Angelo Gentilini, da info Cgil Emilia Romagna.
26 luglio 2018
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI HERA!
La
decisione preannunciata dal comune di Bologna di vendere le azioni
libere di Hera, contestuale alle dichiarazioni del ministro di Maio
sulla stessa Multiutily (commentando il risultato elettorale di
Imola) e le volontà espresse da altri comuni soci di Hera,
rappresentano una “tana libera tutti” per avviare un'inevitabile
processo di privatizzazione che rischia di tradursi in una perdita
del controllo e ancor più ridotta capacità di incidere nelle scelte
strategiche del gestore. Questa
operazione porterà Hera e il suo gruppo dirigente a concentrarsi sul
dare dividendi, oggi utilizzati dai comuni per la spesa sociale, ai
soggetti privati che rischiano di diventare maggioranza. A quel punto
Hera si strutturerà sempre più in azienda di forma commerciale e
finanziaria: per fare più utili si implementeranno gli appalti con
la finalità di ridurre il costo del lavoro, aumentando le
marginalità. Si cercheranno i risparmi sul costo del lavoro per
dare gli utili ai soggetti della finanza già presente nella
compagine societaria con i grandi fondi internazionali. La
decisione di chi sta scegliendo o sceglierà la vendita di azioni
contraddice nel metodo e nel merito le decisioni assunte in questa
regione. Nel
metodo in quanto viene cancellato con un colpo di spugna il sistema
di relazioni condiviso con intese e protocolli sottoscritti tra
istituzioni e parti sociali. Nel
merito perché apre la strada alla perdita di controllo pubblico nei
sistemi a rete che sono parte integrante del modello di sviluppo
condiviso con il Patto per il lavoro sottoscritto nel 2015. Per
queste semplici ragioni diciamo no alla vendita delle azioni
pubbliche di Hera. (Cgil, Fp, Filctem, Attivo Delegati Hera - Emilia Romagna)