28 giugno 2013

Solo briciole per il lavoro

Non voglio definire sbagliati gli interventi che il Governo Letta ha adottato per contrastare la crisi e la crescente disoccupazione, ma le considero scelte che servono in aiuto solo se a monte si cambia il paradigma del nostro Paese e di tutta l’Eurozona. Nello specifico credo che l’Italia vada rivoltata come un calzino riorganizzando tutti i settori, con dei progetti a lunga portata, sulla ricerca e formazione, scuola e sanità, sull’ambiente, territorio e agricoltura, energia alternativa e innovativa, rifiuti, trasporti, edilizia, piani industriali ed accordi di filiera, equità fiscale, legalità e redistribuzione della ricchezza, ecc..ecc..Tra l’altro sono tutte cose note da anni, come è noto che da oltre 20 anni non ci siamo preoccupati a sufficienza del futuro del nostro Paese e perciò del nostro futuro. Da alcuni anni il problema principale è che manca il lavoro in tutti i settori manifatturieri e gli incentivi alle assunzioni, alla formazione, agli investimenti, sono scelte positive e sperimentate anche in passato, ma non è detto che adesso creino nuovi posti di lavoro. Per esempio se un’azienda ha 100 dipendenti e usa gli ammortizzatori sociali da 3/4  anni perché il lavoro a tempo pieno c’è per solo 70/80 lavoratori, che se ne fa degli incentivi per le nuove assunzioni? Inoltre se la stessa azienda non vede la luce fuori dal tunnel e il lavoro che riprende, a cosa gli servono gli incentivi per gli investimenti, anche in macchinari più efficienti, quando ha da anni macchine e linee sotto usate o anche ferme? In questa fase straordinaria io ritengo una “urgente necessità” la rivisitazione della recente riforma Fornero sulle pensioni. Considero questa scelta un motore essenziale da attivare per contrastare la disoccupazione, specialmente giovanile, ed utile per aiutare le numerose aziende in difficoltà. Si potrebbe usare un sistema flessibile in uscita dopo i 60 anni di età e anche dopo i 40 anni di contributi e cosi si inserirebbe nel ciclo produttivo qualche giovane in sostituzione. Le aziende sarebbero doppiamente aiutate perché il giovane costa meno e in quei casi che il turnover non si possa fare completamente si vedrebbero alleggerire i costi fissi dei dipendenti e potrebbero abbattere o addirittura annullare il ricorso agli ammortizzatori sociali, con una compensazione della maggior spesa pubblica per le pensioni recuperabile proprio dalla minor spesa negli ammortizzatori. Per informazione ricordo che in Francia l’abbassamento dell’età pensionabile è stato tra i primi decreti del Governo guidato dal socialista Hollande. Ritornando all’Italia, sul reperimento delle risorse necessarie da una vita si sa che ogni anno ci sono all’incirca 350 miliardi di euro che prendono strade sbagliate e che se fossero riportati sulla retta via si potrebbe stare tutti meglio e perciò considerato tanto cos'è "il miliardo e mezzo" messo a sostegno del lavoro dal Governo Letta, "briciole". Poi ci sono gli stipendi d’oro, le pensioni d’oro, gli sprechi, i costi della politica e tanto altro, “tutto noto”. La vera e necessaria rivoluzione sarebbe nell’iniziare a cercare i soldi dove sono veramente e smettere di infilare le mani nelle tasche dei lavoratori dipendenti e pensionati che hanno stipendi e pensioni in fondo alle classifiche dei paesi industrializzati
Angelo Gentilini

25 giugno 2013

24 giugno 2013

"30 mesi per salvare il pianeta"

La scienziata Julienne Stroeve ha studiato il ghiaccio dell'Artico per decenni. Ogni estate si sposta verso nord per misurare lo scioglimento dei ghiacci. Sa che il cambiamento climatico sta accelerando lo scioglimento, ma durante il suo ultimo viaggio non poteva credere ai suoi occhi.Enormi aree del ghiaccio Artico erano scomparse, andando oltre le nostre peggiori aspettative. 
Gli scienziati ci avevano avvertito che sarebbe successo. Man mano che la terra si surriscalda, si giunge a punti di non ritorno che accelerano il riscaldamento fino a portarlo fuori controllo. Il surriscaldamento genera lo scioglimento dei ghiacci nel Mare Artico, distruggendo il gigantesco specchio bianco che riflette il riscaldamento verso spazio, causando un enorme surriscaldamento dell'oceano e facendo scogliere ancora più ghiaccio, e così via. Fino a portare la situazione fuori controllo. Già quest'anno si sono verificati eventi climatici senza precedenti comprese bufere e temperature fuori controllo. Ma, se agiamo uniti e in fretta, POSSIAMO fermare tutto questo. Una volta usciti dall'incubo dell'estinzione, potremo davvero lavorare per un futuro migliore per i nostri figli e nipoti: un futuro pulito, verde, in armonia con il pianeta che ci ha dato la vita. Tra 30 mesi ci sarà la Conferenza di Parigi, l'incontro che gli stessi leader mondiali hanno deciso stabilirà le sorti delle nostre battaglie contro il cambiamento climatico. Potrebbe sembrarvi ancora lontana, ma non lo è. Abbiamo 30 mesi per scegliere i leader giusti, portarli all'incontro, dar loro un piano e poi fare in modo che mantengano le promesse. Siamo noi contro le compagnie petrolifere e il fatalismo. Possiamo vincere, dobbiamo vincere.
Per più info sul problema clicca qui......
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 A.G. da info Avaaz.org

22 giugno 2013

Imola: "ritorna l'acqua in Via Punta"

La settimana scorsa Hera SpA ha piombato i contatori di energia elettrica, gas e ACQUA in un condominio ACER di Via Punta a cinque famiglie di italiani dove vivono anche 10 minori di cui un bimbo di circa 8 mesi. Solo il giorno successivo al distacco, anche perché il caso è assurto alle cronache dei quotidiani locali, Hera ha risposto fornendo alle famiglie alcune taniche di acqua, in aperta inadempienza della normativa che prevede che le persone non possano essere lasciate senza acqua potabile. Venerdi, 21 giugno, apprendiamo invece che, anche grazie all'intervento dell'ASP, i contatori dell'acqua sono stati spiombati! Nel rammentare che non è consentito il distacco totale dell'acqua ma, anche in caso di morosità o inadempienze varie, il flusso dell'acqua deve rimanere almeno per il 15% di quello normale, ci ricorre l'obbligo ricordare che lo scorso mese di aprile 2013 il Comune di Imola ha modificato il proprio Statuto introducendo il seguente principio, anche grazie allo stimolo e al lavoro del Comitato Acqua Pubblica di Imola:
Il Comune di Imola riconosce l'acqua come bene comune pubblico e l'accesso all'acqua come diritto umano universale, indivisibile e inalienabile.
A due anni dalla vittoria referendaria che ha sancito tramite il voto di 27 milioni di persone che l'acqua non è una merce ma un bene comune, un diritto umano, abbiamo assistito alla deprivazione di questo diritto ad opera di Hera un'azienda sì quotata in borsa ma il cui pacchetto azionario per una quota significativa è detenuto dai Sindaci della nostra Regione che quindi devono imporre una gestione equa del servizio idrico integrato con particolare riferimento alla difesa di un diritto umano appunto e non solo come servizio a rilevanza economica.
Noi che rappresentiamo il popolo del referendum 2011 abbiamo ottenuto che la risorsa acqua sia sottratta dalle logiche di mercato e chiediamo, oggi, ancora più forza visto quanto accaduto anche a danno di minori, che questa scelta diventi concreta e che quindi il servizio idrico integrato diventi totalmente pubblico, un servizio non a rilevanza economica e quindi, finalmente, un diritto umano!
Il Comitato Acqua Pubblica di Imola



21 giugno 2013

"LA NOTTE BIANCA"

A seguito degli eventi avvenuti nella notte di venerdì scorso a Pomigliano, la Fiom-Cgil ha deciso di organizzare nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 giugno una notte bianca per il lavoro, in occasione dei nuovi turni di straordinario fissati dalla Fiat. L'iniziativa è stata illustrata dal Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta mercoledì 19 giugno presso la sede nazionale della Fiom a Roma in corso Trieste, 36 alle ore 14,30. E' stata anche l'occasione per lanciare lo sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma dei lavoratori del gruppo Fiat e della componentistica che la Fiom-Cgil ha indetto per il 28 di giugno.




19 giugno 2013

Emilia Romagna: "la crisi in crescita"

I dati dell'Osservatorio Regionale sulla cassa integrazione in Emilia Romagna, scaturiti dall'elaborazione della comunicazione dell'Inps, consegnano uno scenario preoccupante di crisi strutturale del sistema produttivo regionale e di emergenza sociale. Nei primi 5 mesi di quest'anno il ricorso alla cassa integrazione nella nostra regione (ordinaria – straordinaria) è pari a 33 milioni di ore, senza contare che  nei dati forniti dall'Inps non sono ancora conteggiati 8.000 accordi di cassa integrazione in deroga (circa 14 milioni di ore), di cui solo 5.000 sono stati sbloccati con l'ultima delibera della Regione Emilia Romagna e verranno conteggiati con le mensilità di Giugno e Luglio: anche la mobilità in deroga è bloccata a Gennaio 2013. Il ritardo sul riconoscimento degli ammortizzatori in deroga è causato dalla mancata copertura finanziaria da parte del governo precedente e dell'attuale governo: infatti con gli ultimi decreti del governo Monti alla regione Emilia Romagna sono stati riconosciuti 37 milioni di Euro, appena sufficienti per coprire, non per tutti, il periodo Gennaio- Aprile 2013, mentre non è ancora operativo il DL 54/2013 che dovrebbe garantire per l'intero paese una copertura di 500 milioni di Euro (per la nostra regione 30/35 milioni). Il condizionale è d'obbligo in quanto del tanto reclamizzato miliardo messo a disposizione in realtà si sta scoprendo che, per ragioni contabili e per dispositivi ereditati dal governo precedente, le risorse sono la metà. A questo dobbiamo aggiungere che il DL 74 del giugno 2012, con il quale si dichiarava la messa a disposizione di risorse per l'Emilia Romagna pari a 70 milioni di Euro per ammortizzatori legati agli effetti prodotti dal sisma, non è ancora stato finanziato. Il rischio di un'esplosione della tensione sociale è evidente, ma questo parlamento ed il governo non rispondono all'emergenza e sono ancora bloccati sulla vicenda IMU, come se ricercare le risorse necessarie per garantire la copertura economica degli ammortizzatori fosse solo un problema del sindacato, dei lavoratori e delle istituzioni regionali: nella nostra regione migliaia di  lavoratori/lavoratrici da 5 mesi non portano a casa un euro e, se va bene, devono aspettare ancora 2 mesi, senza avere la certezza di cosa accadrà nel prossimo futuro. E' evidente che di fronte ad una crisi che perdura da 5 anni il sistema delle tutele sociali va rivisto, compreso le modifiche introdotte dalla legge 92 sugli ammortizzatori, definendo strutturalmente un sistema che garantisca il reddito quando viene sospesa l'attività lavorativa e/o si perde il lavoro. Comunque c'è un problema di tenuta sociale che necessita di una risposta immediata: non possiamo più aspettare, va garantita la copertura finanziaria degli ammortizzatori in deroga. E’ questa una delle rivendicazioni prioritarie della manifestazione unitaria di sabato 22 giugno a Roma, alla quale Cgil Cisl Uil regionali parteciperanno con migliaia di lavoratori e pensionati dall’Emilia Romagna.
Segreterie Regionali Emilia Romagna Cgil Cisl Uil


17 giugno 2013

16 giugno 2013

I consigli a Grillo di Flores d' Arcais

Caro Grillo, contro l'establishment
non contro il dissenso!

di Paolo Flores d'Arcais
Con una lettera inviata al blog di Beppe Grillo, il direttore di MicroMega dice la sua sulla polemica contro la senatrice Adele Gambaro, convinto che “una nuova politica debba considerare il dissenso parte integrante della propria ricchezza”. E auspica per il futuro un cambio di rotta del M5S: “Deve essere meno autoreferenziale e collaborare nelle varie battaglie con altri soggetti. Solo così potrà vincere l’Altrapolitica”.
CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTO IL PEZZO SU MICROMEGA

15 giugno 2013

Legalità economica: "CONVIENE"

Il 18 giugno c.a. la CGIL e la F.P.-CGIL, insieme ad altre Associazioni hanno organizzato un Convegno sul tema della Evasione Fiscale e Contributiva.  La presenza di interlocutori che hanno un ruolo importante nella azione di contrasto alla evasione fiscale e contributiva, rendono l'appuntamento che abbiamo programmato  particolarmente utile nella organizzazione della nostra iniziativa sindacale sul territorio. Il contrasto a questo fenomeno di illegalità rappresenta un tassello fondamentale per riconquistare condizioni di giustizia sociale e spazi di democrazia che sono il fondamento perchè il protagonismo dei cittadini e dei lavoratori si trasformi in vero e proprio controllo sociale. Ma il successo di tale azione può utilmente conquistare risorse economiche sottratte illegalmente allo stato e renderle disponibili per una azione di tutela dei servizi sociali e di rilancio della occupazione. Il convegno rappresenta dunque l'occasione per definire proposte di lavoro in una ottica di collaborazione fra cittadini,istituzioni e lavoratori partendo da esperienze concrete che sul territorio si sono realizzate con risultati interessanti.
A.G., da info Cgil Nazionale

14 giugno 2013

Copparo: "Ritirate i 611 licenziamenti Berco"

“Si è svolta oggi a Copparo la manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo Berco organizzata da Fim, Fiom, Uilm e da Cgil, Cisl, Uil contro il piano di tagli annunciato dall'Azienda, che fa parte del gruppo ThyssenKrupp. Copparo è infatti, storicamente, sede di una fabbrica che è allo stesso tempo il più importante stabilimento metalmeccanico della provincia di Ferrara e il più grande stabilimento del gruppo Berco.”
“Un corteo, cui hanno partecipato oltre ai lavoratori della fabbrica ferrarese delegazioni provenienti da Busano Canavese (Torino), Castelfranco Veneto (Treviso) e Sasso Morelli (Bologna), è partito stamattina dai cancelli della Berco, attraversando le vie di una cittadina inondata di bandiere recanti la scritta “La Berco siamo noi”, e ha poi raggiunto piazza del Popolo dove si è svolto il comizio conclusivo.”
All’Amministratore Delegato della Berco, Lucia Morselli, la piazza ha mandato un messaggio chiaro e univoco: "ritirare la procedura di mobilità e i prospettati 611 licenziamenti, ripristinare l’integrità del salario dei lavoratori del Gruppo, aprire un negoziato con disponibilità reali a verificare, insieme al sindacato, le prospettive di mercato e industriali del Gruppo stesso.”
“Ciò per ridare certezza occupazionale e produttiva ad una realtà che è strategica non solo per Copparo e per il distretto ferrarese, ma per l’insieme dell'industria  metalmeccanica del nostro Paese. Con i suoi prodotti, la Berco costituisce infatti un importante anello intermedio tra siderurgia e produzione di macchinari e, in particolare, di macchine movimento terra.
Gianni Venturi Fiom-Cgil

12 giugno 2013

La gigantesca evasione fiscale

Cari amici,tra pochi giorni i governi decideranno se colpire la gigantesca evasione fiscale delle multinazionali, del valore di mille miliardi di dollari all'anno, permettendo di raccogliere denaro sufficiente a mettere fine alla povertà, consentire a ogni bambino di andare a scuola e raddoppiare gli investimenti ecologici! Molti governi vogliono che anche le potenti multinazionali paghino le tasse, ma gli USA e il Canada non hanno ancora preso posizione. Per arrivare a un accordo abbiamo bisogno di metterli sotto pressione. Mille miliardi di dollari è una cifra che supera le spese militari di tutti i paesi del pianeta messi assieme. E' una cifra che supera il bilancio di 176 nazioni! Si tratta di 1000 dollari per ogni famiglia del pianeta. E, crediateci o meno, è l'ammontare di tasse che le grandi multinazionali e i ricchi magnati del pianeta evadono ogni anno. Non dovrebbe nemmeno servire discuterne. Per dare un'enorme spinta alle finanze pubbliche dei nostri paesi in un momento di tagli dolorosi e debiti, tutto quello di cui abbiamo bisogno è che ciascuno paghi le tasse in modo equo. Ma le grandi multinazionali americane stanno facendo enorme pressione per proteggere i loro collaudati sistemi di evasione. Per più info clicca: Avaaz.org
A.G.  da Avaaz.org

10 giugno 2013

"La ripresa dell'anno dopo"

La ripresa non arriva, né in Italia, né in Europa. I dati ormai sono inconfutabili.
In Italia dal 2008 il PIL perde mediamente 1,1 punti percentuali ogni anno, mentre al 2013 i posti di lavoro sono diminuiti di oltre 1 milione e mezzo rispetto al 2007. I salari lordi perdono lo 0,1% ogni anno (quelli netti lo 0,4%). La produttività è mediamente negativa (-0,2%). Gli investimenti diminuiscono mediamente 3,6 punti l’anno. Nell’ambito delle attuali tendenze, senza prevedere modifiche significative della politica economica, nazionale ed europea, emerge con chiarezza che, anche nella migliore delle ipotesi in campo, per uscire dalla crisi occorre ancora molto tempo, perciò è estremamente necessario un cambio di paradigma.
 “La creazione di lavoro crea crescita, che a sua volta crea nuovo lavoro”.
Il “Piano del Lavoro proposto dalla CGIL”, si fonda sull’idea di rispondere alla crisi globale e al declino dell’economia italiana attraverso un forte sostegno alla domanda, che avvenga proprio con un piano straordinario di creazione diretta di nuova occupazione, nuovi investimenti pubblici e privati, verso l’innovazione e i beni comuni. A ciò si affianca un’importante riforma delle entrate e della finanza pubblica per liberare le risorse utili e per una restituzione fiscale a vantaggio dei redditi “fissi” (salari e pensioni) e degli investimenti. In quest’ottica si ricompone la crescita verso la domanda interna, investendo nello sviluppo e in quei settori non esposti alla concorrenza internazionale e non direttamente ascrivibili al mercato. Per questa via è possibile recuperare nel medio periodo anche il potenziale di crescita e di sviluppo del Paese precedente alla crisi. In cifre, utilizzando il modello econometrico elaborato dal CER per stimare l’impatto del Piano del Lavoro , si possono prevedere i possibili tempi della ripresa derivante dall’attivazione delle misure indicate nel piano, nel breve e nel medio periodo, partendo dallo scenario attuale: 
RISULTATO: in 3 anni, al 2016, potrebbe essere possibile recuperare il livello occupazionale pre-crisi (2007) e in 4 anni, al 2017, il livello del PIL, della produttività e degli investimenti. Il livello della retribuzione di fatto media annua lorda potrebbe essere recuperato addirittura nel 2014. Anche il recupero della perdita cumulata e del livello potenziale (al netto della crisi)sarebbe molto più rapido, dato anche il maggior livello di crescita potenziale che si conterebbe nella variazione media annua 2014-2020 del PIL (+2,7%), dell’occupazione (+1,9%), degli investimenti (+5,0%) e di salari e produttività, che crescerebbero di uno 0,8% annuo oltre il livello dei prezzi. Tutte dinamiche più sostenute di quelle pre-crisi (2000-2007)
Angelo Gentilini, (sintesi da analisi Cgil Nazionale)
 «La crisi finisce solo quando si torna alla piena occupazione
 e i salari reali tornano a crescere»          (Joseph Stiglitz)

07 giugno 2013

Riforma pensioni: il commento di Carla Cantone

(ANSA) - ROMA, 6/06/13 - Tra il 2012 e il 2021 la riforma Fornero dara' 80 miliardi di risparmi rispetto alle normative precedenti tenendo conto dei costi delle salvaguardie. Lo si legge in un Rapporto dell'area attuariale dell'Inps secondo il quale ''la spesa subisce una notevole contrazione che nel 2019 e' di oltre un punto di Pil''. I risparmi si azzerano nel 2045.

 Pensioni, con riforma Fornero risparmi dalle tasche di lavoratori e pensionati
“I risparmi che saranno prodotti nei prossimi anni dalla riforma delle pensioni sono possibili perché si è scelto di andare a mettere le mani nelle tasche dei lavoratori e dei pensionati modificando in corsa le regole del gioco, bloccando la rivalutazione annuale e producendo l’immane disastro degli esodati”.
Così il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone commenta quanto emerso dal Rapporto Inps sulla spesa per le pensioni.
“I pensionati – ha continuato Cantone – sono gli unici in questo paese ad aver pagato una patrimoniale perché si sono visti bloccare la rivalutazione per due anni perdendo così mediamente 50-60 al mese e fino a circa 1.200 euro all’anno.
“Nulla invece ha pagato – ha concluso il Segretario generale dello Spi-Cgil - chi ha di più, come confermato dalla vergognosa sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il prelievo sulle pensioni sopra i 90mila euro senza invece riscontrare nessun vizio di costituzionalità nell’aver preso soldi da chi vive con una pensione di certo non d’oro”.
A.G. da info Spi-Cgil Nazionale

05 giugno 2013

Manifestazione FIOM-CGIL a Roma - 18 maggio 2013

Intervistato a Roma durante la manifestazione FIOM-CGIL del 18 maggio in piazza San Giovanni!
Prima di me, le parole di un operaio dell'Alcoa e del segretario nazionale FIOM Maurizio Landini.
CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO SU YOUTUBE.
CLICCA QUI PER VEDERE QUALCHE FOTO.

03 giugno 2013

Politici...se i proletari si ritrovano?

"Nella piramide del capitalismo, il proletariato lavora per tutti e sfama tutti"
Finalmente da qualche settimana sento alcuni ospiti di trasmissioni televisive che iniziano a dire come stanno realmente le cose sulla crisi che ci sta colpendo. La scorsa settimana un famoso economista ha affermato che la crisi non è strettamente legata alla bolla speculativa della Lehman Brothers, ma al 25% della produzione di prodotti che si è spostata altrove senza controllo. Un importante imprenditore bolognese ha bacchettato i politici italiani: “ Cari politici ma di che cosa state parlando? La crisi non è congiunturale o strutturale, ma è prodotta dalla rimodulazione mondiale degli assetti produttivi ed economici. Il tutto è stato pianificato da oltre 20 anni e l’Italia il processo lo soffre più di altri paesi proprio perché da oltre 20 anni manca una politica industriale nazionale, ecc…ecc.” Per chiarire ha snocciolato una serie di dati sulla produzione dei motocicli, pezzo forte dell’Italia che fu, che ora in tutta l’Eurozona ammonta a poco più di 1 milione, a fronte di decine di milioni prodotti in svariati altri paesi. Ecco che allora emergono le responsabilità della politica che non ha saputo o voluto governare i processi di cambiamento e alla fine i lavoratori e lavoratrici si trovano poco rappresentati e abbandonati in Italia come nei paesi dove il lavoro costa poco e lo sfruttamento non ha limiti. Io queste cose le dico da anni, ma chi sono io per essere creduto? Sono solo un ex-operaio a cui da giovane è stato insegnato a ragionarci su nelle cose e a non soffermarsi sulle apparenze. Fin dall’adolescenza ho capito che il fuoco che avevo dentro era proletario, che oggi è un’identità di nicchia, ma che credo vada rispolverata. Per essere politicamente un proletario non è necessario e tassativo essere un operaio con la barba lunga e il giubbotto verde militare, si può essere uno studente proletario, un giovane proletario, un impiegato proletario, un medico proletario, un infermiere proletario, un pensionato proletario, un resistente proletario, una donna proletaria, una casalinga proletaria, laico o cattolico ma anche proletario. Considerato che tanta parte della politica gioca un opportunismo di breve periodo, in aggiunta alla parte che non ci capisce un cavolo e alla parte che sta dalla sua parte, cioè gli speculatori, corruttori,finanzieri e delocalizzatori senza regole; è estremamente necessario che tutti i proletari del mondo ritrovino un filo conduttore per lottare uniti e condizionare le scelte politiche nazionali, europee e mondiali. Per chi se ne fosse dimenticato, un certo “Enrico” nel 1975, nel congresso di un partito che non c’è più, ci insegnava che se non si arrivava ad una Governance politica mondiale, almeno dei processi fondamentali, il mondo sarebbe andato incontro ad innumerevoli difficoltà economiche, ambientali, disuguaglianze e povertà. Ma Enrico era un uomo dal pensiero lungo, dalle analisi a volte non capite anche dai compagni di partito con poca spinta socialista, in effetti sono note le sue solitudini politiche, ma era capito e amato dai lavoratori e lavoratrici a dai proletari di ogni classe sociale.
Angelo Gentilini

01 giugno 2013

Costituzione: "Non è cosa vostra"

La Cgil dell'Emilia Romagna aderisce alla manifestazione indetta dall'Associazione Libertà e Giustizia per il giorno 2 giugno a Bologna, dalle ore 13.30 in Piazza S.Stefano. Sul palco sono previsti interventi di Rodotà,Saviano,Camusso,Landini,Urbinati e altre personalità, inoltre si registrano molte autorevoli adesioni come Bindi, Vendola e Civati.
Le notizie degli ultimi giorni tornano a parlarci di una modifica della nostra Carta Costituzionale, ma la nostra domanda è: davvero si deve? Si invocano necessità di governabilità: ma è davvero questa la via per risolvere i problemi che abbiamo? Più volte la cittadinanza si è espressa negativamente a fronte di proposte di modifica e ne abbiamo condiviso sia forme di mobilitazione che obiettivi. Noi riteniamo che se anche una modifica della Costituzione fosse limitata ai soli assetti e funzionamenti istituzionali e dovesse, quindi, riguardare la sola seconda parte, non si debba procedere in assenza di una chiara prospettiva del progetto in funzione del quale sia gli assetti costituzionali che istituzionali o anche della legge elettorale dovrebbero essere riformati. La nostra Costituzione prevede percorsi specifici attraverso cui arrivare ad un suo aggiornamento che risponda all'esigenze dell'oggi, ma anche qui la domanda è: sta davvero nella modificazione delle norme costituzionali la risposta che cerchiamo?
I recenti risultati elettorali ci parlano di uno scollamento reale e pericoloso tra le istituzioni ed i cittadini, mai come adesso il significativo tasso di assenteismo ci dice della lontananza tra il potere ed i cittadini: abbiamo bisogno di riavvicinare la cittadinanza al potere pubblico delle istituzioni. Abbiamo bisogno di sentire chiaramente quali sono i temi sul tappeto che si vogliono affrontare, quali i perchè e quali le proposte di soluzione perchè la democrazia rappresentativa per essere realmente tale esige esplicitazione degli obiettivi ed occasioni plurime di partecipazione e di larga condivisione così come non accetta semplificazioni e facili scorciatoie.
A.G. da info Cgil Emilia Romagna