31 maggio 2019

Le Amministrazioni pubbliche locali che penalizzano i loro dipendenti...!!!

Già da oltre due mesi i tavoli di confronto e contrattazione sindacale nel Comune di Imola, nell’Asp del Nuovo Circondario Imolese, nel Nuovo Circondario Imolese e negli Enti Locali che vi afferiscono – con le uniche eccezioni dei Comuni di Castel San Pietro Terme (costituito il Fondo di produttività) e del Comune di Medicina (firmato il contratto integrativo decentrato) – sono fermi e il salario accessorio per le lavoratrici e i lavoratori a cui viene applicato il contratto nazionale di lavoro delle Funzioni Locali è “congelato”La responsabilità di tutto ciò? Secondo la delegazione che rappresenta i datori di lavoro in un unico tavolo sindacale è da ricercarsi nella tornata elettorale con i possibili cambiamenti che avrebbero potuto verificarsi. Questo non avrebbe permesso l’individuazione di un mandato chiaro per chi rappresentava le Amministrazioni. Riteniamo invece che si sia solo voluto rallentare il percorso della contrattazione con una scarsa considerazione di chi quotidianamente svolge un lavoro molto importante per le comunità locali. La conseguenza? Lavoratrici e lavoratori che quotidianamente gestiscono servizi essenziali per le comunità e garantiscono diritti di cittadinanza hanno visto una perdita di reddito in quanto le indennità – anche quelle che erano state definite lo scorso mese di marzo – sono state sospese fino alla sottoscrizione dei nuovi contratti integrativi. E’ necessario riprendere la contrattazione con estrema sollecitudine perché il danno già patito dalle lavoratrici e lavoratori non si prolunghi ulteriormente. Chiediamo l’immediata apertura dei tavoli di contrattazione e la definizione di un calendario di incontri che permetta non solo di definire i fondi di produttività con lo sblocco del pagamento delle indennità previste dal contratto nazionale di lavoro, ma anche di conoscere le intenzioni sul futuro organizzativo del Circondario Imolese. Qualora dovessimo verificare ulteriori ritardi, il passo successivo sarà la mobilitazione per vedere la piena applicazione del contratto nazionale di lavoro con l’erogazione del salario accessorio. 
(Maurizio Serra -Fp Cgil ; Kevin Ponzuoli – Cisl Fp ; Giuseppe Rago – Uil Fpl; Marina Giambi – Csa)
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Info per la tutela legale dei clienti di Mercatone Uno: A seguito del fallimento della società Shernon Holding, proprietaria di Mercatone Uno e in attesa delle decisioni della politica per salvare l’azienda, i legali di Federconsumatori hanno analizzato la situazione dei consumatori creditori...cgil/fallimento-mercatone-uno-federconsumatori-tutela-i-clienti
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Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it 

30 maggio 2019

Lettera aperta sull' Osservanza di Marina Mazzolani.

Se durante la seconda guerra mondiale avessimo avuto sul territorio un campo di concentramento, credo che a qualche forestiero parrebbe strano se gli si dicesse: «Sai, dopo che hanno finito di utilizzarlo come campo di concentramento, è stato prima tenuto chiuso per vent’anni e poi lo hanno aperto da ogni lato risanando i percorsi interni e il parco, sigillando per benino i locali ormai inagibili, per farci sagre e iniziative di qualsiasi genere, dal calcetto saponato alle feste di partito. La più recente iniziativa ammicca nel titolo alla destinazione d’uso originale e si chiama “Concentramenti-con”».
Qualcuno farebbe qualche domanda, io credo, a cominciare dal perché fosse stato chiuso per vent’anni senza occuparsi di trasmetterne la memoria storica, e infine, in merito all’utilizzo indiscriminato promosso recentemente, sono sicura che qualcuno farebbe notare: «Ma come, senza nemmeno occuparsi che quello fosse un campo di concentramento? Passando sopra alla storia così, trattando quel luogo come qualsiasi altro?» «Sì», dovremmo rispondere, «così: dal campo di concentramento allo street food senza fare una piega». Trent’anni prima i matti venivano ancora trattati con gettate d’acqua fredda e la scena era sotto gli occhi dei passanti oltre le recinzioni, trent’anni dopo facciamo “Manicomi-con” e feste varie, senza fare una piega. Senza fare una piega, in questo caso, significa incuranti del luogo e della sua memoria. «Però», direbbe magari qualcuno, «il paragone tra un campo di concentramento e un manicomio mi pare azzardato». Certo, qualcuno lo direbbe, e questo dimostra appunto che non vogliamo fare i conti con la storia. Questo dimostrerebbe quant’acqua sia passata sotto i ponti dalla rivoluzione culturale che portò all’approvazione della Legge Basaglia, che i luoghi come l’Osservanza li volle chiudere proprio perché ritenuti lesivi della dignità umana, oppressivi, degradanti, spesso sedi di torture. Tra l’altro sappiamo che l’Osservanza, al contrario del Lolli, non chiuse per nulla nel ‘78 o giù di lì: continuò a funzionare per centinaia di internati, ancora per tredici, quattordici anni, e solo nei reparti gestiti dal Dott. Antonucci la conduzione prettamente manicomiale era disattesa, anzi, quotidianamente contrastata. Per oltre un secolo all’Osservanza e al Lolli hanno trascorso mesi, anni, vite intere, decine di migliaia di persone: donne, uomini, bambine e bambini. Vite rubate, oltraggiate, offese. I manicomi erano luoghi di concentramento di umanità varia ma tutta, per diverse ragioni, impossibilitata o incapace di attenersi alla norma, alla morale corrente, o ai comportamenti ritenuti idonei, ai pensieri e alle filosofie accettati come corretti, alle prestazioni lavorative, domestiche, familiari dipendenti da rigidi ruoli sociali, di genere, ecc.. Luoghi di concentramento, di reclusione, dove questa incapacità o impossibilità di attenersi alla norma, questa difficoltà di normalizzazione, questa diversità spesso irriducibile e comunque scomoda, veniva ritenuta in diverse direzioni pericolosa, e come tale trattata, alimentando il pregiudizio verso qualcuno, ritenuto “sbagliato” e promuovendo l’idea di una comunità altrimenti sana, equilibrata, giusta, che non doveva essere perturbata, corrotta da comportamenti inadeguati o disturbata da difficoltà eccessive, di ordine fisico o mentale. Chiunque abbia frequentato da vicino un manicomio sa che c’è poco da ricordare con leggerezza. E forse è per questo che stiamo procedendo con un colpo di spugna sul nostro passato di dipendenti dalle istituzioni manicomiali imolesi, da quella che è stata per Imola quello che fu la FIAT per Torino, come giustamente ha scritto qualcuno nell’introduzione ad uno degli ultimi libri che ha raccolto le testimonianze di infermieri e medici ancora in vita. 
Ma cosa voglio dire, in fondo? Che dovremmo conservare quell’area bloccata nella sua storia? Trasformarla in un grande museo-testimonianza? Certo che no. Fosse stato per me, fossi stata io la Proprietà, non avrei per niente rotto trent’anni fa i sifoni dei lavandini, spaccato tubature, divelto porte, insomma fatto in modo da impedire l’utilizzo dei reparti, anche quelli che ai tempi erano stati appena ristrutturati, a gruppi di cittadini, associazioni, artisti, a chiunque intendesse fare attività in quel luogo. Io non avrei mai tenuto chiuso per vent’anni quei contenitori, così preziosi e così appetibili, oltre che per i costruttori locali, soprattutto per chi avesse idee di laboratori, di incontri, di iniziative. Certo non avrei mandato sotto processo, come invece è accaduto, dei giovani colpevoli di aver occupato un ex reparto per realizzare iniziative culturali e artistiche. Io avrei soltanto scelto di utilizzare quell’area per alcune attività e non per altre, sulla base della sua storia. Avrei promosso un utilizzo sociale, solidale, inclusivo, avrei privilegiato progetti e iniziative che avessero a che fare con i temi delle diversità, per attuare il passaggio da “Imola città dei matti”, Imola centro di relazione problematica con la diversità, a luogo di elaborazione, progettazione, realizzazione di attività e progetti continuativi sui temi dell’esclusione, dell’emarginazione, della fragilità individuale e collettiva. Credo fermamente, tra l’altro, che percorrendo questa strada, avremmo caratterizzato il nostro territorio e avremmo potuto creare “sbocchi occupazionali”, come si dice: non più in campo sanitario, ma in campo socio-culturale e in ambito educativo e artistico. Sono convinta che avremmo potuto “convogliare risorse”, e molte, seguendo questa direzione. Quello che io avrei fatto l’ho comunicato in numerosi progetti consegnati per oltre trent’anni ai decisori delle Istituzioni e dei Servizi locali, comunque non sto mica sostenendo che vorrei che si facesse quel che farei io. Tra l’altro so benissimo che negli anni sono nati vari comitati, accomunati dalla preoccupazione che un’area così bella e così vicina al centro e così piena di risorse, in termini di contenitori e di parco, non fosse privatizzata ma rimanesse di pubblica utilità, sede di attività culturali, educative, formative, o di eccellenze artistiche, ecc.. Ma non ho molte notizie di prese di posizione che, come questa mia vorrebbe fare, partisse dalla considerazione che l’Osservanza, così come anche il Lolli, non è un luogo “qualsiasi”. Non è un parco qualsiasi, non è “semplicemente” un’area bella da occupare, ma è un luogo di potente memoria storica e socio-culturale, che non va ignorata e/o rimossa.
Non è “semplicemente” un’area recuperata al passeggio dei cittadini: chiunque lo attraversi magari non ha idea di cosa quel luogo fosse, specie se è giovane (ahinoi), ma percepisce come ancora i reparti “parlino” potentemente. E di cosa parlano? Quali altri luoghi di potente e triste memoria ci ricordano? Lo sappiamo tutti e non è un caso.
Infatti il complesso dell’Osservanza, costruito seguendo un sistema ideato dall'Accademia delle Scienze di Parigi che risale al 1788, ma ritenuto ancora all'inizio del Novecento il più completo e perfetto, è una struttura razionale, con padiglioni e schemi che ricordano quelli che in seguito furono ripresi dai lager nazisti. Dicevo che il tema della memoria del luogo è stato presente in alcune iniziative di carattere artistico, ma non è emerso nelle molte iniziative di tutela dell’area e come indicatore e discriminante di operatività per le nuove destinazioni d’uso dei reparti dismessi, inoltre i sempre più frequenti utilizzi indicano che si tende ad occupare quegli spazi, al chiuso e all’aperto, come se ne occuperebbero altri, all’interno di altre aree urbane, valutandone pragmaticamente e le dimensioni, la capienza, i costi. Sorvolo sulla parentesi Gae Aulenti, in questa sede. Dicevo che io invece penso che la memoria del luogo avrebbe dovuto contare, e almeno essere presa in considerazione per una sorta di “passaggio di consegna”. Penso che una sorta di presidio culturale, in forma da stabilire, avrebbe dovuto esserci e dovrebbe permanere. Mi sarei accontentata anche di piccole idee. Mi sarebbe bastato che dopo “Osservanti osservati” si fosse deciso di finanziare un’opera da collocare stabilmente, sempre dedicata alla memoria del luogo, e mi sarebbe bastato perfino che si fosse realizzata una anche piccola esposizione permanente, ispirata alla memoria del luogo. Mi sarebbe piaciuto che una volta almeno si fosse indetto un concorso nelle scuole, per raccogliere e magari premiare un’idea di omaggio alla memoria da realizzare… Un sacco di cose, anche piccole, avrebbero potuto placare questa mia tristezza che a tratti diventa perfino rabbia, lo ammetto, di assistere a questo passare sopra a tutte quelle storie senza volerci fare caso, senza nemmeno una piccola lapide a ricordo, come si farebbe, con la minore delle fantasie ma magari con sincero rammarico, per un solo tremendo fatto di cronaca.
Lì dentro e in questa città di tremendi fatti che non hanno avuto risonanza alcuna, che non ce l’hanno fatta nemmeno a uscire dalle quattro mura strette e luride di una stanza, ne sono accaduti tanti, per anni, per decenni, per un secolo. E non sono mai diventati cronaca perché accadevano nell’omertà, perché riguardavano gente sparita al mondo e di nessun conto.
Fermiamoci un attimo, siamo già in ritardo. Pensiamoci un po’ e occupiamoci di attuare un passaggio. Dobbiamo sapere, continuare a sapere, dobbiamo ricordare e, soprattutto, far valere quella memoria nel presente, per questo presente così cupo che ancora (o sarebbe meglio dire di nuovo?) stenta a riconoscere le diversità come preziose occasioni e che distorce con ironia e disprezzo i nomi delle cose belle come quando fa diventare “buonismo” la solidarietà, la cura e l’attenzione per i propri simili, la rinuncia all’indifferenza.
(Imola, maggio 2019, Marina Mazzolani)
Angelo Gentilini

29 maggio 2019

W il ciclismo solidale.

Il ciclismo è uno sport che è duro nella lotta, ma resta, oggi come ieri, solidale nei principi.
Angelo Gentilini

27 maggio 2019

Esempio di conguaglio sulla pensione di giugno!!!

Per chi ancora non ci crede. Altro che bufale! Ecco il cedolino della pensione di giugno. Anche per questo sabato 1 giugno andiamo a Roma per manifestare il nostro dissenso. Io partecipo, partecipa anche tu, perché l'unione fa la forza.
Angelo Gentilini, da info www.facebook.com/SindacatoPensionatiCGIL 

24 maggio 2019

Oggi Imola partecipa al 2° Global Strike for Future.

Oggi, venerdì 24 maggio, Imola parteciperà al 2° Global Strike for Future. La comunità scientifica è unanimemente concorde nell’attribuire all’azione umana la responsabilità degli attuali cambiamenti climatici e delle estinzioni di massa del vivente sul pianeta. L’ultimo rapporto speciale dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), edito nell’ottobre 2018, concede una ridottissima finestra di tempo, di qui al 2030, per diminuire di circa il 45% l’immissione di gas climalteranti nell’atmosfera, raggiungendo lo zero intorno al 2050, e consentire la preservazione del mondo naturale così come noi lo conosciamo. Anche a Imola come in tante città del mondo cittadini, studenti e insegnanti scenderanno insieme in piazza per chiedere alla politica locale, nazionale, europea e mondiale di occuparsi del futuro.
Alle ore 8.00 saranno due i punti di ritrovo: Via Guicciardini di fronte all'istituto tecnico Paolini e al Liceo Valeriani e Via Kolbe di fronte all'Itis-Alberghetti. I due cortei partiranno alle 8.30 toccando ciascuno varie scuole della città, confluendo nel piazzale Giovanni dalle Bande Nere della Rocca alle 9.30, da lì proseguiranno insieme per piazza Matteotti. NOI CI SIAMO... E TU??
Angelo Gentilini, da info facebook/events /// FridaysImola /// facebook.com/cgilimola

23 maggio 2019

Ore 17:58, cinque quintali di tritolo contro la Verità e la Legalità.

Sabato 23 maggio 1992 Falcone stava tornando a Palermo, come era solito fare nei fine settimana, da Roma. Il jet di servizio partito dall'aeroporto di Ciampino intorno alle 16:45 arrivò a Punta Raisi dopo un viaggio di 53 minuti. Lo attendevano tre Fiat Croma blindate, con un gruppo di scorta sotto il comando dell'allora capo della squadra mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera. Appena sceso dall'aereo, Falcone si sistemò alla guida della Croma bianca e accanto prese posto la moglie Francesca Morvillo, mentre l'autista giudiziario Giuseppe Costanza andò ad occupare il sedile posteriore. Nella Croma marrone c'era alla guida Vito Schifani, con accanto l'agente scelto Antonio Montinaro e sul retro Rocco Dicillo, mentre nella vettura azzurra c’erano Paolo CapuzzoGaspare Cervello e Angelo Corbo. In testa al gruppo c’era la Croma marrone, poi la Croma bianca guidata da Falcone, e in coda la Croma azzurra. Alcune telefonate avvisarono i sicari che avevano sistemato l'esplosivo per la strage della partenza delle vetture. Le auto lasciarono l'aeroporto imboccando l'autostrada in direzione Palermo. La situazione pareva tranquilla, tanto che non vennero attivate neppure le sirene. Su una strada parallela, una macchina guidata da Gioacchino La Barbera si affiancò alle tre Croma blindate, per darne segnalazione ai killer in agguato sulle alture sovrastanti il litorale; furono gli ultimi secondi prima della strage. Otto minuti dopo, alle ore 17:58, una carica di cinque quintali di tritolo posizionata in una galleria scavata sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci - Isola delle Femmine venne azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina. Pochissimi istanti prima della detonazione, Falcone si era accorto che le chiavi di casa erano nel mazzo assieme alle chiavi della macchina, e le aveva tolte dal cruscotto, provocando un rallentamento improvviso del mezzo. Brusca, rimasto spiazzato, premette il pulsante in anticipo, sicché l'esplosione investì in pieno solo la Croma marrone, prima auto del gruppo, scaraventandone i resti oltre la carreggiata opposta di marcia, e su fino ad una zona pianeggiante alberata; i tre agenti di scorta morirono sul colpo. La seconda auto, la Croma bianca guidata dal giudice, avendo rallentato, si schiantò invece contro il muro di cemento e detriti improvvisamente innalzatosi per via dello scoppio. Falcone e la moglie, che non indossavano le cinture di sicurezza, venero proiettati violentemente contro il parabrezza. Rimasero feriti gli agenti della terza auto, la Croma azzurra, che infine resistette, e si salvarono miracolosamente anche un'altra ventina di persone che al momento dell'attentato si trovavano a transitare con le proprie autovetture sul luogo dell'eccidio. L'Italia intera, sgomenta, trattenne il fiato per la sorte delle vittime con tensione sempre più viva e contrastante, sicché alle 19:05, ad un'ora e sette minuti dall'attentato, Giovanni Falcone morì dopo alcuni disperati tentativi di rianimazione, a causa della gravità del trauma cranico e delle lesioni interne. Intorno alle 22.00 morì anche Francesca Morvillo.
Palermo, 25 maggio 1992, Chiesa di San Domenico, si tennero i funerali delle vittime:
«Io, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani -- Vito mio -- battezzata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato -- lo Stato... -- chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, però, se avete il coraggio... di cambiare... loro non cambiano ... se avete il coraggio... di cambiare, di cambiare, loro non vogliono cambiare loro...di cambiare radicalmente i vostri progetti, progetti mortali che avete. Tornate a essere cristiani. Per questo preghiamo nel nome del Signore che ha detto sulla croce: "Padre perdona loro perché loro non lo sanno quello che fanno". Pertanto vi chiediamo per la nostra città di Palermo che avete reso questa città sangue, città di sangue... Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue -- troppo sangue -- di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l'amore per tutti. Non c'è amore, non ce n'è amore, non c'è amore per niente.» 
Angelo Gentilini, da info www.wikimafia.it/Giovanni Falcone 

22 maggio 2019

Tari, Irpef e bilancio, i sindacati chiedono chiarimenti al Sindaco di Imola.

Comune di Imola: aumento Irpef, aumento Tari e avanzo di bilancio 2018, Cgil Cisl Uil chiedono di essere convocati. Dopo diverse dichiarazioni sulla stampa del sindaco, in cui affermava che non avrebbe aumentato le tasse ai cittadini, abbiamo avuto la sorpresa in sede di bilancio di previsione 2019, dell’aumento dell’Addizionale Irpef, a fronte di una situazione disastrosa dei conti del Comune di Imola. Ora apprendiamo dalle segnalazioni di alcuni utenti che è intenzione dell’Amministrazione comunale aumentare la Tari, quando il 27 marzo è stato firmato un verbale di incontro nel quale le organizzazioni sindacali condividevano gli sforzi per consentire la riduzione della Tari, sia per le aziende che per i privati. Infatti, sebbene fosse previsto un aumento dei servizi ai cittadini che comprendeva la riorganizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti nel centro storico, si prevedeva una diminuzione di uno 0,8% per le famiglie e del 6,28% per le imprese. Che cosa è successo nel frattempo? Vogliamo ricordare al sindaco che il rispetto delle parti sociali e dei cittadini parte dal dare informazioni corrette e nei luoghi preposti. Troviamo assurdo che il sindaco continui a dare spiegazioni tramite social con video che non possono avere un contraddittorio. Oppure ci mettiamo tutti a fare trattative sui social? Chiediamo a questa Amministrazione il rispetto dei verbali sottoscritti, quindi la convocazione prevista nell’ultimo, e una risposta alla nostra richiesta di incontro per discutere degli avanzi di bilancio anno 2018.
Mirella Collina (Cgil Imola), Danilo Francesconi (Cisl Metropolitana), Giuseppe Rago (Uil Imola).
Angelo Gentilini, da info www.facebook.com/cgilimola 

21 maggio 2019

Incontro pubblico con Giulia Sezzi - Mare Jonio.

La rassegna “Territori accoglienti”, promossa dal Comitato territoriale Pace e Diritti, prosegue domani, martedì 21 maggio, ore 20.45, alla sala cinema Cappuccini, via Villa Clelia 10 a Imola, con l’incontro pubblico con GIULIA SEZZI, componente dell’equipaggio della Mare Jonio e di YaBasta Bologna, uno dei soggetti promotori del progetto Mediterranea Saving Humans che si pone l’obiettivo di salvare le persone in mare e garantire loro un porto sicuro di approdo dove siano rispettati i diritti umani e la dignità delle persone. L’incontro, promosso dal Comitato Pace e Diritti in collaborazione con il Comitato Sao Bernardo Onlus, è ad offerta libera.... www.facebook.com/events
Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it

19 maggio 2019

I sindacati dei pensionati sono per una città più vivibile.

Giovedì 16 maggio, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, hanno sostenuto un'iniziativa in piazza Bologna a Roma in difesa dei pedoni e per promuovere una nuova cultura della strada e della città. L’iniziativa fa parte della campagna “Siamo tutti pedoni”, promossa dal Centro Antartide, che è ormai giunta alla decima edizione. Una campagna che unisce azioni comunicative, approfondimenti e sperimentazioni sul campo per incentivare tutti a camminare, per aumentare la qualità della vita nelle nostre città, per migliorare le città in cui viviamo e dunque anche la socialità e la nostra salute. Le strade delle nostre città dovrebbero essere un luogo accogliente per camminare, esplorare, trascorrere il tempo, impegnarsi nella vita di comunità. Le strade delle nostre città dovrebbero essere ospitali. Panchine, pensiline, fontane. Un riparo da venti forti, pioggia e sole. Un luogo sicuro in cui muoversi tranquillamente. Le nostre strade dovrebbero essere popolate da negozi a portata di mano e servizi al cittadino, per incentivare tutti a muoversi a piedi, anziché ricorrere all’automobile. Dovremmo sentirci sempre sicuri e tranquilli quando siamo per strada. Dovremmo respirare aria pulita e poterci muovere come vogliamo, a piedi, ma anche in bici. Raggiungere facilmente la fermata del bus o del tram. Ecco, una città dovrebbe essere tutto questo. Dovrebbe essere un luogo bello e ospitale per i cittadini di tutte le età. Un luogo in cui il rumore del traffico non renda impossibile conversare. Un posto in cui sia possibile fermarsi e riposare. Perché anche i più deboli, gli anziani, i bambini, le mamme, chi ha difficoltà motorie, possano godere appieno degli spazi all’aperto. Cittadini più felici, rilassati. Una qualità della vita migliore. Per tutti. Il benessere passa anche da qui. Non è un’utopia. È un’idea realizzabile. un’idea di sostenibilità che i sindacati dei pensionati, anno dopo anno, rinnovano insieme al Centro Antartide di Bologna.
Angelo Gentilini, da info www.libereta.it

17 maggio 2019

L' appello dello Spi Cgil Imola a Governo e Circondario Imolese.

«Dateci retta», lo Spi-Cgil di Imola  in piazza il 1° giugno alla manifestazione unitaria a Roma per  riaprire il confronto con il governo. Concertazione indispensabile anche nel Circondario Imolese. Per la tutela delle pensioni, per la riduzione delle tasse, per un invecchiamento attivo e in salute, per il diritto di curarsi, per una legge sulla non-autosufficienza.

Questi sono i buoni motivi che ci porteranno  il 1° giugno in piazza a Roma, insieme agli altri sindacati pensionati, per l’apertura di un rinnovato confronto a livello nazionale con il Governo. Gli stessi motivi e le stesse rivendicazioni li riproponiamo come Spi-Cgil al confronto locale con gli organi preposti: Regione, Nuovo Circondario Imolese, Amministrazioni Comunali, Ausl, Asp. Se l’invecchiamento della popolazione, con tutto ciò che comporta, è a tutti gli effetti un dato di fatto accertato e incontrovertibile, la tendenza da molto tempo invece è quella di una riduzione costante dei servizi e delle risorse in ambito sociale, sanitario e previdenziale. Riteniamo che un invecchiamento attivo e in salute non solo permette alle persone anziane di vivere meglio, ma contribuisce complessivamente anche ad una società con maggior benessere. Per raggiungere questi obiettivi è sicuramente indispensabile, a livello locale e territoriale, rendere concretamente effettivi una serie di risposte e servizi. Occorre difendere il diritto delle persone a curarsi, garantendo i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Occorre investire nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità. Occorre che ospedali e Case della Salute funzionino bene. Occorre una nuova attenzione alla non autosufficienza: perché le persone che invecchiano, e che crescono ogni anno di numero, avranno tutte davanti problemi legati in modo più o meno importante alla perdita progressiva di autonomia. Questo mette in difficoltà intere famiglie, spesso lasciate a se stesse a cercare ascolto e soluzioni. Dobbiamo essere tutti sempre più consapevoli che una intelligente e attiva politica di prevenzione sostiene e rallenta in ogni fase della vita il processo di perdita di autonomia con beneficio degli anziani e delle loro famiglie. Da tempo stiamo ribadendo che gli anziani di oggi e di domani sono e saranno una risorsa e non un peso per la nostra società e il nostro paese. E’ indispensabile, a livello nazionale, regionale e locale non solo prendere atto di questa nuova realtà, ma attivarsi anche con politiche che rispondano ai bisogni delle persone anziane. Davanti a questo scenario riteniamo indispensabile che i problemi e le questioni vengano affrontate nell’ambito della concertazione. Concertazione che valutiamo indispensabile a livello circondariale, per la popolazione dei nostri dieci comuni, tenendo conto che lo Spi Cgil è un’organizzazione fortemente rappresentativa delle persone e dei bisogni di cui abbiamo parlato. Riteniamo importante che la concertazione non riguardi solo gli aspetti di indirizzo politico, ma sia debitamente supportata dalla parte progettuale e fattiva e dall’evidenza delle relative risorse per una programmazione progettata nella chiarezza.
Angelo Gentilini, da info Spi Cgil Imola - www.cgilimola.it

15 maggio 2019

La macchina che ricicla plastica e produce carburante.

Dimensione mini. È grande come un container ed è capace di riciclare qualsiasi rifiuto di plastica e tirarne fuori del carburante. Ecco, forse, la soluzione moderna ed ecologica per sbarazzarsi delle tonnellate di plastica che ricoprono continenti e oceani di tutto il mondo. È il più piccolo impianto di riciclaggio esistente, il marchingegno è in grado di funzionare ovunque. Semplice da usare, robusto e riparabile, “digerisce” la plastica e fornisce energia.
In un’ora e quindici minuti produce circa 30/50 litri di carburante con l’equivalente di plastica. Come funziona? Il prototipo esiste già, resta solo da rendere operativo un sistema che, sommato agli impianti industriali esistenti, può contribuire a rendere più capillare il riciclo. Grazie alla pirolisi della plastica, il processo di decomposizione del materiale organico con l’applicazione di calore in totale assenza di ossigeno, quindi senza combustione né ossidazione – e senza emissioni nell’atmosfera – riesce a produrre combustibile a un prezzo pari a meno della metà di quello del petrolio, con emissioni di CO2 inferiori del 70 per cento. Meno rifiuti più energia. «Riciclando così cinquemila tonnellate si eviterebbero le emissioni di CO2 prodotte da seimila persone residenti in Italia. E si potrebbe fare a meno di una discarica grande 28  ettari, cioè 40 campi da calcio. Calcolando che nel nostro paese si raccolgono facilmente circa 150 mila tonnellate di plastica all’anno, si potrebbe realizzare rapidamente un centinaio di impianti di questo tipo», ha dichiarato Luca Dal Fabbro, amministratore di Grt Group. Le potenzialità sono perciò enormi: secondo la Banca mondiale, se niente viene fatto, la produzione mondiale di rifiuti aumenterà del 70 per cento nel 2050. Tra questi rifiuti ci sono 242 milioni di tonnellate di plastica che se non verranno riciclate andranno a contaminare e degradare la qualità delle acque e degli ecosistemi per migliaia di anni.
Angelo Gentilini, da info www.libereta.it/smaltimento-plastica 

13 maggio 2019

Mercoledì, sala BCC Imola, ore 21, il film "Paese Nostro".

La rassegna “Territori accoglienti”, promossa dal Comitato territoriale Pace e Diritti, prosegue mercoledì 15 maggio, alle ore 21 alla sala Bcc Città e Cultura Cinema Centrale a Imola (via Emilia 212), con la proiezione gratuita di “Paese Nostro”, un film collettivo sull’Italia dell’accoglienza diffusa, realizzato nel 2016 dagli autori ZaLab, Michele Aiello, Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre, Sara Zavarise, prodotto dal Ministero degli Interni ma mai distribuito.....
Clicca il link per leggere tutto: rassegna-territori-accoglienti 
Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it 

11 maggio 2019

Oggi parte il Giro d' Italia con la Bologna- San Luca.

Info tecniche logistiche sulla prima tappa Bologna-San Luca: www.giroditalia.it/tappa-1-2019
Per collegarti con il sito ufficiale del Giro D' Italia 2019: www.giroditalia.it
Angelo Gentilini, da info www.giroditalia.it 

09 maggio 2019

"I cento passi, di Peppino Impastato*

«Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore.»
(Dalla canzone I cento passi dei Modena City Ramblers)

Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi5 gennaio 1948 – Cinisi9 maggio 1978), è stato un giornalista e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria e noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978... wikipedia.org/Peppino_Impastato  


IN RICORDO DI PEPPINO IMPASTATO: il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, oggi parteciperà, con il segretario confederale Giuseppe Massafra, al corteo in programma da Terrasini a Cinisi (provincia di Palermo)sede di Radio Aut, e arriverà alla Casa della Memoria per la celebrazione del 41° anniversario dell’uccisione di Peppino Impastato, giornalista e militante antimafia.
Angelo Gentilini 

07 maggio 2019

Grandi adesioni per la manifestazione pensionati del 1° giugno.

La manifestazione nazionale indetta dai sindacati pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil per il 1° giugno a Roma è stata spostata da piazza del Popolo a piazza San Giovanni per le altissime adesioni registrate in queste ore tra i pensionati in tutta Italia.
Tale decisione descrive il clima di insofferenza e di insoddisfazione nei confronti delle politiche adottate finora dal governo, che hanno penalizzato ancora una volta milioni di persone anziane.
La manifestazione sarà il traguardo finale di un percorso di mobilitazione che avrà inizio il 9 maggio attraverso tre grandi assemblee unitarie che si svolgeranno a partire dalle ore 10.00, in contemporanea a:
- Padova, al Gran Teatro Geox (introdotta dal Segretario Nazionale FNP-CISL Marco Colombo e conclusioni affidate a Ivan Pedretti, Segretario Generale SPI-CGIL);
- Roma, al Palazzo dei Congressi (introdotta dal Segretario Nazionale UILP-UIL Emanuele Ronzoni, conclusioni affidate a Gigi Bonfanti, Segretario Generale FNP-CISL);
- Napoli, presso l’Hotel Ramada (introdotta dal Segretario Nazionale SPI-CGIL Raffaele Atti e conclusioni affidate a Carmelo Barbagallo, Segretario Generale UIL e Reggente UILP-UIL).
Nonostante i molteplici appelli rivolti alle forze politiche che governano il Paese – dichiarano Spi, Fnp e Uilp - con l’obiettivo di trovare insieme delle misure che potessero andare incontro alle esigenze dei pensionati, l’unica decisione adottata dal governo è stata quella del taglio della rivalutazione, alla quale si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi. Avevamo chiesto di ridurre le tasse sulle pensioni che risultano essere le più alte d’Europa; ci siamo mobilitati per avere una sanità che rispondesse realmente alle esigenze dei pensionati, con interventi e risorse maggiori da destinare all’assistenza e alla non autosufficienza: il governo non ci ha voluti ascoltare, rimanendo indifferente di fronte a temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie. Di fronte a tale silenzio - concludono Spi, Fnp e Uilp - è necessario avviare una grande mobilitazione unitaria per impedire che si continui con politiche sbagliate che danneggiano ulteriormente la condizione di vita già difficile dei nostri pensionati.” 
Angelo Gentilini, da info stampa Spi, Fnp, Uilp.

06 maggio 2019

La titolata poetessa e scrittrice imolese.


Lia Giberti Sarti è nata a Imola (BO), dove ancora oggi vive.
Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si è laureata in Lingue Straniere presso l’Università di Bologna.
Sebbene la sua occupazione l' abbia portata lontano dal mondo letterario, ha iniziato a scrivere diversi anni fa, componendo racconti e poesie che in diversi Concorsi nazionali ed internazionali hanno ottenendo premi e consensi sfociati per lo più in pubblicazioni di entrambi i generi, come di seguito indicato:

  • Anno 2002: al 1° Concorso Letterario “Diario di viaggio” (indetto da alcune associazioni culturali Imolesi) il racconto “Un Passeggero di Seconda Classe” è stato segnalato e pubblicato nella relativa antologia.
  • Anno 2003: con il racconto “L’amore che nasce” si è classificata seconda al concorso di scrittura “Livio Raparelli” indetto dalla Biblioteca Comunale di Ozzano dell’Emilia.
  • Anno 2004: al 2° Concorso “Diario di viaggio” il racconto “Come Marco Polo” è stato segnalato e pubblicato nell’antologia.
  • Anno 2005: Finalista del Premio Internazionale di narrativa “Notturnia”
  • Anno 2006: Prima classificata alla 21° edizione del concorso di poesia organizzato dal Comune di Faenza. Nelle successive edizioni del 2007 e 2009 le sue poesie si sono piazzate al secondo posto.
  • Anno 2010: Concorso “Livio Raparelli”: Prima classificata nella sezione Poesia e Prima nella sezione narrativa con due racconti ex equo. Il racconto breve “Solo Amore” è stato segnalato nel concorso “Il Racconto in 10 righe” indetto dal Comune di Bagnacavallo (RA). Nel XXI Concorso Vallesenio (2010): Prima classificata nella sezione Narrativa con il racconto “La Paglia Rossa”.
  • Anno 2011: nel 12° concorso “Livio Raparelli” (2011), Prima classificata nella sezione Poesia. 1° Edizione del Concorso “Valentina (Ascoli Piceno): un racconto è stato segnalato. Nello stesso anno è uscita la prima raccolta di racconti dal titolo “L’eredità di una Ragazza dentro” (Editrice “La Mandragora” di Imola).
  • Anno 2012: Prima classificata alla 5° Edizione del concorso “Io Racconto” indetto dall’associazione Primola di Alfonsine (RA). Prima classificata con una poesia nel Concorso “Livio Raparelli”. Nel XXIII Concorso Vallesenio (2012): Segnalazione ad una sua poesia.
  • Anno 2015: Seconda cl. al Premio Internazionale “Napoli Cultural Classic” nella sezione narrativa. “Concorso Livio Raparelli” Prima classificata della giuria popolare nella Sezione Narrativa.
  • Anno 2016:  Menzione d’onore e pubblicazione nella sezione narrativa dell’Antologia “Napoli Cultural Classic”. Seconda cl. al “Raparelli” sezione Poesia. Menzione d’Onore per la Narrativa nel Concorso indetto dalla Biblioteca di Trevi. Prima classificata nel “Racconto in 10 righe” a Bagnacavallo (RA)
  • Anno 2017:  Seconda classificata sezione narrativa nel Premio Internazionale “Donna” indetto dal comune di Fasano (BR). Terza cl. nella Sezione Narrativa al Premio Internazionale Napoli Cultural Classic e successiva pubblicazione del racconto nella relativa antologia. Seconda cl. nella sezione In-Magazine per la Narrativa del Premio Internazionale Città di Forlì.
  • Anno 2018: Terza cl. al Premio Napoli Cultural Classic e successiva pubblicazione nella relativa antologia del racconto. A dicembre 2018 è uscito il suo primo romanzo “Inevitabili Bugie e Mezze Verità” – editrice La Mandragora.  
  • Anno 2019: Seconda Classificata al Concorso letterario Raparelli (Ozzano BO), sezione racconti.
Angelo Gentilini

01 maggio 2019

*W il 1° Maggio Festa dei Lavoratori*

A Imola: dalle ore 9.30 appuntamento in piazza  Matteotti, distribuzione di garofani e palloncini. Alle 10 concerto della Banda Città di Imola e alle 10.45 intervento di Mirella Collina, segretaria generale Cgil Imola. In caso di maltempo l'iniziativa si svolgerà nella galleria del centro cittadino.
A Castel San Pietro Terme: dalle 9.30 distribuzione di garofani e palloncini in piazza XX Settembre; alle 10.15 concerto della Banda cittadina. Alle 10.45 intervento di Morena Visani (Segreteria Cgil Imola). Alle 11.30 aperitivo del Primo Maggio.
Nella mattinata, dalle 8.30 alle 11, tradizionale distribuzione dei garofani, organizzata dalla Cgil, anche a Toscanella in piazza Gramsci.

A Borgo Tossignano in Piazza Unità d'Italia e a Casalfiumanese in piazza Cavalli. ( www.cgilimola.it /// www.facebook.com/cgilimola )
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«Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d'ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento»
(Il 26 aprile 1890 la rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l'articolo "Per primo maggio")  wikipedia.org 
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Angelo Gentilini