Ancora
una volta i Carabinieri scoprono un lager dove anziani inermi
venivano sottoposti a maltrattamenti sistematici, sevizie, violenze
inaudite anche di tipo sessuale. Vergogna
e sdegno, non si possono che usare queste parola di fronte
all'ennesimo caso in cui si registra questo tipo di abuso, quello
della Comunità alloggio di San Benedetto Val di Sambro. E'
inaccettabile che nella nostra regione si continuino a scoprire tanti
luoghi dell'orrore. Come
sindacati
confederali dei pensionati abbiamo sollecitato e sottoscritto con la
Regione un
importante protocollo
di
indirizzo
regionale
per
la definizione di
regolamenti
locali
sulle
Case
famiglia
e sulle strutture per anziani: il protocollo dice con chiarezza che
il tema dei controlli è assolutamente essenziale e che questi sono
affidati agli Enti Locali in collaborazione
con il dipartimento
di
sanità
pubblica. Quel
protocollo deve essere applicato con urgenza a tutti i livelli:
chiediamo alla Regione di farsi parte attiva in questo senso,
chiediamo alle Amministrazioni locali di esercitare il ruolo di
controllo, chiediamo alle strutture sindacali di porre il tema come
priorità negoziale nei confronti aperti a tutti i livelli. Vanno
superate le resistenze e una certa riottosità ad affrontare il
problema che emerge solo quando si verificano casi di cronaca nera. E'
ormai evidente che molte di queste strutture private, approfittando
di una legislazione praticamente assente sul tema, sono gestite da
persone senza scrupoli che pensano solo a far soldi, con personale
impreparato, poco remunerato, che cambia continuamente, con
situazioni logistiche non all'altezza, con assistenza del tutto
assente. Delinquenti, che se scoperti purtroppo se la cavano con poco
e sono già pronti ad aprirne un’altra perchè hanno fiutato
l’affare d’oro. L’anziano,
purtroppo, è diventato un business, non è più tollerabile in un
paese civile vedere ancora una volta immagini così strazianti e non
è nemmeno tollerabile che rappresentanti istituzionali esprimano
sdegno e si dicano sconvolti, ma non ritengano di mettere in atto
misure concrete sui rispettivi territori. Come
Spi
Fnp
Uilp
regionali,
pur
consapevoli
della necessità di definire una legge
nazionale
di contrasto a questi episodi che quindi regoli in modo chiaro e
prescrittivo le condizioni minime, logistiche e professionali, per
essere autorizzate
chiediamo
a
tutte
le
amministrazioni
locali
che sottoscrivano e diano applicazione con urgenza
al
regolamento
per contrastare il ripetersi di queste
ignobili
azioni
di
violenze
soprusi
e
sfruttamento
su
persone
anziane,
spesso
sole
senza
alcun
famigliare. Non
si può
accettare
questo
far west di strutture e siamo convinti che la portata del problema
sia sottostimata e che le persone anziane abusate e i loro familiari
non siano sempre in grado di denunciate i fatti. La
tutela delle persone anziane e dei soggetti deboli in generale, deve
riguardare la comunità nel suo complesso, dalle Istituzioni locali
all'associazionismo sociale, alle Parrocchie, alle organizzazioni
sindacali, alle famiglie, ai medici di medicina generale. Al di là
di un sistema di controlli che va strutturato e regolamentato, le
strutture che ospitano anziani al di fuori delle regole di
accreditamento e autorizzazione, devono essere luoghi aperti, nei
quali si possa accedere in una pratica di prevenzione e controllo
diffuso delle condizioni di vita delle persone. Un
atto di violenza compiuto contro una persona debole da parte di chi
ha il compito di assisterlo è un atto di violenza contro la
comunità, che offende il vivere civile e deve perciò essere
prevenuto, contrastato, perseguito con grande consapevolezza e
determinazione.
(Bologna, 22 febbraio 2019, SPI-CGIL FNP-CISL UIL-UILP Emilia Romagna; Bruno
Pizzica Loris Cavalletti Rosanna Benazzi)
Angelo Gentilini da info spi Cgil Emilia Romagna.