14 luglio 2018

14 luglio 1938 e il manifesto della razza.

Pubblicato, con il titolo “Il fascismo e i problemi della razza”, su “Il Giornale d’Italia” del 14 luglio 1938, il manifesto degli scienziati razzisti anticipa di poche settimane la promulgazione della legislazione razziale (settembre-ottobre 1938). Firmato da alcuni dei principali studiosi italiani: Arturo Donaggio, neuropsichiatra; a Nicola Pende, endocrinologo; Edoardo Zavattari, zoologo; Guido Landra, antropologo; Sabato Visco, fisiologo; Lino Businco, patalogo; Lino Cipriani, antropologo; Leone Franzi, pediatra; Marcello Ricci, zoologo; Franco Savorgnan, demografo; il manifesto diviene la base ideologica e pseudoscientifica della politica razzista dell’Italia fascista. Il manifesto muove da alcune premesse: le razze umane esistono, il concetto di razza è puramente biologico, ci sono piccole e grandi razze. A questo punto i dieci “luminari” certificano che la razza italiana è pura, non contaminata dai semiti «approdati nel corso dei secoli sul sacro suolo della nostra patria» e dall’occupazione araba della Sicilia, di cui resta solo il «ricordo di qualche nome». Sarebbe «questa antica purezza di sangue il più grande titolo di nobiltà della nazione italiana» per cui «è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti». E agiscano di conseguenza, risolvendo per prima cosa il rapporto con gli ebrei che «non appartengono alla razza italiana» e rappresentano «l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché costituita da elementi razziali non europei». 
Clicca i link per approfondire: www.libereta.it/leggi-razziali 
                                                wikipedia.org/Leggi_razziali_fasciste 
                                                www.anpi.it/il-manifesto-della-razza-1938
Angelo Gentilini, da info LiberEtà Spi Cgil, Wikipedia, Anpi Storia.