15 dicembre 2011

Peggiorate le condizioni di lavoro e limitate le libertà sindacali

Evidenzio la dichiarazione ufficiale di Maurizio Landini perchè la vicenda e il ricatto Fiat-Marchionne è emblematico e paradossale.
La Fiom-Cgil è il sindacato con più iscritti alla Fiat e a livello nazionale l'insieme degli iscritti della Fim-Cisl e Uilm-Uil non raggiungono quelli della sola Fiom-Cgil. Come si fa ad annullare a fronte di due danari e ad un incerto futuro, tutti gli accordi e le conquiste fatte tra l'altro unitariamente nel corso degli anni. Sfido tutti a ricercare nella storia del nostro Paese se un sindacalista della Fiom-Cgil ha operato e contrattato , operando a doc, per escludere un altro sindacato e tanto altro. In queta pagina dolorosa è chiaro che la politica mostra tutta la sua pochezza e difficoltà, anzi ricordo benissimo tutti i sostenitori di Marchionne di destra e di "sinistra".
Io credo che ci si debba interrogare ed iniziare a raccontarla giusta ai lavoratori/trici e credo anche che i nostri vecchi avrebbero tanto da dire sull'operato di certe parti sociali e politiche.

A. G.

Fiat. Landini (Fiom): "Peggiorate le condizioni di lavoro e limitate le libertà sindacali. Il Governo non può stare a guardare"
Il Segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, ha rilasciato ieri la seguente dichiarazione. “L'accordo firmato oggi a Torino con la Fiat peggiora le condizioni di lavoro e limita le libertà sindacali per i lavoratori del Gruppo.”
“Quell'intesa, che di fatto estende l'accordo di Pomigliano agli 86 mila lavoratori del Gruppo, rappresenta un attacco ai diritti, alle libertà e alla democrazia perché sancisce la cancellazione del Contratto nazionale, senza aver ricevuto alcun mandato dai lavoratori.”
“Inoltre, Fim e Uilm hanno ceduto al ricatto della Fiat, accettando di ridursi a ruolo di sindacato aziendale e corporativo, abdicando così alla loro storia di sindacati confederali.”
“Pensiamo che il Governo non possa stare a guardare perché l'accordo separato non dice nulla degli investimenti nel più grande gruppo industriale del nostro Paese e perché mette in discussione le libertà sindacali garantite dalla Costituzione.”