Il 27 dicembre Fausto Coppi si mette a letto con febbre alta, nausea e brividi; due giorni dopo i parenti chiamano il dottor Allegri di Serravalle Scrivia, che a sua volta chiama a consulto il primario dell'ospedale di Tortona, prof. Astaldi, ma i due non riescono a fornire una diagnosi. Nel pomeriggio del 1º gennaio le condizioni del campione si aggravano ulteriormente. A Tortona giunge per un altro consulto anche il professor Fieschi, dell'Università di Genova. Coppi viene ricoverato d'urgenza prima a Novi e poi a Tortona: alle 22 del 1º gennaio perde conoscenza, alle 23 è in "pericolo di vita", all'una di notte riprende conoscenza e parla con Ettore Milano, suo storico gregario; subito dopo entra in coma. All'ammalato è praticata una cura intensa a base di antibiotici e cortisonici, ma Coppi non reagisce. Non riprende più conoscenza e muore alle 8:45 del 2 gennaio 1960, all'età di quarant'anni. I medici avevano sbagliato diagnosi, ritenendo Coppi affetto da un'influenza più grave del consueto, nonostante già a fine dicembre la moglie e il fratello di Géminiani, Angelo, avessero telefonato dalla Francia per avvertire che a Raphaël era stata diagnosticata la malaria (i medici italiani, raccontarono i congiunti di Géminiani, avevano risposto di pensare al proprio paziente che loro avrebbero provveduto a Coppi). Anche nella provetta del sangue prelevato a Coppi fu trovato il plasmodium falciparum, l'agente della malaria. Il 4 gennaio sono cinquantamila sul colle di San Biagio a seguire il funerale del "CAMPIONISSIMO".
Nella carriera da professionista, durata ventuno anni (diciotto se si considera l'interruzione a causa della Guerra) Coppi vinse complessivamente 151 corse su strada (122 esclusi i circuiti), 58 delle quali per distacco, e 83 su pista. Indossò per 31 giorni la maglia rosa del Giro d'Italia e per 19 giorni la maglia gialla del Tour de France. Al Giro vinse ventidue frazioni, al Tour nove.
Approfondisci: https://it.wikipedia.org/wiki/Fausto_Coppi
"Il ciclismo italiano perse un grandissimo personaggio e tutti noi che abbiamo fatto parte del mondo del ciclismo abbiamo sempre saputo che del "Campionissimo", anche negli anni a seguire la sua scomparsa, ci sarebbe stato ancora tanto bisogno. Ciao."
"Il ciclismo italiano perse un grandissimo personaggio e tutti noi che abbiamo fatto parte del mondo del ciclismo abbiamo sempre saputo che del "Campionissimo", anche negli anni a seguire la sua scomparsa, ci sarebbe stato ancora tanto bisogno. Ciao."
Angelo Gentilini