31 dicembre 2020

Un consapevole **ABBRACCIO GRANDE** per un miglior 2021.


 Angelo Gentilini. (Foto scattata nelle iniziative progetto "Auguri sotto le finestre")

29 dicembre 2020

Legge sulla non autosufficienza. Il tempo è adesso!!!


La pandemia di #Covid19 ha messo in evidenza tutte le carenze del sistema di assistenza ad anziani e disabili. Se vogliamo che le morti di questi mesi non siano stati inutili un modo c'è e lo chiediamo da tempo: una legge nazionale sulla non autosufficienza. Il tempo è adesso!
Una legge che definisca i livelli di assistenza per i tre milioni di italiani, non solo anziani ma anche giovani vittime di incidenti e malattie, che non sono autosufficienti e la cui assistenza ancora grava sulle famiglie in modo pesantissimo. Una legge di civiltà, una proposta concreta per un futuro migliore, per un'Italia che esca più forte dall'emergenza sanitaria del 2020.
(Spi Cgil - Fnp Cisl - Uilp Uil, Emilia Romagna - www.facebook.com/SpiCgilER)
Angelo Gentilini, da info SpiCgilER

27 dicembre 2020

*Una canzone Magica per Giusi*

I "PERDIRVI" rock band dedicano con tanto affetto e amicizia la canzone "MAGICA" 

a ricordo di una cara amica. Ciao Giusi*.

(Brano suonato con dedica venerdi 4 luglio 2019 durante un concerto live "Estate Cà Vaina" Imola)

Angelo Gentilini

25 dicembre 2020

*Auguro un Sereno Natale a tutte e tutti*


     **Auguro un SERENO NATALE a Tutte e Tutti** Angelo Gentilini                

22 dicembre 2020

Superbonus 110% per abbattimento barriere architettoniche per gli over 65.

La misura era stata richiesta al governo dal Sindacato dei pensionati Spi-Cgil, da quello degli edili Fillea-Cgil e dall’Auser.

Grazie ad uno specifico emendamento della maggioranza è stata ora inserita nella legge di bilancio, in approvazione entro la fine dell’anno, la misura del superbonus del 110% anche per le opere di abbattimento delle barriere architettoniche in favore delle persone che hanno più di 65 anni. Significa che sarà possibile adeguare i condomini o le proprie abitazioni alle esigenze specifiche degli anziani senza spendere nemmeno un euro. 

I sindacati portano così “a casa” un risultato importante con una norma che migliora fattivamente le condizioni di vita delle persone che rappresenta e che è in grado anche di prevenire anche eventuali problemi in futuro.

Una conquista – la definisce il Segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti commentando la notizia – frutto dell’iniziativa del sindacato e che potrà permettere agli anziani di restare più a lungo in casa propria”.

Angelo Gentilini, da info www.spicgil.it // facebook/SindacatoPensionatiCGIL 

20 dicembre 2020

"Grazie di tutto *Partigiano Fosco* ciao R.I.P."

La storia "resistente" del "partigiano Fosco".

Una bella storia, quella di Fosco Romano Casini, classe 1925, vissuta tutta nel cuore dell’Appennino Tosco Romagnolo tra Cornacchiaia e Scheggianico, periferie di Firenzuola. Genitori cattolici del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, il padre muore a 51 anni lasciando al fratello maggiore l’onere di capofamiglia a 16 anni. Un contesto umile dove tutta l’economia ruota attorno al castagno e ad una agricoltura ancora primitiva. Fosco continua l’attività del padre, quella del fabbro. Un mestiere che nobilita e che appaga nonostante la faticosa routine tra il fuoco del forno e la durezza dei metalli. I ferri delle bestie, i gangheri delle porte e i piccoli utensili che scandiscono la vita contadina come gli alari, i lampadari e i cancelli nascono dalle sue mani e si diffondono nelle cascine dei mezzadri e dei montanari. Questa realtà già caduca, subisce un fremito con l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno del 1940. L’annuncio ascoltato alla radio del bar, il quindicenne Fosco lo vive male. Nonostante la giovanissima età sente che quel messaggio sarà foriero di tragedie e di separazioni, come quella del fratello chiamato alle armi.
Tre anni di apparente calma vengono drammaticamente interrotti dall’occupazione militare tedesca e dalla chiamata alle armi della classe 1925 per la Repubblica di Salò. Per non arruolarsi Fosco lavora con la Todt a scavare trincee e gallerie al Passo del Giogo per l’allestimento della Linea Gotica. Poi nei primi mesi del ’44 le asportazioni e i rastrellamenti cominciano a connotare il dominio del Terzo Reich sul nostro Paese e Fosco, fiutando l’aria, approfitta di un giorno libero per darsi alla macchia. A tarda sera dopo il rientro dalle trincee del Giogo, Fosco, insieme al cugino Valdemaro, vede la propria casa circondata da una pattuglia di tedeschi che operavano un'ispezione. I due ragazzi rifugiatisi in cantina mentre i militari occupavano la casa, fuggono a rotta di collo da una finestra aperta per l'occasione dalla sorella Adele. Ma è dura rimanere imboscato, senza contatti con nessuno per tanti giorni. Dormiva negli essiccatoi delle castagne e mangiava qualche pesce del fiume. Il freddo e la fame lo spingono perciò nel paese di Firenzuola che in quei giorni è oggetto di un grosso rastrellamento tedesco. Molti di questi prigionieri finiranno poi a Prato e in Germania a lavorare coattamente nelle industrie di Hitler. Altri riusciranno a fuggire tra le maglie ancora larghe lasciate dalla Wehrmacht. Dopo giorni di digiuno quasi totale, e nottate all'addiaccio, Fosco prende contatto con alcuni partigiani e decide così di entrare nella brigata partigiana di Libero, la Trentaseiesima Brigata Garibaldi “Alessandro Bianconcini”. Era un continuo movimento tra le alture, missioni pericolose come il blocco di strade e scontri diretti con i nazisti. Si procedeva uniti, pur nelle differenze ideologiche e tattiche. Perché la Resistenza è stata un movimento eterogeneo: al suo interno vi convivevano i borghesi dotti di Luigi Meneghello, gli intimisti apolitici di Beppe Fenoglio, i comunisti formati o da anni di confino o attratti dalla rivoluzione sovietica e supportati dal PCI, che rimaneva il partito più strutturato, e i cattolici come Fosco, convinti che quella fosse la scelta più giusta e ascoltavano in silenzio gli indottrinamenti del commissario politico. Per questo, in un giudizio morale sull’operato dei partigiani, tutti questi aspetti – dopo la caduta delle maggiori ideologie del secolo scorso – vanno messi in secondo piano e va conservato e trasmesso quel patrimonio comune di riscatto nazionale e di patriottismo che era ben evidente sin dalle origini. Accadeva anche di prendere prigionieri, emblematico il caso della cattura di quattro soldati, un tedesco due lituani ed un austriaco, tutti giovanissimi, che rischiò di rendere critici i rapporti nella brigata tra chi voleva giustiziarli e chi come Fosco, vedendo in loro dei ragazzi costretti a combattere come unica alternativa di un arruolamento coatto, voleva tenerli in vita. I quattro sopravvissero a testimonianza di come, seppur divisi tra fedi politiche ed ideologie, la brigata fosse unita. Sul finire di Settembre del '44 Fosco partecipa ai combattimenti di Monte Battaglia.
Qui la Brigata Garibaldi respinse, sotto una pioggia battente, le truppe tedesche dopo un lungo tragico scontro a cui successivamente si unirono truppe americane. La strenua resistenza di partigiani e soldati americani, costata più di duemila vittime, fu un episodio di grande valore per la liberazione dell'Italia dai nazifascisti. Più significativo per Fosco il contatto con gli Americani avvenuto presso il borgo di Visignano. I Partigiani che lì si erano acquartierati avvistano da lontano un grosso contingente di militari che si avvicinano. Preparati al peggio si rifugiano tra le case pronti a tendere un imboscata al nemico... Quale sorpresa per Fosco quando compaiono “elmetti diversi” da quelli nazisti e quando un sottufficiale comincia a domandare ad una vecchietta se: “mamma tu ha visto partigiani?”, “Tu dire noi, noi americani... Papà e mammà miei Napoletani!”...
Così all'ombra di blindati “enormi come montagne” Fosco e compagni festeggiano un incontro insperato... festeggiamento presto interrotto da un cannoneggiamento operato dai tedeschi allertati dal suono delle campane della chiesa locale... la guerra non era finita.
L’incontro con i blindati americani “enormi come montagne” fu una gioia incontenibile, finalmente si poteva raggiungere il proprio paese e la propria casa. Fosco la trovò fortunatamente ancora in piedi e allora i pidocchi che lo infestavano divennero una parentesi alquanto sopportabile. Senza soluzione di continuità bisognava pensare alla ricostruzione dei paesi e alla ripresa di una vita normale ed un futuro nuovo. Un futuro migliore per figli e nipoti.
Angelo Gentilini, da "sabato sera".

14 dicembre 2020

*Il nobile e coerente gesto di Corrado Augias*

"Domani andrò all'Ambasciata di Francia per restituire le insegne della Legione d'onore. (...) Lo dico per la memoria dello sventurato Giulio Regeni, ma anche per la Francia, per l'importanza che quel riconoscimento ancora rappresenta dopo più di due secoli dalla sua istituzione"
Corrado Augias
(da "la Repubblica" - 13 dicembre 2020)

La decisione della restituzione della Legion d'Onore da parte di Corrado Augias (ricevuta nel 2007) è stata assunta in polemica con la stessa onorificienza francese data al presidente egiziano Abdel Fatah Al Sisi. Un leader che non si fa scupoli ad incarcerare tutti quelli che non sono d'accordo con lui, al momento sono circa 60mila, come è stata negata la scarcerazione a Patrik Zaki, che dovrà restare in carcere per ulteriori 45 giorni. 

Il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che da anni è in prima linea per ottenere giustizia sul caso del ricercatore italiano Giulio Regeni torturato e ucciso in Egitto, ha commentato: ''La lista delle personalità italiane insignite della Legione d'Onore è lunga. Auspico che da domani, nel rispetto del divieto di assembramento, si formi una lunga e ordinata coda fuori dall'ambasciata di Francia per imitare il nobile gesto di Augias''

Libertà per Patrik Zaki, verità e giustizia per Giulio Regeni. 

Angelo Gentilini

10 dicembre 2020

Da LiberEtà: "Ogni tanto dite grazie agli anziani"

Alla fin fine sembra che il problema siano i vecchi, gli anziani, i pensionati. Qualche anno fa venne lanciata una campagna pubblicitaria che invitava tutti ad adottare un nonno/a perché i vecchi erano relegati in un mondo a parte, il più delle volte trascurati, abbandonati, ritenuti inutili. Si passò così a una rivalutazione della terza età come valore della memoria, si impiegarono davanti alle scuole per far attraversare i bimbi e altre amenità consimili. Nello stesso tempo i nonni servivano ai figli per andare avanti con contributi in denaro più o meno grandi, ai nipoti per integrare le paghette, e ai governi per prelevare sempre qualcosa dalle loro (troppo spesso) magre pensioni. Salariati e pensionati la patrimoniale l’hanno sempre avuta, tanto per divagare un po’. Poi è arrivato il Covid e tutto è cambiato. Gli anziani da vittime innocenti della prima ondata sono diventate vittime predestinate, e infine vittime delle maldicenze e della cattiveria. E c’era, c’è ancora, chi invocava la sospensione delle cure perché si tratta di vecchi improduttivi. Insomma: perché devo limitare la mia vita per proteggere persone che hanno ancora poco da campare? Perché devo subire la “dittatura sanitaria” per colpa di persone che costano alla società per cure sanitarie e pensioni? Poi una repentina rivalutazione della terza età. Basta chiamarli nonni e tutto cambia. I nonni, gli stessi che si abbandonavano negli ospedali prima di partire per le ferie, o si parcheggiavano negli ospizi. Ora, nel tempo del Covid, senza gli amatissimi nonni non ci può stare nessuno. Diventano anche paglia per dare fuoco alla propaganda di parte, finendo nel calderone delle polemiche insieme con immigrati, operai, cenone, impianti sciistici, artigiani, partite iva, ong. D’altronde, se i pensionati servono come bancomat per i governi possono tornare utili anche per raccogliere qualche voto. Comunque, il governo avrebbe potuto dare ristoro anche ai pensionati che nel 2020 hanno sostenuto le proprie famiglie con quella che spesso è l’unica entrata certa. Magari pochi simbolici euro per ringraziare della funzione sociale dei pensionati, vecchi, anziani. Chiamateli come volete.

Angelo Gentilini, tratto da www.libereta.it/ogni-tanto-dite-grazie-agli-anziani 

08 dicembre 2020

*40 anni fa moriva John Lennon, ma la sua utopia di pace è ancora viva*

L'omicidio di John Lennon venne commesso alle ore 22.50 di lunedì 8 dicembre 1980 quando il celebre musicista e attivista britannico venne colpito nell'ingresso del Dakota Building, la sua residenza a New York City, da 4 proiettili sparatigli alle spalle con una pistola calibro 38 da Mark David Chapman, un suo fan squilibrato. Lennon stava rincasando dopo una seduta di registrazione al Record Plant Studio insieme alla moglie Yoko Ono, gravemente ferito, venne dichiarato morto all'arrivo al Roosevelt Hospital, e i medici dell'ospedale dichiararono che nessuno sarebbe potuto sopravvivere più di 5 minuti dopo aver sostenuto tali ferite. 

Con la scomparsa di Lennon moriva tanto altro, il movimento anni 60, la ribellione e liberazione che aveva cambiato i rapporti tra le generazioni e il potere, la democrazia, il lavoro, le guerre, la fame nel mondo, ma non morirà mai la sua utopia di pace perché ancora oggi, domani e dopodomani ci sarà sempre qualcuno che canterà..... 

Immaginate  tutta le gente
Che vive solo per l’oggi

Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente 
Che vive la vita in pace

Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità


Leggi tutto il testo di Imagine: www.riflessioni.it/testi canzoni/lennon 
Ascolta il brano simbolo di pace: www.youtube.com/ Imagine - John Lennon 
Grazie John, Angelo Gentilini.

03 dicembre 2020

Ieri si è spento Aldo, il capostipite dei Moser.


Il mondo del ciclismo è in lutto: ieri mattina all'ospedale di Trento, dove era ricoverato a causa del Covid, si è spento Aldo Moser, il capostipite di una grande famiglia di ciclisti.  Aldo aveva 86 anni: era nato a Giovo, in provincia di Trento, il 7 febbraio del 1934. Professionista di lungo corso, ha pedalato nella massima categoria dal 1954 al 1974, ha fatto da apripista ai fratelli Enzo, Diego e Francesco e ai nipoti Moreno e Ignazio che ne hanno seguito le orme.

Clicca i link per approfondire: www.tuttobiciweb.it / www.federciclismo.it / wikipedia.Aldo_Moser

Angelo Gentilini

01 dicembre 2020

Il 1° dicembre 1970 in Italia arrivò la legge sul divorzio.

Oggi sono trascorsi 50 anni dall'approvazione definitiva del Parlamento italiano della legge 1° dicembre 1970, n. 898 - “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”

Nella legge italiana il divorzio è chiamato scioglimento del matrimonio e, nel caso di matrimonio religioso, cessazione degli effetti civili del matrimonio. 

Il percorso fu lungo, difficile e molto ostacolato dalla Democrazia Cristiana, dal potere ecclesiastico, e anche dai neofascisti del MSI. Già nel 1954 il deputato socialista Luigi Renato Sansone presentò un disegno di legge per l'istituzione del cosiddetto “piccolo divorzio”, ma in Parlamento la proposta non venne nemmeno discussa. Stessa sorte anche nel 1958 per Giuliana Nenni, la figlia del leader socialista, quando ripresentò la proposta al Senato. 

Nel 1961 la Corte Costituzionale confermò la validità della norma che puniva la moglie adultera, consentendo però al marito di avere una relazione extraconiugale purché fuori dalle mura domestiche. Anzi e non solo, il marito separato poteva denunciare la consorte se questa cercava di rifarsi una vita con un' altro uomo. Infatti alcuni anni prima aveva sollevato un gran scalpore la vicenda sentimentale di Giulia Occhini, la “dama bianca”, con il campionissimo Fausto Coppi. In una notte del 1954 furono arrestati in casa loro da agenti e un magistrato mandati dal marito di lei per coglierli in fragranza di reato, con la signora Giulia che poi trascorse tre notti in carcere, mentre al Fausto fu ritirato il passaporto, e nel 1955 furono processati e condannati a due mesi lui e a tre mesi lei. 

E così si arrivò al 1° ottobre 1965 giorno in cui il deputato socialista Loris Fortuna depositò il testo del progetto sui “Casi di scioglimento del matrimonio”, ma il testo fu preso in esame dalla commissione giustizia della Camera soltanto nel giugno 1967 e perciò fu evidente che non erano ancora mature le condizioni politiche e parlamentari per approvare la proposta. Ma Loris Fortuna, nonostante i contrari anche in casa socialista, non desistette spostando la battaglia per il divorzio fuori dal Parlamento. Puntò sulla creazione di un movimento di opinione pubblica che strada facendo trovò tante adesioni tra i vari strati della società italiana che era in gran fermento, ed ebbe il sostegno del Partito radicale di Marco Pannella, del settimanale popolare “Abc” e di diverse personalità del mondo laico. Il movimento divorzista si rafforzò, come la popolarità del deputato Loris Fortuna, che il 5 giugno 1968 riprestò la sua proposta di legge, questa volta firmata anche da altri 57 deputati socialisti, socialproletari, comunisti e repubblicani. A seguire il 7 ottobre, sempre del 68, il deputato liberale Antonio Baslini presentò un'analoga proposta di legge sulla “Disciplina dei casi di divorzio”. I due progetti furono abbinati e discussi alla Camera tra maggio e novembre del 1969, con il testo approvato a Montecitorio, ma poi modificato al Senato, per cui si rese necessario un' altro passaggio parlamentare prima di giungere alla definitiva approvazione del 1° dicembre 1970. Votarono a favore tutti i partiti, ad eccezione della DC e MSI, che poi si impegnarono in una campagna referendaria per l'abrogazione del divorzio. La consultazione si svolse il 12 e 13 maggio 1974 e vide la schiacciante vittoria del fronte divorzista con il 59,26 %, contro il 40,74 %, rimarcando che l'Italia era diventato un paese più moderno e più laico. Si affermò un significativo cambio di rotta nella società italiana con i cittadini che avevano separato chiaramente, per la prima volta, la sfera religiosa dalle leggi dello Stato e da li si aprì una grande stagione di conquista di diritti sociali e civili. 

Bei tempi, in cui il bene comune e collettivo erano un grande valore aggiunto che si praticava e rafforzava in ogni settore attraverso una diffusa democrazia partecipativa, ma poi nei decenni a seguire siamo caduti in tante trappole ben studiate che ci hanno disgregati, allontanati e sparpagliati. Abbiamo perso di vista tante sudate conquiste indebolendo, ad esempio molto attuale, il Servizio Sanitario pubblico nazionale, basato sul circuito di prevenzione territoriale, cura, riabilitazione, che era stato con forza istituito nel 1978. Ritroviamoci.

Angelo Gentilini.