SINDROME COLOSSEO
La notizia principale della giornata di venerdì è stata la chiusura di due ore del Colosseo per un’assemblea sindacale convocata e regolarmente preannunciata dai lavoratori che reclamavano, tra le altre cose, il pagamento degli straordinari effettuati da circa un anno e non ancora retribuiti. Due ore durante le quali, complice la scarsa organizzazione della direzione che non aveva avvisato per tempo, i turisti sono stati lasciati in coda ai piedi del monumento senza adeguate informazioni.
L’episodio ha suscitato reazioni parossistiche da parte della stampa e della politica. Il ministro Franceschini ha detto che “la misura è colma”, il sottosegretario ai Beni culturali ha twittato che l’assemblea sindacale è stata un reato, rettificando poi – bontà sua – che era un “reato in senso lato”. Il sindaco di Roma e il capogruppo del Pd alla Camera hanno parlato di “sfregio alla città di Roma”; un parlamentare del Pd ha lamentato che la chiusura non fosse stata notificata al New York Times, l’ex direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli, è arrivato a sostenere che bisognerebbe chiedere i danni ai lavoratori per i mancati introiti. Per due ore di chiusura. L’esito più significativo è stato però un decreto con cui il governo ha inserito i beni culturali tra i servizi pubblici essenziali, come trasporti e sanità, in modo da garantirne la fruibilità anche in caso di assemblee e scioperi.......
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Angelo Gentilini, da www.leftwing,it