17 febbraio 2011

La Lettera di Davide Balboni

Con conoscenza dei problemi evidenzio nel Mio blog la lettera che Davide Balboni, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana dell'Emilia Romagna, ha inviato a TuttoBiciWeb la scorsa settimana. Nella sua costruttiva sinteticità, lo scritto del Presidente raccoglie e sostiene delle forti e reali problematiche.
L'INDIGNAZIONE della base per chi non rispetta le regole e mina la credibilità e la gestione sociale.
La DIGNITA' di uno sport che ha contribuito a scrivere la storia del nostro Paese.
La LOTTA del vivere quotidiano del Movimento ciclistico per gli esiqui investimenti in strade idonee, percorsi e circuiti protetti che colloca l'Italia in fondo alla classifica tra i Paesi Europei.
Caro Davide, sig. Presidente... TIENI DURO... Angelo Gentilini....

L'INTERVENTO. Le vere vittime del doping.

Caro Direttore,
in questi ultimi giorni il ciclismo ha di nuovo riempito le pagine dei
giornali per motivi che non riguardano lo sport, l’accento è caduto sul mondo delle due ruote, sulle sue responsabilità, su chi può aver aiutato l'atleta Modenese, sulla possibile violazione della sua privacy.
Dubbi legittimi per chi legge, e problemi da rimandare alle autorità
competenti.
Quello che credo è che, ancora una volta, si dimenticano le vere vittime di queste situazioni. Mi riferisco a tutti quei volontari che operano all'interno delle società di base. Vorrei dare voce a queste figure, fondamentali, per la vita del ciclismo. Questi veri e propri "campioni del ciclismo" operano, quotidianamente, a stretto contatto con genitori, piccoli sponsor locali, educatori, per mettere i ragazzini nelle condizioni ideali di fare il loro sport preferito. Voglio dare "voce" alla
indignazione di chi opera all'interno del ciclismo vero, sano, quello delle piccole società.
Mi auguro che questi "campioni del ciclismo", non perdano la voglia di mettere il loro tempo a disposizione di quelle migliaia di ragazzini che vedono nella bicicletta il loro strumento di felicità. Voglio dare “voce” ai problemi quotidiani di questi volontari, quando, per esempio, si devono
relazionare a piccoli sponsor che vivono con difficoltà queste particolari situazioni.
A livello professionistico i grandi manager riescono sempre, o quasi, a trovare aziende che veicolano il loro marchio attraverso il ciclismo, ma il nostro mondo, il nostro ciclismo poggia sugli sponsor di “paese”, quelli dei 2/300 Euro. Senza questi, le società di base non esisterebbero.
Questi" campioni" non solo devono avere grandi doti comunicative quando devono rispondere alle domande di genitori "impauriti" dalle notizie del doping ma devono affrontare, anche, il problema della sicurezza. Questi nostri "campioni" devono ogni giorno scoprire strade idonee agli allenamenti e intavolare un dialogo con le amministrazioni comunali per la costruzione
di circuiti protetti, in particolare per i più giovani. La nostra Regione deve dire GRAZIE a tutte queste società, alle loro attività, al loro tempo ma soprattutto alla loro dignità sportiva.
Il ciclismo non è doping, non è inganno: è una storia di autentici valori da preservare.
Davide Balboni - Presidente Comitato Regionale Emilia Romagna