Tagli al Fondo Patronati - Inca e Cgil avviano la campagna di protesta
Per il secondo anno consecutivo, il governo vuole ridurre il Fondo Patronati. In barba al milione di firme raccolte con la petizione promossa lo scorso anno da Acli, Inas, Inca e Ital contro lo smantellamento del diritto alla gratuità della tutela previdenziale e socio assistenziale di questi istituti, la legge di Stabilità 2016 ripropone una diminuzione di 48 milioni di euro per ciascun anno del prossimo triennio che, sommati ai 35 milioni di euro definiti dalla scorsa finanziaria e ad altri 35 che andrebbero a incidere sull'attività già svolta, raggiungono la cifra di 284 milioni di euro, pari a quasi il 70 per cento del fondo complessivo di un anno destinato a questi istituti. “Una sberla – commenta Morena Piccinini - che si aggiunge alla beffa di una promessa di riforma per la riorganizzazione del sistema dei patronati, della quale ancora non c’è traccia.”
“Abbiamo accettato il sacrificio che ci è stato imposto nello scorso anno – aggiunge la Presidente del patronato della Cgil -, pur consapevoli delle conseguenze che ci sarebbero state sia sul piano organizzativo sia su quello delle risorse della rete dei Patronati, nella convinzione che la promessa riforma avrebbe valorizzato il ruolo e ampliato l’attività di tutela svolta da questi istituti”.
I nuovi tagli proposti nella legge di Stabilità non fanno che aggravare la situazione esponendo gli istituti di patronato a una cura che impedirà, se sarà approvata dal parlamento, non soltanto di investire nelle nuove attività, ma anche di mantenere quelle correnti ed istituzionali, legate alla tutela che siamo tenuti a garantire per legge.
In una lettera inviata alle Commissioni Bilancio, Finanze e Lavoro del Senato, i Patronati del Ce.Pa. (Acli, Inas, Inca e Ital) lamentano il fatto che dopo la passata manovra si pensava che “la discussione così ampia e diffusa e la relativa decisione del Parlamento dovessero valere definitivamente, senza ulteriori sacrifici”. Siamo invece di fronte ad un taglio che non esitiamo a definire inspiegabile ed intollerabile”.
“Lo stesso Servizio tecnico di Camera e Senato – ricordano i Patronati del Ce.Pa.-, nel dossier della legge di Stabilità, in data 2 novembre scorso, sottolinea come nella discussione parlamentare della norma in esame “andrebbe comunque attentamente ponderata la effettiva praticabilità di ulteriori riduzioni degli stanziamenti” per i patronati “alla luce dei ripetuti interventi già operati in precedenza sul medesimo stanziamento”.
Secondo l’Inca, i tagli previsti nel testo della legge di Stabilità appaiono, pertanto, come l'espressione di un accanimento non soltanto contro le migliaia di operatrici e di operatori di Patronato che, nonostante tutto, hanno continuato e continuano ad assicurare la stessa qualità di assistenza gratuita ai disoccupati, ai giovani, ai pensionati e, più in generale, alle lavoratrici e ai lavoratori di questo paese. Ma soprattutto contro gli stessi cittadini che saranno costretti a pagare i servizi previdenziali e socio assistenziali, o peggio ancora, a rivolgersi ai privati, senza alcuna garanzia per le loro richieste.
L’Inca non ci sta e, insieme alla Cgil, nel lanciare un appello al Parlamento affinché eserciti la pressione necessaria per ottenere la soppressione dell'emendamento, annuncia una campagna di mobilitazione nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sottolineando come le conseguenze di questi interventi ricadranno sul cittadino, soprattutto quello maggiormente bisognoso di tutela, che non potrà più contare sulla gratuità dell’assistenza previdenziale e socio assistenziale assicurata dai Patronati.
(06/11/2015, ore 11.30, http://www.inca.it/)
Angelo Gentilini, da info Inca Cgil Nazionale.