19 luglio 2012

Rapporto sul lavoro forzato

21 milioni di persone, ovvero 3 su 1000, sono vittime del lavoro forzato nel mondo. Di queste, 880.000, cioè 1,8 per 1000, si trovano nell'Unione Europea (UE). Le donne costituiscono la maggioranza (58%). Questo è il quadro sul lavoro forzato contenuto nell'ultimo rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la cui parte riguardante l'UE è stata presentata ieri all'Europarlamento. In quella sede, si è sottolineato il bisogno di indirizzare gli sforzi verso una migliore identificazione dei casi di lavoro forzato e al loro perseguimento, insieme a quello dei crimini correlati come la tratta di persone.
I dati sono impressionanti, soprattutto se si pensa che si tratta di stime per difetto, data l'enorme difficoltà di accesso a dati attendibili, e si constata la tendenza in netto aumento in rapporto alle precedenti stime. Si tratta per il 70% di casi di sfruttamento per lavoro, soprattutto nell'agricoltura, nel lavoro domestico, nell’industria manifatturiera e nelle costruzioni, dove i lavoratori vengono tratti in inganno da situazioni ricattatorie mascherate da offerte di lavoro apparentemente “normali”. Le vittime di sfruttamento sessuale provengono maggiormente dalla UE, dall’Europa centrale e del Sud-Est, dall’Africa, e, in percentuale minore, dall’America latina e dall’Asia.
Il tasso di prevalenza, ovvero il numero di lavoratori forzati per 1.000 abitanti, è più elevato in Europa centrale e sud-orientale e nella Comunità di stati Indipendenti (CSI), che registrano un rapporto di 4,2 per 1000 abitanti. Segue l'Africa, con il 4 per mille. In termini assoluti, la regione Asia-Pacifico conta il maggior numero di lavoratori forzati al mondo, 11,7 milioni (56%); al secondo posto l'Africa con 3,7 milioni (18%), seguita dall'America Latina con 1,8 milioni (9%).
Negli ultimi anni, gli Stati membri della UE si sono progressivamente dotati di un approccio più globale alla tratta di persone e al lavoro forzato per sfruttamento sessuale. L’OIL ha lavorato insieme ai governi di Francia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Romania per condurre delle ricerche sui meccanismi di reclutamento, le truffe e gli abusi nei settori più vulnerabili alla tratta di persone.
Sul piano globale, le statistiche permettono anche di valutare il numero di persone che si trovano intrappolate nel lavoro forzato a seguito di una migrazione. Sono 9,1 milioni (44% del totale) le vittime che si sono spostate sia all’interno del proprio paese o al di là dei confini. La maggior parte, 11,8 milioni (56%), è sottoposto al lavoro forzato nella regione di origine o di residenza. I movimenti transfrontalieri sono molto spesso associati allo sfruttamento sessuale forzato. Al contrario, la maggioranza dei lavoratori forzati in altre attività, e quasi tutti quelli sottoposti al lavoro forzato dallo Stato, non si è allontanata dalla regione di origine.
Un altro dato allarmante riguarda l'età delle vittime, poiché 5,5 milioni di lavoratori costretti al lavoro forzato (pari al 26%) hanno meno di 18 anni.
Silvana Cappuccio Politiche globali Cgil

16 luglio 2012

Ricordiamo Enrico Gualandi

A sostegno ricordo che l'ultimo intervento pubblico del Compagno Gualandi Enrico fu in occasione dell'iniziativa Fiom-Cgil in data 14 aprile 2007 al Centro Sociale Zolino.
"Imola città libera. Parole e musica per la Cogne, da Carlo Nicoli, lavoratore e partigiano, ai giorni nostri." Enrico tenne un intervento caloroso e partecipato e quella iniziativa servì, oltre che a ricordare, a sostenere la lotta dei lavoratori e lavoratrici contro la chiusura totale della storica azienda imolese.
Fu molto emozionante chiudere l'iniziativa con il grande abbraccio di "Bella ciao", cantata dal noto cantante Cisco, dalla sua band e da tutti noi.
Angelo Gentilini

13 luglio 2012

Giudizio negativo sul G20

Dopo le dichiarazioni "a caldo", la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) e il TUAC (Comitato consultivo sindacale presso l'OCSE) tornano, con un documento più analitico, sulle conclusioni del recente vertice dei Capi di Stato e di Governo del G20 di Los Cabos e sul vertice dei Ministri del Lavoro, a Guadalajara, che lo ha preceduto.
Il giudizio resta quello di un vertice incapace di assumere le decisioni che sarebbero richieste dall'aggravarsi della crisi economica e sociale globale.
Al cambiamento del linguaggio - maggiormente centrato sulla necessità di promuovere la crescita e l'occupazione - non corrisponde l'assunzione di chiari piani d'azione e di tempestive decisioni conseguenti.
Gli stessi passi avanti - almeno definiti sulla carta - come l'estensione del mandato alla Task force sull'occupazione, il riconoscimento del dialogo con le parti sociali, il sostegno alla recente Raccomandazione dell'OIL (202) sulla protezione sociale di base sono, nei fatti, rinviati alla nuova presidenza russa - che entrerà in carica il primo dicembre prossimo - dalla quale giungono segnali contraddittori sull'effettiva volontà di dare seguito a queste decisioni, "di processo", più che di merito.
Nessun passo avanti rispetto ai precedenti vertici è stato, poi, conseguito sul terreno cruciale della regolazione del sistema finanziario e rimangono inascoltati i crescenti pronunciamenti a favore dell'introduzione di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie (FTT).
Leopoldo Tartaglia Cgil Politiche globali

11 luglio 2012

Borse di studio e riduzione tasse universitarie

Anche quest'anno Teorema ha firmato la convenzione con ER-GO (ente di diritto allo studio) per la compilazione delle domande per l'accesso alle borse di studio e alla riduzione delle tasse universitarie. Le università convenzionate sono: BOLOGNA e ROMAGNA, MODENA, REGGIO EMILIA, FERRARA, PARMA, il bando si aprirà il 16/07/2012 e terminerà il 27/09/2012. Gli studenti iscritti al primo anno universitario ed agli anni successivi, possono richiedere l'agevolazione dopo aver compilato la dichiarazione ISE contenente i redditi 2011. Allo studente, Teorema non richiederà alcun compenso, nè per la compilazione, nè per l'invio telematico della domanda. Il servizio verrà svolto presso l'ufficio di Imola, previa prenotazione. Presso l'ufficio informazioni sarà possibile ottenere l'elenco dei documenti necessari. Info e prenotazioni: 0542-605630 Simona Bartolucci, Resp. Teorema Cgil Imola

09 luglio 2012

Spending-review: No a tagli lineari in sanità

Quando si parla del Servizio sanitario nazionale è sempre necessario ribadire che l'Organizzazione mondiale della Sanità classifica il nostro sistema al secondo posto dietro solo a quello francese e che il rapporto fra la spesa sanitaria e Pil è al di sotto della media europea . E' una delle poche attività dove il nostro paese “sale sul podio” e chi ha scelto, nel passato, altre strade, come gli Stati Uniti, sta cercando faticosamente di cambiare un modello centrato sulle assicurazioni che si è dimostrato selettivo e costosissimo. Se poi la valutazione sull'eccellenza del sistema si misura con le modalità di organizzazione dei servizi e i relativi costi, la regione Emilia Romagna appare come un esempio ulteriormente virtuoso. Per gli ultimi dubbiosi consigliamo di andare a vedere come la nostra sanità ha funzionato nelle zone terremotate.
Di fronte a questo quadro, che nessuno contesta, ci si sarebbe aspettati dal Governo due semplici azioni: un adeguato rifinanziamento del servizio sanitario nazionale, in linea con quanto viene speso nel resto di Europa e un serio intervento nei confronti delle Regioni con deficit, per introdurre quei cambiamenti necessari a rendere sostenibile la loro spesa. Invece ci troviamo di fronte ad un taglio complessivo, già deciso, del Fondo sanitario nazionale di circa 17 miliardi, al quale si aggiunge un provvedimento di revisione della spesa, di tipo lineare, di 1 miliardo già sul 2012 e di 2 miliardi dal 2013.
Il tutto senza aprire nessun confronto di merito con le organizzazioni sindacali e i lavoratori interessati. Il risultato è già scritto: le Regioni che avevano deficit di bilancio di decine di miliardi si “limiteranno” ad aggiungere altro debito, quelle che invece erano in pareggio andranno tutte in deficit con il relativo commissariamento e la conseguente riduzione dei servizi, a partire da quelli territoriali; diminuirà la prevenzione, si allungheranno i tempi delle prestazioni, cresceranno i ticket, ecc.. . A quel punto sarà facile dire che il nostro modello universalistico non tiene più e che bisognerà cambiarlo nella direzione di un finanziamento sempre più di tipo assicurativo e con una maggiore apertura al mercato privato. Un modello sempre più assicurativo per chi può e residuale per i poveri, in contrasto con i principi della nostra Costituzione! Questa è la vera posta in gioco, già in campo prima della spending review, che la “revisione della spesa” lineare e indifferenziata rende esplicita e visibile. Il problema non sono le Regioni inefficienti ma quelle che funzionano perchè solo da una loro messa in crisi può passare il cambio di modello. Una scelta, quella del Governo, che, tra l'altro, non prevede nessun coinvolgimento dei lavoratori, né delle organizzazioni sindacali; mentre, lo vorremmo ricordare, nella nostra Regione le OOSS hanno discusso e poi condiviso, in tutti questi anni, i cambiamenti necessari a mantenere efficiente e sostenibile il sistema sanitario regionale, che è già paragonabile a quelli dei migliori paesi europei. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo oggi con più forza: se si vuole discutere di sprechi e inefficienze, cosi come di organizzazione e innovazione noi siamo interessati e disponibili, se si vuole cambiare modello noi non ci stiamo e, ne siamo sicuri, nemmeno la maggioranza dei cittadini emiliano-romagnoli.
CGIL – SPI – FP REGIONALI EMILIA ROMAGNA

06 luglio 2012

Condannato il DITTATORE

Ascolto e leggo le informazioni che riportano la condanna a 50 anni di carcere per l'ex dittatore argentino Videla e a 15 anni di carcere per Bignonem, uno dei suoi ammiragli. L'accusa di aver fatto sparire migliaia di bambini e giovani figli dei "desaparecidos" uccisi dal regime e mi ricordo del post pubblicato nel mio blog il 16 gennaio 2009. A memoria lo ripropongo perchè alla luce di questa sentenza è attualissimo........... Ognuno è libero di trarne le proprie deduzioni e riflessioni.
Angelo Gentilini

05 luglio 2012

Quella che...Elsa Fornero

Quella che…se imponi sacrifici a chi vive di lavoro o di pensione, una lacrima giova alla reputazione;
Quella che…se devi dare i numeri, fallo alla grande: 65.000, 55.000, 390.000 e se dietro ogni numero ci sono persone senza stipendio e senza pensione, magari un’altra lacrima;
Quella che…se devi incentivare l’occupazione dei giovani, da una parte “libera” la possibilità di licenziare, dall’altra costringi gli anziani al lavoro fino a 67/68…70 anni;
Quella che…”il lavoro non è un diritto”, perché dove sta scritto? La Costituzione? Come dice Berlusconi, “con questa Costituzione non si governa”, figurati se si lavora!
Quella che…Elsa Fornero, Ministro della Repubblica.
Una lacrima.
Spi Bologna Passaparola

02 luglio 2012

L' ITALIA nel pallone

Come tutti o quasi tutti ho visto la finale dell’Europeo di calcio. A dire il vero dal momento che a me piace il gesto sportivo ho visto quasi tutte le partite dell’Europeo e me la sono passata. Ieri è stata una buona domenica sportiva, nelle due gare di Super Bike prima Biaggi, poi Melandri, hanno entusiasmato e fatto divertire con sorpassi mozzafiato…e pensare che hanno degli ingaggi molto inferiori ai piloti della Moto Gp. Poi ho seguito la seconda tappa del Tour de France ed ho gioito per la vittoria del giovane Peter Sagan, portacolori della squadra italiana Liquigas. Parlando sempre di ciclismo al mattino è andato in onda la cronaca sulla Gran Fondo delle Dolomiti dove si coniuga ad-hoc sport, ambiente, paesaggio e cultura. Ma in fondo in fondo l’Italia è nel pallone e perfino tante personalità politiche ed istituzionali hanno usato l’Europeo di calcio per costruire consenso o far veicolare dei messaggi trasversali. Alcuni si sono sbilanciati affermando che la nazionale di calcio è il simbolo dell’Italia e prima della finale i calciatori sono stati invitati per il saluto del giorno dopo in un prestigioso palazzo romano. Detto questo, io partecipo, ma quando sono in ballo tanti soldi se la squadra del cuore o la nazionale vince sono contento, se gioca bene e perde mi spiace, ma se perde per evidente inferiorità tecnica ed agonistica, onore ai vincitori e buona notte. Ognuno è fatto a modo suo ma credo che sia un fatto di maturità “distinguere”. Se ci fosse abbondanza per tutti si potrebbero sopportare anche i faraonici ingaggi dei divi dello sport nazionale ma considerato la crisi e le riforme lacrime e sangue che avanzano sulla pelle dei lavoratori, giovani e pensionati, credo che anche il calcio debba rivedere tante ed ancora tantissime cose. Io sono più propenso nel sostenere che il simbolo dell’Italia, in questi anni difficili, sono i lavoratori e lavoratrici che continuano ad andare a lavorare in tanti casi con mesi e mesi senza stipendio e non sono invitati da nessuna parte. Ma d’altronde anche l’impero romano costruiva gli anfiteatri per far divertire il popolo e tenerlo tranquillo ed ancora oggi si continua con i maxi-schermi in ogni piazza per vedere meglio la nazionale di calcio e veder peggio tutto il resto.
Angelo Gentilini