
Il documento assegna dunque un ruolo fondamentale alla contrattazione, che del resto, negli anni di crisi, è stata spesso lo strumento più utile per risolvere o limitare gli effetti più perniciosi della situazione economica globale per i lavoratori e le aziende. Nel testo vengono individuate due soluzioni a seconda dei contesti di crisi: nelle imprese interessate dalla Cigs, quando sono già previsti esuberi, si propone, attraverso un accordo sindacale, la condivisione di un "piano operativo di ricollocazione" finalizzato a favorire la formazione e la ricollocazione dei lavoratori, già durante il periodo di cassa integrazione. Per le attività di formazione e di outplacement le parti hanno previsto la possibilità di operare attraverso i fondi inter-professionali.
Nelle imprese che operano in aree di crisi industriale complessa e non complessa, invece, quando esistono concrete possibilità di rilancio delle attività produttive, si propongono, oltre alla ricollocazione e alla formazione, anche alcuni correttivi alla disciplina degli ammortizzatori sociali.
Quelle licenziate da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria rappresentano una serie di proposte ambiziose che, si legge in una nota, sono state concepite, per"essere attuate nella loro interezza, "con il fine di affrontare al meglio la difficile situazione congiunturale e governare con più efficacia i processi di transizione industriale". Gli indicatori del mercato del lavoro risentono, infatti, concludono le parti, "di una situazione di debolezza: i recenti interventi legislativi di riforma degli ammortizzatori sociali hanno sensibilmente ridotto lo spazio di azione delle politiche passive del lavoro e manca ancora un assetto compiuto delle politiche attive".
Angelo Gentilini, da info www.rassegna.it
Angelo Gentilini, da info www.rassegna.it