"Lavoro con Garanzia giovani da 3 mesi, aspetto 1.000 euro ma non vedo ancora niente, intanto pago i mezzi pubblici per andare in ufficio". "Mi hanno presa come barista, in realtà faccio la donna delle pulizie". "Lavoro da cinque mesi e sto ancora aspettando il primo stipendio". "Mi hanno offerto un tirocinio formativo: pulire i tavoli e friggere le patatine". Tante voci sono arrivate alla nostra redazione, sulla scia dell'articolo "Storia di Giulia, vittima di Garanzia giovani".Abbiamo pubblicato la storia circa un anno fa. L'abbiamo rilanciata sui social network lo scorso 6 febbraio, considerandola sempre attuale. E' stato record di contatti: oltre 7.000 condivisioni, oltre 23.000 pagine viste nell'arco di 24 ore. La vicenda di Giulia è diventata virale, molti si sono riconosciuti e - sotto forma di commento - hanno scelto di raccontare la loro esperienza. Così si è scoperchiato un vaso di Pandora sulle tante situazioni simili: ragazzi in teoria avviati al lavoro, in realtà con paghe basse e sempre in ritardo, senza particolare formazione, con aspettative tradite e mandati via dalle aziende allo scadere della "garanzia". Garanzia giovani, come noto, è l'applicazione del governo italiano del piano europeo di Youth Guarantee, il programma di avviamento al lavoro per ragazzi tra 15 e 29 anni. Prevede 35 ore di lavoro settimanali, in tutto 140 al mese, con stipendio pagato dalla Regione attraverso l'Inps. Un piano presentato dall'esecutivo a giugno 2014 con toni entusiasti ("Abbiamo le prime 600 offerte di lavoro e sono 600 volte contento", disse il ministro Poletti), in breve passato in sordina e scomparso dal dibattito pubblico. Oggi non se ne parla, ma il piano continua a mietere vittime e si è lasciato dietro macerie.....
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Angelo Gentilini, da www.rassegna.it