Il 16 ottobre 2016 è la data prevista per la consultazione dei cittadini interessati al processo di fusione dei Comuni della Valle del Santerno, in base all’art. 33 comma 2 della Costituzione, per arrivare all’approvazione della legge regionale di fusione da parte dell’Assemblea legislativa. Questo passaggio democratico permetterà ai cittadini coinvolti di esprimere un parere rispetto al futuro dei tre comuni della vallata. Come organizzazioni sindacali siamo stati d’accordo fin dal momento dell’emanazione della normativa nazionale e della Legge Regionale n. 24 del 1996, dal momento che, a causa dei continui tagli di risorse decisi dal Governo centrale, per i piccoli comuni è impossibile mantenere e creare servizi di qualità per i cittadini. Ottimizzare le spese degli amministratori, riorganizzare gli uffici, raggruppare il personale e ottenere risorse cospicue per l’avvio della fusione, dovrebbe comportare per il territorio un netto miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Sebbene siamo d’accordo sul procedimento, rimangano da sciogliere molti aspetti che gli amministratori locali e la politica non ci hanno ancora chiarito. Il dubbio principale che avanziamo è il seguente: se la maggioranza dei cittadini di un comune vota per non entrare nella fusione, che posizione assumeranno il sindaco e il Consiglio comunale di quel Comune? Dal nostro punto di vista, dal momento che si attiva un percorso democratico di consultazione, questo vuol dire che si DEVE tenere in considerazione il parere dei cittadini e, quindi, individuare soluzioni coerenti con l’esito del voto. Nell’unico incontro ufficiale tra gli amministratori del territorio e le organizzazioni sindacali confederali, abbiamo espresso le nostre opinioni rispetto al prevedere una tassazione più bassa ai cittadini e all’utilizzo delle risorse che arrivano al territorio del Comune unico: investimenti di ripristino del territorio e per implementare le attività produttive; interventi per dislocare i servizi per i cittadini nei tre territori; investimenti per l’assunzione del personale e l’organizzazione dei servizi e del lavoro. Inoltre, altro punto importante sono i Municipi con i loro presidenti. Non abbiamo ricevuto le necessarie spiegazioni in merito alla funzione che avrà questa carica. Per noi il presidente è il referente per i cittadini di quel territorio, quindi il punto di ascolto per i problemi dei cittadini e il portavoce dei problemi emersi e delle proposte per il proprio territorio in sede di confronto con il sindaco unico. Chiediamo perciò agli attuali amministratori che ci forniscano le adeguate spiegazioni e soprattutto chiariscano prima del giorno del voto tutte le perplessità dei cittadini.
Mirella Collina – Cgil Imola; Stefano Franceschelli – Cisl Area metropolitana; Giuseppe Rago – Uil Imola.
Angelo Gentilini, da info www.cgilimola.it