29 marzo 2020

"Imola solidale con le persone sole e in difficoltà"

** EMERGENZA COVID-19: COMUNE, CROCE ROSSA E SCOUT INSIEME PER IL SUPPORTO A PERSONE IN ISOLAMENTO IN CASA E A QUELLE IN DIFFICOLTA’ **
Il Comune di Imola, come da indicazioni della Regione Emilia Romagna, ha concordato con la Croce Rossa Italiana - Comitato di Imola le modalità operative per garantire alle persone in isolamento domiciliare, la consegna della spesa e dei farmaci. La CRI è stata identificata rispetto a questa tipologia di servizio di assistenza, come unica referente del territorio per i pazienti positivi e le persone in quarantena. In base agli elenchi forniti dall’Ausl il Comune provvede a contattare tutte le persone in elenco e attiva la Croce Rossa per supportare tutti quelli che ne abbiano espresso la necessità. Saranno poi gli operatori della Croce Rossa a contattare le persone interessate, per risolvere ogni singola situazione. Il servizio è partito martedì 17 marzo. Supporto a persone in reale situazione di difficoltà A seguito dell’attivazione del COC, il Comune ha anche accolto la disponibilità dell’Agesci Scout Zona di Imola a garantire l’assistenza alle persone in reale situazione di difficoltà (persone che non siano in isolamento domiciliare): anziani, persone prive di una rete familiare o solidale, persone che non sono in grado di uscire per fare la spesa o acquistare farmaci . Le richieste che perverranno al Comune, attraverso il servizio di Protezione civile comunale verranno inoltrate ad Agesci e Croce Rossa per attivare gli interventi. L’Agesci seguirà modalità predeterminate: i soci adulti dell’Agesci Scout Zona di Imola saranno formati da personale dell’Ausl di Imola sia sulle procedure da seguire sia sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Garantisce questo supporto anche il Croce Rossa Italiana - comitato di Imola in coordinamento con il Comune.
Per richiedere il supporto Centralino comunale tel. 0542.602111 dal lunedì al venerdì ore 7.00-19.00 sabato ore 7.00-13.00

** EMERGENZA COVID-19: AUSL DI IMOLA ATTIVA IL SERVIZIO DI SUPPORTO PSICOLOGICO **
Da lunedì 23 marzo è partito un servizio importante, rivolto a famigliari di persone ricoverate o in isolamento domiciliare, a pazienti ricoverati e ai cittadini che ne sentissero l’esigenza: si tratta del servizio di consulenza psicologica smart, progettato ed attivato dall'equipe psicologica dell'Azienda USL di Imola. Chi ne sentisse l’esigenza, può chiamare telefonicamente o video chiamare per un colloquio con gli psicologi, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 11 e dalle 14 alle 16 al numero 334/6687830 Il servizio è gratuito; il costo della chiamata che è a carico del cittadino.
Angelo Gentilini, da info “ImolaInforma” Rubrica informativa del 30 marzo 2020 .

28 marzo 2020

Mettere in sicurezza gli operatori che assistono gli anziani.

𝗚𝗔𝗥𝗔𝗡𝗧𝗜𝗥𝗘 𝗗𝗜𝗦𝗣𝗢𝗦𝗜𝗧𝗜𝗩𝗜 𝗗𝗜 𝗦𝗜𝗖𝗨𝗥𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗔𝗚𝗟𝗜 𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔𝗧𝗢𝗥𝗜 𝗖𝗛𝗘 𝗔𝗦𝗦𝗜𝗦𝗧𝗢𝗡𝗢 𝗚𝗟𝗜 𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔𝗡𝗜
Il personale assistenziale, sanitario o che svolge le pulizie che opera in strutture residenziali per anziani, in particolare se gestite da soggetti accreditati o privati, sta vivendo un periodo particolarmente critico rispetto alla sicurezza nello svolgere il proprio lavoro. I presidi, come ad esempio le mascherine, o i camici monouso che dovrebbero garantire la sicurezza in un lavoro in cui il contatto, sia con le persone da assistere e con i colleghi di lavoro, avviene sempre a meno di un metro scarseggiano, e in più di una occasione quelle che vengono fornite non offrono le maggiori garanzie di sicurezza in una situazione di emergenza sanitaria come quella attuale. La distribuzione dei presidi sul mercato non è costante e conseguentemente le scorte sono ridotte con il conseguente invito che viene fatto sui posti di lavoro di usare le mascherine per tutto il turno di lavoro. Vale la pena di ricordare che chi svolge servizi di assistenza domiciliare, entra nelle case degli utenti dove non è possibile sapere se e come gli ambienti siano stati sanificati con tutti i rischi del caso. L’assenza di mascherine ad alta protezione diminuisce radicalmente la sicurezza di quegli operatori. Gli operatori tengono comportamenti in linea con le norme emanate dal Governo, ma vorrebbero essere messi nelle condizioni di sicurezza entrando in una abitazione di cui non sanno nulla della salute degli utenti o dei loro familiari. Il discorso per le Residenze per anziani non cambia: la guardia da parte di chi gestisce le strutture deve rimanere molto alta. Abbiamo segnalazioni che in alcune strutture accreditate poste a Imola e Castel San Pietro Terme i presidi di protezione per il personale scarseggiano, e a nostro avviso non offrono sufficienti garanzie in una situazione di emergenza sanitaria come quella attuale. Gli operatori e le operatrici lavorano con grande senso di responsabilità, consapevoli che la loro salute possa essere messa a rischio in una parabola di possibili contagi che sarebbero molto pericolosi anche per gli utenti con i quali si trovano a lavorare. Per questo è importantissimo che gli ospiti che entrano nelle strutture, magari dopo un ricovero ospedaliero, siano posti in una sorta di auto isolamento. Nella battaglia contro il Covid-19 il punto debole della nostra società sono gli anziani che devono essere i primi a dover essere tutelati. E con loro tutte le persone che li assistono e che a fine turno tornano alle proprie residenze con le loro famiglie. Occorre che le Autorità garantiscano l’approvvigionamento dei presidi di sicurezza e che gli Enti gestori li mettano a disposizione con scorte sufficienti per chi opera. Altrimenti si corre il rischio, come già sta succedendo in Regione, che strutture residenziali per anziani diventino delle vere e proprie bombe batteriologiche. Con conseguenze nefaste per la salute degli anziani e di coloro che garantiscono loro quei diritti essenziali come il cibo, l’igiene, la socialità, la salute.
(Fp Cgil – Maurizio Serra / Cisl Fp – Kevin Ponzuoli / Uil Fpl – Giuseppe Rago)
Angelo Gentilini, da info www.facebook.com/cgilimola 

26 marzo 2020

Rientrato l'allarme di Tridico sul saldo delle pensioni.

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico parlando ieri su Raiuno dei bonus e delle indennità previste dal decreto Cura Italia ha precisato che l’Inps: “Ha tutta la liquidità necessaria per far fronte a tutte queste istanze e questo non pregiudica il pagamento delle pensioni". Mentre martedì sulla La7 Tridico aveva detto: "Abbiamo i soldi per pagare le pensioni fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi. Quindi fino a maggio non c'è problema di liquidità anche perché possiamo accedere ad un 'tesoretto' che è il Fondo di Tesoreria dello Stato. Dopo di che immagino che in aprile ci sarà un altro decreto che dovrà anche dire cosa succederà alla sospensione dei contributi". Inoltre ha spiegato il Presidente Inps: "Dalla prossima settimana saranno aperte le procedure per accedere ai 5 bonus: partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, del turismo e dello spettacolo. Le domande per la cassa integrazione e per il congedo sono già attive. Per i bonus verrà attivata sul sito dell'Istituto una procedura semplificata con un Pin semplificato.”

Le parole di Tridico di martedì avevano sollevato le reazioni dei sindacati dei pensionati.

Spiace constatare in questa fase di così grande emergenza l’atteggiamento incauto da parte del Presidente dell’Inps Pasquale Tridico che in diretta tv martedi sera paventava un rischio di liquidità da maggio per il pagamento delle pensioni. Il suo allarmismo non serve e rischia di mettere in apprensione milioni di pensionati, peraltro già pesantemente colpiti dalle conseguenze del virus. Il Presidente pensi piuttosto a come fare per evitare che ciò accada e si risparmi queste uscite inutili e dannose”. (Segretario generale Spi-Cgil Ivan Pedretti)
Angelo Gentilini, da info www.spi.cgil.it

24 marzo 2020

Quando il Re è Nudo, che fa??? Colpevolizza il popolo!!!

Una delle strategie più efficaci messe in campo dai poteri forti durante ogni emergenza consiste nella colpevolizzazione delle persone, per ottenere dalle stesse l’interiorizzazione della narrazione dominante su ciò che accade, al fine di evitare qualsiasi ribellione verso l’ordine costituito. É una strategia ampiamente messa in campo nell’ultimo decennio con lo shock del debito pubblico, presentato alle persone come la conseguenza di vite dissennate, vissute al di sopra delle proprie possibilità, senza alcuna responsabilità verso le generazioni future. Lo scopo era evitare che la frustrazione per il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione si trasformasse in rabbia verso un modello che aveva anteposto gli interessi delle lobby finanziarie e delle banche ai diritti delle persone. É una strategia che si sta ora dispiegando nella fase più critica dell’epidemia prodotta dal virus Covid19.
L’epidemia ha reso il re nudo e ha dimostrato tutti gli inganni della dottrina liberista.
Un sistema sanitario come quello italiano, fino a un decennio fa tra i migliori al mondo, è stato fatto precipitare sull’altare del patto di stabilità: tagli da 37 miliardi complessivi e una drastica riduzione del personale (-46.500 fra medici e infermieri), con il brillante risultato di aver perso più di 70.000 posti letto, che, per quanto riguarda la terapia intensiva di drammatica attualità, significa essere passati dai 922 posti letto ogni 100mila abitanti nel 1980 ai 275 nel 2015.
Tutto questo dentro un sistema sanitario progressivamente privatizzato e, quando anche pubblico, sottoposto ad una torsione aziendalista con l’ossessione del pareggio di bilancio. É quasi paradigmatico che il re sia visto nudo a partire dalla Lombardia, considerata l’eccellenza sanitaria italiana e ora messa alle corde da un’epidemia che, nella drammaticità di queste settimane, ha dimostrato l’intrinseca fragilità di un modello economico-sociale interamente fondato sulla priorità dei profitti d’impresa e sulla preminenza dell’iniziativa privata.
Può essere messo in discussione questo modello, con il rischio che, a cascata, l’intero castello di carte della dottrina liberista crolli? Dal punto di vista dei poteri forti, è inaccettabile.
Ed ecco scattare la fase della colpevolizzazione dei cittadini. 
Non è il sistema sanitario, de-finanziato e privatizzato, a non funzionare; non sono i folli decreti che, da una parte, tengono aperte le fabbriche (e addirittura incentivano con un bonus la presenza sul lavoro), e dall’altra riducono i trasporti, facendo diventare le une e gli altri luoghi di propagazione del virus; sono i cittadini irresponsabili che si comportano male, uscendo a passeggiare o a fare una corsa al parco a inficiare la tenuta di un sistema di per sé efficiente. Questa moderna, ma antichissima, caccia all’untore è particolarmente potente, perché si intreccia con il bisogno individuale di dare nome e cognome all’angoscia di dover combattere con un nemico invisibile: ecco perché indicare un colpevole ( “gli irresponsabili”), costruendogli intorno una campagna mediatica che non risponde ad alcuna realtà evidente, permette di dirottare una rabbia destinata a crescere con il prolungamento delle misure di restrizione, evitando che si trasformi in rivolta politica contro un modello che ci ha costretto a competere fino allo sfinimento senza garantire protezione ad alcuno di noi.
*Continuiamo a comportarci responsabilmente e facciamolo con la determinazione 
di chi ha da sempre nella mente e nel cuore una società migliore.*
Ma iniziamo a scrivere su tutti i balconi “Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”.
(20 marzo 2020, Marco Bersani - www.italia.attac.org )
Marco Bersani. Laureato in Filosofia, è dirigente comunale dei servizi sociali e consulente psicopedagogico per cooperative sociali. Socio fondatore di Attac Italia, è stato fra i promotori del Forum italiano dei movimenti per l'acqua e della campagna “Stop Ttip Italia”.
Angelo Gentilini, da info www.italia.attac.org 

23 marzo 2020

Anticipato e scaglionato il pagamento delle pensioni di aprile, maggio, giugno.

Allo scopo di evitare assembramenti e contenere il contagio di Covid-19, la Presidenza del Consiglio, in accordo con INPS, ha deliberato che la riscossione presso le Poste Italiane dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento, nei mesi di aprile, maggio e giugno 2020 sarà anticipata come segue:
• Aprile: dal 26 al 31 marzo
• Maggio: dal 27 al 30 aprile
• Giugno: dal 26 al 30 maggio
L’accredito sul proprio conto corrente verrà comunque effettuato al primo giorno bancabile del meseQuesta misura, che riguarda unicamente i pensionati che riscuotono la pensione negli uffici postali, è stata ritenuta necessaria al fine di evitare affollamenti presso i loro sportelli. Non sono invece interessati tutti quei pensionati che fanno riferimento al sistema bancarioLe modalità di scaglionamento per la riscossione dei trattamenti previdenziali sono le seguenti:
Le PENSIONI del mese di aprile, spiega l'azienda, verranno accreditate il 26 marzo per i titolari di un libretto di risparmio, di un conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti da oltre 7.000 Atm Postamat, senza bisogno di recarsi allo sportello.
Chi invece non può evitare di ritirare la pensione in contanti, nell'ufficio Postale, dovrà presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal calendario seguente:
• I cognomi dalla A alla B giovedì: 26 marzo;
• I cognomi dalla C alla D venerdì 27 marzo;
• I cognomi dalla E alla K la mattina di sabato 28 marzo;
• I cognomi dalla L alla O lunedì 30 marzo;
• I cognomi dalla P alla R martedì 31 marzo;
• I cognomi dalla S alla Z mercoledì 1 aprile.
Importante! Sarà possibile riscuotere la pensione in qualsiasi sportello postale in Italia.

22 marzo 2020

L' allarme che lancia lo Spi Cgil sul Covid 19 nelle case di riposo.

È una strage che sta passando quasi sotto silenzio, nel costante flusso di preoccupanti aggiornamenti sull’emergenza coronavirus nel nostro Paese. È quella che si sta consumando in queste ore in molte case di riposo in Lombardia, nelle Marche, in Emilia Romagna, in Toscana dove il virus si sta diffondendo tra gli ospiti delle strutture residenziali in maniera incontrollata. Le notizie, spesso frammentarie, e i numeri che arrivano da alcune di queste strutture sono agghiaccianti e mostrano l’emergenza nell’emergenza che si sta aprendo in queste ore, e a cui le autorità e le stesse strutture sembrano del tutto impreparate, nonostante gli appelli lanciati nei giorni scorsi dai sindacati dei pensionati. Le case di riposo sono delle vere e proprie bombe ad orologeria pronte ad esplodere, con 500mila anziani in condizioni di grande fragilità che rischiano di essere contagiati”, è l’allarme che lancia lo Spi-Cgil, di fronte all’aumento esponenziali di casi coronavirus nelle strutture residenziali. Quando il virus entra in questi luoghi fa inevitabilmente una strage, come purtroppo sta già avvenendo in diverse parti d’Italia. Ci appelliamo per questo al governo, alla Protezione civile, alle Regioni e ai Comuni perché prendano con urgenza tutte le iniziative necessarie a scongiurare uno scenario che altrimenti rischia di diventare drammatico. Da troppe parti infatti ci segnalano che il personale socio-sanitario non è sufficientemente dotato dei dispositivi di protezione individuale, aumentando così le possibilità di contagio”. La tragedia di Mediglia, in provincia di Milano, nella casa di riposo di Mombretto, i decessi di pazienti a causa del coronavirus sono 45, da quando, alla fine di febbraio sono emersi i primi casi di infezione. Quasi un terzo del numero totale di posti letto della struttura, che ammonta a 150. È stato il sindaco Paolo Bianchi ad denunciarlo. La testimonianza di Cinzia Bisoni, raccolta dal Quotidiano nazionale, figlia di una donna ricoverata nella struttura è terribile. “Non hanno voluto darci i numeri ufficiali, ma fra noi familiari ci parliamo e vediamo cosa sta accadendo, dai fatti di cui siamo stati testimoni in prima persona all’andirivieni di carri funebri che fa presagire una situazione ormai fuori controllo. Pare un lazzaretto. Io posso vedere mia madre solo da dietro la finestra della stanza in cui è ricoverata al primo piano. Dalla strada la saluto e cerco di farle coraggio. Sono disperata”. Un altro grave problema da affrontare – segnala lo Spi Cgil – è quello della solitudine di questi anziani. La maggior parte di loro infatti non ha più alcun contatto con le proprie famiglie e si sente abbandonata. Chiediamo per questo che si preveda uno stanziamento di risorse per dotare queste strutture di strumenti tecnologici con cui far comunicare gli ospiti con l’esterno”. In zona Milano Corvetto, il sesto piano della Rsa Virgilio Ferrari è in quarantena e sono stati registrati quattro decessi. A Vimercate, il comunicato stampa della Casa Famiglia San Giuseppe annunciava un caso di contagio già il 5 marzo. A Brescia il contagio ha toccato già diverse strutture: dalla casa di riposo di Barbariga le ultime notizie parlano di 7 morti su 33 ospiti. Stesso copione nella struttura per anziani della Fondazione Villa G.Padovani di Quinzano d’Oglio: 18 morti in casa di riposo dall’inizio dell’epidemia, 5 in un solo giorno martedì scorso. Qualche giorno fa, lo Spi Cgil, la Fnp Cisl e la Uilp Uil della Lombardia avevano messo in guardia la Regione Lombardia, giudicando una “follia” la delibera che autorizza l’impiego delle Rsa per il ricovero dei pazienti con Covid 19 anticipatamente dimessi: “Si rischia la diffusione incontrollata del virus, non diventino gli anziani più fragili le vittime sacrificabili all’emergenza”. Strutture in emergenza. La diffusione dell’epidemia, non risparmia il personale, aggravando la situazione delle strutture, dove spesso gli anziani non autosufficienti sono la maggioranza. Nel Forlivese, nella casa di riposo ‘Pellegrino Artusi’ di Forlimpopoli, su 35 ospiti attuali della struttura i positivi al coronavirus sono 25. Due sono deceduti nei giorni scorsi. Colpiti anche otto fra infermieri e ausiliari, due dei quali si trovano isolati in struttura sanitaria, mentre gli altri si trovano a domicilio. La casa di riposo è stata isolata dal resto della cittadina e si provvede a rifornirla di tutti i beni necessari ma è impossibile mantenere la distanza di sicurezza fra personale e ospiti, diversi dei quali debbono essere imboccati e accompagnati in bagno. Dalle Marche sono stati i tre sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil a lanciare ieri l’allarme: “Le notizie che arrivano dalle strutture residenziali sono molto allarmanti. Molti ospiti risultano contagiati e ad alcuni di loro, come sappiamo, il virus non ha lasciato scampo”. Il primo caso noto, raccontato dalla stampa nei giorni scorsi, è stato quello della residenza assistita di Cigoli, dove gli assistiti contagiati sono 37 su 40, e i morti sarebbero due. “Stiamo vivendo una situazione drammatica – ha detto il sindaco Michele Vittori – non siamo in grado di portare in ospedale gli ospiti positivi della nostra casa di riposo. I malati sono stati visitati dai medici di famiglia: ci è stato detto che non si registrano dei sintomi che possano portare al ricovero ospedaliero. Non riusciamo a trovare nuovi operatori e infermieri, e il nostro ospedale, depredato di risorse dal mese di giugno, non è in grado di aiutare a spegnere questo vero e proprio focolaio”. Altre segnalazioni arrivano dal padovano, e cioè da Merlara (6 anziani in ospedale e 4 deceduti), Galzignano (20 ospiti su 120) e Monselice (alcuni ricoverati) e da Comeana in provincia di Prato (2 morti e 6 anziani positivi in isolamento). Urge la necessità di correre al più presto ai ripari: un anziano su tre dei circa 500mila anziani ricoverati nelle settemila strutture della penisola, vive nelle zone di maggiore contagio. Si intervenga ora se non si vuole rischiare l’ecatombe.
Per segnalare casi o raccontare le vostre testimonianze, scrivete a questa e-mail: antonio.fico74@outlook.com
Angelo Gentilini, da info www.libereta.it 

21 marzo 2020

Con *LIBERA* in attesa di essere liberi.

La Giornata della memoria e dell’impegno promossa dalla associazione antimafia Libera, quest’anno avrebbe dovuto svolgersi il 21 marzo a Palermo, portando un mare di gente da tutta Italia a celebrare i primi 25 anni di vita della grande rete nazionale fondata da don Luigi Ciotti. 
In quel grande mare di persone perbene, migliaia e migliaia di studenti e lavoratori sarebbero arrivati lungo i fiumi delle Ferrovie dello Stato, in particolare grazie al treno organizzato da Libera che sarebbe dovuto partire da Milano la sera del 20 marzo, caricando gente a Bologna e Roma prima di sbarcare a Palermo. Su quel treno CGIL, CISL e UIL dell’Emilia Romagna avrebbero portato centinaia di lavoratori e pensionati. Avrebbero, perché l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci obbliga e ci impegna a restare in casa. Di manifestazioni di massa per ora non se ne parla. L’incontro a Palermo è spostato ad ottobre, ma ciò non toglie che il 21 marzo resti una data importante, da ricordare e da vivere anche nel difficile contesto odierno. Perché il coronavirus sconvolge la nostra vita e mette in crisi la nostra organizzazione sociale. Perché non si vede ma fa male. Perché uccide. Perché solo tutti assieme, attraverso comportamenti responsabili, pensando al bene collettivo e non all’interesse personale, riusciremo a sconfiggerlo. Esattamente come con le mafie. (Paolo Bonacini)
Lo dice, oggi, lo stesso don Luigi Ciotti rivolgendosi ai giovani italiani: 
“Mai come in questo frangente storico, nonostante il grande impegno di magistratura e forze di polizia, le mafie sono forti e potenti. Potenti perché insediate in un sistema economico-finanziario che, se non criminale, è criminogeno, e che, se non ha accolto le mafie, non ha fatto certo nulla per impedirne l’accesso, in un intreccio di omissioni, «distrazioni» e complicità. Ed ecco non solo le «zone grigie» ma l’osmosi che si è creata fra legale e illegale: da un lato mafie in «guanti bianchi», flessibili, reticolari, imprenditrici e sempre più globali, dall’altro la corruzione e la «mafiosizzazione» di vaste parti di società e dei poteri che le rappresentano”. 
Dal 14 ottobre 1905, all'8 ottobre 1998, sono 54 i sindacalisti italiani uccisi dalle mafie.
Angelo Gentilini, da info www.libera.it // www.libereta.it

20 marzo 2020

Andrà tutto bene? La realtà è che sta andando piuttosto male.

Io penso che, pur considerando che tale iniziativa e attivismo è per promuovere la positività tra le persone e sperare in una buona uscita dal tunnel, ci si dovrebbe dare una regolata perchè la realtà quotidiana è che sta andando molto male e serve rispetto per le persone decedute e per la sofferenza dei loro familiari, parenti e amici, che tra l'altro saranno in quarantena e che non potranno nemmeno accompagnare il loro caro per l'ultimo saluto. Inoltre ora non è il momento per porre sul banco il problema delle ricadute economiche di questa straziante e complicata situazione planetaria, ma deve essere chiaro che, come in tutte le guerre, i ricchi e straricchi si arriccheranno e i poveri si impoveriranno sempre di più. Infine credo che sia anche molto fantasioso pensare che la responsabile di questo pandemonio mondiale sia la semplice casalinga cinese che ha comprato il pipistrello sbagliato al mercato rionale. 
Restiamo attenti, ma umani, positivi e resistenti. Vi voglio bene.
Angelo Gentilini

18 marzo 2020

"120 anni e non sentirli, per la Camera del Lavoro Cgil Imola"

120 ANNI CAMERA DEL LAVORO di IMOLA”
Era il 1900, "l'alba del secolo novo", quando il 18 marzo, una domenica, si svolse la prima riunione, nella sede della Società operaia, per costituire la Camera del lavoro di Imola.
Oggi ricorrono i 120 anni da quella storica data. Avremmo voluto celebrare questo anniversario con una rassegna di eventi che questa emergenza sanitaria ci ha costretto a rimandare.
Una lunga storia scritta da donne e uomini che hanno lottato per la conquista dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Una storia segnata anche da ferite profonde, ma al tempo stesso dalla tenace volontà di rialzarsi. E' quello che faremo anche questa volta quando sarà finita questa emergenza e ci sarà da ricostruire. Ora affrontiamola insieme, la Cgil è in prima linea per difendere la salute e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. 
Ci siamo, anche a distanza.
La Cgil, come dimostra la sua storia, ha radici profonde. 
E da quelle radici nasceranno nuovi germogli.
LA STORIA FA IL FUTURO

Camera del Lavoro Cgil Imola: Via Emila, n° 44.
www.cgilimola.it   www.facebook.com/cgilimola 
Per info, contatti e urgenze: 0542 605630 - 605611 
Numero verde 800610221
***************************************************************************** 
LA STORIA CI DEVE ILLUMINARE”
Il Padre del Socialismo Italiano, Andrea Costa, nacque a Imola nel 1851, in via Appia, si spense all’ospedale di Imola il 19 gennaio 1910. Nel 1872 ad appena 21 anni fu eletto Segretario dell’Internazionale dei lavoratori in Italia, organizzazione capeggiata dal russo Bakunin. Ad Imola fondò diverse testate giornalistiche che ebbero un futuro importante come L’Avanti, Il Moto, La Lotta e Il Momento.
Nel 1882, Costa fu il “primo socialista” eletto nel Parlamento Italiano, inoltre si battè in prima persone per la costituzione della Camera del Lavoro di ImolaGrazie a personaggi come Andrea Costa nel territorio imolese nacquero le prime cooperative come la Galeati e la Ceramica d’Imola e sempre ad inizio ‘900 si associarono braccianti, contadini, birocciai e garzoni, nelle Leghe e Sindacato.
Andrea Costa si è battuto contro la miseria, lo sfruttamento, le disuguaglianze e le ingiustizie.
Anche da Deputato fu sempre povero, perché allora non si riceveva compenso, difatti era aiutato e sostenuto da parenti, amici, compagni, concittadini.
NON LASCIO’ UN SOLDO PERCHE’ NULLA PER SE SI ERA TENUTO.
Angelo Gentilini.

16 marzo 2020

Dobbiamo SI, rispettare le regole, ma serve anche molta fortuna.


Buongiorno, vi informo e aggiorno, con l'autorizzazione del diretto interessato, che sabato è risultato positivo al coronavirus un iscritto della Lega Spi Cgil Pedagna che io coordino, e in forma molto lieve anche sua moglie. È un mio carissimo ex collega di lavoro alla Cognetex, ed ex Delegato sindacale Fiom del CdF aziendale e avendo la stessa età, abbiamo fatto un percorso lavorativo parallelo dai primi anni 70 in avanti, con annesso le tante lotte sindacali aziendali e generali. 
Nelle ultime settimane non si spostava da casa perché la sua passione e grande professionalità fotografica la sviluppa nel suo super attrezzato studio casalingo. Ma mercoledi 26 febbraio ha usato una chiavetta USB precedentemente usata da un suo amico/conoscente che si è recato a casa sua per caricare un video e che non sapeva ancora di essere positivo e il patatrac è fatto. Il primo soggetto è poi stato ricoverato al S. Orsola, il mio amico al Bellaria, sua moglie è in isolamento domiciliare perché ha dei sintomi più leggeri e la figlia che abita e lavora in Russia, ma che era venuta a trovare i genitori, ora è in quarantena in Russia. Alla luce di questo fatto, che ha notevolmente cambiato la mia prospettiva di lotta al coronavirus, si evidenzia ancor di più che le misure adottate dal nostro Paese sono qualcosa SI, ma sono insufficienti e serve molta fortuna. Stare in casa certo che serve, ma devo andare a fare la spesa e tocco i prodotti e poi li porto a casa e non posso vivere sempre con i guanti. Poi arriva la posta e la tocco, poi compro il giornale e lo tocco, poi lo devo pagare e tocco i soldi. Poi ci sono i nonni che fanno i baby sitter e anche gli educatori dei nipotini che sono a casa da scuola e devono anche studiare, con i genitori che devono andare a lavorare e alla sera c'è un gran mescolarsi di persone prima di rientrare ognuno al proprio posto familiare, che non aiuta. 
Detto che io ho lasciato per ultimo il mio ruolo di responsabilità sindacale e ora sembro contraddittorio, vi assicuro che non è così, ma è solo perché a fronte delle precedenti regole e misure volevo stare sul campo fino al possibile e consentito, come quando ero allenatore e dovevo essere per primo da esempio e guida per i miei atleti. 
In sintesi io credo, e ribadisco, che le misure adottate dal nostro Paese sono misure mediane insufficienti, sempre ritardate, come sulla tutela sanitaria dei lavoratori e lavoratrici, e a volte anche con delle info che sono state divulgate anzitempo e hanno creato dei grandi problemi. Vedi i 16mila cittadini lombardi che si sono spostati dalle famiglie in Puglia e altri da altre parti. Pur caldeggiando il senso di collaborazione individuale e familiare, la responsabilità primaria in questi gravissimi contesti d'emergenza batteriologica collettiva e planetaria non può essere individuale, anche perché se devo, ed è giusto che stia in casa, mi devi, come Stato, mettere nelle condizioni di poterci stare, senza la necessità di uscire. Abbiamo avuto la fortuna di essere stati preceduti dal grande focolaio cinese, ed evitando di soffermarci sul loro stato di sistema e potere politico, la Cina in questo specifico caso è stato un efficace banco di prova e doveva essere un esempio da seguire per tutti gli altri paesi. Ma per noi sembra improponibile perché non abbiamo certo la loro forza economica, organizzativa, culturale e socio politica e allora ci dobbiamo accontentare di qualcosa, piuttosto di niente, sperando di avere molta fortuna e di non toccare anche e solo una piccola cosa, come una chiavetta USB, al momento sbagliato. Sono stato lungo, ma lo devo al mio amico, compagno, ed ex collega di lavoro, che al primo contatto personale si è premunito, dal suo letto dell'ospedale, di darmi dei consigli comportamentali. Grazie caro amico mio, sicuro che faremo insieme questo percorso, sostenuti dagli insegnamenti sociali e solidali che i nostri vecchi della Cognetex hanno cementato nei nostri cuori e nelle nostre menti. 
Angelo Gentilini 

12 marzo 2020

Ponticelli di Imola, il piccolo paese con 2 stazioni ferroviarie!!



A ricordo del tempo in cui passava il treno nella nostra bella Valle del Santerno, nella frazione di Ponticelli di Imola ci sono ancora ben visibili le due stazioni ferroviarie che sono state in uso. E, un po più nascosto alla vista, i resti del ponte che serviva nel secondo percorso della ferrovia per attraversare il Rio di Ponticelli. La linea entrò in attività nel tratto Imola-Fontanelice il 13 novembre 1916, mentre il 1° novembre 1934 fu aggiunto il tratto Imola-Massalombarda e iniziarono i lavori per far arrivare il treno da Fontanelice a Castel Del Rio.

  

In origine i binari erano prevalentemente al fianco della S.S.Montanara e attraversavano il centro abitato di Ponticelli, come si vede dalla foto storica in cui sono ben visibili i binari e anche dalla prima stazione. Successivamente negli anni 30 il tracciato fu cambiato e il nuovo percorso, tipo una circonvallazione, lasciava la Montanara circa 500 mt prima della frazione, passava nella parte bassa del paese dove ora, in fondo a Via Stazione di Ponticelli, c'è la seconda stazione ferroviaria, per poi rientrare a fianco della Montanara dopo Mezzocolle e continuare la sua corsa lungo la vallata. Certo che non è facile trovare un'altra piccola frazione come Ponticelli di Imola dove ci sono due stazioni ferroviarie e questo elemento resta presente a memoria della storia passata e vissuta della nostra comunità. Come si trova scritto al capitolo 5 del libro "Come il grano a giugno", di Alessandro De Francesco, quando a giugno del 1940 il padre Olindo accompagnò il figlio Libero che era stato chiamato alle armi:  
"Arrivarono alla piccola stazione di Ponticelli e si sedettero su una panchina. Per un pò rimasero in silenzio a guardare gli altri ri-chiamati e i pendolari che aspettavano il treno... Olindo guardò lungo i binari ed esclamò: Sta arrivando... La littorina si fermò di fronte a loro. Libero prese la borsa in mano... e salì sul predellino del treno..."

  

(L' attività di questa tratta ferroviaria, a seguito dei pesanti danneggiamenti causati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, fu sospesa nel 1944, e nel dopoguerra la SAF decise di sostituire il treno con un servizio di autobus su gomma.)
Info e immagini sulla ferrovia: www.wikizero.com/Ferrovia_Massalombarda-Imola-Fontanelice 
Altre info e immagini: www.ferrovieabbandonate.it/linea Massalombarda Imola Fontanelice
Angelo Gentilini.

10 marzo 2020

Massimo Marchignoli, un politico che si schierava per il lavoro.

Imola, venerdi 14 novembre 2008, la Camera del Lavoro Cgil del territorio imolese organizzò due presidi in Via Selice ad Imola e sulla Via Emilia ad Osteria Grande, in preparazione del grande sciopero nazionale Cgil di venerdi 12 dicembre a Bologna, per chiedere al Governo Berlusconi IV dei provvedimenti urgenti e straordinari a sostegno della crisi del lavoro che si stava scatenando.
Massimo Marchignoli, neo-onorevole eletto a maggio del 2008 tra le fila del Partito Democratico, si schierò, senza se e senza ma, a sostegno della lotta dei lavoratori e lavoratrici Cgil perchè come noi sapeva che la crisi non era congiunturale, ma strutturale, e perciò serviva un cambio di passo, una nuova visione e un progetto a lunga gittata per il lavoro e per il bene collettivo del nostro Paese.
Volantino info/motivi: sciopero-del-12-dicembre-2008 
Immagini e commento: 2008/12/commento-sullo-sciopero 
Angelo Gentilini

09 marzo 2020

**Ciao Massimo, grazie Compagno Marchignoli**

In un attimo mi ritorna in mente la tua telefonata del 2006 in cui tu in qualità di Sindaco della Città di Imola mi chiedesti di aiutarti perchè volevi fare di tutto per salvare la Cognetex dalla inevitabile chiusura pianificata dall'ora proprietà che aveva rilevato (quasi regalata) la storica azienda imolese dall' ENI, che poi dopo vari passaggi era controllata dai francesi della NSC. Furono anni di dure lotte, scioperi, picchetti, presidi, occupazioni, cortei, assemblee aperte, Consigli Comunali straordinari, interrogazioni a tutti i livelli e interminabili trattative sindacali. Organizzammo anche un concerto con Cisco e tu eri sempre solidale al nostro fianco a livello istituzionale e anche con la tua presenza sul campo. In un periodo in cui la lotta e le trattative erano infuocate ci rimarcarcasti che ci si doveva sempre tenere informati in tempo reale e che se serviva fare un incontro urgente e tu eri murato di impegni il tempo per i lavoratori e le lavoratrici Cognetex lo avresti sempre trovato: "Male che vada ci troviamo alla mattina alle 7.00". Ciao Massimo, grazie Compagno Marchignoli.
Angelo Gentilini

08 marzo 2020

**Buon 8 Marzo a tutte le Donne**

La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.
Angelo Gentilini, da info wikipedia.org/Giornata internazionale della donna. 

02 marzo 2020

**Ciao Bruno R.I.P. Partigiani Sempre**

Nella notte fra domenica 1 e lunedì 2 marzo, all’età di 81 anni (compiuti il 12 febbraio scorso), a causa di un malore improvviso, si è spento Bruno Solaroli, primo cittadino di Imola fra il 1976 e il 1987 e deputato per quattro legislature. Durante la tredicesima legislatura, il 27 settembre del 1999, Solaroli era stato nominato Sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica del primo Governo guidato da Massimo D’Alema, un incarico in cui era stato riconfermato anche nel secondo Governo D’Alema (22 dicembre dello stesso anno) e nel secondo Governo di Giuliano Amato (27 aprile 2000). Fino al febbraio del 2019, inoltre, Solaroli è stato presidente della sezione di Imola dell’Anpi-Associazione nazionale parigiani d’Italia, e tuttora era il *Presidente Onorario Anpi Imola*.
Angelo Gentilini, da info  www.sabatosera.it/2020/03/02/si-e-spento-bruno-solaroli-ex-sindaco-di-imola-e-deputato/