31 ottobre 2019

Un passo avanti per la Cogne Macchine Tessili Imola.

Nel pomeriggio di oggi 31 ottobre 2019 si è svolta l’assemblea sindacale con le lavoratrici e i lavoratori della Cogne Macchine Tessili Spa, ai quali è stato illustrato il verbale di incontro siglato ieri 30 ottobre 2019 presso la Città Metropolitana di Bologna al termine del confronto tra le parti al Tavolo di salvaguardia del patrimonio produttivo presieduto dal vice sindaco metropolitano Fausto Tinti, a cui hanno partecipato Patrik Cavina per il Comune di Imola, Manlio Nobili per Cogne Macchine Tessili Spa, Bruno Ameline per NSC Groupe, Mario Ploner per Sant'Andrea Textile Machines Srl, Massimo Montorzi per Confindustria Emilia Area Centro, Marzia Montebugnoli per Fim Area Metropolitana Bolognese, Giuseppe Rago per Uilm Uil, Mirella Collina per Cgil Imola e Stefano Moni per Fiom Cgil Imola. Oggi ai lavoratori sono stati riportati gli obiettivi che sono stati fissati, dopo un’ampia discussione, volti a salvaguardare l'attività produttiva e l'occupazione sul territorio. La società NSC Groupe riconosce l'importanza delle professionalità presenti, del prodotto e del marchio e pertanto conferma l'impegno di mettere in campo tutti gli sforzi necessari per mantenere l'attività produttiva e l'attuale quadro occupazionale nel sito imolese. In particolare la società NSC Groupe si impegna a sviluppare il filatoio “idea” attualmente in produzione, il progetto del “Fibre Spin” e a proporre attraverso la propria rete commerciale il marchio Cogne sui mercati interno e estero. Nel preliminare di acquisizione delle azioni sottoscritto dalle parti (Cogne Macchine Tessili Spa e NSC Groupe) è previsto il mantenimento per almeno 3 anni della produzione sul territorio e dei livelli occupazionali, come punto di partenza e garanzia per un rilancio a medio e lungo termine dell'azienda. Le Istituzioni valutano positivo il confronto avvenuto oggi e considerano un primo passo la presentazione delle linee del piano  di sviluppo. Ritengono altresì opportuno proseguire il confronto al tavolo una volta perfezionata la cessione per un monitoraggio dello stato di attuazione del piano industriale anche con maggiori approfondimenti rispetto a quanto presentato in data odierna. 
«Come organizzazioni sindacali siamo soddisfatti di questo primo incontro e del successivo monitoraggio che avverrà con le istituzioni, quando necessario. Prendiamo atto della situazione economica congiunturale di settore, ma anche della disponibilità a mantenere corrette relazioni sindacali e degli impegni assunti da NSC Groupe al tavolo di salvaguardia metropolitano tesi a creare le condizioni per salvaguardare l'attività e le professionalità che caratterizzano l'azienda». 
(Fim Fiom Uilm, territorio di Imola)
Angelo Gentilini, da info fiom cgil imola 

25 ottobre 2019

L' Assemblea Fiom Cgil Imola é solidale ai lavoratori e lavoratrici Cogne Imola.

L’ Assemblea generale della Fiom di Imola, alla presenza in data odierna (24 ottobre) della Segretaria nazionale e del Segretario regionale, esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici della Cogne macchine tessili spa. L'assemblea generale della Fiom di Imola, sostiene l'azione unitaria che le organizzazioni sindacali stanno avanzando, al fine di avere delle risposte e delle certezze sul mantenimento dello storico stabilimento imolese, dopo le notizie e dichiarazioni degli ultimi giorni sulla cessione d'azienda a nuova proprietà. Sono 27 i dipendenti tra lavoratrici e lavoratori, che esprimono preoccupazione e incertezza per il futuro e per la tenuta del proprio posto di lavoro. L' assemblea generale della Fiom di Imola ritiene fondamentale e necessario il percorso che si aprirà attraverso il tavolo di crisi il 30 ottobre, presso la città metropolitana di Bologna, e sosterrà qualsiasi azione di mobilitazione dei lavoratori, che rivendichi i diritti, la difesa dell'occupazione e lo sviluppo del sito di Imola.
Angelo Gentilini, da info Fiom Cgil Imola. 

20 ottobre 2019

Solidarietà e sostegno alla lotta dei lavoratori/ci Cogne Imola.

Martedì mattina lo Spi Cgil Imola sarà al presidio, dalle ore 8.30 in Piazza Gramsci di Imola, a sostegno della lotta dei lavoratori e lavoratrici Cogne Macchine Tessili Imola. Per più info: www.facebook.com/cgilimola/ www.cgilimola.it/ 
 Angelo Gentilini

16 ottobre 2019

Cà Vaina chiude e dove andremo a suonare???

Tra un mese chiuderà Cà Vaina, il centro giovanile e musicale di Imola posto in fondo al parcheggio della bocciofila, per la scadenza del periodo in deroga concessa all'attuale gestore. Il vecchio bando è scaduto da diversi mesi e il nuovo bando di gestione non è ancora uscito e diventa difficile pensare che Cà Vaina, come da programma, riaprirà a gennaio 2020. Una chiusura, tra l'altro, sbagliata a prescindere perché arriva in un periodo in cui si intensifica l' attività delle band che usano le 3 sale prove e sostengono dei concerti nel teatrino. Teatrino ben attrezzato con service audio e luci dove sono in programma anche delle serate di intrattenimento musicale ben strutturate e consolidate. Inoltre da alcuni anni è attivo anche l ' Art Rock Cafè, un punto bar ristoro che arricchisce ed è di sostegno alle tante iniziative e attività musicali, culturali, teatrali e giovanili. Poi ci sono le posizioni dei dipendenti e collaboratori che si troveranno inevitabilmente difronte a dei tempi difficili, dopo aver rilanciato con tanto impegno e competenza la “mission” di Cà Vaina, che fino ad alcuni anni fa, oltre alle sale prove, era praticamente legata alla scuola di musica moderna. Infine credo che tutti i componenti delle band dilettantistiche, giovanili e meno giovanili come la mia, siano preoccupati e dispiaciuti perché non si sa dove andremo a provare. Lungi da me l'intenzione di sollevare delle questioni politiche-partitiche, ma questo immobilismo e lungaggini istituzionali amministrative stanno creando diverse difficoltà e non va per niente bene, anche perché se non si è in grado di risolvere delle problematiche cicliche e semplici nelle procedure, non oso pensare cosa si riesca a fare per altri problemi e processi molto più complicati e gravosi.
Angelo Gentilini, dei PERDIRVI Rock Band.

15 ottobre 2019

Rivalutazione pensioni? Una presa in giro!!!

Appena 50 centesimi lordi in più al mese, che netti diventano 40. All'anno sono poco più di 6 euro per 2,5 milioni di pensionati con un reddito lordo mensile tra 1.500 e 2.000 euro.
È questo il peso della mini-rivalutazione su cui sta lavorando il governo in previsione della prossima legge di bilancio secondo i calcoli dello Spi-Cgil. "Sono cifre irrisorie - dichiara il Segretario generale del Sindacato dei pensionati Cgil Ivan Pedretti - che non avranno alcun impatto significativo sui redditi da pensione. Si tratta praticamente di mezzo caffè al mese. Messa così è una presa in giro. Al governo non abbiamo chiesto la luna perché sappiamo in che condizioni versa il paese. Ma dopo anni di tagli alle pensioni quello che ci propongono è offensivo e non risolve i problemi. Il governo si ravveda e non penalizzi ancora i pensionati italiani. Se non lo facesse le ragioni della manifestazione nazionale indetta unitariamente per il prossimo 16 novembre a Roma non sono solo confermate ma rafforzate".
Angelo Gentilini, da info www.spi.cgil.it  // facebook.com/SindacatoPensionatiCGIL 

Questa era la cultura di sinistra sulla Pace e sul futuro dei Popoli.


Dal libro, “La Solitudine di Berlinguer”, di Adriano Guerra, evidenzio un due passaggi sui dei problemi come la fame, ambiente, aree arretrate, PACE e SPESE MILITARI:  
Dicembre 1974, Assemblea Comitato Centrale del PCI, in preparazione del 14° Congresso.
“Non ci si può illudere di costruire un assetto mondiale giusto e duraturo, senza una lotta contro l’Imperialismo, per colpirlo nelle sue posizioni di forza e nella sua logica. La prospettiva non può essere però quella di affidare la soluzione dei problemi del futuro dell’umanità all’esito di uno scontro frontale tra le forze Rivoluzionarie e l’Imperialismo. Problemi come quelli della fame, dell’ambiente, della popolazione, delle aree arretrate, sono così immani e pressanti da esigere, per poter essere avviati a soluzione, da un lato, una politica di pace e di riduzioni delle spese militari, e dall’altro lato, una cooperazione e in qualche modo e in misura crescente, un coordinamento, una programmazione e forme diverse di integrazione anche tra Stati a regime sociale diverso".
1975, 14° Congresso del PCI: “Rendere realistica l’ipotesi di un Governo Mondiale espressione del consenso e del libero concorso di tutti i Paesi”. (Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano)
Angelo Gentilini

14 ottobre 2019

C'è chi "STOP" la vendita di armi alla Turchia, e chi continua!!!

Si allunga di giorno in giorno la lista dei paesi europei che hanno disposto lo stop alla vendita di armi al regime di Erdogan. Tra questi, ad oggi, non figura l’Italia, che negli ultimi quattro anni, secondo le elaborazioni della Rete Italiana per il Disarmo, ha esportato armi da guerra verso la Turchia per un valore di oltre 800 milioni di euro (circa 320 milioni nel solo 2018). La Turchia è il terzo paese al mondo, dopo Qatar e Pakistan, verso cui l' Italia esporta armi e materiale da guerra, come emerge dall' ultima relazione del Parlamento sulle autorizzazioni delle operazioni in uscita e in entrata di materiale bellico. Nel rispetto della legge 185 del 1990, e della Costituzione, l' Italia non sarebbe autorizzata a continuare le forniture di armamenti ai Paesi in stato di conflitto armato.
Al momento il segretario del PD, Nicola Zingaretti ha affermato che il governo italiano deve valutare subito la sospensione delle esportazione delle armi verso la Turchia. Mentre Luigi Di Maio ha detto che oggi al consiglio UE dei ministri degli Esteri chiederà, come governo, che tutta l ' UE blocchi la vendita di armi alla Turchia, ma il governo italiano non ha ancora deciso.
Francia: a seguito della scelta della Germania, anche il governo francese ha deciso di sospendere con effetto immediato ogni progetto di esportazione di armi e materiale da guerra verso la Turchia.
Germania: venerdì 11 ottobre la Germania ha annunciato il blocco della vendita di armi alla Turchia. La decisione è stata annunciata dal ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.
Paesi Bassi: Il vicepremier olandese Hugo de Jonge ha annunciato venerdì 11 ottobre che i Paesi Bassi hanno deciso di sospendere le esportazioni di armi verso la Turchia finché proseguiranno gli attacchi di Erdogan nel nord della Siria.
Svezia: La ministra degli Esteri svedese Ann Linde, ha annunciato l’intenzione di proporre al parlamento un  embargo alle armi alla Turchia. “I curdi pagheranno un prezzo elevato, invece dovremmo ringraziarli per il loro contributo alla lotta contro lo Stato Islamico”.
Danimarca: Anche la Danimarca ha deciso di sospendere la fornitura di armi verso Ankara. Copenaghen, inoltre, è determinata ad impegnare tutti i paesi dell’Unione europea a prendere questa posizione, in modo compatto.
Norvegia: La ministra degli Affari esteri norvegese Ine Eriksen Soreide ha annunciato la sospensione di tutte le nuove esportazioni di armamenti verso Ankara già il 10 ottobre, all’indomani quindi dell’inizio dell’offensiva turca contro i curdi nel nord della Siria.
Finlandia: La Finlandia è stato il primo paese a dichiarare l’impegno per fermare l’esportazione di armi. A dare l’annuncio, il 9 ottobre, è stato il ministro della Difesa finlandese Antti Kaikkonen.
Angelo Gentilini

13 ottobre 2019

Spi Cgil Imola ha recuperato 20mila euro spettanti ai pensionati.

All’inizio del 2019 lo Spi Cgil di Imola ha avviato la campagna “Diritti inespressi”, per rilevare importi o integrazioni della pensione che l’Inps corrisponde ai pensionati solo su apposita richiesta. Questo perché, da quando l’Inps non invia più a casa dei pensionati i prospetti annuali con gli importi della pensione (mod. ObisM), in tanti non conoscono più i dettagli della pensione percepita. La maggioranza dei pensionati, infatti, in particolare i più anziani, non ha modo di accedere al sito Inps con il computer. Si verifica di frequente che vi siano somme, a volte considerevoli, a cui i pensionati hanno diritto, ma non ne usufruiscono, non essendone a conoscenza. Lo Spi, constatando la situazione e facendosene carico, ha avviato questa campagna in forma sperimentale in due leghe cittadine (Imola centro – Pontevecchio e Marconi-Zolino). I pensionati iscritti con le pensioni più basse (entro i mille euro) sono stati contattati e invitati in sede per le dovute verifiche. Verifiche che hanno evidenziato come in molti casi i pensionati avevano diritto a ricevere dall’Inps degli importi aggiuntivi, ad esempio quote di quattordicesima, integrazioni al minimo, assegni e maggiorazioni sociali, bonus annuali, assegni al nucleo familiare, supplementi di pensione. L’esito di questa attività, svolta dai volontari del sindacato pensionati in collaborazione con il patronato Inca Cgil, ha dato fino ad oggi ottimi risultati: sui circa 200 pensionati controllati e gli 86 appuntamenti fissati, per circa il 30% sono state attivate pratiche, tramite il patronato Inca, per richiedere il riconoscimento dei diritti mancanti sulle pensioni percepite. Duplice il risultato: un beneficio economico per gli interessati, circa ventimila euro complessivi, e la tutela degli iscritti al sindacato. Visto che la sperimentazione ha dato un risultato così positivo, la direzione dello Spi territoriale ha deciso di estendere il progetto anche alle altre leghe del territorio, che si attiveranno appena avranno formato adeguatamente i volontari disponibili, con l’obiettivo di effettuare su tutto il territorio la ricerca sistematica dei diritti non riconosciuti, per tutelare gli anziani più fragili e senza lasciare indietro nessuno.

Angelo Gentilini, da info Spi Cgil www.cgilimola.it 

11 ottobre 2019

*PRESIDIO* contro la guerra ai Curdi domani ad Imola.

Il Comitato Pace e diritti del circondario imolese aderisce alla giornata mondiale di protesta contro l’attacco turco nel nord della Siria di cui è vittima il popolo curdo, per chiedere l’immediata cessazione dell’aggressione militare e invita pertanto a prendere parte al presidio che si terrà domani, sabato 12 ottobre, alle ore 10.30 in piazza Caduti della Libertà a Imola.

La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia devono pretendere che cessino subito i bombardamenti e si fermi l’avanzata dell’esercito turco nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, il cui esercito di resistenza, formato da donne e uomini, per anni si è battuto, sacrificando molte vite, contro l’avanzata dei terroristi dell’Isis, per difendere la democrazia, i diritti umani e l’uguaglianza delle donne nella società. Non possiamo permettere che vengano annientati dall’esercito turco, ma dobbiamo mobilitarci per chiedere che sia garantito il diritto all’esistenza e all’autodeterminazione attraverso un accordo che sancisca il riconoscimento e l’indipendenza dei territori curdi.
**Non restiamo indifferenti**
Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it // facebook.com/cgilimola 

10 ottobre 2019

Fermate la guerra contro i curdi.

“Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili”.
È quanto si legge in una lettera inviata da Arci, Anpi, Cgil e Legambiente al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio, alla presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, all’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, al presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
“A seguito delle improvvide dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che annunciavano il ritiro delle truppe americane da quei territori, anche se oggi smentiteil presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale. L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue. La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori. La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e la serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti. Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica affinché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio siriano abitato storicamente dalla popolazione curda; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale; si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti; si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Angelo Gentilini, da info rassegna.it/siria-lappello // www.facebook.com/anpinaz  

08 ottobre 2019

Domani saremo a Milano per chiedere: "Dalle parole ai fatti".

Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un'Assemblea nazionale dei delegati dal titolo 'Dalle parole ai fatti'. Domani, 9 ottobre, novemila lavoratori e pensionati riempiranno il Forum di Assago (Milano) per discutere di lavoro, ambiente, giovani, fisco e pensioni. Appuntamento alle ore 9.30. E’ un’iniziativa che dà seguito al percorso iniziato lo scorso gennaio con la definizione della piattaforma unitaria e proseguito con le mobilitazioni dei mesi scorsi. Interverranno anche i segretari generali delle tre Confederazioni Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
Clicca il link per più info: gli-appuntamenti-dal-7-al-13-ottobre 
Angelo Gentilini, da info www.rassegna.it 

05 ottobre 2019

Cogne Imola... un durissimo colpo al cuore e alla memoria!!!

Un accordo che per me è un durissimo colpo al cuore e mi rinnova tutta una vita passata in questa storica, importante e gloriosa azienda imolese che un tempo vantava oltre 1.050 dipendenti diretti, oltre gli indiretti che lavoravano stabilmente dentro all' azienda e un indotto produttivo di notevoli dimensioni. Insomma eravamo leader nel mondo nella progettazione, produzione e commercializzazione delle macchine tessili per la lana, cotone e negli ultimi anni buoni anche fibre sintetiche. Un' azienda che è stata anche per diversi decenni il faro e il traino del Movimento Operaio Imolese e Regionale con tante lotte e conquiste sindacali che hanno poi portato diritti e benefici a tutti i lavoratori e lavoratrici.
Poi la privatizzazione inizi anni 90. La prima azienda pubblica/Eni in Italia privatizzata, anzi svenduta. Privatizzazione che ha reso sempre più difficile la continuità operativa, perché è quello che succede quando si pensa di più alla parte finanziaria e i lavoratori e lavoratrici sono solo merce di scambio. Noi dipendenti, tutti insieme, abbiamo sempre lottato per il nostro lavoro e sostenuto che la Cognetex - Cogne Macchine Tessili Imola era un patrimonio della nostra città e che doveva restare attiva nella nostra città, ma negli ultimi decenni, a parte alcuni Sindaci e varie personalità locali, non abbiamo mai trovato nel territorio imolese, al momento giusto, l'auspicabile sostegno e difatti la Cognetex era finita in mani novaresi e francesi che piano, piano, l'anno spolpata e fortemente impoverita. A seguito di un percorso fatto di durissime lotte, come  riporta l' odierno comunicato sindacale di Fim, Fiom e Uilm, che condivido, 5 anni fa si arrivò a riportare l'azienda in mani locali, ma purtroppo per vari motivi, di cui non sono a diretta conoscenza, ora l'azienda ritorna nelle stesse e precedenti mani francesi. Difficile pensare che ora siano improvvisamente interessati al mantenimento del sito produttivo imolese, perché il recente e partecipato passato ci insegna il contrario. Io credo che ci sia un forte interesse per un importante marchio meccano-tessile mondiale, per tutta l'attività di ricambi data dal forte parco macchine Cognetex che tutt'ora in ogni parte del mondo sta ancora producendo filo di alta qualità, per l'ultimo filatoio sviluppato ad Imola che ha ottenuto un importante riconoscimento e premio europeo e per eliminare dal mercato un prestigioso marchio concorrente controllandolo direttamente.
Infine le altre nazioni europee da diversi anni vengono a fare la spesa in Italia portando a casa loro delle importanti aziende, perché nel mondo economico globalizzato c'è una grande lotta industriale sui brevetti, sui prodotti e sul lavoro manifatturiero metalmeccanico, che ancor oggi nella trasformazione e produzione dei prodotti è quello che crea il più alto "valore aggiunto economico". Bene... credo che il distretto industriale della Città di Imola non sapendo cogliere pienamente, dagli anni 90, il valore aggiunto di cui erano portatrici le macchine tessili Cognetex abbia perso un grande patrimonio, non solo storico culturale, ma anche tecnologico, produttivo, occupazionale. Oltre ad uno stabilimento industriale di vaste dimensioni e ben strutturato nei vari servizi, con allegato un contorno di terreni che erano e sono ancora molto appetibili essendo proprio vicino all' uscita del casello autostradale, vedasi gli ultimi insediamenti commerciali.
Angelo Gentilini (ex dipendente e Rsu Cognetex)

02 ottobre 2019

A Roma, polizia contro lavoratori e pacifici manifestanti.


Fatto gravissimo avvenuto ieri sera a Roma davanti alla sede di Roma Metropolitane dove la Polizia ha forzato il presidio pacifico dei lavoratori che si battevano contro la liquidazione della societa', ferendone alcuni e con loro dirigenti sindacali e esponenti politici cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Cgil insieme a Cisl e Uil chiedono al Viminale e al questore di Roma di spiegare quanto è accaduto. Quello che è stato fatto dalle forze dell’ordine è intollerabile. Episodi come quello di ieri sera non possono essere più tollerati. E’ necessario fare la massima chiarezza su quanto è successo e individuare le responsabilità.
1 ottobre, ore 22.30 ➡️ Aggiornamento: la ministra Lamorgese ha chiesto al capo della Polizia Gabrielli chiarimenti sull’accaduto. Cgil Cisl Uil Roma e Lazio hanno convocato per domani alle 17.00 un presidio democratico in Campidoglio. “Non si puo' rispondere con la violenza alla legittima preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici di perdere il loro posto di lavoro” hanno commentato.
Per vedere foto e video dell'accaduto: www.dire.it/roma-metropolitane 
Angelo Gentilini, da www.facebook.com/CGIL /// www.dire.it/roma 

01 ottobre 2019

1° ottobre 1906 si costituì la Confederazione Generale del Lavoro.


Il 1° ottobre del 1906 nei locali della Camera del Lavoro, al termine del Congresso delle organizzazioni di Resistenza, i cinquecento delegati presenti in rappresentanza di oltre duecentomila iscritti decidevano a maggioranza, con il voto contrario dei delegati rivoluzionari – che avrebbero poi abbandonato il congresso – di “costituire in Italia la Confederazione Generale del Lavoro”, affidandole la “direzione generale assoluta del movimento proletario, industriale e contadino al di sopra di qualsiasi distinzione politica” (Guglielmo Epifani, www.strisciarossa.it )

Questo numero di Lavoro è dedicato alla celebrazione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Confederazione generale del lavoro, della quale la nostra Cgil rappresenta la continuità storica. La costituzione della Cgl (così nel testo originale), nel lontano ottobre del 1906, fu salutata dalla parte più avanzata della classe operaia come una grande conquista”. 
(Giuseppe Di Vittorio, www.strisciarossa.it )

La Confederazione generale del lavoro (CGdL) nasce al primo Congresso di Milano del 29 settembre – 1° ottobre 1906: cinquecento delegati, in rappresentanza di 700 leghe per un totale di 250 mila iscritti ne proclamano la costituzione. I partecipanti ai lavori sono riuniti nella grande sala di via Crocifisso, oggi distrutta, sotto la scritta dal palco “Operai di tutto il mondo unitevi!” Tra le 200 persone presenti, nella foto si riconoscono tre figure femminili: Ines Oddone Bitelli di Gallarate e Ida Persano della Federazione arti tessili di Torino, e Argentina Bonetti Altobelli, fondatrice della Federazione nazionale lavoratori dell terra e membro del Consiglio direttivo della CGdL fin dalla fondazione.

Il primo Segretario generale fu il riformista Rinaldo Rigola, già in precedenza a capo del Segretariato Centrale della Resistenza, la struttura costituita nel 1902 con l’obiettivo di trovare la sintesi politica tra le spinte radicali dei rivoluzionari, che guidavano gran parte delle Camere del Lavoro, e le posizioni moderate dei riformisti, a capo delle principali Federazioni di mestiere e industriali.
Angelo Gentilini, da info old.cgil.it/CGIL/Storia // www.strisciarossa.it