30 gennaio 2015

La complicata crisi "Mercatone Uno"

Giovedì 5 febbraio, presso la sede di Confcommercio Bologna, in concomitanza dell’incontro con la direzione aziendale di Mercatone Uno, si terrà un presidio di lavoratori organizzato dalle segreterie regionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cgil e Uiltucs-Uil.
"Si tratta del primo incontro con i sindacati dopo la richiesta di ammissione ai concordati preventivi avanzata ad oggi da quattro società del gruppo Mercatone Uno – spiega Morena Visani, segretaria generale Filcams-Cgil Imola -. La situazione è molto complicata, anche perché non si conosce ancora il disegno complessivo dell’azienda."
Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it

29 gennaio 2015

"L'analisi sulle pensioni delle donne"

Le donne rappresentano il 53% di tutti i pensionati: sono 8,8 milioni su 16,6 milioni, ma percepiscono solo il 44% dei 271 miliardi di euro erogati dall’Inps. Le donne dunque sono di più ma percepiscono meno della metà di tutto l’importo erogato per le pensioni. Oltre la metà delle donne, il 52%, percepisce meno di 1.000 euro lordi al mese; contro un terzo degli uomini che sono il 32,2%. L’importo medio delle pensioni è più basso tra le donne: 8.965 euro lordi annui, contro 14.728 euro per gli uomini, pari al 60,9% in meno. Tra pensionati e pensionate, andati in pensione nell’anno 2013 (626.408), le donne percepiscono un “reddito pensionistico” (somma costituita da una o più pensioni) pari a 10.953 euro lordi annui, cifra inferiore di quasi 7.000 euro rispetto al reddito pensionistico degli uomini, che è di 17.448 euro.
In Emilia Romagna il numero delle pensioni Inps corrisposte nell’anno 2013 (dato aggiornato bilancio sociale Inps) sono 1.497.394 di cui 885.801 percepite da donne, pari al 59,25% e 611.593 percepite da uomini, pari al 40,8%. L’importo medio mensile delle pensioni corrisposte alle donne è di 662,68 € contro i 1.182,82 € degli uomini, con una differenza negativa per le donne di 520,14 € al mese. Nella nostra regione dunque le donne rappresentano il 59,25 del totale dei pensionati, ma percepiscono il 44,8% dei redditi pensionistici, mentre gli uomini, che sono un numero miLa situazione di genere delle pensioni Inps in Emilia Romagna nore (40,8%), percepiscono il 55,2% dei redditi da pensione, in virtù del valore più alto dell’importo medio pensionistico. Nell’esame delle pensioni, per genere e per classi d’importo si notano differenze sostanziali nella distribuzione del reddito pensionistico tra donne e uomini. Il 25,5% delle pensioni erogate alle donne ha un valore inferiore a 500 € mensili lordi. Tale importo interessa invece, solo il 18,1% degli uomini pensionati. Nelle classi pensionistiche da 500 € a 1.000 €, la maggioranza delle donne è nelle fasce di importo più basso.
Clicca per approfondire:http://spier.it/docup/Arg_Diritti_genn_n1_web.pdf
Angelo Gentilini, da info Argentovivo/Diritti Spi Cgil E.R.

27 gennaio 2015

"GIORNATA DELLA MEMORIA"

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell'Olocausto. È stato così designato il 1º novembre 2005 dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell'OlocaustoIn questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell'Armata Rossa.
Il campo di concentramento di Auschwitz fu uno dei tre campi principali che formavano il complesso concentrazionario situato nelle vicinanze di Auschwitz (in polacco Oświęcim), in Polonia. Facevano parte del complesso anche il campo di sterminio di Birkenau, situato a Birkenau (in polacco Brzezinka), il campo di lavoro di Monowitz, situato a Monowitz, (in polacco Monowice) ed i restanti 45 sottocampi costruiti durante l'occupazione tedesca della PoloniaIl complesso dei campi di Auschwitz svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale del problema ebraico" – eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio degli ebrei (nel campo, tuttavia, trovarono la morte anche molte altre categorie di internati) – divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio nazista. Auschwitz, nell'immaginario collettivo, è diventato il simbolo universale del lagerDal 1979, ciò che resta di quel luogo è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO ed è visitabile dal pubblico.
Angelo Gentilini


23 gennaio 2015

Pedala bene la petizione "bici in treno".

Primo successo per la petizione, promossa su Change.org, che chiede il trasporto di bici sui treni a livello nazionale: "l'Emilia-Romagna porterà in conferenza delle Regioni la questione, si tratta di una vertenza che va risolta una volta per tutte a livello nazionale". Lo ha detto, secondo quanto si apprende, l'assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, durante un incontro con la promotrice della petizione, Sara Poluzzi, e rappresentanti di #salvaiciclisti e Fiab. In seno alla conferenza l'Emilia-Romagna, ha ricordato Donini, ha il mandato per la mobilità, da qui la promessa di un "impegno di livello nazionale per uniformare le condizioni di utilizzo del trasporto bici da regione a regione". La petizione sfiora le 56.000 firme, ha ragionato Donini, e "mostra l'eco di una volontà popolare che va ascoltata "......
Angelo Gentilini, da info AdnKronos

22 gennaio 2015

"Proposte utili per l'urgenza lavoro"

Forum dell'economia / Ecco le proposte che rilanciano l'occupazione. Al seminario Cgil incontro tra economisti, sindacalisti, intellettuali. Tutti d'accordo nel bocciare il Jobs Act. Convergenze tra il Piano del lavoro Cgil e "Job Italia" di Ricolfi. L'obiettivo è creare occupazione, non tipologie contrattuali precarie.
Ci sono buone idee per far ripartire l’economia e il lavoro in Italia. Vengono dal sindacato, dalPiano del lavoro della Cgil. O da economisti come Luca Ricolfi che, con la proposta di “Job Italia”, ha trovato dei punti di convergenza proprio con la Confederazione sindacale, un terreno d’incontro reso manifesto dal seminario odierno organizzato dal Forum Cgil dell'economia, aperto alle proposte di esperti e intellettuali e dal titolo “Politiche per il lavoro: proposte a confronto”.
Ecco-le-proposte-che-rilanciano-loccupazione
“La prima grande urgenza è creare lavoro, usare tutte le risorse disponibili. E invece il Jobs Act si fa un preciso scambio tra Stato e imprese che faciliterà i licenziamenti”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, conclude il seminario che si è svolto il 21 gennaio 2015 a Roma.
camusso-prima-grande-urgenza-creare-lavoro
Angelo Gentilini, da info rassegna.it


21 gennaio 2015

La legge Fornero sulle pensioni "VA CAMBIATA"

Il sindacato, tutto e unitariamente, deve mobilitarsi per portare il Parlamento italiano a cambiare nel profondo la riforma della pensioni della Fornero che così tanti danni ha creato in questi anni”. Così il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, sull’inammissibilità del referendum della Lega sull’abrogazione della legge Fornero.
“Lo sciopero di tre ore che abbiamo messo in campo all’epoca evidentemente non è bastato – ha continuato Cantone - ed è per questo che ora serve una mobilitazione più forte. Perché si sta impedendo ad una intera generazione di andare in pensione chiudendo lo spazio per nuovi posti di lavoro, perché esistono ancora gli esodati e perché i giovani non hanno alcuna certezza sul loro futuro previdenziale”.
 (Carla Cantone da rassegna.it)
In un Paese dove in generale la disoccupazione, ed in particolare quella giovanile, è in continua crescita è assolutamente necessario rivedere la riforma Fornero sulle pensioni.
Angelo Gentilini

20 gennaio 2015

Le assemblee dei pensionati Spi Cgil di Imola.

In questo periodo in ogni territorio sono in corso di svolgimento le assemblee dei pensionati e cittadini iscritti e simpatizzanti allo Spi Cgil. Le tematiche affrontate nelle assemblee del circondario imolese sono legate alla situazione politica/sindacale nazionale e l’impegno del sindacato pensionati della Cgil. Oltre all’analisi sulla realtà e problematiche economiche, sociali e produttive del territorio imolese. Il calendario delle assemblee Spi, con inizio tutte alle ore 14,30, é: venerdi 16/01 presso centro anziani Giovannini Imola; lunedi 19/01 Centro Sociale di Sasso Morelli; mercoledi 21/01 sede Spi di Toscanella; giovedi 22/01 sede Spi di Osteria Grande; venerdi 23/01 sede Spi di Mordano; lunedi 26/01 Centro Sociale La Tozzona, quartiere Pedagna Imola.
Angelo Gentilini, da info Spi Cgil Imola

19 gennaio 2015

"QUESTA ECONOMIA UCCIDE" di Papa Francesco

«Marxista», «comunista» e «pauperista»: le parole di Francesco sulla povertà e sulla giustizia sociale, i suoi frequenti richiami all'attenzione verso i bisognosi, gli hanno attirato critiche e anche accuse talvolta espresse con durezza e sarcasmo. Come vive tutto questo Papa Bergoglio? Perché il tema della povertà è stato così presente nel suo magistero?
Santità, il capitalismo come lo stiamo vivendo negli ultimi decenni è, secondo lei, un sistema in qualche modo irreversibile?
«Non saprei come rispondere a questa domanda. Riconosco che la globalizzazione ha aiutato molte persone a sollevarsi dalla povertà, ma ne ha condannate tante altre a morire di fame. È vero che in termini assoluti è cresciuta la ricchezza mondiale, ma sono anche aumentate le disparità e sono sorte nuove povertà. Quello che noto è che questo sistema si mantiene con quella cultura dello scarto, della quale ho già parlato varie volte. C'è una politica, una sociologia, e anche un atteggiamento dello scarto. Quando al centro del sistema non c'è più l'uomo ma il denaro, quando il denaro diventa un idolo, gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi dominato da profondi squilibri. E così si "scarta" quello che non serve a questa logica: è quell'atteggiamento che scarta i bambini e gli anziani, e che ora colpisce anche i giovani. Mi ha impressionato apprendere che nei Paesi sviluppati ci sono tanti milioni di giovani al di sotto dei 25 anni che non hanno lavoro. Li ho chiamati i giovani "né-né", perché non studiano né lavorano: non studiano perché non hanno possibilità di farlo, non lavorano perché manca il lavoro. Ma vorrei anche ricordare quella cultura dello scarto che porta a rifiutare i bambini anche con l'aborto. Mi colpiscono i tassi di natalità così bassi qui in Italia: così si perde il legame con il futuro. Come pure la cultura dello scarto porta all'eutanasia nascosta degli anziani, che vengono abbandonati. Invece di essere considerati come la nostra memoria, il legame con il nostro passato e una risorsa di saggezza per il presente. A volte mi chiedo: quale sarà il prossimo scarto? Dobbiamo fermarci in tempo. Fermiamoci, per favore! E dunque, per cercare di rispondere alla domanda, direi: non consideriamo questo stato di cose come irreversibile, non rassegniamoci. Cerchiamo di costruire una società e un'economia dove l'uomo e il suo bene, e non il denaro, siano al centro».
Approfondisci:http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/38493/
"Quando do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo,
allora tutti mi chiamano comunista." di Hélder Càmara, vescovo di Recife.
Angelo Gentilini, da info vaticaninsider.lastampa.it

17 gennaio 2015

"Far festa insieme"

Un pomeriggio da trascorrere all’insegna dell’amicizia e dell’allegria per tutte le età è quello organizzato da Spi-Cgil di Castel San Pietro e Osteria Grande, Auser e i centri sociali Bertella e Scardovi. L’iniziativa «Far festa insieme» si terrà domenica 18 gennaio dalle ore 14.30, alla bocciofila di Castel San Pietro, in viale Terme, con ingresso libero. 
Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it



16 gennaio 2015

Contributo di Mariana Mazzucato.

"Renzi è tor­nato dalla Sili­con Val­ley, ha detto: "Ho capito tutto" e ha fatto il Jobs act. Quindi non ha capito niente"....La Fiom pro­pone di fare dell’Italia la piat­ta­forma logi­stica del medi­ter­ra­neo, legan­dola alla costru­zione di navi, auto, auto­bus eco­com­pa­ti­bili…"È un ottimo esem­pio, fat­ti­bile met­tendo tutti gli attori in gioco attorno ad un tavolo e stu­diano un piano. La subu­r­ba­niz­za­zione negli anni ’40 ha aiu­tato l’industrializzazione. Oppure il cibo e l’industria agro ali­men­tare: Car­lin Petrini mi ha chia­mato a par­lare alla sua uni­ver­sità su que­sto. Ma poi io non penso solo all’industria: l’Italia è unica per dis­se­mi­na­zione dell’arte. E invece attrae pochis­simi stu­denti dal resto del mondo in que­sto campo dove potrebbe seguire l’esempio dell’Inghilterra nella scienza. Io pro­por­rei poi un “piano verde” che leghi l’informatica, l’elettricità, dove l’Italia è ferma da 15 anni".
http://ilmanifesto.info/mariana-mazzucato-e-lidea-di-pubblico-che-va-ripensata/
Angelo Gentilini, da info  il manifesto.it

14 gennaio 2015

Le priorità del cantiere pensioni.

1. Una pensione dignitosa per tutti. Dare certezza ai giovani che entrano ora nel mercato del lavoro di poter andare in pensione con una pensione dignitosa.
2. Basta esodati. Ai lavoratori esodati va garantito il diritto alla pensione attraverso una soluzione strutturale e definitiva.
3. Pensionamento flessibile. Va reintrodotto il pensionamento flessibile a partire dai 62 anni o combinando età anagrafica e anzianità contributiva senza penalizzazioni di sorta. Bisogna cioè restituire ai lavoratori il diritto di decidere a quale età andare in pensione.
4. Rivalutazione delle pensioni. Modificare il meccanismo della rivalutazione delle pensioni. Con il sistema attuale si rischia il loro progressivo impoverimento.
5. Fisco più equo. Estendere il bonus di ottanta euro ai pensionati ed elevare il livello di esenzione fiscale (no tax area) equiparando i redditi da pensione a quelli da lavoro.
6. Valore dei contributi. Correggere il meccanismo di calcolo delle pensioni previsto nella legge Dini che rischia di abbassare il montante contributivo col quale vengono calcolate le pensioni in conseguenza dell’andamento negativo dell’economia.
7. Governo dell’Inps. Riformare la governance degli enti previdenziali per definire l’attività di gestione e l’attività̀ di indirizzo strategico e di sorveglianza.
Angelo Gentilini, da info LiberEtà

12 gennaio 2015

Il "monito" della sinistra a sostegno della lotta operaia anni 50.

All’eccidio di Modena del 9 gennaio 1950, al “lunedi di sangue”, seguirono degli scioperi generali e delle  manifestazioni gigantesche, in Emilia Romagna e in tutta l’Italia. Il 12 gennaio  si svolsero i funerali, solenni e imponenti, a cui parteciparono oltre 300 mila lavoratori, lavoratrici e cittadini. In un documento che fu sottoscritto da 210 deputati e senatori, comunisti e socialisti, venne lanciato il monito al governo democristiano, e al ministro Mario Scelba, a non continuare più l’incivile sistema della repressione e degli eccidi contro le lotte per la “richiesta più umile che l’uomo possa avanzare: la richiesta di lavorare”. L’espressione più alta di questa protesta è contenuta nel discorso che
pronunciò l’allora segretario nazionale del Pci Palmiro Togliatti, presente ai funerali e ritratto nella foto dell’epoca con Erasmo Silvestri, segretario della federazione del Pci di Modena. Di fronte alle bare dei lavoratori uccisi, disse: “Voi chiedevate una sola cosa, il lavoro, che è la sostanza della vita di tutti gli uomini degni di questo nome. Una società che non sa dare lavoro a tutti coloro che la compongono, è una società maledetta. Maledetti sono gli uomini che, fieri di avere nelle mani il potere, si assidono al vertice di questa società maledetta…”. Poi, ammonì solennemente: “E’ stato detto che questo stato di cose deve finire. E’ stato detto: Basta! Ripetiamo questo basta, tutti assieme, dando ad esso la solennità e la forza che promanano da questa stessa nostra riunione. Ma dire basta non è sufficiente… Ci impegniamo a preparare e suscitare un movimento tale, un sussulto proveniente dal più profondo dell’animo nazionale , tale che faccia indietreggiare anche i gruppi più reazionari, come è già avvenuto, del resto, nel passato”. E poi concludendo tra la commozione e la rabbia generale della folla, disse ancora: “E voi, compagni e fratelli caduti…riposate!...Ma voi, madri, sorelle, spose, non piangete! Non piangiamo, lavoratori di Modena. Sia l’acre sapore delle lacrime, per non piangere, inghiottito, stimolo aspro al lavoro nuovo, alla lotta. Dobbiamo fare uscire l’Italia da questa situazione dolorosa. Vogliamo che l’Italia diventi un paese civile, dove sia sacra la vita dei lavoratori, dove sacro sia il diritto dei cittadini al lavoro, alla libertà, alla pace!”. La determinazione nella protesta venne riconfermata con gran forza dopo 30 giorni dall’eccidio, il 9 febbraio 1950 la Cgil proclamò una giornata di lutto nazionale e in tantissime città si svolsero delle importanti e significative manifestazioni di lavoratori, lavoratrici e cittadini giovani e meno giovani. Il 26 novembre 1952, a Napoli si aprì il 3° Congresso nazionale della Cgil, nelle intense giornate congressuali venne proposto, calorosamente sostenuto da Giuseppe Di Vittorio, come misura urgente uno: “Statuto dei diritti e delle libertà del cittadino lavoratore nell’azienda”, per la tutela delle libertà democratiche e sindacali nei posti di lavoro. Purtroppo, come ben sappiamo, ci vollero altri 18 anni di durissime lotte, sostenute dai lavoratori sindacalizzati e dalla sinistra italiana, per arrivare al 20 maggio 1970, data in cui venne finalmente promulgato in Italia lo “Statuto dei diritti dei lavoratori”. Che ora si cerca di depotenziare e di ridurre a poca cosa invece di estenderlo anche a chi non era contemplato, non per responsabilità dei sindacati, ma di una classe politica miope e strumentalmente debole con i forti che ci riporta indietro di 70 anni.
Angelo Gentilini, da "La Costituzione negata nelle fabbriche" di Luigi Arbizzani.

10 gennaio 2015

Il Decreto "salva Berlusconi" e "salva evasori".

Il decreto legislativo sulla certezza del diritto e il riordino dei reati tributari, approvato dal Governo il 24 Dicembre scorso, ha scatenato una selva di polemiche, sia per alcune norme ivi contenute e, sia per la paternità delle stesse. Le attenzioni si sono concentrate verso la cosiddetta norma “salva-Berlusconi”. A tal riguardo va precisato che nel processo Mediaset Berlusconi fu condannato a quattro anni di reclusione, tre dei quali peraltro condonati, e a due anni di interdizione dai pubblici uffici per una frode fiscale di 7,5 milioni di euro su 722 di imponibile tra il 2002 e il 2003, cioè pari a meno del 2% dell’imponibile complessivo. Le contestazioni nascono dal fatto che il testo prevede la non punibilità quando l’importo delle imposte sui redditi evaso non supera il 3% del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non supera il 3% dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata. Questa norma consentirebbe, a detta di molti giuristi, l’estinzione della condanna inflitta a Silvio Berlusconi per frode fiscale estinguendo anche il presupposto dell’incandidabilità per 6 anni prevista dalla legge Severino. Va però segnalato che il Decreto in questione, in realtà prevede una serie di altri favori a chi intende evadere il fisco nel nostro paese. Ad esempio, per l’omesso versamento di Iva e ritenute il provvedimento alza le soglie di punibilità da 50mila a 150mila euro. Inoltre, introduce una soglia di 1.000 euro, che attualmente non è prevista, perché si incorri nel reato di emissione o rilascio di fatture false. Infine, lo stesso reato penale si formalizza qualora l’evasione superi i 30 mila euro per ciascuna imposta o se il totale degli attivi sottratti a imposizione supera il 5% degli attivi dichiarati o, comunque, 1,5 milioni di euro. Se colleghiamo questo provvedimento al rapporto OCSE, per il quale l’Italia ha un tasso di infedeltà fiscale di oltre il 60% in più rispetto alla media dei paese aderenti, si può ben comprendere come l’affidabilità del nostro paese sia oramai arrivata ai minimi termini. Se invece di combattere i reati collegati all’evasione fiscale il Governo li depenalizza non si fa altro che incoraggiare tale fenomeno, programmando, per via legislativa, la diminuzione delle entrate nelle casse statali col paradosso, non solo di punire tutti coloro che le tasse le pagano onestamente, ma anche gli enti locali come i Comuni e le Province, riducendone i trasferimenti come previsto dalla Legge di stabilità. Le conseguenze sono note, taglio dei servizi sociali e aumento della pressione fiscale locale a carico di chi le tasse le paga. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo alcuni giorni, si è assunto la paternità del provvedimento, ammettendo di aver voluto inserire le norme che sono state condannate anche dalla stessa opinione pubblica. Pensare di risolvere i profondi e laceranti problemi di questo paese riducendo i diritti ai lavoratori, tagliando i trasferimenti agli enti locali e ampliando la sfera dell’impunibilità a chi compie reati come quelli tributari è solo una pia illusione. L’indignazione, quindi, non nasce solo dal fatto che queste norme salvano Berlusconi e tutti quelli che come lui hanno compiuti reati di natura fiscale, ma anche perché le politiche con le quali si continua a condonare e a depenalizzare non fanno altro che condannare questo paese ad un declino etico, morale, economico e sociale irreversibile.
Angelo Gentilini, da info Renato Bressan Segr. Prov. Spi Cgil Belluno


Un condono da cancellare
Non posso fare a meno di dedicare qualche parola ad un fatto grave che è accaduto (o si è scoperto) in questi giorni. Mi riferisco al decreto fiscale approvato dal Governo, nel quale è contenuta una norma secondo la quale coloro che evadono o frodano il fisco in misura inferiore al 3% del loro imponibile non sono più perseguibili penalmente e sono solo tenuti a risponderne in sede amministrativa fiscale. Una sorta di “condono” che, di per sé, io considero grave e ingiustificato, perché contrario a diverse norme costituzionali (art. 3, 53, ecc.) e soprattutto contrario alla morale pubblica e privata, se non altro perché trasmette un messaggio negativo; che, cioè, evadere il fisco o addirittura frodarlo non assume quella gravità che giustifica l’applicazione della legge penale.
Angelo Gentilini, da info Carlo Smuraglia, Pres. Naz. ANPI.

09 gennaio 2015

"65° anniversario eccidio Fonderie Riunite Modena"

Oggi, venerdì 9 gennaio 2015, commemorazione di Cgil Cisl Uil del 65° anniversario dell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, dove il 9 gennaio 1950, la polizia uccise 6 operai durante la manifestazione per la riapertura della fabbrica. L’appuntamento è alle ore 9 presso il cippo ai caduti delle ex Fonderie in zona Crocetta(cavalca ferrovia C.Menotti/via Santa Caterina). I segretari di Cgil Cisl Uil di Modena Tania Scacchetti, William Ballotta e Luigi Tollari, unitamente alle Autorità cittadine, deporranno corone di alloro in memoria dei 6 operai –Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti – che morirono sotto i colpi della polizia durante lo sciopero generale proclamato dalla Camera confederale del Lavoro per chiedere la riapertura della fabbrica, contro la serrata e i licenziamenti massicci decisi dalla direzione delle Fonderie. I fatti del 9 gennaio 1950 per la loro drammaticità segnano il culmine di un clima conflittuale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in provincia di Modena e in tutto il paese nel primo decennio del dopoguerra. Un decennio caratterizzato dalla ripresa dell’offensiva padronale per eliminare o limitare il più possibile i diritti e le conquiste dei lavoratori nell’ Italia del dopo Liberazione, solo nei primi due anni (dal 1948 al 1950) dell' epoca del "pugno di ferro", il bilancio della repressione anti-operaia fu atroce: 62 morti, 3.126 feriti, 92.169 arrestati e 19.306 condannati. L’eccidio dei 6 lavoratori e il ferimento di altri 200 (molti dei quali per paura di essere fermati non si presentarono agli ospedali) segna la sproporzione tra la brutale repressione della polizia sostenuta da alcuni industriali modenesi e le rivendicazioni del sindacato e dei lavoratori per il diritto alla libertà sindacale, la difesa delle Commissioni interne e del cottimo collettivo, il controllo del collocamento per ridurre la forte disoccupazione degli anni postbellici. Anche con il sacrificio di quelle vite umane e con quella dura stagione di lotte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, si avviò il difficile cammino della costruzione della democrazia industriale e del civile convivere democratico nella provincia di Modena, in Emilia Romagna e in tutta l' ITALIA.
Angelo Gentilini, da info Cgil Modena e "La Costituzione negata nelle fabbriche".

08 gennaio 2015

Comunicato Cgil Emilia Romagna sui fatti di Parigi.

La Segreteria regionale della CGIL dell'Emilia Romagna esprime la sua profonda solidarietà alla cittadinanza e ai/alle lavoratori/trici francesi colpiti dall'attacco terroristico compiuto contro il giornale Charlie Hebdo.
La strage perpetrata contro giornalisti/e e disegnatori/trici inermi viola tragicamente il diritto alla libertà di espressione, di informazione e della libertà di pensiero che sono cardini della società francese e pilastri fondanti del modello culturale, politico e sociale europeo. Fatti come quelli accaduti ieri a Parigi riportano tragicamente alla memoria quanto precedentemente accaduto dapprima in Inghilterra verso lo scrittore Salman Rushdie ed i suoi collaboratori, più recentemente in Danimarca contro il giornale satirico Jyllands-Posten ed oggi in Francia e chiedono nettezza di condanna, ma anche difesa dei principi di convivenza ed integrazione pacifica, chiari obiettivi dell'azione sanguinaria di ieri. Ciò che accaduto ci dice, tuttavia, anche della colpevole rimozione di attenzione che riscontriamo da parte dell'Europa e del mondo occidentale verso la crisi ormai endemica dell'area del Mediterraneo e del Medio Oriente che ritorna alla ribalta e all'attenzione prevalentemente in occasione di fatti efferati come questo. Ferma condanna, quindi, dell'atto terroristico e difesa dei principi di democrazia e di convivenza ed integrazione civile contro ogni atto di razzismo e di intolleranza. Cosa che chiediamo anche alle comunità islamiche, così come alle popolazioni e altre confessioni che non si riconoscono in quella strategia di scontro e di conflitto di cui i fatti di Parigi sono tragico esempio.
Alle strutture Cgil dell'Emilia-Romagna, un invito a partecipare con le altre organizzazioni sindacali e/o associazioni interessate a presidi, manifestazioni ed ogni altra iniziativa fondata sui principi sopra detti. La CGIL dell'Emilia-Romagna continuerà nel suo impegno instancabile per la pace e contro ogni forma di violenza e di terrorismo perché si realizzi a partire dalle relazioni con gli altri sindacati del Partenariato europeo una evoluzione delle Istituzioni europee e della sua comunità verso una Europa ed un Mediterraneo solidali ed integrati, rispettosi dei diversi orientamenti culturali, politici e religiosi per una convivenza pacifica.
Angelo Gentilini: da Comunicato Stampa Cgil Emilia Romagna, 8 gennaio 2015.

07 gennaio 2015

La grave crisi dell'edilizia in Emilia Romagna.

La crisi senza fine nel settore dell'edilizia in Emilia Romagna:
 "persi 34mila posti di lavoro dal 2008".
RISPETTO AL 2008 SONO BEN 33.800 I POSTI DI LAVORO DIRETTI PERSI IN EDILIZIA IN EMILIA ROMAGNA. TRA IL 2008 E IL 2013 IL NUMERO DELLE ORE AUTORIZZATE NEL SETTORE NELLA REGIONE È AUMENTATO PIÙ DI SEI VOLTE, PASSANDO DA CIRCA 2,2 MILIONI DI ORE A 13,9 MILIONI.
LA CRISI DELLA COOPERAZIONE IN EMILIA ROMAGNA METTE A RISCHIO OLTRE 6500 LAVORATORI.IN EMILIA-ROMAGNA LE ZONE AD ELEVATO RISCHIO IDROGEOLOGICO INTERESSANO IL 19,2% DELLA SUPERFICIE. IN EMILIA-ROMAGNA, LE AREE AD ELEVATA CRITICITÀ SISMICA RAPPRESENTANO IL 33,6% DELLA SUPERFICIE REGIONALE (7.531 KMQ) E RIGUARDANO IL 32,2% DEI COMUNI (112).
Ricordo che noi della Cgil nel 2007 avevamo detto che sarebbe arrivata una grave crisi strutturale e non congiunturale. Non si doveva essere dei veggenti per capirlo, ma serviva solo capacità di analisi nazionale, europea ed internazionale, e conseguentemente dire semplicemente la verità. Il maggior problema che al tempo riscontrammo fu: " I tanti non disposti ad ascoltare". 
Angelo Gentilini, da info Cgil Emilia Romagna

05 gennaio 2015

"Ciao Pino grande musicista"

Pino Daniele è stato uno dei migliori musicisti italiani degli ultimi decenni. Eclettico e raffinato sapeva suonare ad alto livello jazz, blues, pop, rock, musica popolare e tutto quanto si potesse costruire e arrangiare con le famose 7 note. Proprio pochi giorni fa, in seconda serata, ho visto in TV un programma/intervista su di lui, sulle sue canzoni, collaborazioni musicali e artistiche....
www.ansa....-morto-pino-daniele-la-notizia-.
È stato uno dei musicisti italiani più conosciuti nel mondo; nel 1980 ha fatto da apri pista al concerto milanese di Bob Marley, ha suonato a Cuba e all'Olympia di Parigi, con artisti dal calibro...http://it.wikipedia.org/wiki/Pino_Daniele 
Angelo Gentilini

Senza un reale cambiamento quale 2015...?

Siamo arrivati alla fine anche del 2014. Un anno difficile. In questi momenti il nostro pensiero va a chi sta soffrendo, a chi in questi anni ha perso il lavoro, a chi vive grazie agli ammortizzatori sociali e non sa cosa succederà quando questi cesseranno.
Ma va anche a tutti coloro che ad ogni fine anno, ormai da molto tempo, ci propinano speranze fasulle. Ancora in queste ore abbiamo sentito le solite parole: il 2015 sarà l’anno della ripresa, poi si gira pagina e si legge che, però, aumenteranno ancora i disoccupati. Ma di quale ripresa parlano: del Pil (che ormai non significa più nulla)? Dei profitti (per tanti mai cessati)? Che ripresa ci potrà mai essere senza un lavoro che possa permettere di vivere dignitosamente?
Nel bel mezzo di questa drammatica crisi però c’è una industria che non fallisce mai: quella della mala politica. Quella dell’uso della politica per fini di arricchimento personale. Non c’è più limite, mentre il Paese affonda c’è chi continua ad arraffare a più non posso. E non crediamo che i fatti di Roma rappresentino il fondo del barile. Non si gira pagina e non vi potrà essere un buon 2015 senza una rivolta morale ed etica, capace di scacciare i mercanti dal tempio e di individuare persone che pensino seriamente al rilancio del Paese. Non ci può essere ripresa se ci continuano a proporre le solite ricette. Occorre intraprendere con coraggio strade nuove, nell'economia, nel sociale, nel rapporto tra cittadini e politica, nel rapporto tra persone. Ognuno di noi deve però fare la sua parte a qualsiasi livello e in qualsiasi luogo. L’indignazione da sola non basta....................
Angelo Gentilini, da www.leggilanotizia.it

02 gennaio 2015

Pensioni più leggere a Gennaio 2015.

A gennaio 2015 gli assegni pensionistici saranno più leggeri. Nel primo mese del nuovo anno infatti i pensionati italiani dovranno restituire allo Stato una parte della rivalutazione ricevuta nel 2014, calcolata inizialmente con un tasso provvisorio dell’1,2% e poi assestatosi in via definitiva all’1,1%. In questo modo una pensione minima perderà 5,40 euro rispetto a dicembre 2014, mentre una pensione da 1.500 euro perderà 16,30 euro. Lievi aumenti sono invece previsti per il mese di febbraio. Il meccanismo di rivalutazione automatica porterà nelle tasche di un pensionato con la minima 1,50 euro in più rispetto al 2014. Una pensione da 1.500 euro aumenterà invece di 3 euro.
Per verificare le cifre relative ad ogni singola categoria d'importo clicca sul link sotto:
Angelo Gentilini, da info www.libereta.it