22 dicembre 2011

BUONE FESTE

Cari amici, compagni, lavoratori e lavoratrici, faccio mio il messaggio di auguri dalla CGIL di Imola. In questo tipo di società individualista dove ci sono milioni di persone che producono e consumano senza informarsi e dotarsi di una opinione sociale credo sia importante inviare un messaggio collettivo e condiviso.
Un forte abbraccio.

A. G.

19 dicembre 2011

Accordo Fiat: una sberla alla democrazia e al contratto nazionale

Ha ragione Marchionne, quello che è successo in Fiat è un passaggio storico.
In due righe si è modificato il modello di relazioni sindacali ed il ruolo del sindacato confederale, si è cancellato il contratto nazionale, si è modificata la Costituzione, si è certificato che il lavoro è l'ostacolo principale allo sviluppo e lo si è reso subalterno ad un aziendalismo unilaterale, si è legittimato il sindacato aziendale la cui rappresentanza è garantita dalla nomina di organizzazione e non dal voto dei lavoratori, legittimato dalla controparte.
Ha ragione Marchionne: un passaggio storico che ci ha portato indietro di 50 anni, quando i diritti erano considerati costi insopportabili, i contratti collettivi tutelavano interessi di pochi e delle grandi aziende, quando le corporazioni ed il cottimo dettavano i modelli produttivi.
Ora la questione Fiat non può essere relegata ad un problema che è solo della Fiom e per noi, la Cgil, diventa un macigno che va superato riaffermando la nostra strategia sul modello contrattuale e sul mercato del lavoro.
E' più che mai necessario ribadire la nostra posizione, soprattutto alla luce di quanto è successo in Fiat ed in previsione degli interventi del Governo Monti sul mercato del lavoro (vedi idea del contratto unico).
E' più che mai necessario rimarcare la nostra posizione nei confronti di Confindustria sulla centralità del contratto nazionale, in caso contrario l'accordo del 28 Giugno è da considerarsi inapplicabile.
E' più che mai necessario far vivere il principio costituzionale di democrazia, che in questo paese è stato sacrificato sull'altare della crisi e della competizione.
E' più che mai necessario rilanciare il ruolo del sindacalismo confederale per respingere un'idea di economia fondata sul corporativismo, sullo sfruttamento e sulla competizione giocata sul peggioramento delle condizioni di lavoro.
Il modello Fiat nella nostra regione e nel nostro paese non può avere diritto di cittadinanza.
Antonio Mattioli - Responsabile politiche contrattuali Segreteria Cgil E-R

15 dicembre 2011

Peggiorate le condizioni di lavoro e limitate le libertà sindacali

Evidenzio la dichiarazione ufficiale di Maurizio Landini perchè la vicenda e il ricatto Fiat-Marchionne è emblematico e paradossale.
La Fiom-Cgil è il sindacato con più iscritti alla Fiat e a livello nazionale l'insieme degli iscritti della Fim-Cisl e Uilm-Uil non raggiungono quelli della sola Fiom-Cgil. Come si fa ad annullare a fronte di due danari e ad un incerto futuro, tutti gli accordi e le conquiste fatte tra l'altro unitariamente nel corso degli anni. Sfido tutti a ricercare nella storia del nostro Paese se un sindacalista della Fiom-Cgil ha operato e contrattato , operando a doc, per escludere un altro sindacato e tanto altro. In queta pagina dolorosa è chiaro che la politica mostra tutta la sua pochezza e difficoltà, anzi ricordo benissimo tutti i sostenitori di Marchionne di destra e di "sinistra".
Io credo che ci si debba interrogare ed iniziare a raccontarla giusta ai lavoratori/trici e credo anche che i nostri vecchi avrebbero tanto da dire sull'operato di certe parti sociali e politiche.

A. G.

Fiat. Landini (Fiom): "Peggiorate le condizioni di lavoro e limitate le libertà sindacali. Il Governo non può stare a guardare"
Il Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha rilasciato ieri la seguente dichiarazione. “L'accordo firmato oggi a Torino con la Fiat peggiora le condizioni di lavoro e limita le libertà sindacali per i lavoratori del Gruppo.”
“Quell'intesa, che di fatto estende l'accordo di Pomigliano agli 86 mila lavoratori del Gruppo, rappresenta un attacco ai diritti, alle libertà e alla democrazia perché sancisce la cancellazione del Contratto nazionale, senza aver ricevuto alcun mandato dai lavoratori.”
“Inoltre, Fim e Uilm hanno ceduto al ricatto della Fiat, accettando di ridursi a ruolo di sindacato aziendale e corporativo, abdicando così alla loro storia di sindacati confederali.”
“Pensiamo che il Governo non possa stare a guardare perché l'accordo separato non dice nulla degli investimenti nel più grande gruppo industriale del nostro Paese e perché mette in discussione le libertà sindacali garantite dalla Costituzione.”

13 dicembre 2011

IO STO' CON L'ANPI... E TU???

E' importante sostenere con forza i valori, i principi, gli obiettivi dell'Antifascismo, della Resistenza e della Liberazione. Serve una nuova Resistenza per difendere i cittadini e i lavoratori-lavoratrici dall'attacco alle libertà, ai diritti e alle conquiste sociali che nel corso degli anni hanno determinato un avanzamento e un miglioramento. L'ANPI è erede e custode di tutti i valori, i diritti, l'uguaglianza, l'equità, il riconoscimento della dignità umana, il rispetto delle regole e dei percorsi democratici sanciti dalla Costituzione Italiana. In Italia il degrado storico, etico, morale e culturale porta anche al punto che un "signore", Ministro della Repubblica Italiana fino ad 1 mese fà, ospite di un importante show televisivo, ha difeso quasi divertito la sua militanza "fascista". Fosse accaduto, per esempio, in Germania il Ministro sarebbe stato sollevato da tutte le cariche pubbliche e l'emittente televisiva sarebbe messa alla gogna.
Io stò con l'Anpi... e tu cosa aspetti???
A. G.

07 dicembre 2011

SCIOPERO per CAMBIARE una MANOVRA INIQUA...


LUNEDI' 12 DICEMBRE 2011, SCIOPERO DI 4 ORE NELLA MATTINATA!
A IMOLA, MANIFESTAZIONE DALLE 9 ALLE 11 IN PIAZZA GRAMSCI...
..E' IMPORTANTE ESSERCI!!!!!
A. G.

04 dicembre 2011

LAVORO: unica cura per il Paese

Roma, il Pala Lottomatica è pieno di uomini e donne preoccupati per il futuro.. il Lavoro è l'unica cura per il Paese!!!
La CGIL c'è! Ieri, Oggi, Domani...

A. G.

01 dicembre 2011

QUALE… DEMOCRAZIA???

Alcuni giorni fà sfogliando un giornale nelle pagine regionali ho letto: “L’accordo tra Fiom-Cgil e GD esclude la Fim-Cisl dal tavolo di trattativa”. Leggendo ho appreso che alla Fim-Cisl non è andato bene il passaggio di consultazione pre-firma accordo con i lavoratori, lavoratrici, ed è loro intenzione appellarsi all’intesa del 28 giugno, siglata da tutti i Sindacati. Inoltre sostengono che la consultazione con i lavoratori svilisce il ruolo delle Rsu, che a maggioranza possono firmare gli accordi e poi presentarli all’assemblea dei lavoratori a cose fatte. Premesso che questa parte dell’intesa del 28 giugno rappresenta una debolezza per chi crede e sostiene la democrazia partecipativa e non quella delegata è anche ovvio che dove la partecipazione e la coesione è storicamente a degli ottimi livelli, sarebbe molto problematico non rispettarla. Ed ancora va detto che è anche un forte interesse per le aziende D.O.C. avere coesione e condivisione nei vari percorsi aziendali, proprio perché sono gli elementi che creano il valore aggiunto intellettuale, produttivo, qualitativo. Perciò io sostengo il percorso della Fiom-Cgil di Bologna e della GD, che tra l’altro è una delle più forti realtà trainanti produttive-occupazionali. Credo anche che quando un Rappresentante Sindacale si appella ad intese nazionali per evitare la consultazione e la partecipazione CERTIFICA la sua debolezza rappresentativa con i lavoratori e lavoratrici. Tutti noi lavoratori e semplici cittadini abbiamo l’assoluta necessità di caldeggiare sempre e comunque, territorio per territorio, fabbrica per fabbrica, la democrazia partecipativa, quale reale strumento applicativo e difensivo della democrazia. Infine ricordo, da anni, che la democrazia delegata è portatrice di fortissimi elementi di autoritarismo mentre noi viviamo e tiriamo la carretta in una “Repubblica Democratica”.
A. G.

28 novembre 2011

Rinnovo RSU Finlane

Il 23 e 24 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle Rsu alla Finlane (Cognetex). Sono stati eletti Massimiliano Venturi della Fiom-Cgil, Dario Tronconi della Uilm-Uil e Marco Cecchini della Fim-Cisl. Hanno partecipato al voto il 71% degli aventi diritto e le preferenze accordate alla Fiom-Cgil sono state il 56,25%, alla Uilm-Uil il 25% e alla Fim-Cisl il 18,75%.
«Pur riconoscendo il valore aggiunto dell'unità sindacale a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici – afferma Angelo Gentilini della Fiom di Imola – sono particolarmente soddisfatto che alla Finlane Cognetex si è confermato a maggioranza assoluta la rappresentanza della Fiom-Cgil. Invio un forte e caloroso augurio di buon lavoro alle nuove Rsu elette, attraverso un'ottima partecipazione, sapendo che tutti noi siamo chiamati ad affrontare problematiche generali di assoluta straordinarietà».

24 novembre 2011

Testamento Biologico

Era l’inverno 2009/2010 quando presso i banchetti della Federazione della Sinistra venne avviata la raccolta di firme per l’istituzione ad Imola del Registro Comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), cioè il cosiddetto "testamento biologico".
Ne furono raccolte oltre 400
e da quelle firme venne la spinta decisiva per presentare un documento in Consiglio Comunale che ponesse all’attenzione la richiesta di tanti Cittadini, ovviamente ben più degli oltre quattrocento firmatari. Un contributo importante nel percorso di avvicinamento al Registro lo ha portato Beppino Englaro, regalandoci la sua presenza a Imola il 9 dicembre del 2010 in una serata intensa e di grande profilo, davanti ad un folto pubblico.
Il documento portato in Consiglio Comunale, predisposto dalla Sinistra Arcobaleno e sottoscritto dall’IDV, dopo un franco e costruttivo confronto trovò la condivisione anche del PD: sono queste i gruppi politici presenti in Consiglio che poi lo hanno votato nel gennaio 2011, atto che ha permesso l’istituzione del Registro delle DAT nel nostro Comune.
Dal 2 maggio scorso il Registro Comunale è pienamente operativo: i giornali locali ne hanno parlato in più occasioni, ma forse l’informazione non è arrivata a tutta la cittadinanza interessata all'argomento.
Non dimentichiamoci che il Registro colma, per quanto possibile e nei limiti di legge, una enorme lacuna legislativa, sinonimo di arretratezza culturale del nostro Paese: se non bastasse, nei mesi scorsi il Parlamento ha anche tentato di peggiorare – se possibile – le norme in materia.
L’esistenza del Registro presso il nostro Comune permette ai cittadini Imolesi di poter registrare ufficialmente il deposito delle nostre volontà in materia di fine vita nelle mani di un proprio fiduciario, il tutto senza alcun costo (che invece un notaio esigerebbe) e con la massima riservatezza.
In Italia oggi sono solo ottanta Comuni circa quelli che danno questa opportunità ai propri Cittadini. Fra questi, appunto, Imola. Un risultato importante cui siamo arrivati anche e soprattutto grazie alle firme raccolte ed al sostegno di tante e tanti.
Il Comitato per la Laicità "IMOLA LAICA", che si è costituito per favorire la diffusione di questa informazione (senza escludere altri futuri impegni) trovando ospitalità in via Tiro a Segno presso l’ARCI, ha ritenuto opportuno scriverti per diverse ragioni: ricostruire brevemente un percorso importante, ringraziarti per il contributo apportato a questa campagna - qualora tu sia uno dei 400 firmatari - e per metterti a disposizione un esempio di modulo per la stesura della DAT, se e/o quando tu decida di depositarla.
Per saperne di più, puoi farlo alla mail testamentobiologicoimola@gmail.com.
Comitato imolese per la laicità

21 novembre 2011

Si scrive Maxiemendamento, si legge Privatizzazione

Il Forum Italiano dei Movimenti dell'Acqua sta seguendo da settimane il rimpallo tra BCE e Governo italiano sulle misure da attuare che seguono una politica di cosiddetta austerity per pareggiare il debito. Tra queste norme vi è un attacco forte al risultato referendario di giugno: pur escludendo formalmente il servizio idrico si ripropone un intervento di privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali. L'anticostituzionale Maxiemendamento presentato mercoledì non fa altro che confermare questa tendenza.
La verità è che le politiche di austerity colpiranno i cittadini e le cittadine italiane, lasciando tranquilli i poteri forti che da anni ci stanno proponendo la ricetta delle privatizzazioni, della messa a profitto dei beni comuni e delle nostre stesse vite.
Riteniamo inaccettabili questi provvedimenti e sappiamo che vogliono ignorare la richiesta della popolazione italiana di cambiare rotta ed uscire da questo sistema.
Per questo il 26 novembre, con la Manifestazione nazionale a Roma, saremo di nuovo piazza per difendere il risultato referendario, chiedere l'approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico e lanciare la campagna di “Obbedienza civile”: se il referendum continuerà ad essere ignorato, verrà praticata dal basso l'abolizione dei profitti garantiti dalle bollette, obbedendo così al mandato della maggioranza assoluta dei cittadini italiani.
Siamo convinti che l'acqua sia un paradigma e che il popolo italiano questo lo sappia e che, per la prima volta dopo anni, si sia espresso chiaramente. Chi fa finta di non vederlo o di dimenticarlo non fa altro che mettersi nel campo di chi impoverisce, privatizza e precarizza la nostra società.
Noi abbiamo detto che bisogna cambiare.
Con noi l'hanno detto 27 milioni di italiani.
Indietro non si torna.
AcquaBeneComune e ReferendumAcqua

17 novembre 2011

15 novembre 2011

COME RICOSTRUIRE???

Il vero riformismo se tale vuole essere deve da subito mettere in campo delle politiche nazionali ed europee a sostegno del lavoro, imprese, occupazione, redditi e modello eco-sostenibile. E’ chiaro che la competitività deve essere legata a tutto il sistema paese ed è sbagliato puntare sempre sui bassi salari, sul totale delle ore lavorate e sull’alienazione dei diritti dei lavoratori dipendenti. In questo periodo è alquanto bizzarro sentire vari politici di entrambi gli schieramenti affermare che il sostegno agli stipendi dei lavoratori dipendenti si deve attivare grazie agli accordi aziendali. Il costo del lavoro in Italia è tra i più alti al mondo e non si può caricare di più o solo sul sistema aziende, che tra l’altro hanno delle serie difficoltà di tenuta. Semmai, ora più di prima, le aziende dovrebbero investire in più ricerca e qualità per mantenere le quote di mercato a difesa dell’occupazione presente e futura. Il potere di acquisto degli stipendi dei lavoratori dipendenti si deve alzare attraverso la redistribuzione e la fiscalità generale. Questo è necessario ed è anche un forte elemento di sviluppo dal momento che l’80% della nostra economia è legata alla domanda interna. E’ da diversi anni che scrivo nel mio blog questi concetti, ancor prima dei vari economisti che in questi ultimi tempi ci elargiscono lezioni a go-go. Ed ancora non si può ricorrere sempre all’alzamento dell’età pensionabile per fare cassa e per coprire i debiti pubblici generati dal sistema. Premesso che i fondi pensione Inps dei lavoratori dipendenti sono tutti in attivo, va anche detto che si tratta di economia privata perché i soldi vengono prelevati a monte dalle retribuzioni dei lavoratori, perciò in un reale sistema contributivo si devono usare solo per le pensioni di chi ha versato durante tutto il suo percorso lavorativo. Ed infine non credo che alzando l’età pensionabile e favorendo i licenziamenti si risolvano le problematiche del precariato e della disoccupazione, anzi è evidente che si creeranno delle nuove sacche di impoverimento e difficoltà sociale. E’ calcolato che in Italia ogni anno ci sono all’incirca 500 miliardi di euro, ripeto 500 miliardi di euro, che si infilano in percorsi distorti e come parametro di riferimento ricordo che il totale del PIL italiano è +/- di 1.500 miliardi di euro. Ecco che quei 500 miliardi rappresentano un’immensa prateria in cui ogni politico che pensa o vuole rappresentare il mondo del lavoro e i lavoratori deve andare a caccia per recuperare le risorse necessarie per la reale ricostruzione democratica. Può anche darsi che non lo faccia o non lo voglia fare nessuno, come si è puntualmente verificato nel corso della nostra storia, ma se questo sarà che abbiano almeno la dignità di raccontarla giusta e si ricordino di rispettare chi sta tra i lavoratori e continua a lottare per i lavoratori/trici e per un mondo migliore.
Sabato ho compiuto 57 anni e sono indignato come non mai, nel rispetto delle lotte dei nostri vecchi e preoccupato per il futuro dei nostri ragazzi e anche perché sono sicuro che i grandi economisti sono più preoccupati delle sorti e dei diktat delle grandi banche.
A. G.

12 novembre 2011

L'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA'

Evidenzio questa bella lettera inviata al Presidente della Repubblica Italiana...
A. G.

Egregio Sig. presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
sono un amministratore comunale di un piccolo paese all'imbocco della Valle di Susa in Piemonte e le scrivo in merito alle sue dichiarazioni che ho avuto modo di leggere in merito alla disastrosa alluvione che ha colpito il levante ligure e la lunigiana. Lei attribuisce i morti ai cambiamenti climatici. Purtroppo non sono d' accordo con Lei.
Il responsabile di quella tragedia sono io: amministratore, cittadino italiano nonché elettore.
Sono io amministratore quando sono costretto ad ampliare le aree edificabili e quindi a cementificare il territorio che non è più in grado di assorbire l’acqua piovana che così 'scivola' altrove, per poter incassare oneri di urbanizzazione e quindi mantenere sano il bilancio del Comune.
Quando non so urlare abbastanza la mia rabbia per i soldi che mancano per le piccole cose: mantenere puliti i canali, i torrenti di montagna, mettere in sicurezza gli argini, monitorare le frane ma che miracolosamente piovono dal cielo per le grandi, grandissime opere.
Quando imploro l'aiuto dei volontari della protezione civile che sostituiscono le gravi lacune delle Istituzioni pubbliche anziché pretendere con ancora maggior forza (se mai fosse possibile) i fondi necessari.
Quando i fondi me li procuro, ma con gli oneri di urbanizzazione creando così un circolo viziato senza fine.
Sono io cittadino italiano quando per pigrizia, disinformazione, troppa fiducia nei miei rappresentanti evito la partecipazione diretta, la cittadinanza attiva e lascio che presunte "scelte strategiche" quali TAV, ponte sullo stretto, rigassificatori, inceneritori sottraggano denaro alla manutenzione del territorio, delle sponde dei fiumi, alla messa in sicurezza delle scuole, alle energie alternative, tutte cose che creerebbero moltissimi posti di lavoro immediati e diffusi su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto controllabili dagli enti locali e non fagocitati dalle scatole cinesi del General contractor o peggio dalla criminalità organizzata.
Quando non faccio sentire la mia voce, quando resto a casa perché macinare km in un corteo è faticoso, rischioso o peggio sconsigliato a parteciparvi dagli stessi politici (se non sono stati loro a organizzarlo e promuoverlo!) o peggio ancora perché minacciato di essere "radiato" dal mio partito di riferimento se vi partecipo.
Sono io elettore, il responsabile, quando non vigilo sull'operato degli eletti, non li stimolo, controllo, quando dopo aver espresso il mio voto delego ad altri in toto e mi allontano per 5 anni (o quanto dura la legislatura) dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato.
Quando mi lascio: abbindolare dai media e fatico a farmi una mia opinione, terrorizzare dal voto utile (per non lasciare il paese in mano alle destre dicono gli uni o alle sinistre dicono gli altri), ingannare dagli apparentamenti di coloro che parenti stretti non potranno mai esserlo.
Quando non mi accorgo che miliardi di euro vengono impegnati e promessi nei programmi elettorali per l'acquisto di aerei da combattimento (ma l'Italia non ripudia la guerra?) o per un inutile buco in valle di Susa mentre una dopo l' altra le regioni italiane si sgretolano sotto frane, alluvioni, terremoti (non sempre così intensi rispetto ai danni arrecati anche agli edifici pubblici che dovrebbero essere i più sicuri).
In una democrazia 'imperfetta' quale la nostra, la responsabilità è sempre mia, cioè di tutti i cittadini che liberamente e senza condizionamenti dovrebbero scegliere il meglio. Secondo me i cambiamenti climatici, purtroppo, non c'entrano o c'entrano poco.
Non so se questa lettera giungerà a destinazione, sicuramente arriverà nelle mani di chi la giudicherà inopportuna, infarcita di demagogia e populismo sostenendo che il Presidente della Repubblica ha sempre ragione. Io posso solo immaginare i motivi profondi della sua dichiarazione in cui cita i cambiamenti climatici come responsabili della disastrosa ultima alluvione. In questo caso è da ringraziare, per la sua prudenza e grande senso di responsabilità.
La saluto cordialmente.
Mauro Galliano, Assessore Comune di Sant'Ambrogio di Torino (valle di Susa), Comune di 8,59 kmq. con 4.843 abitanti

09 novembre 2011

A come ACQUA, A come ANTARTIDE

Segnalo questa interessante iniziativa...

06 novembre 2011

Sostegno alle Popolazioni Alluvionate

Vi informo che CGIL CISL UIL di Massa Carrara hanno attivato una raccolta fondi per sostenere le opere di soccorso e di ricostruzione delle zone della Lunigiana colpite dall'alluvione organizzando la devoluzione da parte dei lavoratori di due ore di retribuzione.
Il conto è stato attivato presso la Cassa di Risparmio di Carrara con queste coordinate:
IBAN: IT62T0611024500000082067580 CR Carrara filiale Carrara. Causale: conto corrente alluvionati MS.

INOLTRE E' POSSIBILE DONARE 2 EURO inviando un sms al numero 45500 per sostenere le popolazioni delle Provincie di La Spezia, Massa Carrara e Genova colpite dall'alluvione.

La solidarietà tra i territori e tra i popoli è importante ed è un forte indice di civiltà, per di più in questo periodo difficile dove l'unità tra i cittadini e lavoratori/trici dovrebbe ritrovarsi per tutelare il nostro futuro.
Diamoci da fare!!!
A. G.

31 ottobre 2011

FERRARI FORZA 7... TENETE DURO

Carissimi Compagni credo che la Vostra lotta sia molto importante e insegni a tutti la strada da sequire. E' ovvio che le lotte dei lavoratori e lavoratrici sono tutte di serie "A", ma che tutto questo si verifichi alla "FERRARI" che nell'immaginario collettivo-sportivo rappresenta l'eccellenza italiana nel mondo è doppiamente significativo perchè dietro all'immagine e risultati ci sono anche dei lavoratori e lavoratrici che producono e pagano le tasse. E ancora sostengo il Vostro percorso rivendicativo anche perchè siete riusciti ad unire nella lotta tutti i lavoratori/trici e sigle Sindacali rilanciando il "valore aggiunto" dell'unità sindacale nel sostegno delle reali problematiche del mondo del lavoro italiano e non al "ribasso" come hanno fatto autorevoli Dirigenti Nazionali dal 2009 in poi con la cultura separatista e con gli illegittimi accordi separati, che tra l'altro sono un elemento negativo presente nella storia sindacale-rivendicativa del nostro Paese dal 1948 ad oggi. Ricordo i lavoratori/trici della Cognetex di Imola, fabbrica in cui ho lavorato anch'io dal 1972, che sostennero in solo 2 anni tra il 1968/69 ben 200 ore di sciopero per vedersi riconoscere dei Diritti Costituzionali scritti nel 1947 ma mai applicati. La Nostra storia, per chi la conosce, è chiara e insegna ed in questa fase proprio NOI più maturi che la conosciamo dobbiamo dare il MASSIMO per insegnare, incollare e lottare a tutela del fututo dei lavoratori e lavoratrici ma in generale del Nostro Paese, che è la settima potenza Mondiale, la seconda forza manifatturiera Europea, ma che ha gli stipendi dei lavoratori/trici al 26° posto della classifica dei Paesi industrializzati e che vede i lavoratori/trici e pensionati coprire quasi il 87% del totale del gettito fiscale italiano...
TENETE DURO... UN FORTISSIMO ABBRACCIO...
A. G.

27 ottobre 2011

I RECORD DI MARCHIONNE

Il grande Manager degli ultimatum minaccie e ricatti sta inanellando una impressionante serie di insuccessi commerciali, produttivi, occupazionali.
Nei primi 9 mesi del 2011 nella fabbrica di Mirafiori, dove si produce Idea, Musa e Mito, gli operai hanno lavorato per solo 35 giorni. A Pomigliano con l’Alfa 159 si è lavorato 37 giorni e per il futuro si spera nella nuova Panda. A Cassino con la Giulietta, Bravo e Delta, è andata meglio con 169 giorni lavorativi sul totale di 205, mentre a Melfi con la Grande Punto e la Punto Evo si scende a quota 147 giorni di lavoro. A Termini Imerese con la vecchia Lancia Y gli operai sono stati attivi per 94 giornate ed è in corso una trattativa con il gruppo Dr Motor che dovrebbe rilevare l’insediamento industriale. L’unica fabbrica dove si è sempre lavorato è la Sevel di Atessa, in provincia di Chieti, dove si costruisce il collaudato furgone Ducato. La crisi del gruppo Fiat si sta espandendo e coinvolge inevitabilmente anche tutto il settore della componentistica e difatti alla Lear di Grugliasco, azienda leader nella produzione dei sedili, si è deciso di licenziare 450 lavoratori su 600.
Giorgio Airaudo della Fiom dice: “Marchionne è un uomo della finanza e sa come speculare su un Governo irresponsabile, su una classe politica che ha paura delle sue minaccie e sulla divisione sindacale che ha creato, mentre negli Stati Uniti ha dovuto fornire delle garanzie precise.” Nonostante questo anche negli Usa la ricetta Marchionne non riscuote il consenso assoluto. La bozza del contratto firmato dalla Chrysler con il sindacato Uaw sta registrando molti NO tra i lavoratori chiamati a ratificarlo, nella fabbrica di Trenton i No sono il 55% e a Warren Stamping sono il 54%. Un forte No è arrivato anche dagli stabilimenti in Illinois e in Ohio, mentre la maggioranza dei SI è stata raggiunta nelle fabbriche in Indiana e in Michigan. Il futuro della Fiat ed in particolare del progetto “Fabbrica Italia” è molto nebuloso e ad oggi evidenzia un impressionante numero di ore di Cassa Integrazione, che non sono pagate da Marchionne, ovvero il super Manager che guadagna 38 milioni di euro l’anno, ma dalle trattenute sugli stipendi di tutti i lavoratori italiani.
Per tutti questi motivi e altri tipo i diritti, la democrazia e la rappresentanza che si dovrebbe modificare in stile Marchionne, lo scorso venerdì 21 ottobre la Fiom ha effettuato un sit-in in Piazza del Popolo a Roma a cui ha dato sostegno la Fiom-Cgil insieme ad una rappresentanza di lavoratori-lavoratrici della CNH di Imola, la prima fabbrica chiusa da Marchionne, dopo 6 mesi che aveva premiato il sito imolese con una targa d’oro, come lo stabilimento più efficiente e produttivo…
La targa è rimasta …il lavoro NO…

24 ottobre 2011

Mobbing, se ne parla sempre troppo poco

Mobbing: l’etimologia attribuisce l’invenzione del termine al grande etologo Konrad Lorenz. Lotte intestine tra animali, per una selezione non naturale e invece spietata.
Sappiamo bene a cosa la parola inglese si riferisce: quella pressione sottile e crudelissima che emargina nei luoghi di lavoro qualcuno, nel tentativo (spesso riuscito) di farlo far fuori “da sé”, costringendolo cioè a prendere l’iniziativa di andarsene.
Il mobbing colpisce di norma le teste più pensanti nell’organigramma di qualsiasi luogo di lavoro. Si vuole eliminare le persone più fuori dagli schemi, di norma quelle troppo intelligenti. Bisognerebbe parlarne di più, e scrivere romanzi e girare film sul mobbing. Perché è non solo una pratica diffusissima, in continuo aumento. Anche un terreno psicologico dove le leggi più ingiuste trovano geometrica applicazione.
Lascia mortificati, storditi, a volte gravemente depressi l’essere o esser stati oggetto di mobbing. Ma non tutti hanno voglia di parlarne. Giorni fa invece ho incontrato una donna che la sua storia di espulsione dal lavoro me l’ha raccontata lungamente, nei dettagli. Dolorosissima, incancellabile. Avvocati e psichiatri si sono occupati di lei, forse per questo ha la forza di raccontarsi senza vergogna.
Ma quanti conoscono ogni giorno il mobbing e provano timore nel confessarlo, lasciando che l’amarezza e la frustrazione proliferino dentro con effetti pesantissimi per lo spirito, per la propria vita tutta?
di Lisa Ginzburg dal Messaggero

20 ottobre 2011

CONTINUA LO SCIOPERO ALLA FERRARI

Continua lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Ferrari di Maranello e della Scaglietti di Modena.
Alle 2 ore di sciopero di Mercoledì, 19 Ottobre ha aderito il 90% degli operai.
Durante lo sciopero proclamato da Fim-Fiom-Uilm su mandato dei lavoratori, centinaia di lavoratori in corteo spontaneo si sono spostati verso il museo Ferrari per spiegare agli ospiti le ragioni della lotta.
I lavoratori hanno richiesto un incontro alla Ferrari in cui sia chiarito il futuro contrattuale dei dipendenti a partire dal 1° Gennaio 2012. La preoccupazione di tutti è che tra meno di due mesi Fiat possa imporre anche a Maranello il contratto di Pomigliano.
Lo sciopero è un chiaro messaggio di dissenso da parte dei lavoratori Ferrari al modello Marchionne e un rifiuto all'applicazione dell'art. 8 della Finanziaria che permette alle aziende di procedere con i licenziamenti indiscriminati.
Durante lo sciopero, i lavoratori della Ferrari hanno avuto modo di scambiare alcune battute con Lapo Elkann davanti alle portinerie. Il nipote di Gianni Agnelli ha ascoltato con molta attenzione le richieste dei delegati sindacali e le preoccupazioni dei lavoratori della Ferrari.
Oggi continua lo sciopero dei lavoratori. 2 ore con le stesse modalità di ieri.Infine, rendiamo noto che i delegati della Fiom Ferrari, dopo aver incontrato il sindaco di Maranello, hanno incontrato il Sindaco di Modena, Giorgio Pighi per raccontare le preoccupazioni dei lavoratori Ferrari in merito alla decisione di Ferrari di non discutere del futuro dell'azienda.

18 ottobre 2011

FIOM A ROMA PER I LAVORATORI FIAT

VENERDI' 21 OTTOBRE 2011

14 ottobre 2011

Punto FIOM Speciale

Care compagne e cari compagni,
vi invito a leggere l'ultimo numero di PuntoFiom e a diffonderlo il più possibile!
( contiene il testo integrale della piattaforma per il CCNL dei metalmeccanici )

09 ottobre 2011

Nonno Bis! :)

Domenica 9 ottobre 2011, alle ore 1.33, all'ospedale di Imola è nata LINDA, figlia di Elisabetta e Gabriele ( mio figlio ), sorella di Viola.
E' stato un parto cesario ma ora stanno tutti bene!

La piccolina pesa 3,65 kg e ha già l'aria di essere una mangiona come sua sorella!!! :)

07 ottobre 2011

GLOBALIZZATO e INCAVOLATO

La globalizzazione ha provocato enormi movimenti di capitali che hanno indebolito l'economia da lavoro e potenziato le rendite da capitali e finanza. Sono aumentate le diseguaglianze tra chi è sostenuto dall'economia da lavoro e chi è legato alle rendite e alle speculazioni finanziarie. Da tempo si è spezzato il compromesso democratico tra capitale e lavoro, tanto che ora sta dilagando il liberismo senza regole che non trova, tra l'altro, una vera opposizione socio-economica con le idee chiare perchè in tempi non lontani in diversi scambiavano il liberismo come riformismo. Il paradosso è che la globalizzazione è un processo fondamentale per il progresso umano, lo sviluppo e l'uguaglianza dei popoli. Ma queste dinamiche mondiali non possono essere lasciate nelle mani del nuovo capitalismo finanziario. E' assodato che il mercato non è autoregolante e l'assenza di regole provoca disastri economici, instabilità, iniquità e distruzione di pezzi di economia reale. Inoltre non è possibile parlare di crescita a prescindere perchè ritengo indispensabile ricercare una crescita sostenibile proprio per ricostruire i nuovi assetti ed equilibri mondiali. Da anni e ora urgentemente serve un ruolo centrale della politica e una Governance mondiale che ridefinisca le giuste proporzioni e rapporti tra capitale, finanza e lavoro prodotto, ed ancora inibisca il potere decisionale e sociale della finanza e delle caste sostenute dalle speculazioni. In questo senso vedo positivo il SI alla Tobin-Tax del Consiglio d'Europa. In pratica è stato chiesto con forza che l'Ocse studi come introdurre una tassa globale sulle transazioni finanziarie. Detto questo sono incavolato perchè in troppi hanno contribuito a sostenere questo nuovo modello di capitalismo finanziario, compreso i molti lavoratori, lavoratrici e Sindacati che disuniti, a volte e troppo spesso, giocano la palla a favore dei pochi potenti capitalisti e finanzieri.
A. G.

04 ottobre 2011

I PRECARI PAGANO LE PENSIONI AI DIRIGENTI

SUL TEMA PENSIONI, RILANCIO UN PEZZO SCRITTO L'11 GENNAIO 2010 E TUTTORA MOLTO ATTUALE:
http://angelogentilini.blogspot.com/2010/01/i-precari-pagano-le-pensioni-ai.html
A. G.

30 settembre 2011

Analisi ILO e OCSE

Ammontano a 20 milioni i posti di lavoro persi nei Paesi del G20 rispetto alla situazione precedente alla crisi economica. E' quanto emerge da un'analisi congiunta di ILO, l'Organizzazione internazionale del lavoro, e Ocse, che sottolineano come il deficit del mercato del lavoro possa aumentare anche fino a 40 milioni di unità entro la fine del 2012, "se la bassa crescita attuale del tasso di occupazione dello 0,8% dovesse continuare anche per il prossimo anno".
Secondo ILO e OCSE, l'occupazione dovrebbe crescere a un tasso annuale di almeno l'1,3% per tornare al livello pre-crisi entro il 2015. Un tale tasso di crescita dovrebbe generare circa 21 milioni di nuovi posti di lavoro all'anno, recuperando quanto perso dal 2008 e assorbendo l'aumento della popolazione in età lavorativa...
"L'analisi è chiara ed eloquente alla faccia di chi ci ha sempre detto fin dall'inizio, CHE LA CRISI ERA PSICOLOGICA. E' altrettanto chiaro che questa non è una crisi congiunturale ma STRUTTURALE, perciò rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo tutti per tutelare le persone, i lavoratori e lavoratrici".
A. G.

27 settembre 2011

Giovani e sepolcri imbiancati

Dalle manovre economico-finanziarie degli ultimi mesi emerge una linea di intervento inesistente o sbagliata verso le nuove generazioni.
Il lamento sul triste destino dei giovani non manca, salvo che le soluzioni offerte sono peggio del male che vorrebbero curare.
Lavoro. È ormai noto che 2 milioni e 100.000 giovani non studiano e non lavorano e certamente non sono tutti redditieri. Sono semplicemente giovani condannati ad una condizione di marginalità, di sopravvivenza a carico delle famiglie.
E' noto altresì che il 30% dei giovani è disoccupato e che le giovani donne nel Mezzogiorno raggiungono il 60% di disoccupazione.
Malgrado la crescita dell'età media nella società, quindi una minore presenza relativa di giovani nella società, i posti di lavoro per questi ultimi non ci sono. Anzi ai giovani laureati è ormai di moda consigliare di andare all'estero, non per imparare le lingue, acquisire altri punti di vista utili per il loro curriculum, ma semplicemente perché si ritiene che in Italia per loro non ci sia futuro. Naturalmente altri paesi sono ben lieti di utilizzarli perché l'Italia li ha formati, ne ha sopportato gli oneri, e loro beneficiano delle competenze e della voglia di fare.
Così si assiste a manifestazioni di stupore verso i giovani respinti dal sistema universitario e della ricerca in Italia che trovano posto in altri paesi con incarichi di responsabilità invidiabili ed invidiati in Italia da quanti per diverse ragioni non possono muoversi.
I luoghi comuni fanno tuttuno con l'incapacità di offrire soluzioni accettabili.
Ad esempio nei settori più innovativi della produzione e dei servizi i posti di lavoro sono in genere ricoperti da giovani e sono spesso di qualità. I dati sul fotovoltaico dicono che circa 20.000 occupati hanno una media di 35 anni e sono posti di lavoro più qualificati della media del nostro paese.
Il problema è che il nostro paese è in ritardo proprio sui settori innovativi per la pervicace opposizione a ogni tentativo di programmare. Per di più non tanto nel consumo ma nella produzione ad esso collegata. Restando al fotovoltaico, gli investimenti proseguono ma senza uno straccio di piano, di programma, di indicazioni pluriennali. La 'liberista' Germania si è data un obiettivo di produzione di energia da rinnovabili all'80% nel 2050. In Italia quando va bene tutto è limitato agli incentivi che certo vanno bene ma non dicono di quanto e per quanto tempo il settore potrà crescere, quanti occupati. Così è anche per gli altri settori delle energie rinnovabili, del risparmio energetico. Tutti i settori delle rinnovabili già oggi hanno più occupati della Fiat ma non la stessa attenzione politica e senza un programma pubblico per il settore non si andrà lontano, o meglio tutto sarà caotico e senza previsioni attendibili. Dopo tante chiacchiere sul rapporto che occorre stabilire tra formazione e impresa continua ad esserci ritrosia a stabilire con chiarezza gli impegni produttivi e di investimento che potrebbero spingere i giovani a preferire un indirizzo di studi e di formazione anziché un altro.
Anche Confindustria ha prestato ben poca attenzione, al di là delle dichiarazioni rituali, a questa situazione. Confindustria si è schierata a favore del nucleare e ha difeso (sbagliando) a spada tratta gli interessi del settore, mentre non si è occupata con lo stesso impegno delle energie rinnovabili, considerate (a torto) evidentemente un settore di minore importanza.
La verità è che Confindustria difende gli interessi costituiti e tradizionali e avrebbe bisogno di un indirizzo del governo per spingere le imprese verso l'innovazione. Purtroppo questo indirizzo non c'è.
Pensioni. Confindustria si è distinta, anche attraverso Il Sole, per una pressante campagna sull'innalzamento dell'età pensionabile. Il Giovanotto che guida i giovani imprenditori ha sposato questa tesi con prosopopea. Questa pressione di Confindustria continua e questo Governo, di fronte al disastro annunciato, potrebbe essere tentato di aggiungere altri disastri agli inteventi già fatti, che porteranno - ad esempio - l'età pensionabile delle donne oltre i 66 anni in pochi anni. Quindi è bene parlare chiaro per tempo. Anche per evitare che nell'opposizione qualcuno finisca con il subire idee sbagliate.
Sul piano generale alzare oltre un limite ragionevole l'età pensionabile che effetti avrebbe?
Se i lavoratori attuali andranno in pensione più tardi e non ci saranno nuovi posti di lavoro - come non è previsto che ci siano - per i giovani il risultato finale sarà di aumentare gli anni della loro attesa di un posto di lavoro. Abbiamo già saltato una generazione nel lavoro, così ci appresteremmo a saltarne un'altra. Del resto se i posti di lavoro tendono a diminuire e chi è al lavoro non se ne va chi dovrebbe entrare non potrà che restare ulteriormente in attesa.
Il caso più emblematico è l'Università. La pressione dei professori per restare in cattedra il più tardi possibile (70 anni e oltre) non fa che ritardare l'entrata di giovani, che anche per questo vanno a cercare migliore fortuna all'estero.
I posti di lavoro che saltano sono di lavoratori che hanno 50/55 anni e che rischiano di restare in una trappola, senza lavoro e senza speranza di pensione. Le cronache di queste settimane sono state piene di lettere di lavoratori che denunciavano gli effetti perversi dell'aumento continuo dell'età pensionabile sulla loro condizione, fino a restare senza l'uno e senza l'altra.
Se venisse generalizzato l'obbligo di restare al lavoro i giovani non potrebbero essere assunti.
Quindi i problemi sono 2. Aumentare i posti di lavoro per i giovani e consentire a chi volesse proseguire l'attività lavorativa di restare, eventualmente a part time, e comunque garantire una equilibrata sostituzione tra giovani e anziani.
Quale potrebbe essere il punto di equilibrio?
Certamente non si può bloccare chi ha 40 anni di lavoro e di contributi versati. Né si può immaginare che per fare tornare i conti si possa alzare l'età dell'inizio del lavoro. Iniziare il lavoro a 32/33 anni vuol dire condannare una generazione a restare fuori dal lavoro, dal costruirsi una famiglia, dal conquistare la propria autonomia.
La transizione verso il sistema di pensionamento a regime si può sempre discutere, per questo è importante mantenere una flessibilità in uscita e anche nel rientro al lavoro ove possibile e desiderato.
Costi eccessivi? In realtà non sono tali, perché se si guarda all'insieme gli stipendi dei giovani e le pensioni di chi lascia il lavoro sono domanda interna e il suo aumento è oggi il primo degli obiettivi da raggiungere, altrimenti si parla di ripresa ma in realtà ci si condanna alla stagnazione e anche peggio. In realtà le pensioni sono viste da confindustria e da altri come un gruzzolo da spartire ma questo ha, tra l'altro, il difetto che sottrarrebbe risorse alla ripresa.
di Alfiero Grandi

23 settembre 2011

Gli italiani lavorano di più e prendono meno

Il nostro Paese detiene un doppio record fra gli stati del G7
In base ai dati dell'Ocse, le nostre retribuzioni 'reali' sono le più basse a fronte di un monte ore che è uguale solo a quello degli Stati Uniti, ma superiore alle 'formiche' giapponesi e nettamente più alto dei colleghi francesi.

Roma, 15 settembre 2011 - Sono quelli che lavorano di più, ma anche quelli con le retribuzioni più basse. E’ un doppio record nel G7, quello che spetta ai lavoratori italiani, in base ai dati dell’Ocse, proposti nel rapporto 2011 sull’occupazione, presentato oggi a Parigi.
Rispetto ai colleghi degli altri paesi del G7, infatti, i lavoratori italiani - a parità di potere d’acquisto - hanno ottenuto nel 2010 una retribuzione media di 32.657 dollari, notevolmente meno di tedeschi e francesi (entrambi oltre 38 mila dollari) e lontanissimi da canadesi (41.961 dollari), britannici (44.008) e americani (52.607). Solo i giapponesi, con una media di 33.900 dollari (ma una retribuzione ‘reale’ di 47.398 dollari) si avvicinano agli italiani, che al contrario dominano la classifica delle ore realmente lavorate.
In questo caso infatti, il dato del nostro Paese è esattamente identico a quello Usa (1778 ore l’anno) ma di molto superiore a quello degli altri membri del G7. Superate le ‘formiche’ giapponesi (ferme a 1733 ore), i lavoratori italiani distaccano canadesi (1702), britannici (1647) e francesi (1562).
In fondo alla classifica, i tedeschi, con 1419 ore effettivamente lavorate. Più degli italiani, a livello Ocse, lavorano solo polacchi, cechi, estoni, ungheresi, cileni, greci, messicani e turchi. Oltre ai recordman, i sud-coreani, irraggiungibili con 2.193 ore l’anno. Da questa statistica, comunque, emerge la progressiva e generalizzata riduzione in tutte le principali economie: infatti, se nel 1994 i lavoratori di Seul toccavano quota 2640 ore (+447) i ‘pigri’ tedeschi sgobbavano in media 128 ore in più l’anno. Per gli italiani, invece, la riduzione e’ stata appena di 79 ore.

19 settembre 2011

Angelo, Bruno, Paolo... 3 COMPAGNI CON LA CAMUSSO


Imola - Festa CGIL - lunedì 19 settembre 2011

La CGIL di IMOLA è alla MARCIA della PACE

Domenica 25 settembre si svolgerà la marcia Perugia Assisi (50° anno) alla quale è previsto l'intervento di Susanna Camusso.
La CGIL di Imola organizza un pullman con partenza alle 6 e rientro a Imola entro le 21. Le adesioni si raccolgono entro martedì 20 telefonando alla segreteria Cgil 0542605611. Chi non se la sente di fare la marcia (17 chilometri circa) potrà essere lasciato direttamente ad Assisi e poi si aggregherà con la parte marciante.

13 settembre 2011

110 anni + 1 ... IL LAVORO IN FESTA

INFO sulle INIZIATIVE

TEMPO LIBERO E SPORT:

  • “A scuola ( e non solo) in bicicletta”, è in programma sabato 17/9 dalle ore 15 alle ore 17 una gimkana ciclistica tecnica-educativa sull'utilizzo della bicicletta. Si svolge nell'area verde del C.S.Zolino ed è rivolta ai bambini dai 6 ai 12 anni. L'iniziativa è organizzata in collaborazione con la Società Ciclistica Santerno e la Lega Ciclismo Uisp, l'iscrizione è libera e gratuita, inoltre sarà attivo un ristoro e verranno offerti dei gadget Cgil.

  • “Insieme si cammina”, nella mattinata di domenica 18/9 si organizza una bellissima camminata non competitiva con partenza dal C.S.Zolino dalle 9.30. Il percorso sottopassa la via Emilia e tocca le prime colline imolesi lungo via Bel Poggio e via Zappa per riscendere attraverso via Roncaglie sul viale alberato ciclo pedonale a fianco della via Emilia ed arrivare al C.S.Zolino dopo circa 7 Km. L'organizzazione è in collaborazione con l'Uisp Imola, l'iscrizione è libera e gratuita e saranno attivi dei punti ristoro, inoltre ad ogni partecipante da 0 a 100 anni all'arrivo sarà offerto un buono omaggio da consumarsi presso lo stand gastronomico della festa della Cgil.

  • “Ginnastica Artistica”, nel pomeriggio di domenica 18/9 assisteremo ad una elegante esibizione di ginnastica artistica a cura della Società Biancoverde. I ragazzi imolesi intratterranno i visitatori della nostra festa dalle ore 17.00.

  • MUSICA E CONCERTI: la Cgil sostiene e rappresenta l'economia reale e perciò alla sua festa anche la musica sarà reale, doc, dal vivo e senza basi che camuffano il prodotto finale:

  • SABATO 17/9, la musica doc e tassativamente dal vivo nel giorno di apertura della festa Cgil è a sigla Ca Vaina, storica scuola musicale imolese. Dalle ore 19 si esibiranno due gruppi giovanili, per primi saranno i Leathers Yachets a scaldare i cuori con il meglio del rock anni 70/80. A seguire, intercalati da parole e letture di giovani precari NON+ disposti ad aspettare, si esibiranno i Tequila Funk Experience con sonorità rock, funk e blues. Infine alle 21,30 saliranno sul palco Cgil i Maestri di Ca Vaina con “Let it Be...atles”, la denominazione del concerto la dice già tutta e le grandi professionalità artistiche e musicali dei maestri imolesi offriranno ai visitatori della festa un evento e una rivisitazione unica delle mitiche canzoni della storica band inglese.

  • DOMENICA 18/9, alle 21.30 “Per sempre Nomadi”, concerto dei Corpi Estranei cover band ufficiale dei Nomadi. La collaudata band romagnola è ben strutturata ed è composta da 2 chitarre e voce, basso, batteria , percussioni, piano , tastiere, violino e nei concerti presentano il meglio del vasto repertorio dei mitici Nomadi, dai successi degli anni 70 ad oggi. La band è sostenuta da un Fans Club che è impegnato anche in progetti socio umanitari.

  • LUNEDI 19/9, continua la buona musica con “I Dodici Corde”, la band di Argenta è composta da chitarra e voce,violino, basso e batteria e presenta dei pezzi inediti e cover folk con sonorità irlandesi. Saliranno sul palco Cgil alle ore 20 e continueranno nel dopo Camusso,Errani,Manca. La qualità è reale e la band presenterà in anteprima dei pezzi inediti nuovi.

  • MARTEDI 20/9, nell'ultima serata della festa non poteva mancare il meglio del piano bar. Difatti sarà Vittorio Bonetti che allieterà i presenti con il suo pianoforte. Vittorio è una garanzia ed è un musicista conosciuto oltre i nostri territori, si può tranquillamente affermare che ha fatto scuola come piano bar e per questa occasione è particolarmente motivato. Atmosfera e buona musica non mancherà.

  • SINDACATO E POLITICA:

  • SABATO 17/9, saranno i Giovani NON+ disposti ad aspettare a salire sul palco ed esprimeranno tutta la loro indignazione per tutto quello che stanno subendo. Assisteremo a letture ed interventi in contemporanea con la buona musica dei giovani di Ca Vaina.

  • DOMENICA 18/9, alle ore 20,30 “Lavoro e Costituzione” con Elisabetta Marchetti Segretaria Generale della Cgil Imola, Bruno Solaroli Presidente Anpi Imola e coordina Valerio Zanotti conosciutissimo e stimato giornalista imolese. L'iniziativa è importante e centrale perchè è proprio la conoscenza e l'applicazione della Costituzione della Repubblica Italiana che può sostenere e tutelare il mondo del lavoro. La nostra Costituzione nata dalla Resistenza è considerata tra le più complete, giovani e belle al Mondo e sono le parti più deboli della società, i lavoratori, i giovani e pensionati che hanno tutto l'interesse per difenderla. Non possiamo pensare che lo facciano per noi i poteri forti che appositamente vogliono un Mondo senza regole, tutele e diritti.

  • LUNEDI 20/9, ore 15. Assemblea territoriale delle donne pensionate, promossa dal coordinamento donne Spi-Cgil. L'iniziativa è aperta a tutti e dal mio punto di vista sarebbe educativo vedere la presenza di giovani, le nostre madri, nonne, padri e nonni hanno lottato per un' Italia migliore e non si può disperdere nel nulla tutti i sacrifici fatti e questo grande patrimonio socio culturale.

  • LUNEDI 20/9, ore 21 prenotate la poltrona perchè saranno Susanna Camusso, Vasco Errani e Daniele Manca a parlare sulle manovre economiche e su un altra idea di Paese possibile. La Segretaria Nazionale della Cgil, il Presidente della Regione Emilia Romagna ed il Sindaco di Imola onorano con la loro presenza la festa 110 anni + 1 dei lavoratori Cgil e credo siano da esempio a tutti quelli che faziosamente continuano a dividere e spaccare. Siamo ad Imola, la città di Andrea Costa, padre del Socialismo Italiano, la città della cultura cooperativa e solidale e perciò la storia ci deve ricordare, insegnare, illuminare.

  • Nei 4 giorni della festa sarà allestita una mostra, estratta dalla pubblicazione del Cidra Imola “Persone disobbedienti”.Due storie parallele di donne e uomini in lotta per la libertà... Il grano e la dignità del lavoro del giugno 1922... Nadia e Fernanda del 1° maggio 1932. I disegni sono di Daniele Trombetti.
  • 07 settembre 2011

    01 settembre 2011

    Sciopero Generale CGIL


    <-- CLICCA X INFO IMOLA

    29 agosto 2011

    CARO PD... TI SCRIVO

    Sono molto dispiaciuto che non si colgano pienamente le motivazioni che ha portato tutta la CGIL unita, nell'avvicinarsi la discussione parlamentare sulla manovra d'agosto, a proclamare uno sciopero generale per il 6 settembre. In quanto allo spirito e al valore dell'unità sindacale non siamo stati certo noi della CGIL a fare dietro front sull'intesa unitaria sulla riforma del fisco a sostegno del mondo del lavoro e del welfare dal momento che cadde l'ultimo Governo Prodi e si insediò il Governo Berlusconi. Ed ancora non è stata la CGIL a sostenere gli accordi separati per dividere e depotenziare i lavoratori italiani sfruttando la crisi, al contrario di quello che hanno fatto gli altri Paesi europei. Dopo questo escursus storico, sono a ricordare che l'accordo del 28 giugno tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, già conteneva delle forti criticità sul terreno della democrazia partecipativa o diretta dei lavoratori. Ciò nonostante non è stata la CGIL a delegittimarlo ma lo ha fatto questo Governo per mano e voce del Ministro del Lavoro Sacconi inserendo nella manovra d'agosto "per Decreto" delle deroghe al Contratto nazionale e alle Leggi vigenti, sostenendo anche la libertà di licenziamento e attaccando l'art 18. Inoltre è fazioso e strumentale l'indirizzo per offuscare, attraverso le festività del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, la storia Democratica del nostro Paese. Si dice che serve ad aumentare la produttività, mentre si sa che le quote di mercato si conquistano con la qualità dei prodotti e la storia Fiat in questo caso è proprio l'esempio doc. in negativo. Si pensa e si continua a far pagare ai lavoratori italiani le disfunzioni del sistema Paese, lavoratori che hanno degli stipendi molto inferiori alla media europea. Gli argomenti non mancano e sono talvolta drammatici e per questo la CGIL ha invitato pubblicamente CISL e UIL a un fronte unito e ad una lotta comune, ma ha ricevuto risposte negative, tra l'altro in linea con le dichiarazioni di autorevoli rappresentanti di questo Governo. Ricordo a chi è preoccupato per la quota di solidarietà del 5% chiesta per i redditi sopra i 90.000 euro che a fine anni 70 ai lavoratori veniva redistribuito nelle buste paghe il 74% del PIL, mentre nel 2011 ai lavoratori resta solo il 45% del PIL. Agli evasori, grandi e piccoli, corruttori, riciclatori, appaltatori in nero e caporali, faccio presente che quasi il 90% del gettito fiscale italiano è sostenuto dai lavoratori dipendenti e pensionati e che se si vuol trovare un fondo pensione in rosso si arriva a quello dei Manager e Dirigenti perchè i fondi dei lavoratori sono tutti in regola con i conti e i bilanci. Caro PD non è sufficiente definirsi di sinistra per conquistare le simpatie dei lavoratori e pensionati. So benissimo che il cambiamento si costruisce con l'unità e la coesione ma deve essere legata a dei valori in etica e morale socio economica, che sono ampiamente sostenuti dalla nostra Costituzione, scritta nel 1948 ma mai applicata interamente a favore delle parti più deboli e numerose della società. Si devono abbandonare le alchimie e le strategie politiche trasversali, per attuare, giorno dopo giorno, delle azioni dirette, chiare e precise che ridiano dignità e rispetto alla politica. Dare un colpo al manico e uno al cesto non paga, anche perchè è nel cesto che ci stanno i tanti, i lavoratori, i giovani e i pensionati, mentre nel manico ci stanno i pochi già ampiamente pagati, tutelati e privilegiati. Se si vuole riformare veramente il nostro Bel Paese in modo strutturale e duraturo occorre convincere, tutelare e rappresentare i tanti che stanno nel cesto e non essere subalterni ai pochi che stanno nel manico e che la sanno raccontare, detenendo potentissimi strumenti informativi. Proprio per questo e tanto altro non se ne può più e il 6 settembre saremo in tante PIAZZE italiane a lottare a difesa del nostro futuro e per un futuro sostenibile dei nostri figli e nipoti... Che guarda caso stanno tutti nel cesto che nel corso degli anni e della storia è diventato un CESTINO.
    A. G.

    26 agosto 2011

    Petizione per le Feste Civili

    INVITO A FIRMARE la petizione della CGIL contro la cancellazione delle feste civili.
    Si può firmare anche on line sul
    SITO CGIL IMOLA

    o sul SITO CGIL NAZIONALE

    24 agosto 2011

    AVVISI E NUMERI PER I NAVIGANTI

    Riporto ed evidenzio i numeri estratti dal libro inchiesta “SOLDI RUBATI”, di Nunzia Penelope.
    Corruzione, criminalità, truffe, crac, evasione fiscale, sottraggono ai cittadini centinaia di miliardi ogni anno e la possibilità di vivere in un paese migliore. Personalmente consiglio la lettura di questo libro, che è considerato la prima inchiesta completa sui devastanti costi dell’illegalità in Italia.

    • La tassa sull’evasione: 270 miliardi l’imponibile evaso ogni anno; da 100 a 125 miliardi di euro l’anno il mancato introito per lo Stato; 10 miliardi di euro il recupero dell’evasione nel 2010; ciascun contribuente in regola paga 3000 euro l’anno in più a causa dell’evasione; negli ultimi 30 anni il lavoro dipendente ha pagato tasse maggiori per 870 miliardi di euro.

    • Una repubblica fondata sul lavoro. Nero: 154 miliardi di euro la ricchezza prodotta dal lavoro sommerso, pari al 7 % del PIL; 52,5 miliardi l’imponibile sottratto al fisco, pari a 10,8 miliardi di tasse evase; 2.996.000 i lavoratori in nero nel 2009.

    • Morti di lavoro: 1050 morti sul lavoro nel 2009; 1080 morti sul lavoro nel 2010; 43 miliardi all’anno, pari al 3,2 % del PIL, i costi degli incidenti per la collettività; 6 miliardi gli indennizzi alle vittime pagati nel 2009; 50.000 euro il costo medio degli investimenti necessari a un’impresa per azzerare gli incidenti.

    • Un pessimo ambiente: 20 miliardi i costi per le casse pubbliche di 10 anni di dissesto idrogeologico ( 1994-2004 ); 900 milioni il costo delle emergenze ambientali 2009-2010; 25 miliardi la somma necessaria per rimettere a norma il territorio italiano; 20,5 miliardi il fatturato 2009 delle ecomafie.

    • Al mercato dei falsi d’oro, la contraffazione: 7,1 miliardi annui di fatturato in nero; 130.000 posti di lavoro sottratti all’economia regolare; 5,3 miliardi di gettito fiscale perduto; 18 miliardi il danno all’economia nazionale in termini di mancata produzione.

    • La corruzione, un prodotto tipico: 60 miliardi il giro annuo di mazzette; 35.000 euro annui la tassa tangente e debito per ogni cittadino; 600 milioni il valore delle truffe nella sanità 2010.

    • Prendi i soldi e scappa: 62 importanti crac finanziari in Italia dal 1984; 54,8 miliardi i risparmi bruciati, pari a 3,6 punti di PIL; 1.490.000 gli investitori traditi dal capitalismo di rapina; 62 miliardi l’indebitamento di comuni e province italiane, pari a 1300 euro per abitante e a 4 punti di PIL; 36 miliardi l’esposizione degli enti locali sui prodotti finanziari derivati.

    • Colletti bianchi, profitti neri. La faccia pulita del riciclaggio: 550-700 miliardi di euro lo stock di capitali nascosti all’estero; 100-150 miliardi il valore annuo del riciclaggio in Italia; 10,5 miliardi di euro le esportazioni illegali di denaro intercettate dalla Guardia di finanza nel 2010; 37.000 le segnalazioni di operazioni sospette di denaro arrivate alla Banca d’Italia nel 2010.

    • Crimine SPA, le mafie alla conquista del Nord; 100-135 miliardi il fatturato delle varie mafie italiane, pari al 10 % del PIL nazionale; 45 miliardi il fatturato della sola ‘ndrangheta, di cui 27 miliardi da traffico di cocaina; 9 miliardi il business delle estorsioni; 20 miliardi il business dell’usura.

    • Recuperare il bottino. Se la Giustizia diventa un bancomat: 4 miliardi recuperati dalle procure negli anni 2009-2010 attraverso indagini,intercettazioni, sequestri, patteggiamenti; 268 milioni il costo delle intercettazioni nel 2009; 16 miliardi il patrimonio complessivo dei beni confiscati alle mafie al gennaio 2011; 900 milioni i tagli della finanziaria alla Giustizia.

    • Il senso degli imprenditori per la legalità: gli ultimi due anni, 2009-2010, sono stati caratterizzati da decine di scandali. Non si tratta solo di corruzione e tangenti, come negli anni 90, ma di un pasticcio di reati economici e finanziari che spaziano dalla truffa ai danni dello Stato, degli azionisti, dei dipendenti, all’evasione fiscale in grande stile, passando per fondi neri e bilanci camuffati, dove la corruzione di pubblici ufficiali va di pari passo con quella, tutta privata, di manager e banchieri. Tanto che le care vecchie tangenti di Mani pulite sembrano peccatucci da boy scout.

    I soldi fanno girare il mondo, ma se girano dalla parte sbagliata finisce che il mondo si ferma. E’ quello che sta accadendo all’economia italiana. Appesantita dalla crisi, certo, ma soprattutto da un tasso d’illegalità che non ha pari nel modo occidentale.
    “Le cose che non ho mai fatto e mai farò: non ho mai pagato le tasse e me ne vanto, le tasse sono come la droga, le paghi una volta e poi entri nel tunnel. Non ho rispettato un limite di velocità, mai dato la precedenza a un incrocio. Mai fatto la raccolta differenziata, mai costruito con permessi edilizi. Io sono il cittadino modello, io ci sarò sempre. Io sono la realtà, voi siete la fiction.” Antonio Albanese ( Cetto La Qualunque ).
    A. G.

    19 agosto 2011

    SOSTENGO E CONDIVIDO

    In qualità di iscritto all'Anpi di Imola, condivido le posizioni critiche lette sulla stampa in merito alle festività del 25 aprile, 1°maggio e 2 giugno.
    E' chiaro che l'obiettivo non è legato alla produttività e all'efficienza delle Aziende... ma è legato alla volantà di cambiare la storia democratica del nostro Paese.
    Difendiamo la Resistenza e la Costituzione nata dalla Resistenza perchè solo in questo modo è possibile un futuro equo, democratico, sostenibile.
    Un forte abbraccio a tutti i PARTIGIANI.
    A. G.

    16 agosto 2011

    IL RISPETTO DI FRANCESCHINI

    "Al PCI invidiavo il compagno e il pugno chiuso!"
    Recentemente Dario Franceschini, uno dei leader nazionali del Pd, ha affermato pubblicamente:
    "Io non ho mai chiamato compagno chi era con me nel partito, come accadeva nel Pci, perchè vengo da un'altra storia, ma ho invidiato due cose, COMPAGNO e Pugno Chiuso. Erano gesti molto forti, segni di una grande forza collettiva. Eravamo su fronti diversi ma a noi mancavano. Sono cose che ognuno ha portato orgogliosamente dentro il Pd in cui nessuno ha rinunciato a nulla ed è l'approdo delle nostre storie".
    Egregio Dario non posso che dirti... MILLE GRAZIE ...per questa precisazione legata a cose, gesti e segni portatori di grandi valori e idealità che hanno contribuito alla costruzione democratica del nostro Paese. Purtroppo resta ancora tanto da fare, proprio per il bene collettivo, da sempre e negli ultimi anni sempre più spesso ho URLATO nelle piazze e scritto sulla stampa e nel blog che la tutela dei diritti individuali passa proprio attraverso la difesa dei diritti collettivi.... "Berluscones a parte"... Spetta a tutti noi riunire la parte positiva delle nostre storie e dei nostri valori per rifondare un modello di società più equilibrato, solidale e sostenibile e che veramente non tenda a lasciare indietro qualcuno e nessuno...
    A. G.

    05 agosto 2011

    ARRIVANO LE FERIE

    Anche quest'anno arrivano le ferie, le statistiche ci informano che la percentuale di persone che va in vacanza da qualche parte è davvero risicata. Questo è un grosso problema perchè oltre allo svago individuale si mette in crisi il settore del turismo e i relativi posti di lavoro. PURTROPPO la grande crisi che in tanti non capiscono o non vogliono vedere c'è, anzi c'è davvero e non è finita. Pensiamo solo alle coperture degli AMMORTIZZATORI SOCIALI che si vanno restringendo grazie all'enorme uso di questi anni... E dopo che si fà? Pensiamo alla manovra e pensiamo al DEBITO PUBBLICO e al DEFICIT PUBBLICO che in Italia stà crescendo continuamente, ma nonostante ciò i maghi della finanza continuano a far soldi su soldi senza produrre un posto di lavoro. Pensiamo alla Nostra responsabilità di CITTADINI e al tanto MENEFREGO che si sente in giro e allora c'è da proccuparsi a sufficienza. Bene Io farò la mia grande vacanza al mare per il totale di 10 giorni e penserò a queste cose e a quello che ci aspetterà al rientro...
    Come sempre da lavoratore cosa ci si aspetta in questo BEL PAESE??? ...LOTTA..LOTTA..LOTTA...
    Un forte abbraccio a tutti gli Amici e Compagni e nel limite del possibile Buone Ferie... ma ASTA LA VISTA!!!
    A. G.

    02 agosto 2011

    Il contributo di Zipponi

    VI SPIEGO PERCHE’ HA VINTO LA FIOM

    La sentenza di Torino è stata commentata a caldo dalla stampa interessata con titoli in cui sostanzialmente si descrive la Fiom come perdente. Questo non è vero. Vogliamo stare ai fatti? Se la Fiat avesse avuto ragione e se dunque avesse vinto la causa, la logica ci dice che la Fiom avrebbe dovuto fare ricorso. Invece il ricorso nei giorni scorsi lo ha annunciato la Fiat e non solo, si è precipitata a minacciare la sospensione del piano di investimenti in Italia. A me sembra assodato che chi vince una causa non fa ricorso contro la sentenza che gli dà ragione.
    Nei fatti, il giudice di Torino ha respinto la richiesta della Fiom di annullare l'accordo di Pomigliano per la parte che prevede la nascita della nuova società che dovrebbe assumere tutti i lavoratori della vecchia impresa, obbligandoli alla rinuncia ad una serie di diritti. Ciò che mi sembra probabile è che il giudice abbia considerato questa azione ricattatoria non perseguibile su richiesta di un sindacato ma solo individualmente dai lavoratori, cioè dai ricattati. Per la parte degli accordi separati che riguarda invece le attività sindacali, questa dalla sentenza viene bollata come antisindacale. Il che significa che quella parte dell'accordo è da rimuovere immediatamente, così dice la legge.
    Qui sta la vera importanza della sentenza: nell'accordo di Pomigliano (come poi ripetuto anche in quello di Mirafiori) c'è scritto che hanno diritto di rappresentanza solo quei sindacati che firmano gli accordi. Si afferma cioè che i sindacati sono legittimati dalla controparte, non dai lavoratori che li scelgono. Ho fatto una piccola ricerca storica: un fatto simile è avvenuto solo negli anni '20, quando si instaurò il regime delle corporazioni.
    Perciò la Fiom a Torino ha vinto la causa sulla libertà. Altro che perderla come hanno scritto i giornali e raccontato i telegiornali.
    Non solo. La sentenza di Torino rende inutile l'accordo siglato da Cgil Cisl e Uil con la Confindustria e impone a questo punto una legge che garantisca la validità degli accordi. L'Italia dei valori è l'unico partito ad aver presentato un disegno di legge in proposito al Senato. Il nostro disegno di legge è molto semplice e afferma che l'unica validità erga omnes di un accordo viene sancita dal voto dei lavoratori all'accordo stesso.
    Resta da chiedersi perché la Fiat sta agendo in questo modo: ha dichiarato 22 volte la sua intenzione di fare in Italia investimenti per venti miliardi di euro. Le ho contate. Dalla prima volta, nei fatti, ha chiuso Termini Imerse, 2000 lavoratori a casa, ha venduto la Irisbus di Avellino, ha chiuso una fabbrica di CNH a Imola e mantiene in cassa integrazione – a nostre spese – circa la metà dei dipendenti. Viene da pensare che è meglio che non ne faccia più di questi annunci! Già nel libretto distribuito con gli Altri ad aprile avevamo scritto che la logica ci suggeriva che gli azionisti Fiat hanno deciso di abbandonare l'auto in Italia. La 500 si produce in Polonia e Usa, la nuova Lancia in Polonia, la Doblò in Turchia, le nuove auto a basso impatto negli Usa, il marchio Lancia verrà messo su piattaforme tecnologiche Chrysler, il nuovo motore bicilindrico verrà fatto in Polonia. La Fiat però percepisce soldi dalle banche e dallo Stato, tanti soldi. Perciò non può dire la verità e cerca un capro espiatorio, ossia la Fiom. Ma a forza di dir balle la verità emerge, alla fine. Basterebbe, a questo punto, avere un governo. Uno qualsiasi, neanche un buon governo. Un governo che dica: io voglio il settore auto in Italia. E che dica a quali condizioni lo vuole. Ma noi non abbiamo un governo. Abbiamo ministri usati dalla Fiat come uno zerbino.
    Maurizio Zipponi

    28 luglio 2011

    ANTEPRIMA FESTA CGIL IMOLA

    Informo tutti i visitatori del Mio blog che da sabato 17 settembre a martedi 20 settembre è in programma presso lo spazio verde del Centro Sociale Zolino di Imola la FESTA CGIL IMOLA.
    Alla Camera del Lavoro di Imola, che opera nel territorio del Circondario Imolese, sono iscritti oltre 22.000 persone. La festa sarà molto articolata e vi saranno iniziative sindacali, sociali, musica e spettacoli. Sarà un grande momento di socializzazione.
    A fine agosto pubblicherò tutto il programma completo.... ma già da ora SEGNATEVI IN AGENDA le date della FESTA dei LAVORATORI CGIL.
    A. G.

    22 luglio 2011

    ...è sempre colpa di qualcun'altro?

    Evidenzio dal giornalino dei lavoratori Fiom-Ferrari l'articolo "Appunti dalla Ges...è sempre colpa di qualcun'altro?", a dimostrazione che i lavoratori delle Officine Ferrari sono i primi tifosi della ROSSA e si preoccupano della gestione sportiva che ha dei riflessi diretti con tutta la produzione auto Ferrari.
    Se le gare di Formula Uno vanno bene è ovvio che si accresce nel mondo l'immagine della Ferrari e si accentuano le vendite delle altre macchine sportive granturismo. Perciò in sintesi pur nelle criticità e nelle più aspre diattribe tra vertici aziendali e lavoratori gli ultimi si dimostrano sempre i più affidabili e i più legati alla ROSSA.
    A. G.

    18 luglio 2011

    Incidenti sul lavoro: aumentano donne e migranti

    Il rapporto annuale dell'Inail: nel 2010 morti sotto quota mille, in calo del 6,9% dal 2009. Ma il miglioramento riguarda solo gli uomini: sette lavoratrici morte in più, salgono incidenti per gli stranieri. Per Napolitano "il fenomeno resta inquietante".
    Nel 2010 i morti sul lavoro diminuiscono e scendono sotto quota mille. Dall'altra parte, però, l'occupazione non si risolleva e insieme agli infortuni vanno giù anche i posti di lavoro. La situazione è nera per donne e migranti, le categorie più colpite. Oggi (5 luglio) l'Inail ha presentato il rapporto annuale: l'anno scorso i decessi sono stati 980, con un calo del 6,9% rispetto ai 1.053 del 2009, nuovo minimo storico dal dopoguerra.
    Risultano in discesa anche gli infortuni: sempre nel 2010 sono stati 775.374 in calo dell'1,9% rispetto ai 790.112 del 2009. Tra i morti le donne sono in aumento: l'Istituto sottolinea infatti che il calo di incidenti e morti riguarda solo la popolazione di sesso maschile.
    Nello specifico, tra gli uomini si è registrato un calo degli infortuni pari al 2,9% (da oltre 545mila a 529mila) rispetto al 2009 e dell'8,2% per i casi mortali (da 981 a 901). Al contrario, c'è una crescita per le donne: circa un migliaio in più (+0,4% rispetto al 2009, da 244 mila a 245 mila) e sette lavoratrici morte in più (da 72 a 79), con un aumento annuale del 9,7%.
    Anche gli stranieri sono molto colpiti dagli incidenti. Il 2010 è stato peggiore dell'anno precedente: si passa dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010, registrando un incremento dello 0,8%. Ha contribuito soprattutto la componente femminile (+6,8% gli incidenti contro il -1,2% dei maschi), secondo l'Inail, che evidenzia la progressiva crescita di colf e badanti straniere in Italia.
    Diminuiscono invece gli incidenti mortali che investono i migranti: dai 144 del 2009 ai 138 del 2010, pari a-4,2%. Ancora una volta si nota la differenza di genere: -9,7% dei decessi tra gli uomini (da 134 a 121), +70% (da 10 a 17) per le donne.
    "Dopo il calo record di infortuni del 2009, in parte dovuto agli effetti della difficile congiuntura economica, il 2010 ha registrato un'ulteriore contrazione di 15.000 denunce (per un totale di 775.000 complessive) a conferma del miglioramento ormai strutturale dell'andamento infortunistico in Italia. Solo dieci anni fa gli infortuni erano oltre 1 milione (1.030.000) e ben 1.452 i casi mortali". Lo ha detto il presidente dell'Inail, Marco Fabio Sartori, definendo il risultato "di straordinaria rilevanza".
    Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il fenomeno resta "inquietante". In un messaggio inviato all'Inail in occasione della presentazione del rapporto annuale dell'ente, il Quirinale sottolinea che il numero di incidenti "sul lavoro resta inquietante, doloroso e inaccettabile" e rende "necessaria" l'azione di "tutte le istituzioni" coinvolte.
    Emanuele Di Nicola - da rassegna.it

    11 luglio 2011

    Il taglio degli incentivi alle rinnovabili è una follia

    La decisione del Governo di inserire nel decreto legge finalmente consegnato alla Presidenza della Repubblica un taglio del 30% degli incentivi alle energie rinnovabili è una follia economica e sociale.
    Premesso che il Ministro Prestigiacomo ha dichiarato che questa misura non c'era nel testo del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, è del tutto evidente che il taglio del 30% degli incentivi alle energie rinnovabili è un favore fatto da Tremonti e Berlusconi alla Lega che, con il potere di ricatto che ha sul Governo, è in grado di ottenere il consenso a misure assurde come questa.
    Con questa misura il settore delle energie rinnovabili riprecipita nel caos. Dopo il secondo decreto del Ministro per lo Sviluppo che, pur non avendo sanato del tutto i guasti del primo, aveva pur sempre promesso certezze nel tempo alle imprese e agli investitori ora il Governo smentisce sé stesso e rimette le mani negli incentivi abbassandoli drasticamente. Così gli investimenti privati subiranno un arresto e uno dei pochi settori senza crisi come quello delle rinnovabili vedrà di nuovo a rischio l'occupazione e la vita stessa delle imprese. Con questa misura il Governo ha compiuto un atto gravissimo che non darà praticamente nulla ai cittadini perché l'onere sulle bollette degli incentivi è misurabile in pochi centesimi. Parlare di taglio delle bollette è non solo demagogico ma del tutto falso. Mentre gli effetti sull'occupazione e gli investimenti saranno devastanti e questo proprio nel momento in cui altri paesi come la Germania hanno deciso di puntare sulle rinnovabili, anche con gli incentivi. Per di più così l'Italia si allontana dal raggiungimento degli obiettivi concordati con l'Europa del 20/20/20 nel 2020 e questo esporrà l'Italia a pagare penali pesanti che verranno scaricate sulle bollette. Come spiegheranno la Lega Nord e il Governo questo disastro al paese?
    Alfiero Grandi - Presidente Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare

    07 luglio 2011

    Ma "se non ora, quando?"

    Ma "se non ora, quando?"
    incontro nazionale a Siena

    Il 9 e 10 luglio riunione dei rappresentanti dei comitati, ma piovono le adesioni di centinaia di donne da tutta Italia e le organizzatrici lanciano un appello per creare una rete di ospitalità gratuita...
    CLICCA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO DI LAURA MONTANARI SU LA REPUBBLICA

    04 luglio 2011

    Ecco la CGIL

    La Cgil è l'organizzazione sindacale più antica. Nasce nel 1906 dall'unione di tante Camere del Lavoro ( le prime già presenti nel 1891 ) e di alcune categorie di lavoratori, in particolare braccianti, che si erano organizzati per rivendicare i propri diritti, miglior condizioni di lavoro e di vita. Leader nazionale dei braccianti era l'imolese Argentina Altobelli che tra l'altro divenne un importante punto di riferimento per lo sviluppo dell'agricoltura italiana. Le Camere del Lavoro furono luoghi di incontro, di solidarietà e di mutuo soccorso tra gli stessi lavoratori. In pratica le Cooperative agricole, edili, meccaniche e di altri settori furono pensate e sostenute nelle e dalle Camere del Lavoro territoriali. Durante il periodo fascista l'attività sindacale e le libertà furono represse e perciò moltissimi sindacalisti parteciparono attivamente e clandestinamente alla Resistenza. Il contributo del sindacato e della classe operaia alla liberazione del Paese fu di tale rilievo che l'allora Segretario della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, contribuì alla stesura della Carta Costituzionale Italiana, con la quale fu sancita la libertà d'organizzazione sindacale e il Diritto di sciopero. La Cgil rappresenta e tutela il lavoro, i lavoratori e i problemi dei cittadini in generale. Fin dalla sua nascita ha mantenuto la doppia struttura, verticale costituita dalle Federazioni di categoria, orizzontale attraverso le Camere del Lavoro territoriali e le strutture regionali. Ad oggi le categorie sono 12 mentre le Camere del Lavoro in tutto il territorio nazionale sono 134. La Cgil è radicata nei posti di lavoro e nel territorio attraverso la rappresentanza e l'attività dei Comitati degli iscritti e dei Delegati sindacali componenti delle Rsu. Le Rsu sono le rappresentanze sindacali unitarie elette dai lavoratori, hanno il potere di contrattare con l'azienda e di indire le assemblee sindacali nei posti di lavoro. La Cgil e le Federazioni di categoria definiscono e firmano insieme agli altri sindacati e alle organizzazioni dei datori di lavoro i Contratti collettivi nazionali, vigilano sul rispetto di tali Contratti e sulle norme e si impegnano a far rispettare i Diritti dei lavoratori e dei cittadini e a far avanzare le loro condizioni di vita e di lavoro. La Cgil , attraverso la propria rete di servizi, informa, tutela ed assiste i propri iscritti e i cittadini in generale ,anche non iscritti ,sui Diritti, sulle normative e sulla loro esigibilità. Tutti possono aderire alla Cgil indipendentemente da ogni opinione politica o fede religiosa. La Cgil è un'associazione autonoma ed è sostenuta dal contributo dei suoi iscritti, in Italia ha oltre 6 milioni di iscritti. Alla Camera del Lavoro di Imola ( Cgil Imola ), nata nel 1900, anche grazie al forte sostegno politico di Andrea Costa definito il padre del socialismo italiano, vi aderiscono oltre 22.000 persone.
    "LA CGIL SEMPRE DALLA TUA PARTE".
    A. G. - Testo elaborato da archivio Cgil

    30 giugno 2011

    «Presidente, faccia finire quest'ingiustizia»

    Ecco il testo dell'appello a Napolitano degli operai della Thyssen Krupp di Torino che si sono costituiti parte civile al processo contro l'azienda e non trovano più un posto. E il 30 giugno perdono la Cig, la cassa integrazione.
    A. G.

    Caro Presidente Napolitano,

    chi Le scrive sono i Lavoratori in cassa integrazione della ThyssenKrupp di Torino, in gran parte costituitisi, per la prima volta in Italia, come Parte Civile nel processo contro la Multinazionale Tedesca per il rogo del 6 dicembre 2007 in cui morirono, in nome del profitto, 7 amici e compagni di lavoro: A. Schiavone, B. Santino, R. Scola, A. Laurino, R. Marzo, R. Rodinò e G. Demasi.

    Abbiamo dovuto portare avanti con coraggio e determinazione una giusta battaglia civile e processuale per il riconoscimento della verità e della giustizia affinché le nostre giuste rivendicazioni fossero riconosciute: la Corte d’Assise di Torino, per la prima volta in Italia, ha ammesso la fattispecie di omicidio volontario in un caso di morti sul lavoro.

    La sentenza di primo grado, grazie alla presenza dei lavoratori ThyssenKrupp costituitisi nel procedimento, alla costante denuncia, alla puntuale mobilitazione ad ogni udienza e all’imprescindibile coordinamento con altri organismi e associazioni che portano avanti battaglie analoghe, ha affermato un principio (che i 1300 morti l’anno per lavoro in Italia sembrano continuamente mettere in discussione), come quello sancito dall’Art. 4 della Costituzione, che prevede per ogni cittadino un lavoro che concorra al progresso materiale e spirituale della società: mai la vita dei lavoratori è derogabile ad alcuna logica di profitto. Un accordo siglato da Azienda, Enti Locali e Organizzazioni Sindacali per gestire la chiusura dello stabilimento, confermato dagli ulteriori accordi a seguito della tragedia del 6 dicembre 2007, che prevedono la ricollocazione per tutti i lavoratori, è stato ampiamente disatteso: da tre anni ormai veniamo discriminati e non ricollocati come è invece avvenuto per altri nostri ex colleghi non costituitisi Parte Civile ricollocati in aziende pubbliche e private del Torinese.

    Comprensibile seppur illegittimo, nel caso in cui sia l’Azienda ad adottare tale comportamento, inaccettabile e vergognoso quando sia un’Istituzione a fare altrettanto ( il Comune di Torino e le aziende ex-municipalizzate, Amiat, etc…). Gli Enti locali, costituitisi al fianco degli operai, hanno tutti ottenuto cospicui risarcimenti: ora, per far fede alle dichiarazioni fatte durante le campagne elettorali, li devono utilizzare per far diventare, utilizzando le stesse parole del neo sindaco Fassino, Torino la “capitale del lavoro”. Aggiungiamo noi: “lavoro utile e dignitoso per tutti”, come sancito dalla Costituzione nata dalla Resistenza partigiana.

    Il prossimo 30 giugno rappresenta per noi una data decisiva: scadranno gli ammortizzatori sociali e verremo posti in mobilità, vera e propria anticamera della disoccupazione. Gli ammortizzatori sociali sono stati utili per la parziale salvaguardia del reddito ma il nostro obiettivo principale era e rimane una ricollocazione sicura e dignitosa per tutti i lavoratori, senza discriminazione alcuna. Lavoro a noi di fatto negato proprio perché abbiamo lottato per affermare un diritto che riguarda tutti i cittadini: un lavoro sicuro e dignitoso per ciascun individuo e che dinnanzi alla Legge si è tutti Uguali nella piena applicazione della Carta Costituzionale.

    Ci rivolgiamo a Lei quale massima carica della Repubblica italiana e massimo garante del rispetto della Costituzione in Italia, Repubblica fondata sul lavoro. Ci terremmo ad incontrarLa al più presto per metterLa al corrente di persona sulla nostra precaria situazione e avvalerci del prestigio e del credito di cui gode per porre fine a questa ingiustizia.

    I Nostri più cordiali saluti.
    Operai Thyssen