Una “norma-schifezza”, così l’ha definita. Un atto d’accusa molto duro, quello che dal palco romano di piazza San Giovanni ha rivolto il segretario generale Cgil Susanna Camusso a governo e Parlamento. “Avevano paura dal voto dei cittadini, di andare nel paese e tra la gente a discutere di cosa siano la precarietà e l’incertezza quotidiana del proprio lavoro e della propria situazione” ha detto il leader sindacale. “Hanno scelto la strada degli emendamenti blindati e dei voti di fiducia” ha continuato: hanno “cambiato nome" ai voucher, ma "non la schifezza che sono”. La reintroduzione dei voucher ha mostrato l’incapacità di governo e Parlamento di “fare una battaglia a viso aperto: si sono fatti balletti infiniti, un gioco delle parti che affumicava l’aria, si sono usate furbizie per sottrarre ai cittadini il diritto di voto”. Secondo Camusso la campagna Cgil “aveva riportato al centro il lavoro, aveva indicato un’alternativa alla precarietà e alla riduzione dei diritti, e di questo hanno avuto paura”. I voucher sono tornati perché "bisognava proseguire a produrre precarietà", per poter pagare "meno" i lavoratori e "cacciarli via quando si vuole". Inoltre, si è "violato l’articolo 75 della Costituzione, delegittimando le istituzioni e le regole condivise”, si è scelta la strada sbagliata del “decreto legge, che dovrebbe invece avere unicità di materie e criteri di urgenza”, si è anche umiliato il sindacato “chiedendo all’ultimo minuto un parere su un emendamento già blindato”... Leggi tutto: www.rassegna.it/hanno-avuto-paura-del-voto-dei-cittadini
Angelo Gentilini, da www.rassegna.it