Negli
ultimi decenni c’è stato un aumento vertiginoso delle
disuguaglianze economiche, create "in primis" dagli abusi
del capitalismo finanziario e dalle crescenti disparità salariali
che contribuiscono a sollevare problemi sociali e poca mobilità
nella spesa corrente da parte dei ceti medio-bassi. Giustamente si
chiede ai politici di dare l’esempio abbassando gli stipendi e i
vitalizi, ma solo questo non è sufficiente per riequilibrare la
bilancia economica perché ci sono altre migliaia di cittadini che
ricoprono ruoli pubblici e privati che hanno delle retribuzioni e dei
premi da paperon de paperoni. Io credo che serva una rivisitazione
generale, obiettiva e oggettiva, compreso anche una riorganizzazione
e una non sovrapposizione dei ruoli tra pubblico e privato. In linea
con le proposte del Movimento Occupy Wall Street la forbice giusta
sulle retribuzioni sarebbe da 1 a 10.
Se consideriamo 1 uguale al minimo di 1.500 euro al mese, in un anno si arriva più o meno a 20.000 euro e in 40 anni a 800.000 mila euro. In progressione nel rispetto delle competenze e responsabilità si può arrivare al tetto massimo di 10 uguale a 15.000 euro al mese , che porta più o meno a 200.000 mila euro all’anno.
Se consideriamo 1 uguale al minimo di 1.500 euro al mese, in un anno si arriva più o meno a 20.000 euro e in 40 anni a 800.000 mila euro. In progressione nel rispetto delle competenze e responsabilità si può arrivare al tetto massimo di 10 uguale a 15.000 euro al mese , che porta più o meno a 200.000 mila euro all’anno.
Cosi facendo si
evince che in 4 anni il soggetto 10 accumula 800.000 euro, pari a
quanto accumula in 40 anni il soggetto 1. Se escludiamo il principio
dell’avidità, che sarebbe anche un peccato, a me sembrano
proporzioni molto dignitose e rispettose, anche perché vanno
considerati gli interessi finanziari che incassano i soggetti della
parte alta delle scala che hanno delle cifre in esubero da investire, a differenza e in relazione ai 20.000 euro annui del soggetto 1. Sarebbero tanti
altri i miliardi di euro da ridistribuire dalla voce "stipendi e compensi" se
si adottasse il metodo da 1, a 10. Difatti sono un paradosso insostenibile le
cifre che girano per i premi di risultato e le liquidazioni
faraoniche sempre elargite a manager e dirigenti pubblici e privati,
soldi su soldi sempre in poche tasche. Inoltre, a caduta, ci sarebbero delle pensioni più equilibrate e perciò anche dalla previdenza si recupererebbero delle risorse utili e a sostegno delle pensioni più basse. Le risorse derivanti da un
equa ripartizione della ricchezza sono indispensabili come motore per
la crescita perché aumenterebbe il potere di acquisto dei ceti
medi-bassi a sostegno della domanda interna ed inoltre si potrebbero
avere risorse aggiuntive per investire nella scuola, ricerca,
giovani, welfare, ambiente, futuro. In conclusione voglio ricordare
che il peggio della crisi, dovuto ad un riassetto strutturale
economico e produttivo mondiale, deve ancora arrivare e arriverà
quando il mondo del lavoro manifatturiero, che produce il Pil, non
sarà più sostenibile con il solo aiuto tampone degli ammortizzatori
sociali. Perciò spetta alla politica trovare la forza etica e morale per
perseguire questi obiettivi e percorsi di armonizzazione delle
risorse e della ricchezza, ma a monte spetta ai popoli e cittadini del mondo saper scegliere la parte politica giusta, ma purtroppo l'ultimo esempio delle elezioni in Brasile non mi sembra confortante.
Ho rilanciato questo pezzo che ho scritto a marzo 2013 perché è sempre molto attuale: angelogentilini.blogspot.com/2013/03/stipendi-da-1-10-per-stare-meglio-tutti
Angelo Gentilini