30 marzo 2012

Fiume Santerno da tutelare

Siamo un gruppo di abitanti di Firenzuola in località Coniale. Vorremmo segnalare il progetto di una centrale idroelettrica sul Torrente Santerno in località Coniale nel Comune di Firenzuola presentato da una società privata a nome Contenergi.
Il progetto è visibile sul sito della Provincia di Firenze nella sezione procedimenti in corso.
La scadenza delle osservazioni è il 23 Aprile 2012. Facciamo questo appello perchè il nostro territorio è ormai preso di mira da società che cercano profitto cementificando e aggredendo un ambiente indifeso mentre l'Amministrazione tace e concede assenso. Questa società ha già costruito un impianto pochi chilometri a monte del nuovo sito individuato e lo scempio perpetrato è visibile agli occhi di tutti: il deflusso minimo vitale non è mai rispettato e la scala di risalita per la fauna ittica è perennemente chiusa.Questo significa che un tratto di fiume è morto e c'è già la prossima vittima. Il Santerno è ancora balneabile, è sede di nidificazioni di uccelli stanziali e migratori(aironi bianchi e cinerini,garzette e cormorani).
Vi è una bellissima macchia appenninica di querce, carpini, noccioli e ginepri. Non vogliamo diventare un'area industriale! Il Santerno tra l'altro sta subendo una crisi idrica come tutta l'area dell'Alta Toscana. Questi signori non hanno interesse a produrre energia elettrica, ma solo ad entrare nel mercato dei certificati verdi e degli incentivi così da privatizzare i ricavi e socializzare le perdite.
Sara Casaroli e Catia Bartolini

28 marzo 2012

Altro che caffè

Cara HERA,
In riferimento alla tue cartoline sull'acqua che hai distribuito in piazza a Imola ti informo che nel 2013, ma anche oggi e fino al 2015, nella provincia di Bologna cancellando la remunerazione del capitale il risparmio procapite non è una tazzina di caffè come dici tu , ma sono 26, e questo se nel conto includiamo anche gli ipertesi e i neonati. E se poi quei caffè li moltiplichiamo per il quasi milione di cittadini dell'ATO 5 allora con 26.000.000 di € potremmo comprarci piantagioni di caffè e relative torrefazioni! Questo non lo affermiamo noi che ovviamente siamo di parte, ma il piano economico finanziario 2011 2021 approvato il 22 dicembre 2012 dai nostri Sindaci che democraticamente hanno fatto finta che il referendum del 12/13 giugno che cancellava tale voce non sia mai esistito, e che la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubbica quando hanno ripetuto ufficialmente che tale volontà popolare era "immediatamente applicabile" in realtà scherzassero.
Sperando tanto che tu ci faccia vedere i tuoi conti compresi quelli che rispetto alla vecchia convenzione hanno aumentato i tuoi costi operativi nel 2011 e nel 2012 di 8 e 10 milioni di euro senza che i nostri sindaci abbiano avuto niente da ridire, vi inviamo i nostri.
Comitato Acqua Pubblica di Imola

26 marzo 2012

Le bugie hanno le gambe corte

COMUNICATO STAMPA - Bologna, 21 marzo 2012

Gli organi di informazione riportano oggi che il Governo Monti, per far digerire la pillola delle modifiche peggiorative a tutele esistenti per il lavoratori, avrebbe prospettato l’esistenza di due interventi nell’opposta direzione:

1) l’estensione alle imprese sotto i 16 dipendenti dell’istituto della reintegra in ipotesi di licenziamento discriminatorio;
2) la previsione secondo cui i contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per più di 36 mesi, convertendosi, oltre tale limite temporale, in contratti a tempo indeterminato.

Entrambe le affermazioni sono false in quanto tali disposizioni già esistono nel nostro ordinamento.
La prima infatti, è contenuta nell’art. 3 della legge 108/90, che testualmente dispone: “Il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie (…) è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall’art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300”.
La seconda è disciplinata dall’art. 5 comma 4 bis del Dlgs. 368/01, il quale recita: “qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto ed un altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato”

A prescindere dalle valutazioni che ciascuno vorrà dare dei nuovi provvedimenti che il Governo Monti si accinge ad adottare, è veramente è sconcertante il livello di disinformazione (se c’è buona fede) o di spregiudicatezza (se c’è mala fede) di chi vuol fare apparire a milioni di cittadini come concessioni alle organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori quelle che sono tutele già acquisite da anni dalla legge.

Prof. Umberto Romagnoli
Prof. Luigi Mariucci
Prof. Piergiovanni Alleva
Prof. Giovanni Orlandini
Prof. Luciano Gallino
Dott. Sergio Mattone

Avv. Alberto Piccinini, Bologna
Avv. Giorgio Sacco, Bologna
Avv. Massimo Vaggi, Bologna
Avv. Antonio Mumolo, Bologna
Avv. Sara Passante, Bologna
Avv. Stefania Mangione, Bologna
Avv. Guido Reni, Bologna
Avv. Rosa Tarantini, Bologna

24 marzo 2012

Ristrutturazione all'ex Cognetex

Imola. Da crisi a ristrutturazione. La causale della cassa integrazione all’ex Cognetex di via Selice è stata trasformata con l’accordo raggiunto il 20 marzo tra i sindacati ed Euroshor al ministero del Lavoro. La proprietà ha infatti preannunciato investimenti (come ampiamente anticipato nel numero di sabato sera del 23 febbraio) e un percorso di riorganizzazione volto a ottimizzare le diverse attività negli stabilimenti di Novara e Imola, che hanno mutato il nome della ragione sociale da Finlane Spa a Sant’Andrea Novara Spa. L’investimento più rilevante a Imola riguarda il nuovo modello di filatoio a marchio Cognetex il cui prodotto di alta qualità, il filo compatto, è sempre più richiesto dagli stilisti. «Proprio per garantire un prodotto di alto livello ed essere competitivi nei tempi di consegna - aggiunge Angelo Gentilini della Fiom-Cgil di Imola - l’azienda ci ha fatto presente che sta riportando in Italia alcune produzione fino ad oggi delocalizzate all’estero. Non sono previsti esuberi, né sarà aperta alcuna procedura di mobilità volontaria. Anzi, il numero dei dipendenti è salito a 73 unità, e gli investimenti previsti lasciano supporre che il livello occupazionale sarò garantito».
da "Sabato Sera" L. M.

23 marzo 2012

Presidio ai cancelli CNH Imola


I lavoratori e lavoratrici CNH di Imola in cassa integrazione sono impegnati oggi in un presidio di sensibilizzazione davanti ai cancelli dell'azienda imolese.
Questa iniziativa e i gazebo in centro ad Imola al sabato mattina sono sostenuti dalla Fiom-Cgil di Imola, che si stà impegnando per tenere alta l'attenzione perchè si traduca concretamente il progetto di riconversione produttiva.
Angelo Gentilini

22 marzo 2012

Presidi Fiom Cgil Imola

Dalle aziende metalmeccaniche del territorio imolese ci pervengono info dai Delegati Rsu Fiom Cgil che si stanno attivando per organizzare dei presidi per dare visibilità alle reali problematiche del mondo del lavoro. I ritrovi sono ad Imola presso il parcheggio Rirò in via Selice, ad Osteria Grande presso il laghetto Mariver in via Emilia,alle ore 15.30 in entrambi i luoghi. I tecnici e tecnocratici non possono decidere a cuor leggero di modificare la vita e il futuro dei lavoratori e lavoratrici italiani manipolando tutele e diritti.
Angelo Gentilini

Lo sciopero della Fiom-Cgil di Imola

In continuità con le ragioni dello sciopero del 9 marzo e delle decisioni assunte dal Comitato centrale della Fiom Cgil e in concomitanza dell'incontro sulla riforma del mercato del lavoro in programma il 22 marzo alle ore 16 a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali la Fiom-Cgil di Imola proclama due ore di sciopero per giovedi 22/3 dalle ore 15 alle ore 17. Ultime 2 ore di ogni turno per i turnisti.
Dobbiamo fermare le proposte avanzate dal Governo sul mercato del lavoro, vogliono solo più libertà di licenziare e non cancellano le tante forme di lavoro precario, ma cancellano varie tipologie di cassa integrazione ignorando una reale universalità nel sostegno al reddito. Inoltre intendono smantellare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa annullando il previsto reintegro. Poter partecipare è un diritto. Partecipare è un dovere a sostegno del futuro dei lavoratori e lavoratrici italiane.
Angelo Gentilini

21 marzo 2012

L'imbarazzante Napolitano

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica italiana, considera le politiche anticrisi del Governo "misure ineludibili". Afferma: bisogna proseguire su questa strada, non c'è possibilità di uscire dal sentiero virtuoso e responsabile che abbiamo intrapreso, il 2012 sarà un anno difficile e abbiamo un debito pubblico senza precedenti. L'ex comunista migliorista invita il Governo Monti a proseguire con i provvedimenti di austerità ma di pensare anche a politiche per la crescita.
Egregio Presidente non crede sia sbagliato ,in un paese democratico, invitare dei rappresentanti del mondo che hanno provocato il male a ricercare la medicina??? E'chiaro cosa è successo negli ultimi 20/30 anni in Italia più che da altre parti ma le risposte e proposte riformiste possono essere di cultura socialista, socialdemocratica, liberista o addirittura autoritarie. Io credo che la via del socialismo e socialdemocratica sia la vera ineludibilità e credo che anche Lei Sig.Presidente dovrebbe sostenere tale cultura invece di sponsorizzare il liberismo con regole incerte come l'unica strada da percorrere per salvarci dalla crisi.Il Signor Napolitano è dagli anni 50 che siede negli scranni parlamentari come Onorevole del Pci e anche/proprio per questo è "imbarazzante"............
Angelo Gentilini

19 marzo 2012

Diamo il giusto peso alle parole!

Se digitiamo sull’enciclopedia on line Wikipedia la parola riformista leggiamo: “Il riformismo è un metodo d'azione politica che, ripudiando sia la rivoluzione sia la mera conservazione dell'esistente, tende a modificare gradualmente l'ordinamento politico e sociale tramite riforme. Dagli anni Cinquanta del XX secolo, si definiscono riformisti i partiti socialdemocratici o socialisti che ripudiando il marxismo e si propongono di correggere (con vari strumenti come le proposte di legge in parlamento e i referendum) i difetti dell'economia capitalista.
Possiamo dedurre che un sindacato riformista, posizionandosi in modo diverso da un partito politico, con le azioni che gli sono proprie, assemblee, manifestazioni, scioperi , iniziative, informi, denunci e chiami alle diverse forme di lotta i lavoratori in difesa o alla conquista di diritti, salari, condizioni di lavoro dunque di vita.
Il taglio dei quattro punti di contingenza fu senz’altro un arretramento, rispetto alle conquiste del movimento operaio effettuate con enormi sacrifici negli anni precedenti, poiché i salari non sarebbero stati più adeguati al recupero pieno dell’inflazione. Fu una richiesta fatta al mondo del lavoro che doveva
rimanere unica e isolata ma ad essa lentamente, quanto inesorabilmente ne seguirono molte altre, in nome dell’economia nazionale, della tutela dei giovani, del mantenimento di un sistema pensionistico che altrimenti sarebbe fallito, ecc. All’accordo di San Valentino nel 1984, di rinunce chieste ai lavoratori pubblici
e privati ne sono seguite infinite altre ma ugualmente l’azienda Italia non ha tenuto sul mercato globalizzato, i giovani non hanno trovato un posto di lavoro degno di questo nome e la tutela pensionistica ha subito una drastica riduzione e i le nuove generazioni probabilmente non ce l’avranno neppure. Oggi sta accadendo un fatto straordinario, in nome della crisi non solo si chiedono ai lavoratori sempre più pesanti sacrifici, i giovani sono definiti fannulloni attaccati alla gonna di mamma fino a tarda età e l’innalzamento della speranza di vita un problema, il fatto inedito è l’attacco frontale al sindacato. Non ad un sindacato qualsiasi ma alla FIOM e alla CGIL che, come letto su wikipedia, non vogliono fare la rivoluzione ma
difendere le condizioni di chi rappresentano,cioè una parte consistente del mondo del lavoro. La FIAT si è assunta l’impegno di fare da testa d’ariete rispetto alla possibilità di lavoratrici e di lavoratori di organizzarsi da un capo all’altro della penisola in sindacato. Con un ricatto che, se proposto nella Serbia di Milosevic sarebbe già bastato di per sé a mandare gli osservatori dell’ONU, chi non sta con me cioè non firma i miei accordi, è contro di me quindi fuori da casa mia. Ma la FIAT non è la casa privata di Marchionne, è la più grande azienda italiana nella quale si svolgono le vite di 86.000 lavoratori e di altrettante famiglie con
mogli, mariti, figli e genitori anziani, per non parlare di tutto l’indotto. Marchionne non può fare di casa sua mezza Italia! Eppure i delegati FIOM sono dovuti uscire dall’auletta sindacale dopo 50 anni, il padrone feudale Marchionne non pagherà più le deleghe alla FIOM, non darà più permessi per attività sindacale ai
delegati e non riassume nessun tesserato FIOM, per non parlare dell’organizzazione della produzione,degna più di uno zoo che di esseri umani in carne ed ossa su cui siamo pronti a fornire tutte le informazioni in dettaglio e dalla voce viva dei lavoratori che la subiscono. Qualunque sindacato riformista si opporrebbe a tutto questo e, seppure di idee diverse, scenderebbe in campo in difesa dell’organizzazione sindacale attaccata, fosse anche solo per tutelare il diritto dei lavoratori di aderire al sindacato nel quale si riconoscono. Ma i sindacati riformisti nostrani non hanno mosso un dito in tal senso anzi, alimentano una
campagna contro la FIOM anche soffiando su diversità fisiologiche in un grande sindacato confederale come la CGIL, fomentando divisioni e contrapposizioni, come se la FIOM fosse una vuota sigla sindacale e non un luogo di rappresentanza, militanza, di vita, di speranza e di passione per centinaia di migliaia di lavoratori in tutta Italia.
Se leggiamo ancora su wikipedia troviamo un’altra definizione: “organizzazione sindacale che si ritiene di fatto asservita al datore di lavoro, o ad altri soggetti i cui interessi sono contrapposti a quelli dei lavoratori”
e questa è la definizione di “SINDACATO GIALLO”.
Marzia Trugli - Funzionaria FIOM/CGIL Imola

17 marzo 2012

Gazebo per la CNH Imola

Da oggi fino alla fine di aprile tutti i sabati mattina, in centro a Imola, ci sarà un gazebo allestito dalla Fiom-Cgil per sensibilizzare tutta la cittadinanza sul caso Cnh di Imola. Da oltre due anni si attende la riconversione produttiva dello stabilimento imolese, impegno assunto a suo tempo da Governo, Regione, Provincia, Comune e Cnh-Fiat. La crisi ha eroso nel nostro territorio molti posti di lavoro e siamo arrivati a quota 10.000 disoccupati. La riconversione produttiva è necessaria ai lavoratori e lavoratrici Cnh in cassa integrazione ma è anche funzionale al mantenimento occupazionale del territorio imolese. Ricordo per statistica e a riflessione che nel 2011 il totale delle ore usufruite di cassa integrazione è di 2 milioni e 200 mila...e la crisi che è strutturale non è passata.
Angelo Gentilini

16 marzo 2012

Acqua sotto pressione

La domanda d'acqua aumenta in tutto il mondo ad un ritmo doppio rispetto all'aumento della popolazione. La disponibilità d'acqua viceversa tende a diminuire soprattutto alle medie e basse latitudini con ritmi ancora più veloci non solo per l'aumento della domanda ma anche a causa dei cambiamenti climatici. Le risorse idriche saranno sottoposte a una pressione senza precedenti: una pressione che, però, cresce in modo non omogeneo fra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo, dove già è problematico l'accesso all'acqua potabile ed ai servizi igienici. Questa maggiore pressione acuirà, invece di ridurre, le disparità economiche tra paesi ricchi e paesi poveri. Insomma, le risorse idriche rappresenteranno il problema più importante per l'umanità nel prossimo futuro e dovranno essere considerate come la più alta priorità nella prossima Conferenza mondiale Rio+20 sullo sviluppo sostenibile. E' questo l'allarme lanciato dall'ultimo rapporto dell'UNESCO.
Per più info: www.enea.it
Vincenzo Ferrara Direttore Enea

12 marzo 2012

SI ALL'UNITA' NELLE BACHECHE FIAT

Come ex diffusore e come militante di un partito le cui radici affondano nella storia di questo paese nato dalla resistenza al nazifascismo ritengo vergognosa e fortemente antidemocratica la scelta della Fiat Auto di impedire nelle fabbriche di componenti del gruppo di affiggere il quotidiano fondato da Gramsci L’Unità.
In anni molto bui della nostra storia l’unità clandestina era riferimento politico per i tanti che si opponevano al Duce e a suoi sgherri , nel dopoguerra L’unità si è diffusa tra i lavoratori e la classe operaia come giornale di grande acculturizzazione lontano dall’ideologia borghese che animava la grande stampa, i tempi sono cambiati ma qualcuno sembra non essersene accorto e continua a sognare reparti confine per gli operai sindacalizzati e vorrebbe porre discriminazioni non solo alla militanza sindacale ma anche limitare il diritto di stampa ai giornali non graditi.
La reazione è sotto gli occhi di tutti , il giornale sarà portato in fabbrica comunque e appeso e in tutta Italia i suoi lettori e i democratici sosterranno la visibilità di questa testata.
Non si può pensare neanche lontanamente di imporre in uno stato democratico la fine di quei giornali che sono scomodi o non allineati con i poteri forti e il fondo per finanziare l’editoria dovrebbe per senso di civiltà essere aumentato a garanzia della pluralità delle idee per non compromettere un settore già in crisi per il calo della pubblicità e i cresciuti costi per produrre l’informazione.
Infine questo atteggiamento antidemocratico potrebbe essere interpretato come "un cambio dei tempi", io lo ritengo solamente volgare.
Fabio De Francesco - Direzione del Partito Democratico di Imola

"Tenete le mani aperte, e tutta la sabbia del deserto passerà tra le vostre dita. Chiudete le mani, stringerete soltanto qualche granello di sabbia."
Eihei Dogen

10 marzo 2012

Voi siete la speranza perchè siete la lotta

Un certo signor Marchionne ha accusato la Fiom di fare politica. Una certa signora Marcegaglia si lamenta che la Fiom fa politica. Un certo cavalier Berlusconi ha sempre trattato la Fiom come il demonio, perché fa politica, chiedendo esorcismi ai Sacconi, i Brunetta e altri chierichetti del suo regime. Buon ultimo è arrivato l’onorevole Bersani, che ha vietato ai dirigenti del Pd di partecipare a questa manifestazione, perché la Fiom fa politica, anzi una brutta politica, visto che da questo palco parlerà anche un dirigente del Pd della Val di Susa, ex sindaco e più che mai No Tav.Vorrei dirlo sommessamente, con i toni sobri che sono di prammatica da quando abbiamo un nuovo governo: questi signori, ogni volta che si stracciano le vesti perché la Fiom fa politica, hanno la faccia come il culo. Non fa forse politica Marchionne, quando col sostegno di qualsiasi governo e dei media asserviti, impone che nelle fabbriche la Costituzione diventi carta straccia? Non fa politica la Confindustria, un giorno sì e l’altro pure, che dai governi pretende sempre favori per i padroni (con i soldi nostri) e sacrifici per gli operai? Non fanno politica i grandi banchieri, al punto che uno di loro è ormai il ministro più potente del governo “tecnico”? E il partito di Bersani non ha candidato nelle sue liste i Calearo e i Colannino (bella roba, sia detto en passant, per un partito che si dice riformista e forse di sinistra), ritenendo normale che gli imprenditori facciano politica?E per quale motivo, allora, per quale discriminazione, per quale ontologica indegnità, non dovrebbero fare politica i metalmeccanici e i loro dirigenti?Per un unico motivo, forse. Che la loro politica (cioè la vostra) è una buona politica, che la politica della Fiom è una bella politica, la politica dei lavoratori per i lavoratori, dei cittadini per i cittadini. Lontana mille miglia, anzi opposta e alternativa, alla politica delle cricche e delle ruberie, delle nomenklature e delle corruzioni, che fanno costare agli italiani ogni chilometro di opera pubblica cinque volte di più che ai francesi, o tedeschi o spagnoli.Giuliano Ferrara, un altro che considera la Fiom una iattura, anni fa, discutendo di Mani Pulite con Piercamillo Davigo, ha spiegato che il politico esemplare deve essere ricattabile. Proprio così: ricattabile. E’ stato prontamente accontentato. Nella presidenza della regione Lombardia quattro politici su cinque hanno guai con la giustizia. Esiste un quartiere malfamato, il più malfamato che si possa immaginare, in cui l’80% della popolazione abbia guai con la giustizia? Nemmeno in quelli della Chicago di Al Capone. Ma nel Pirellone di Formigoni, sant’uomo di Comunione e Liberazione, sì. C’è da stupirsi se poi qualche satirico parla di Comunione e Fatturazione?La verità è che, politici o tecnici che siano, vogliono impedirvi di fare politica per tenerla in monopolio, per farla fare solo ai banchieri che strangolano il credito, agli imprenditori che licenziano, ai parassiti che evadono e ai padroni delle tessere che inciuciano. Vogliono che la politica rimanga “cosa loro”, e la sovranità del cittadino, cioè di ciascuno di voi, che pure è solennemente ricamata in ogni Costituzione, sia solo una beffa. Vogliono che a fare il premier sia sempre uno di loro, mai uno dei vostri, mai un sindacalista. Voi, col vostro sciopero, avete detto NO! a questa pretesa indecente e antidemocratica. Se un banchiere può essere premier, a maggior ragione può esserlo un sindacalista, visto che l’Italia è “una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.La politica moderna è nata in Europa col suono di tre parole: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza. Voi col vostro sciopero e le vostre lotte state semplicemente riproponendo i valori più autentici della vera politica. Voi volete che queste tre parole – così insopportabili per i gerarchi dell’establishment – tornino a rappresentare il futuro, non la nostalgia del passato.Oggi tutta l’Italia democratica vi deve ringraziare.Voi siete la speranza, perché siete la lotta.
Paolo Flores d'Arcais - Direttore MicroMega

07 marzo 2012

TUTTI IN PIAZZA


Credo sia importante ritrovare l'unità dei lavoratori e lavoratrici e mettere in campo tutta la nostra forza e rappresentanza.
Chi non lotta ha già perso in partenza e la storia ci insegna che solo attraverso la partecipazione si possono migliorare le condizioni collettive ed individuali.
Lo so che sembrano frasi fatte...ma è cosi e deve essere così in un reale sistema democratico.
Poterci essere è un diritto...Esserci è un dovere.
A. G.

05 marzo 2012

ASPETTANDO IL 9 MARZO


La Fiom-Cgil di Imola rilancia l'iniziativa "Tutto incominciò dalla CNH di Imola", già in agenda il 15 febbraio e rinviata causa il maltempo. Martedi 6 marzo è una buona occasione per approfondire cosa significa la cura Marchionne messa in atto negli stabilimenti italiani del gruppo Fiat. Si parlerà di Democrazia, di Diritti e Doveri e di come si potrebbe fare per suddividere meglio il peso della crisi di sistema, inoltre ci si addentrerà nel merito e nelle problematiche che hanno indotto la Fiom-Cgil a proclamare lo sciopero del 9 marzo.
Siete tutti invitati a partecipare.
A. G.

03 marzo 2012

ONOREVOLE SI RAVVEDA!!!

Dopo aver letto l’intervento sull’Unità dell’Onorevole del Pd, Antonello Giacomelli, non posso sottrarmi dallo scriverVi quattro righe. L’intervento è pieno di contraddizioni. Scrive come è nei fatti che il Pd sostiene lealmente il Governo Monti, poi dice prima che il Governo stà facendo cose condivisibili e poi afferma che le politiche di questo Governo non sono identificabili con il progetto riformista del Pd. Continua giustamente contestando l’impianto di fondo e la cultura che Monti esprime con i fatti e con le parole ogni giorno. Sostiene che la cultura cattolica e la dottrina sociale della Chiesa deve essere un punto di riferimento forte per l’affermazione della persona e delle libertà ed evidenzia analisi e proposte condivisibili. Poi arriva alla critica rivolta a quei Dirigenti del Pd che intendono partecipare alla manifestazione della Fiom il prossimo 9 marzo, sostenendo anche, che per raggiungere l’obiettivo riformista ci si deve liberare delle nostalgie ed illusioni ideologiche socialiste o socialdemocratiche. CACCHIO da dove salta fuori questo qua!!! E’ talmente contraddittorio e fazioso al limite della sopportabilità.
Dato che anch’io sono cresciuto in un ambiente CRISTIANO, trovo molte similitudini negli insegnamenti cristiani e nel buon umanesimo cattolico con la vera cultura socialista. Quando si parla di redistribuzione della ricchezza, di tutele, di diritti, di democrazia, di sviluppo sostenibile ecc..ecc.. si è cattolici o socialisti??? Ed ancora egregio Onorevole è ovvio che Lei con il suo pezzo sostiene una corrente del Pd che vuole allienare un'altra forte componente dello stesso partito ed è proprio Lei Sig. Onorevole ad escludere con i fatti quelli che vogliono sostenere le proposte e la cultura che anche Lei sostiene a parole.. Infine è ovvio che Lei è informato ma informa a suo modo ed interesse di corrente. MI SCUSI ma sono veramente incavolato con Lei e con gli spifferi e correnti del nostro partito che ne limitano la crescita contestando sempre le ideologie socialiste ecc…. Credo sia evidente che la Fiom-Cgil sta sostenendo un battaglia di civiltà, democrazia, libertà, diritti contro i poteri forti… Egregio Onorevole tutto questo è scritto nella Costituzione e tanti di questi insegnamenti a me, fin da bambino, li ha trasmessi Gesù, che personalmente ritengo sia stato un grande RIVOLUZIONARIO.. Cari Dirigenti del Pd per crescere serve un’azione politica inclusiva e non esclusiva come esprime l’Onorevole Giacomelli e il problema non credo che siano le ideologie socialiste ma proprio la mancanza di una cultura socialista e per chiudere non è forse la Germania un paese sostenuto dal dopo 1945 da una forte e sistematica cultura socialdemocratica?
Un vero partito riformista di centro-sinistra deve stare dove soffia il vento della democrazia e deve stare dove stanno i lavoratori e lavoratrici che lottano per i valori democratici…. Io il 9 marzo sarò con i miei compagni della Fiom-Cgil in Piazza San Giovanni a Roma e so per certo che quel giorno in quella piazza si lotterà per una causa giusta. ONOREVOLE SI RAVVEDA!!!
A. G.

01 marzo 2012

INVIDIOSE DI BELEN!

Non c'è che dire, la discesa di Belen dalla scalinata dell'Ariston rimarrà impressa nella mente di generazioni di uomini, per fortuna che il mistero è stato svelato, le mutande ce le aveva! Dai fotogrammi si vedono chiaramente, erano bianche.
Certo, noi donne non possiamo che essere invidiose e sofferenti di fronte a cotanta bellezza e ancor di più del fatto che i nostri mariti, fidanzati, compagni, amanti, padri, figli dai 5 anni in su, con tutti gli amici e conoscenti di mariti, fidanzati, compagni, ecc., insomma gli uomini tutti, l'hanno vista, guardata, desiderata e sognata mentre scendeva quelle scale.
Se fossimo certe di ottenere gli stessi risultati ci sottoporremmo a lifting, allungamenti, rifacimenti cioè ad ogni genere e sorta di ristrutturazioni e con quello stesso spacco, ci metteremmo a scendere tutte le gradinate possibili e immaginabili ma ahimè la maggior parte di noi non raggiungerebbe mai un così alto standard di bellezza e magnificenza. Peccato! Avevo già un'idea della finanziaria alla quale mi sarei potuta rivolgere per chiedere i finanziamenti necessari. Diciamocelo francamente, noi donne non abbiamo invidiato solo la sua bellezza ma anche la disinvoltura, la civetteria, finanche la simpatia e soprattutto il rapporto che ha con le scale, è unica non solo a scenderle ma anche a salirle, il trucco per una grande donna come lei sta nel fronte/retro e come darle torto! Certo, l'invidia non è una bella cosa e gli uomini ce lo sbattono in faccia in un facebook in pieno tumulto e non solo, dal sesso forte ancora una lezione: se siete delle vecchie ciabatte e non reggete il confronto almeno state zitte e lasciateci sognare.
Noi donne non abbiamo ancora capito che l'uomo è cacciatore e che la preda più è bella e più da gusto e se poi è irraggiungibile non fa niente, grandi commenti, e chiacchiere e risate e racconti la sera, intorno al falò nella Savana, al rientro dall'ultima battuta di
caccia anche se virtuale.
Che virilità, che sapienza, che maestria attorno allo spacco di Belen e ancor di più su quello che vi si cela, grandi uomini davvero! Ma quanto mi si stringe il cuore a vedere poi questi stessi fieri cacciatori nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici, negli ospedali, sui tir, al cospetto di dotti, medici e sapienti, chinare tristemente la testa all'ennesimo insulto del capo che si è svegliato male, magari perchè la notte ha sognato Belen e poi non gliel'ha data neppure quella sciattona della moglie;
mi commuove vedere questi fieri bronzi di Riace accettare ogni peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro perchè temono di perderlo, come se i nostri nonni avessero lottato mentre erano in vacanza alle Maldive con una Belen degli anni '50;
mi addolora davvero vedere questi simpatici maschiacci lamentarsi dalla mattina alla sera di come vanno le cose e non fare assolutamente nulla per cambiarle.
Mai vista nella storia una generazione di uomini tanto pavida che a volte verrebbe da chiedersi, visto che il pane ce lo guadagnamo, i figli ce li cresciamo e quando ci separiamo diminuisce anche il carico di lavoro in casa, ma che cosa ce ne facciamo?
Il primitivo uomo cacciatore almeno provvedeva a proteggere e difendere la propria comunità, i bambini, le donne, i vecchi; il cacciatore moderno esprime il massimo di virilità di fronte ad uno spacco della prostituta di turno e non parla d'altro per giorni, anche se nel contempo il governo di turno, quello si, gli sta sfilando le mutande.
E che dire della forza e fermezza con cui questi nostri omaccioni difendono e proteggono la propria prole, parcheggiata ovunque e a qualunque costo perchè i valori massimi di giustizia sono diventati le esigenze del mercato e dell'impresa, costi quel che costi?!
Credo che nella nostra società qualcosa non stia funzionando e che non sia la presunta invidia femminile la nota stonata ma sono sicura che gli uomini insieme alle donne sapranno ancora una volta cambiare.
Con affetto per tutti, anche per Belen naturalmente!
Marzia Trugli