28 maggio 2013
Il punto di Landini sull' ILVA
“Ritengo che la famiglia Riva abbia gravissime responsabilità rispetto a quanto è avvenuto all'Ilva di Taranto. Se le leggi fossero state rispettate, se non si fosse prodotto l'inquinamento ambientale e se, poi, fossero stati effettuati gli investimenti per il necessario risanamento, non si sarebbe arrivati alla situazione drammatica in cui oggi ci troviamo.” “Adesso l'obiettivo da perseguire, nella nostra valutazione, è quello di far sì che la produzione di acciaio a Taranto abbia continuità. Ciò affinché l'Italia rimanga un grande produttore di acciaio sia per l'importanza di questo settore, sia per le ricadute che la sua presenza ha sul resto dell'industria metalmeccanica.” “D'altra parte, è necessario dare all'Ilva un diverso assetto proprietario che, escludendo la famiglia Riva, ridia fiducia a tutti quelli che hanno a che fare con l'Azienda e ridia forza al suo progetto industriale. A questo scopo è altresì necessario un intervento diretto dello Stato, a carattere straordinario, che, come peraltro previsto dalla legge 231 del 2012, ne muti assetto proprietario e struttura gestionale. Ciò sia per salvare l'impresa, con tutto ciò che questo significa, sia per garantire gli investimenti necessari al risanamento ambientale.” “Ripeto oggi, inoltre, quello che abbiamo già detto: non va messa in discussione l'azione della Magistratura che, peraltro, ha supplìto alle assenze di chi avrebbe dovuto operare in precedenza. Assenze cui si sono aggiunti anche alcuni ritardi nell'iniziativa sindacale. Tuttavia, è necessario uscire dalla situazione di conflitti decisionali che si è creata e quindi, come detto, determinare un cambiamento dell'assetto proprietario dell'Ilva che consenta al soggetto giuridico risultante di assumere le opportune misure.” “In conclusione, non si tratta certo di rispolverare le vecchie Partecipazioni statali, ma di applicare le leggi già esistenti avendo di mira la salvaguardia non solo di una grande azienda, ma di un intero settore industriale. Il tavolo sulla siderurgia, che si aprirà il 31 maggio al ministero dello Sviluppo Economico e cui parteciperà anche Federacciai, dovrà dunque definire quella politica industriale che è mancata da un tempo troppo lungo e che è necessaria per dare nuove prospettive al settore, a partire dalle aziende che versano oggi in maggiori difficoltà.”
Maurizio Landini, Segretario Nazionale Fiom-Cgil