Colf, baby sitter, badanti. Ma anche venditori ambulanti, operai specializzati, artigiani edili. Sono questi i profili che spiccano nella top ten dei mestieri a maggior presenza di lavoratori stranieri, che dal 2008 al 2017 sono passati da 1,7 a 2,4 milioni (+41%). Nello stesso periodo, così, il peso della componente straniera sul totale degli occupati in Italia è passato dal 7,3% al 10,5 per cento, secondo le elaborazioni realizzate dalla Fondazione Moressa su dati Istat (contenute nel Rapporto 2018 sull’economia dell’immigrazione, che verrà presentato a Palazzo Chigi il prossimo 10 ottobre). Oggi, in base agli ultimi dati disponibili riferiti al 2016, il contributo al Pil degli stranieri è di oltre 130 miliardi di euro, pari al 9% della ricchezza nazionale... Senza la manodopera immigrata scomparirebbero badanti, colf, braccianti agricoli, muratori e manovali, professioni poco appetibili per i giovani italiani... Nella prospettiva di un Paese che vuole tornare a generare sviluppo, in uno scenario demografico che vedrà ancor più invecchiare la popolazione e ridurre le fasce d'età lavorative centrali, l'immigrazione va considerata un fattore strategico a sostegno dei processi di crescita. Ma questo solo a condizione di inserimento positivo dell’immigrazione all’interno di un piano di sviluppo solido e coerente del Paese, che consenta sia di tutelare gli immigrati dal rischio di sfruttamento, sia di contribuire ad alimentare un circuito virtuoso in cui lavoro crea lavoro e allarga la torta per tutti... Leggi tutto: www.ilsole24ore/ecco i lavori-che-sparirebbero-senza-immigrati
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Angelo Gentilini, da info www.ilsole24ore.com /// www.lastampa.it