remote, storiche, passate e recenti. Infine prendendo spunto dal mazzetto di fiori che i giovani russi usano donare alla loro ragazza ad ogni appuntamento, e lo stesso fanno gli alunni al primo giorno di scuola con la propria maestra, oppure gli studenti universitari moscoviti che coltivano e curano volontariamente il loro immenso parco, mi piace pensare che sono ancora vivi dei valori interiori, di rispetto e dignità collettiva, che sono la base della ricchezza di ogni popolo vivente in questo nostro piccolo mondo antico.
Angelo Gentilini

03 luglio 2014

Festa antifascista a Casetta di Tiara

Domenica 6 luglio è in agenda un'altra importante iniziativa antifascista a Casetta di Tiara. Il programma prevede una camminata, la posa di corone al monumento in ricordo della 36a Brigata Garibaldi-Bianconcini, infine alle ore 12.30 tradizionale pranzo, con intrattenimento musicale, nella piazzetta della suggestiva località appenninica.
 Per più info: Anpi Imola tel. 0542 23131.
"Il 10 maggio 1944 una pattuglia di otto partigiani della 36a brigata Bianconcini Garibaldi, guidata da Giovanni Nardi "Caio", mentre era in marcia di trasferimento dal Monte Faggiola al Cimone della Bastia, cadde in un'imboscata - tesa da 120 militi della GNR e da SS - in località Casetta di Tiara (Firenzuola - FI). Due partigiani morirono subito, quattro furono catturati e uccisi sul posto e uno fu ucciso con un colpo alla nuca mentre era tra le braccia del sacerdote Rodolfo Cinelli. Quasi tutti furono finiti a colpi di baionetta. L'ottavo, Maccarelli, rimasto gravemente ferito, fu soccorso da don Cinelli e trasportato prima nella canonica e poi..."
Vedi sito Anpi Imola...http://www.anpiimola.it/
Angelo Gentilini