Goccia su goccia il vaso si è riempito e a farlo traboccare è stata l'ultima goccia sulle pensioni di reversibilità. A scoprire la beffa è stato il nuovo segretario nazionale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti, quando il disegno di legge era appena arrivato alla commissione lavoro della Camera. La nuova proposta del Governo considera le prestazioni di reversibilità un'erogazione assistenziale e non più previdenziale e porterebbe l'accesso alla pensione di reversibilità legata all' Isee, con l'inevitabile diminuzione del numero di pensionati e pensionate che vedranno riconosciuto questo diritto.
"Questo non è solo profondamente ingiusto - ha commentato il segretario dello Spi Cgil - ma è tecnicamente improprio e rischia di aprire un contenzioso anche a livello giuridico. Infatti le pensioni di reversibilità sono prestazioni previdenziali legate ai contributi effettivamente versati. Trasferire queste risorse in un piano anti-povertà è come aprire una guerra tra poveri. Per dare qualcosa agli ultimi la si leva ai penultimi e così è ingiusto."
Come funziona oggi la pensione di reversibilità?
L'importo della pensione di reversibilità oggi dipende dal grado di parentela. Per esempio: al coniuge spetta il 60 per cento, al coniuge con figlio l'80 per cento, al figlio se unico superstite il 70 per cento. Ma l'importo dipende anche dal reddito di chi eredita: sotto tre volte il minimo (1505,67 euro lordi), la pensione di reversibilità viene pagata per intero. Se i redditi del superstite sono superiori a tale limite, l'importo subisce delle riduzioni: del 25 per cento nei redditi compresi tra 1505,67 e 2007,56 euro lordi; del 40 per cento per redditi tra 2007,56 e 2509,45 euro lordi; del 50 per cento per i redditi superiori a 2509,45 euro lordi.
La goccia del trabocco ha prodotto, con ferma convinzione dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, una grande manifestazione nazionale, che si terrà nella giornata di giovedi 19 maggio a Piazza del Popolo a Roma.
Angelo Gentilini, da fonte http://www.libereta.it/