“ L'accordo della Berco è un
buon viatico per ricominciare a parlare di investimenti e futuro”
Dopo mesi di trattativa e la
minaccia di 611 licenziamenti, l'accordo sottoscritto lo scorso venerdì notte
deve impegnare l'azienda su un piano industriale che garantisca il rilancio del
sito di Ferrara e del gruppo in Italia.
Il risultato di avere
respinto la posizione unilaterale dell'impresa e di avere evitato effetti
traumatici sul lavoro dipendente non era per niente scontato e solo grazie alla
straordinaria tenuta unitaria dei lavoratori, all'accorta regia sindacale e
alla fermezza delle istituzioni locali e regionali è stato possibile
raggiungerlo.
Il territorio ferrarese e la
regione Emilia Romagna rischiano di essere impoveriti da scelte imprenditoriali
che, sull'altare del profitto e con una competizione giocata sul compressione
del costo del lavoro, scelgono la strada dei licenziamenti invece di produrre
scelte di politica industriale che potrebbero rappresentare un'alternativa
reale e sostenibile alla crisi. La Berco ora
e prima la Basell
(due multinazionali) avevano scelto questa strada e gli accordi raggiunti
permettono di lavorare su una inversione di rotta in grado di aprire nuove
possibilità per il futuro. C'è ancora molto da fare e
non c'è tempo da perdere. L'azione congiunta dei lavoratori e del sindacato
deve mettere nelle condizioni queste realtà di ragionare di politiche
industriali, programmazione ed investimenti, finalizzati a stabilizzare i
livelli occupazionali, evitare traumi sociali, garantire insediamenti
industriali vitali per Ferrara, per la nostra regione e per tutto il Paese.
Antonio Mattioli Cgil E.R.- Giuliano Guietti Cgil FE