28 febbraio 2011

L’INCOMPIUTA DEMOCRAZIA

Da diversi anni ed in particolare nel periodo che và dal 27 gennaio, al 25 aprile e 1° maggio, in cui ci sono le manifestazioni della MEMORIA, della LIBERAZIONE , della Festa dei Lavoratori e si ricorda la storia, la Shoah, le leggi razziali, le persecuzioni , lo sterminio del popolo ebraico, l’antifascismo, la Resistenza, la ricostruzione e le lotte dei Lavoratori/trici per la libertà e la dignità. Proprio in questo periodo si intensificano le affermazioni e le azioni, a mio avviso faziosamente anti-storiche, per travisare la lettura dei fatti e in tal modo lasciare in eredità una opinione confusa e distante dalla realtà. E’ legittimo che ognuno esprima il proprio parere, ma resta il fatto che esiste una dettagliata documentazione, le testimonianze degli ex Partigiani, dei superstiti e dei lavoratori/trici che in quegli anni hanno vissuto quei drammatici eventi. La mattanza nazi-fascista trucidava e uccideva donne, vecchi, bambini e tutti quelli che non erano ritenuti idonei di stare al passo e dalla parte della razza eletta. Una ferocia mai vista, che ancora oggi lascia increduli, allibiti e porta a doverose riflessioni. I travisatori della storia portano a sostegno delle loro tesi: uno i crimini commessi da regimi di un altro colore e due le azioni di vendetta perpetuate dai Partigiani e da singoli cittadini “a cavallo” della fine della guerra. Detto questo, Io credo che i regimi totalitari non abbiano colori diversi, sono da condannare tutti senza se e senza ma, fascismo, nazismo, stalinismo e ancora Cile, Argentina, Asia e Africa, quando si annientano libertà, dignità e diritti umani, il grido di condanna non si urla mai a sufficienza. Sulle azioni di vendetta, per lo più individuali, non voglio giustificarle, ma dopo oltre 20 anni di fascismo e nazi-fascismo, soprusi e malvagità di ogni sorta, come non contestualizzarle a quel preciso momento storico??? In quel periodo ricorda, l’avvocato Gianfranco Maris, un superstite del campo di sterminio di Mauthausen: “Il campo fu liberato il 5 maggio ‘45. Fino a due giorni prima, uccidevano persino rinchiudendo nei camion con i fumi del motore e sigillando una baracca. Eliminarono tutti i prigionieri portatori di segreti, quelli che avevano lavorato nelle camere a gas e che avrebbero potuto testimoniare”. Ci tengo anche a rimarcare che nei nostri territori, forse più che da altre parti del Paese, la lotta è stata molto dura e tristemente significativa. La conquista della libertà ha lasciato tanti morti e tante ferite nelle famiglie e non mi sembra giusto parificare quelli che lottavano per la libertà con quelli che lottavano per l’annientamento della stessa. La storia del nostro Paese andrebbe letta tutta con profondo rispetto, onestà intellettuale e una buona dose di umanità. Allora i giovani scoprirebbero che lo spirito di unità nazionale che si era cementato con la Resistenza, la ricostruzione e la Costituzione, si infranse in breve tempo, allorché nel 1947, Alcide De Gasperi, leader della Democrazia Cristiana, sottoscrisse il piano Marshall e la sottomissione agli Stati Uniti per contrastare l’ipotetica svolta Comunista. Scrive la storia: si apri un capitolo molto duro e doloroso, la guerra fredda. Licenziamenti senza giusta causa, botte e manganelli della polizia Scelba, perché si doveva liberare e immunizzare le fabbriche dal “virus comunista” e riportarle all’ordine e al controllo centrale dello Stato. In quegli anni, anche ex fascisti con l’abito nuovo, da Torino fino a Portella della Ginestra, ostacolarono e infransero il processo di ricostruzione democratica, che proprio dalle fabbriche alla Resistenza si era sviluppato. Ci fu un accanimento contro gli ex Partigiani, molti militanti comunisti e socialisti e iscritti alla Cgil. Tutta gente che si era adoperata proprio per ricostruirle quelle fabbriche e lo aveva fatto, con l’entusiasmo di chi si sente protagonista della nascita di una società migliore. Il totale dei licenziamenti italiani, senza giusta causa, sono 480.000, nella provincia di Bologna 8.300 e alla Cogne di Imola nel 1953 si toccò il culmine con il licenziamento di 150 operai e 12 impiegati. Licenziarono quasi tutti gli artefici della rinascita e già a fine 49 erano stati allontanati Nicoli, Direttore tecnico ed ex Comandante Partigiano e Benini suo braccio destro amministrativo e uomo di sinistra. I giovani è giusto che sappiano anche che i lavoratori/trici hanno sempre dovuto lottare per migliorare le proprie condizioni di lavoro e di vita. Il bello è che si è lottato duramente per rivendicare dei diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, approvata nel 1947. Per esempio, nonostante che l’articolo 37 parli chiaro, nel 1968 alla Cogne ci vollero 3 mesi di lotte con 120 ore di sciopero per veder applicato il diritto della “parità salariale tra uomini e donne”, insieme ad altri diritti Costituzionali. E fu una vertenza innovativa per l’Italia…
Arrivando ai giorni nostri si deve ancora lottare a difesa dell’articolo 39 della Costituzione: “L’organizzazione sindacale è libera…”. La storia ci insegna che in ogni epoca ci sono uomini, donne, forze, sindacati, partiti e altro, che stanno da una parte e altri da un’altra parte. Dal momento che siamo in tanti a conoscere la storia in ogni più piccola sfumatura e drammaticità, credo sia giusto sostenere che in questo Paese c’è una parte che ha avuto tante risposte, privilegi e soddisfazioni, se tali si possono ritenere… Mentre esiste un’altra parte che ha “tirato la carretta”, responsabilmente, dai tempi di Andrea Costa, alla Resistenza, nella ricostruzione e fino ad oggi che da questa Italia ha avuto molto meno. Anche se il DNA di chi ha avuto meno, nel corso degli anni, si è notevolmente rinforzato grazie alle “democratiche manganellate”, fisiche, umane, etiche e morali, siamo giunti ad un punto tale che è bene: UNO, aver rispetto della storia e della Costituzione; DUE abbandonare l’arroganza con cui si insiste a prendere per i fondelli chi continua a lottare per una società migliore, perché poco che si studi è chiaro che l’Italia è una “incompiuta democrazia”…
Il 17 marzo quando si festeggerà i 150 dell’unità d’Italia sarebbe bene evitare ipocrisie e faziosità. Serve consapevolezza e costruttivo pragmatismo perché in una Nazione unita e democratica al punto primo si paga tutti le tasse, ecc.. ecc.. ecc.. ecc.
Al tempo si disse: “Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli italiani”.
Nel frattempo, se ce ne fossimo dimenticati, siamo diventati tutti cittadini Europei!!!

21 febbraio 2011

LE TESTE E I PIEDI SEGNATI

Word Class Manifacturing ( Wcm), è il nuovo metodo di lavoro, stile giapponese, introdotto da Marchionne nel Gruppo Fiat. Per aumentare la produttività si usano nuove metodologie mediatiche ed ergonomiche. “Perché facciamo tutti parte della stessa squadra”, è uno degli slogan portanti della nuova comunicazione a senso unico. Sono stati applicati dei televisori nelle sale mense e nei punti di ristoro per veicolare i messaggi aziendali. La sala mensa è sempre stata considerata una “zona franca” dove i lavoratori/trici, durante la pausa pranzo, si rilassano e parlano di tutto, sport, politica, sindacato e altro di interesse personale. Con il metodo Wcm questo non è possibile perché il volume dei televisori è tenuto abbastanza alto, per far sentire a tutti, “ovvio”, i messaggi che sono anche martellanti , ripetitivi e inneggiano all’efficacia del metodo Wcm. Altra novità sono le impronte davanti alle postazioni di lavoro per posizionare i piedi al posto giusto. L’Azienda afferma che è puramente una questione ergonomica che porta a lavorare con una postura migliore, perciò più redditizia con meno stress. A Me sembra che si voglia raschiare nel fondo del barile per spremere di più i Lavoratori produttivi con sistemi “abbastanza forzati”. Va ricordato che nel costo complessivo dell’auto la mano d’opera incide dal 7 al 10%, perciò sarebbe bene raschiare in altri segmenti e direzioni, compreso lo stipendio e i premi di Marchionne, Visto che afferma che siamo tutti della stessa squadra… gli consiglio di studiare i metodi sportivi e considerato il Mio passato, per il bene dei suoi operai, gli posso dare qualche dritta, anche gratuitamente perché il bene non ha prezzo. La prerogativa di una squadra vincente consiste proprio nell’evitare delle enormi disparità economiche legate all’ingaggio base e ai premi vittoria o di obiettivi raggiunti. La squadra vincente non si regge solo con i campioni, ma sono proprio i gregari o i mediani che consolidano la struttura portante a sostegno del progetto vincente... Chiaro il concetto, sig. Marchionne??? Franco Garippo, italiano, da 35 anni alla Wolkswagen e membro del Consiglio di Fabbrica, afferma: “che un accordo come quello di Mirafiori da loro sarebbe praticabile solo dopo l’avvallo di tutti i dipendenti. La media dei salari mensili è di 2.800/3.000 euro e ora stiamo trattando per l’aumento del 6%. La media settimanale delle ore lavorate, in particolare con i turni, è inferiore alla media italiana e c’è un sistema di turni che accoglie anche le esigenze particolari, tipo le mamme single. In Germania il Sindacato è unitario e si sciopera poco perché gli accordi si fanno e si fanno bene, ma se dopo 52 giorni sono disattesi, si può dichiarare fallita la trattativa e proporre il referendum per lo sciopero, che si indice solo con il 75% dei consensi”.
Finisco questo pezzo consigliando di parlare di altri modelli, ma nella loro totalità e non solo per la parte che fa comodo, allora si scopre che i Lavoratori italiani sono penalizzati. Esempio sul welfare, in Germania si mantiene la paga piena quando si va in pensione e si elargisce un assegno di 200 euro al mese ad ogni nascituro, fino alla maggiore età. In Germania il meccanismo di compartecipazione è stabilito da delle leggi varate nel primo dopoguerra e le leggi e le tasse sono rispettate e pagate da tutti…..

17 febbraio 2011

La Lettera di Davide Balboni

Con conoscenza dei problemi evidenzio nel Mio blog la lettera che Davide Balboni, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana dell'Emilia Romagna, ha inviato a TuttoBiciWeb la scorsa settimana. Nella sua costruttiva sinteticità, lo scritto del Presidente raccoglie e sostiene delle forti e reali problematiche.
L'INDIGNAZIONE della base per chi non rispetta le regole e mina la credibilità e la gestione sociale.
La DIGNITA' di uno sport che ha contribuito a scrivere la storia del nostro Paese.
La LOTTA del vivere quotidiano del Movimento ciclistico per gli esiqui investimenti in strade idonee, percorsi e circuiti protetti che colloca l'Italia in fondo alla classifica tra i Paesi Europei.
Caro Davide, sig. Presidente... TIENI DURO... Angelo Gentilini....

L'INTERVENTO. Le vere vittime del doping.

Caro Direttore,
in questi ultimi giorni il ciclismo ha di nuovo riempito le pagine dei
giornali per motivi che non riguardano lo sport, l’accento è caduto sul mondo delle due ruote, sulle sue responsabilità, su chi può aver aiutato l'atleta Modenese, sulla possibile violazione della sua privacy.
Dubbi legittimi per chi legge, e problemi da rimandare alle autorità
competenti.
Quello che credo è che, ancora una volta, si dimenticano le vere vittime di queste situazioni. Mi riferisco a tutti quei volontari che operano all'interno delle società di base. Vorrei dare voce a queste figure, fondamentali, per la vita del ciclismo. Questi veri e propri "campioni del ciclismo" operano, quotidianamente, a stretto contatto con genitori, piccoli sponsor locali, educatori, per mettere i ragazzini nelle condizioni ideali di fare il loro sport preferito. Voglio dare "voce" alla
indignazione di chi opera all'interno del ciclismo vero, sano, quello delle piccole società.
Mi auguro che questi "campioni del ciclismo", non perdano la voglia di mettere il loro tempo a disposizione di quelle migliaia di ragazzini che vedono nella bicicletta il loro strumento di felicità. Voglio dare “voce” ai problemi quotidiani di questi volontari, quando, per esempio, si devono
relazionare a piccoli sponsor che vivono con difficoltà queste particolari situazioni.
A livello professionistico i grandi manager riescono sempre, o quasi, a trovare aziende che veicolano il loro marchio attraverso il ciclismo, ma il nostro mondo, il nostro ciclismo poggia sugli sponsor di “paese”, quelli dei 2/300 Euro. Senza questi, le società di base non esisterebbero.
Questi" campioni" non solo devono avere grandi doti comunicative quando devono rispondere alle domande di genitori "impauriti" dalle notizie del doping ma devono affrontare, anche, il problema della sicurezza. Questi nostri "campioni" devono ogni giorno scoprire strade idonee agli allenamenti e intavolare un dialogo con le amministrazioni comunali per la costruzione
di circuiti protetti, in particolare per i più giovani. La nostra Regione deve dire GRAZIE a tutte queste società, alle loro attività, al loro tempo ma soprattutto alla loro dignità sportiva.
Il ciclismo non è doping, non è inganno: è una storia di autentici valori da preservare.
Davide Balboni - Presidente Comitato Regionale Emilia Romagna

14 febbraio 2011

LO STATO AIUTA A DELOCALIZZARE

La vicenda dell’OMSA, storica azienda faentina, chiusa dal Gruppo Golden Lady per delocalizzare l’attività in Serbia, mi ha stimolato ad evidenziare un paradosso italiano. Sull’operato della Sace, Cesare Damiano ex Ministro del Lavoro, ex Cgil, Deputato Pd, ha già scritto un articolo sull’Unità del 9 gennaio '11. In Italia le Imprese sono istituzionalmente assicurate dalla Sace, società controllata dal Ministero dell’Economia, dai rischi politici, commerciali, vendite a credito, investimenti e commesse in operazioni all’estero. Per legge le Imprese tutelate, oltre 200.000, devono garantire di mantenere in Italia le attività di ricerca, sviluppo, commerciali e una consistente fetta occupazionale. Il problema è che il controllo di tale presupposto è affidato ad una dichiarazione delle Imprese interessate. Nella realtà si verifica che la Sace tutela i rischi delle operazioni e si disinteressa delle eventuali cadute occupazionali. Lo Stato sostiene la Cassa Integrazione e allo stesso tempo assicura alla stessa Impresa la delocalizzazione. I casi più significativi sono la Fiat, quando ha delocalizzato in Serbia, India, Brasile, facendo ricorso alla Cassa Integrazione a Pomigliano e a Mirafiori e ha chiuso Termini Imerese. Casi simili sono la Bialetti e la Brembo, ed altri numericamente meno significativi. Questa è un’altra ANOMALIA tutta italiana e solo italiana. Negli altri Paesi Europei e negli Stati Uniti, le agenzie che operano in questa direzione sono tenute a rendere conto ai Governi di riferimento, sui rischi occupazionali che si possono verificare grazie ad interventi di garanzia alle Imprese, sostenuti con l’utilizzo di risorse pubbliche, perciò anche dei Lavoratori e Cittadini. I parlamentari del Pd hanno avanzato un’interpellanza ai Ministri dell’Economia e dello Sviluppo, perché, come dice Damiano, pur riconoscendo l’importanza del processo di internazionalizzazione del nostro sistema industriale, va assicurata l’attività manifatturiera, valorizzando la qualità e l’occupazione. In sintesi: è chiaro che in Italia vi è un sistema di controlli e tutele che non funziona, o è ad uso ed abuso delle lobby economiche-industriali. Non è possibile favorire le delocalizzazioni e la chiusura delle Aziende con i soldi e le risorse PUBBLICHE…
Lo sviluppo mondiale di un’Impresa deve essere garantito all’interno di un sistema di equilibri, pesi e contrappesi economici, ma anche ETICI…SOCIALI…OCCUPAZIONALI.

10 febbraio 2011

IMOLA: Considerazioni sul Testamento Biologico

Era sicuramente scontato che l'approvazione dell'ordine del giorno per l'introduzione del registro del testamento biologico (tecnicamente DAT - dichiarazione anticipata di trattamento) avrebbe favorito una discussione pubblica.
Avendo letto in questi giorni sulla stampa locale varie posizioni, peraltro contro, a parere di chi scrive, questo giusto passo nella direzione dei diritti civili e delle libertà individuali, vorrei rappresentare la mia posizione a favore del testamento biologico.
Anzitutto avere istituito a Imola un registro pubblico ha la finalità di semplificare al Cittadino il deposito e quindi di eliminarne qualsiasi costo, visto che chiunque avesse voluto depositare la sua DAT, avrebbe potuto farlo sin dal 2004 anche a Imola, ricorrendo ad un notaio oppure ad una delle Fondazioni attive in tal senso.
Inoltre credo che il registro offra lo stimolo ad approvare una doverosa legge nazionale in materia visto che ancora non esiste e che il decreto Calabrò in discussione peggiorerebbe la situazione attuale.
Ma soprattutto avere chiesto ed ottenuto il registro ad Imola è in linea con il rispetto della laicità dello Stato e della Costituzione Italiana; significa riconoscere che sul tema della fine della vita è giusto poter scegliere (se redigere o meno il proprio testamento biologico) piuttosto che subire dei divieti: per questo il registro rappresenta uno strumento di buon senso e di libertà, in linea con le competenze ed i doveri di un Comune.
Quindi grazie alle oltre 400 persone che hanno firmato la richiesta del registro, e grazie al Comune di Imola che ha voluto compiere un vero passo avanti nella civiltà e nell'autodeterminazione dell'individuo.
di Stefano Pezzoli

07 febbraio 2011

LE DONNE IN PIAZZA

"Se non ora quando?"
Domenica 13 febbraio manifestazioni ed iniziative in tante città italiane.
Si è messa in moto una grande Mobilitazione Nazionale delle DONNE Italiane, contro il degrado della politica, della cultura e dei valori di riferimento. Le DONNE non sono merce di scambio e hanno sempre lottato per la difesa e il sostegno dei diritti, della libertà, della dignità e della meritocrazia, a prescindere dall’essere Donna o Uomo. Le pagine della storia sono scritte e piene di tante DONNE che hanno lottato e sono morte con onore al fianco di tanti Uomini impegnati duramente per ridare dignità al nostro Paese.
Costituzione della Repubblica Italiana, Art.3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali……”,
Art. 54: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”
Concita De Gregorio e Susanna Camusso sono tra le prime sostenitrici di questa protesta, oltre a tante altre Donne dello spettacolo, arte, cultura, sport, sindacato, politica e semplici lavoratrici e cittadine.
Si sono attivati appelli e petizioni online che hanno registrato le firme di migliaia di Uomini e Donne.
Ecco i link per partecipare e firmare:
  1. la Petizione MOBILITAZIONE NAZIONALE DONNE: CGIL o Petizione Pubblica.
  2. l'appello delle donne su l'Unità "ORA BASTA": Unità.

A IMOLA, IN PIAZZA MATTEOTTI, DALLE 10:00 ALLE 11:30

04 febbraio 2011

Lavori USURANTI e Certezza nei PAGAMENTI

Evidenzio il Decreto Legislativo sui lavori usuranti allo studio del Consiglio dei Ministri, che a breve lo presenterà ai Sindacati. Da anni si aspetta questo momento, si può dire dai tempi delle prime riforme pensionistiche. Il Decreto che potrebbe andare in vigore dal 2013, consentirebbe a quei lavoratori/trici impegnati in attività particolarmente usuranti, già riconosciuti dal Decreto Salvi del 1999, di andare in pensione 3 anni prima. Sono di interesse i lavori in galleria, nelle cave, alte temperature, lavorazioni del vetro, lavori notturni, catena di montaggio, autisti di pullman turistici, e altri. Calcoli sindacali prevedono che sono 900.000 i lavoratori coinvolti, con circa 15.000 domande per ogni anno. In attesa dell’incontro e di conoscere nel dettaglio il testo del Decreto, i Sindacati esprimano soddisfazione ed approvazione, nel particolare la Cgil commenta: “Finalmente il Governo prende atto che i lavori non sono tutti uguali“. Io credo che qualche altro Governo doveva e poteva prenderne atto e legiferare, a suo tempo. Ma siamo sempre li, da quando il lavoro è divenuto una “Centralità smarrita“, in questo Paese si sono perse tante sensibilità.
Sul versante ECONOMIA, il PD ha avanzato un’interpellanza urgente al Governo sulla certezza dei tempi di pagamento di fatture relative a forniture di beni e servizi. La media Europea è di 63 giorni, in Italia si è arrivati ad una media di 186 giorni. La UE impone il tetto di 30 giorni per rapporti tra privati ed Enti pubblici, esteso a 60 giorni nelle transazioni tra solo privati, previo accordo o iniquità. Questo problema colpisce le piccole Imprese, gli Artigiani, lavoratori a partita Iva e piccoli professionisti, che si trovano obbligati a far ricorso al credito bancario per la normale attività, anche legata alle retribuzioni dei dipendenti o collaboratori. Con tempi più brevi e certi dei pagamenti il ricorso al sostegno finanziario bancario avverrebbe solo per gli investimenti e per lo sviluppo, come ribadiscono i Deputati del PD, che hanno avanzato l’interpellanza.

02 febbraio 2011

Ruby...? Parliamo d'altro…

Da mesi le prime pagine sono per le escort, Ruby, il bunga bunga e una casa a Montecarlo. Tra la gente comune passa inosservato che questo Governo ha fatto arretrare l’Italia in tanti settori:
FAMIGLIA e MATERNITA’: si investe l’1,2% del Pil, ( media UE 2%)…
AIUTI allo SVILUPPO: Italia 0,16% del Pil, media UE 0,44% , con l’obiettivo di arrivare al 0,56% ...
SCUOLA e UNIVERSITA’: i tagli economici sono in controtendenza alla media dei laureati Italiani, che è del 19%, contro la media UE che è tra il 30/40%...
EVASIONE FISCALE: primeggiamo con il 54,5% di imponibile evaso, pari a 159 miliardi di euro, dall’inizio del 2010. La corruzione, mafia, camorra, andrangheta, sono uno status-quo consolidato, che da tempo ha alzato il tiro e sono delle potenze economiche…
TARIFFE: siamo tra i paesi Europei che pagano di più i servizi, a fronte a volte anche di scadente qualità…
LAVORO: da anni abbiamo gli stipendi più bassi, si sa. La disoccupazione giovanile è arrivata al 30% e quella femminile vicino al 50%. Nonostante si lavori meno, gli infortuni e le morti sul lavoro sono sempre una pesante costante, specie negli appalti e sub-appalti e nel lavoro nero, altro settore dove ci distinguiamo in negativo…
La CRISI: siamo l’unico Paese, in Europa, che affronta la crisi dividendo e ricattando i Lavoratori/trici, sui Diritti “anche Costituzionali”. Le disuguaglianze aumentano e si è perso il principio che la garanzia dei valori e diritti individuali, passa attraverso la difesa e il sostegno dei valori e diritti collettivi…
INFORMAZIONE: il giornalismo padronale è un elemento forte del nostro sistema, inoltre chi vuol fare bene il giornalista è soggetto ad attacchi anti/Costituzionali…
MAGISTRATURA: è vero che i tempi dei processi sono lunghi, ma solo in Italia esiste un Presidente del Consiglio e dei Ministri che quando sono indagati, per vari reati, delegittimano i Magistrati. Ok fino alla condanna Noi siamo garantisti, ma esiste un’etica e una morale di responsabilità Politica che è andata a farsi friggere…
SICUREZZA: causa i tagli economici la Polizia e i Carabinieri faticano. E dire che la sicurezza era un cavallo di battaglia della destra alle ultime elezioni…
ENERGIE RINNOVABILI: è sempre l’Italia tra i 5 Paesi che nel 2020 non rispetterà i parametri comunitari. Germania, Inghilterra, Francia, investono molto di più. Proprio in questo periodo, Sarkozy ha lanciato un progetto da 10 miliardi di euro, per la costruzione di 5 parchi eolici/marini. Si produrrà 3.000 Mega Watt, pari a 2 centrali nucleari…
SANITA’: la fortuna è il non ammalarsi, quando capita i tempi non sono certi. L’attività privata e/o a pagamento è in forte crescita, in barba alle tasse che paghiamo. Anche questa è Politica!!!...
FEDERALISMO: si vuol valorizzare i territori e tagliano fondi a Regioni, Provincie e Comuni, che pesano per il 12% sul bilancio dello Stato. Sul restante 88%, che sono i costi centrali, Ministeri e altro, hanno fatto ben poco. Così i cittadini più bisognosi di servizi locali sono lasciati soli dallo Stato. Si discute di una nuova addizionale Comunale che peserà sul lavoro e sulla attività d’Impresa. Salta il fondo per aiutare le famiglie, più povere, in affitto. Si inserisce l’IMU, che accorpa ex Ici e Irpef sulla seconda casa, ma come al solito gli immobili della Chiesa sono esenti. Si introduce una tassa di soggiorno turistico, di 5 euro a notte, che di sicuro non aiuta i vacanzieri proletari e fa discutere anche le Associazioni Alberghiere…
Infine la GUERRA: Costituzione della Repubblica Italiana, art.11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri Popoli e come mezzo di risoluzioni delle controversie internazionali…”. Parliamone, perché in Parlamento, anche presi da altre questioni, oramai è divenuto normale per tutti votare SI alla permanenza del nostro Paese in Afghanistan… Si potrebbe dire altro, perché ci sarebbe tanto altro da dire, ma il vero problema è che il Popolo è complice di questo modo di far politica e di queste politiche che tutelano prima i potenti, la finanza e i capitali, poi, poi, poi i CITTADINI.

01 febbraio 2011

BICI GRATIS NEI TRENI

Gli Amici della Bici di Cesena chiedono che anche in Emilia Romagna le biciclette possano viaggiare gratis sui treni regionali.
Hanno inviato la richiesta al Presidente della Regione, Vasco Errani, ricordando che tale provvedimeno è già applicativo in Puglia, Campania, Marche, Basilicata e Liguria.
Adottare questa misura è utile per promuovere una mobilità più sostenibile e per intensificare quelle sinergie, anche turistiche, date da un intreccio di opportunità tra l'uso della rete ferroviaria con appresso la bici.
La civiltà di un popolo si misura anche su queste tematiche e spero fortemente che tutta la Giunta Regionale faccia Sua e approvi tale richiesta.

Nel frattempo il Gruppo PD si è già attivato, a sostegno di questa richiesta, con una interrogazione all'Assemblea Regionale con l'intenzione di favorire una soluzione applicativa all'interno del contratto di servizio con l'Ente Ferroviario. E' giusto ricordare che tutto il materiale rotabile acquistato dalla Regione Emilia Romagna, con i treni Minuetto e Vivalto e quelli revisionati in proprietà Fer, prevede spazi adeguati per il trasporto delle biciclette.