L'intervista con un grande campione: Ivan Ravaioli, da gregario di Pantani al mondo delle bici a Scatto Fisso: un’intervista per capire meglio questo nuovo movimento ciclistico, i suoi protagonisti, le emozioni di chi corre senza freni. Il 2 giugno andrà in scena a Predazzo la prima gara a Scatto Fisso targata Marcialonga. Le bici senza freni si sfideranno lungo un percorso di 1000 metri in cui non mancheranno curve a gomito, tornanti, tratti in pavè e rettilinei da togliere il fiato. Le gare a Scatto Fisso sono una disciplina ancora poco conosciuta nel panorama ciclistico italiano e, per dare lustro a questa gara, sarà al via di Predazzo anche il più famoso ciclista Fixed italiano, Ivan Ravaioli. Classe 1980, ex professionista della Mercatone Uno, ha fatto da gregario a Pantani al Giro d’Italia 2003. La seconda vita nel mondo del ciclismo Ivan la sta vivendo da quando si dedica alle gare a scatto fisso: nel 2015 ha vinto la classifica finale del circuito Red Hook Criterium, il campionato internazionale articolato nelle quattro tappe di Brooklyn, Barcellona, Londra e Milano. Attualmente corre per il team Cinelli Chrome.
Ivan, come ti sei avvicinato al mondo delle bici a scatto fisso?
- Grazie all'amico Omar Presti, che mi ha chiamato per partecipare ad una gara fixed organizzata da lui stesso a Moriago della Battaglia (TV).
Com’è percepito nel mondo del ciclismo il settore di gare Scatto Fisso?
- Come una bella novità, molto spettacolare, divertente e anche un po' pericolosa.
Quali doti sono richieste a chi corre con le fixed? - Abilità di guida, coraggio, ma anche una buona condizione, visto le medie delle gare (giri di qualifica a 50km/h di media e gare da 30 km a 45 km/h di media)
Chi sono i protagonisti di queste gare?
- All'inizio erano i messenger americani, poi, quando la Red Hook è arrivata in Europa, ha incominciato a parteciparvi anche qualche cicloamatore. Ma negli ultimi anni il livello è cresciuto tantissimo, grazie anche all'arrivo di dilettanti e professionisti in attività.
Il movimento delle Scatto Fisso sta crescendo in maniera importante: che margini di crescita ci sono?
- Secondo me ci sono ancora margini di crescita. Il giorno in cui una televisione trasmetterà in diretta una tappa del Red Hook e gli sponsor decideranno di investire pesantemente sarà il definitivo salto di qualità.
La nascita di nuovi campionati dedicati alle fixed è una nuova opportunità o un ostacolo a chi è abituato a correre senza troppi vincoli e regole?- La nascita di nuove gare e nuovi campionati è sicuramente una cosa buona, perché dà modo ai ciclisti di confrontarsi molto più spesso di quanto accadeva fino a 3-4 anni fa.
Sappiamo che gli appassionati di scatto fisso sono dei veri cultori della bicicletta e delle sue componenti. Che importanza ha il mezzo?- Avere un mezzo molto performante e sicuro è fondamentale. Non dimentichiamo che viviamo spesso sul filo dei 60km/h e NON abbiamo i freni.
Quale consiglio per chi si avvicina a questo mondo?
- Consiglio di provare almeno una volta una di queste gare. Sono semplicemente meravigliose.
Chi assiste ad una gara a scatto fisso rimane stupito dalle traiettorie al limite, dalla velocità e dai concorrenti, giudicati spesso spericolati. Da concorrente, cosa si prova durante una gara?- Da concorrente, forse, è meno pericoloso che da spettatore. Durante quei 40 minuti di gara sei completamente concentrato sulla gara e su quello che devi fare. Poi, una volta terminata la gara, pensando a mente fredda, ti accorgi che qualche rischio te lo sei preso. Ma l'importante è che non succeda nulla di grave.
Angelo Gentilini, da info www.marcialonga.it/gara-a-scatto-fisso-parliamo-con-ivan-ravaioli