30 settembre 2011

Analisi ILO e OCSE

Ammontano a 20 milioni i posti di lavoro persi nei Paesi del G20 rispetto alla situazione precedente alla crisi economica. E' quanto emerge da un'analisi congiunta di ILO, l'Organizzazione internazionale del lavoro, e Ocse, che sottolineano come il deficit del mercato del lavoro possa aumentare anche fino a 40 milioni di unità entro la fine del 2012, "se la bassa crescita attuale del tasso di occupazione dello 0,8% dovesse continuare anche per il prossimo anno".
Secondo ILO e OCSE, l'occupazione dovrebbe crescere a un tasso annuale di almeno l'1,3% per tornare al livello pre-crisi entro il 2015. Un tale tasso di crescita dovrebbe generare circa 21 milioni di nuovi posti di lavoro all'anno, recuperando quanto perso dal 2008 e assorbendo l'aumento della popolazione in età lavorativa...
"L'analisi è chiara ed eloquente alla faccia di chi ci ha sempre detto fin dall'inizio, CHE LA CRISI ERA PSICOLOGICA. E' altrettanto chiaro che questa non è una crisi congiunturale ma STRUTTURALE, perciò rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo tutti per tutelare le persone, i lavoratori e lavoratrici".
A. G.

27 settembre 2011

Giovani e sepolcri imbiancati

Dalle manovre economico-finanziarie degli ultimi mesi emerge una linea di intervento inesistente o sbagliata verso le nuove generazioni.
Il lamento sul triste destino dei giovani non manca, salvo che le soluzioni offerte sono peggio del male che vorrebbero curare.
Lavoro. È ormai noto che 2 milioni e 100.000 giovani non studiano e non lavorano e certamente non sono tutti redditieri. Sono semplicemente giovani condannati ad una condizione di marginalità, di sopravvivenza a carico delle famiglie.
E' noto altresì che il 30% dei giovani è disoccupato e che le giovani donne nel Mezzogiorno raggiungono il 60% di disoccupazione.
Malgrado la crescita dell'età media nella società, quindi una minore presenza relativa di giovani nella società, i posti di lavoro per questi ultimi non ci sono. Anzi ai giovani laureati è ormai di moda consigliare di andare all'estero, non per imparare le lingue, acquisire altri punti di vista utili per il loro curriculum, ma semplicemente perché si ritiene che in Italia per loro non ci sia futuro. Naturalmente altri paesi sono ben lieti di utilizzarli perché l'Italia li ha formati, ne ha sopportato gli oneri, e loro beneficiano delle competenze e della voglia di fare.
Così si assiste a manifestazioni di stupore verso i giovani respinti dal sistema universitario e della ricerca in Italia che trovano posto in altri paesi con incarichi di responsabilità invidiabili ed invidiati in Italia da quanti per diverse ragioni non possono muoversi.
I luoghi comuni fanno tuttuno con l'incapacità di offrire soluzioni accettabili.
Ad esempio nei settori più innovativi della produzione e dei servizi i posti di lavoro sono in genere ricoperti da giovani e sono spesso di qualità. I dati sul fotovoltaico dicono che circa 20.000 occupati hanno una media di 35 anni e sono posti di lavoro più qualificati della media del nostro paese.
Il problema è che il nostro paese è in ritardo proprio sui settori innovativi per la pervicace opposizione a ogni tentativo di programmare. Per di più non tanto nel consumo ma nella produzione ad esso collegata. Restando al fotovoltaico, gli investimenti proseguono ma senza uno straccio di piano, di programma, di indicazioni pluriennali. La 'liberista' Germania si è data un obiettivo di produzione di energia da rinnovabili all'80% nel 2050. In Italia quando va bene tutto è limitato agli incentivi che certo vanno bene ma non dicono di quanto e per quanto tempo il settore potrà crescere, quanti occupati. Così è anche per gli altri settori delle energie rinnovabili, del risparmio energetico. Tutti i settori delle rinnovabili già oggi hanno più occupati della Fiat ma non la stessa attenzione politica e senza un programma pubblico per il settore non si andrà lontano, o meglio tutto sarà caotico e senza previsioni attendibili. Dopo tante chiacchiere sul rapporto che occorre stabilire tra formazione e impresa continua ad esserci ritrosia a stabilire con chiarezza gli impegni produttivi e di investimento che potrebbero spingere i giovani a preferire un indirizzo di studi e di formazione anziché un altro.
Anche Confindustria ha prestato ben poca attenzione, al di là delle dichiarazioni rituali, a questa situazione. Confindustria si è schierata a favore del nucleare e ha difeso (sbagliando) a spada tratta gli interessi del settore, mentre non si è occupata con lo stesso impegno delle energie rinnovabili, considerate (a torto) evidentemente un settore di minore importanza.
La verità è che Confindustria difende gli interessi costituiti e tradizionali e avrebbe bisogno di un indirizzo del governo per spingere le imprese verso l'innovazione. Purtroppo questo indirizzo non c'è.
Pensioni. Confindustria si è distinta, anche attraverso Il Sole, per una pressante campagna sull'innalzamento dell'età pensionabile. Il Giovanotto che guida i giovani imprenditori ha sposato questa tesi con prosopopea. Questa pressione di Confindustria continua e questo Governo, di fronte al disastro annunciato, potrebbe essere tentato di aggiungere altri disastri agli inteventi già fatti, che porteranno - ad esempio - l'età pensionabile delle donne oltre i 66 anni in pochi anni. Quindi è bene parlare chiaro per tempo. Anche per evitare che nell'opposizione qualcuno finisca con il subire idee sbagliate.
Sul piano generale alzare oltre un limite ragionevole l'età pensionabile che effetti avrebbe?
Se i lavoratori attuali andranno in pensione più tardi e non ci saranno nuovi posti di lavoro - come non è previsto che ci siano - per i giovani il risultato finale sarà di aumentare gli anni della loro attesa di un posto di lavoro. Abbiamo già saltato una generazione nel lavoro, così ci appresteremmo a saltarne un'altra. Del resto se i posti di lavoro tendono a diminuire e chi è al lavoro non se ne va chi dovrebbe entrare non potrà che restare ulteriormente in attesa.
Il caso più emblematico è l'Università. La pressione dei professori per restare in cattedra il più tardi possibile (70 anni e oltre) non fa che ritardare l'entrata di giovani, che anche per questo vanno a cercare migliore fortuna all'estero.
I posti di lavoro che saltano sono di lavoratori che hanno 50/55 anni e che rischiano di restare in una trappola, senza lavoro e senza speranza di pensione. Le cronache di queste settimane sono state piene di lettere di lavoratori che denunciavano gli effetti perversi dell'aumento continuo dell'età pensionabile sulla loro condizione, fino a restare senza l'uno e senza l'altra.
Se venisse generalizzato l'obbligo di restare al lavoro i giovani non potrebbero essere assunti.
Quindi i problemi sono 2. Aumentare i posti di lavoro per i giovani e consentire a chi volesse proseguire l'attività lavorativa di restare, eventualmente a part time, e comunque garantire una equilibrata sostituzione tra giovani e anziani.
Quale potrebbe essere il punto di equilibrio?
Certamente non si può bloccare chi ha 40 anni di lavoro e di contributi versati. Né si può immaginare che per fare tornare i conti si possa alzare l'età dell'inizio del lavoro. Iniziare il lavoro a 32/33 anni vuol dire condannare una generazione a restare fuori dal lavoro, dal costruirsi una famiglia, dal conquistare la propria autonomia.
La transizione verso il sistema di pensionamento a regime si può sempre discutere, per questo è importante mantenere una flessibilità in uscita e anche nel rientro al lavoro ove possibile e desiderato.
Costi eccessivi? In realtà non sono tali, perché se si guarda all'insieme gli stipendi dei giovani e le pensioni di chi lascia il lavoro sono domanda interna e il suo aumento è oggi il primo degli obiettivi da raggiungere, altrimenti si parla di ripresa ma in realtà ci si condanna alla stagnazione e anche peggio. In realtà le pensioni sono viste da confindustria e da altri come un gruzzolo da spartire ma questo ha, tra l'altro, il difetto che sottrarrebbe risorse alla ripresa.
di Alfiero Grandi

23 settembre 2011

Gli italiani lavorano di più e prendono meno

Il nostro Paese detiene un doppio record fra gli stati del G7
In base ai dati dell'Ocse, le nostre retribuzioni 'reali' sono le più basse a fronte di un monte ore che è uguale solo a quello degli Stati Uniti, ma superiore alle 'formiche' giapponesi e nettamente più alto dei colleghi francesi.

Roma, 15 settembre 2011 - Sono quelli che lavorano di più, ma anche quelli con le retribuzioni più basse. E’ un doppio record nel G7, quello che spetta ai lavoratori italiani, in base ai dati dell’Ocse, proposti nel rapporto 2011 sull’occupazione, presentato oggi a Parigi.
Rispetto ai colleghi degli altri paesi del G7, infatti, i lavoratori italiani - a parità di potere d’acquisto - hanno ottenuto nel 2010 una retribuzione media di 32.657 dollari, notevolmente meno di tedeschi e francesi (entrambi oltre 38 mila dollari) e lontanissimi da canadesi (41.961 dollari), britannici (44.008) e americani (52.607). Solo i giapponesi, con una media di 33.900 dollari (ma una retribuzione ‘reale’ di 47.398 dollari) si avvicinano agli italiani, che al contrario dominano la classifica delle ore realmente lavorate.
In questo caso infatti, il dato del nostro Paese è esattamente identico a quello Usa (1778 ore l’anno) ma di molto superiore a quello degli altri membri del G7. Superate le ‘formiche’ giapponesi (ferme a 1733 ore), i lavoratori italiani distaccano canadesi (1702), britannici (1647) e francesi (1562).
In fondo alla classifica, i tedeschi, con 1419 ore effettivamente lavorate. Più degli italiani, a livello Ocse, lavorano solo polacchi, cechi, estoni, ungheresi, cileni, greci, messicani e turchi. Oltre ai recordman, i sud-coreani, irraggiungibili con 2.193 ore l’anno. Da questa statistica, comunque, emerge la progressiva e generalizzata riduzione in tutte le principali economie: infatti, se nel 1994 i lavoratori di Seul toccavano quota 2640 ore (+447) i ‘pigri’ tedeschi sgobbavano in media 128 ore in più l’anno. Per gli italiani, invece, la riduzione e’ stata appena di 79 ore.

19 settembre 2011

Angelo, Bruno, Paolo... 3 COMPAGNI CON LA CAMUSSO


Imola - Festa CGIL - lunedì 19 settembre 2011

La CGIL di IMOLA è alla MARCIA della PACE

Domenica 25 settembre si svolgerà la marcia Perugia Assisi (50° anno) alla quale è previsto l'intervento di Susanna Camusso.
La CGIL di Imola organizza un pullman con partenza alle 6 e rientro a Imola entro le 21. Le adesioni si raccolgono entro martedì 20 telefonando alla segreteria Cgil 0542605611. Chi non se la sente di fare la marcia (17 chilometri circa) potrà essere lasciato direttamente ad Assisi e poi si aggregherà con la parte marciante.

13 settembre 2011

110 anni + 1 ... IL LAVORO IN FESTA

INFO sulle INIZIATIVE

TEMPO LIBERO E SPORT:

  • “A scuola ( e non solo) in bicicletta”, è in programma sabato 17/9 dalle ore 15 alle ore 17 una gimkana ciclistica tecnica-educativa sull'utilizzo della bicicletta. Si svolge nell'area verde del C.S.Zolino ed è rivolta ai bambini dai 6 ai 12 anni. L'iniziativa è organizzata in collaborazione con la Società Ciclistica Santerno e la Lega Ciclismo Uisp, l'iscrizione è libera e gratuita, inoltre sarà attivo un ristoro e verranno offerti dei gadget Cgil.

  • “Insieme si cammina”, nella mattinata di domenica 18/9 si organizza una bellissima camminata non competitiva con partenza dal C.S.Zolino dalle 9.30. Il percorso sottopassa la via Emilia e tocca le prime colline imolesi lungo via Bel Poggio e via Zappa per riscendere attraverso via Roncaglie sul viale alberato ciclo pedonale a fianco della via Emilia ed arrivare al C.S.Zolino dopo circa 7 Km. L'organizzazione è in collaborazione con l'Uisp Imola, l'iscrizione è libera e gratuita e saranno attivi dei punti ristoro, inoltre ad ogni partecipante da 0 a 100 anni all'arrivo sarà offerto un buono omaggio da consumarsi presso lo stand gastronomico della festa della Cgil.

  • “Ginnastica Artistica”, nel pomeriggio di domenica 18/9 assisteremo ad una elegante esibizione di ginnastica artistica a cura della Società Biancoverde. I ragazzi imolesi intratterranno i visitatori della nostra festa dalle ore 17.00.

  • MUSICA E CONCERTI: la Cgil sostiene e rappresenta l'economia reale e perciò alla sua festa anche la musica sarà reale, doc, dal vivo e senza basi che camuffano il prodotto finale:

  • SABATO 17/9, la musica doc e tassativamente dal vivo nel giorno di apertura della festa Cgil è a sigla Ca Vaina, storica scuola musicale imolese. Dalle ore 19 si esibiranno due gruppi giovanili, per primi saranno i Leathers Yachets a scaldare i cuori con il meglio del rock anni 70/80. A seguire, intercalati da parole e letture di giovani precari NON+ disposti ad aspettare, si esibiranno i Tequila Funk Experience con sonorità rock, funk e blues. Infine alle 21,30 saliranno sul palco Cgil i Maestri di Ca Vaina con “Let it Be...atles”, la denominazione del concerto la dice già tutta e le grandi professionalità artistiche e musicali dei maestri imolesi offriranno ai visitatori della festa un evento e una rivisitazione unica delle mitiche canzoni della storica band inglese.

  • DOMENICA 18/9, alle 21.30 “Per sempre Nomadi”, concerto dei Corpi Estranei cover band ufficiale dei Nomadi. La collaudata band romagnola è ben strutturata ed è composta da 2 chitarre e voce, basso, batteria , percussioni, piano , tastiere, violino e nei concerti presentano il meglio del vasto repertorio dei mitici Nomadi, dai successi degli anni 70 ad oggi. La band è sostenuta da un Fans Club che è impegnato anche in progetti socio umanitari.

  • LUNEDI 19/9, continua la buona musica con “I Dodici Corde”, la band di Argenta è composta da chitarra e voce,violino, basso e batteria e presenta dei pezzi inediti e cover folk con sonorità irlandesi. Saliranno sul palco Cgil alle ore 20 e continueranno nel dopo Camusso,Errani,Manca. La qualità è reale e la band presenterà in anteprima dei pezzi inediti nuovi.

  • MARTEDI 20/9, nell'ultima serata della festa non poteva mancare il meglio del piano bar. Difatti sarà Vittorio Bonetti che allieterà i presenti con il suo pianoforte. Vittorio è una garanzia ed è un musicista conosciuto oltre i nostri territori, si può tranquillamente affermare che ha fatto scuola come piano bar e per questa occasione è particolarmente motivato. Atmosfera e buona musica non mancherà.

  • SINDACATO E POLITICA:

  • SABATO 17/9, saranno i Giovani NON+ disposti ad aspettare a salire sul palco ed esprimeranno tutta la loro indignazione per tutto quello che stanno subendo. Assisteremo a letture ed interventi in contemporanea con la buona musica dei giovani di Ca Vaina.

  • DOMENICA 18/9, alle ore 20,30 “Lavoro e Costituzione” con Elisabetta Marchetti Segretaria Generale della Cgil Imola, Bruno Solaroli Presidente Anpi Imola e coordina Valerio Zanotti conosciutissimo e stimato giornalista imolese. L'iniziativa è importante e centrale perchè è proprio la conoscenza e l'applicazione della Costituzione della Repubblica Italiana che può sostenere e tutelare il mondo del lavoro. La nostra Costituzione nata dalla Resistenza è considerata tra le più complete, giovani e belle al Mondo e sono le parti più deboli della società, i lavoratori, i giovani e pensionati che hanno tutto l'interesse per difenderla. Non possiamo pensare che lo facciano per noi i poteri forti che appositamente vogliono un Mondo senza regole, tutele e diritti.

  • LUNEDI 20/9, ore 15. Assemblea territoriale delle donne pensionate, promossa dal coordinamento donne Spi-Cgil. L'iniziativa è aperta a tutti e dal mio punto di vista sarebbe educativo vedere la presenza di giovani, le nostre madri, nonne, padri e nonni hanno lottato per un' Italia migliore e non si può disperdere nel nulla tutti i sacrifici fatti e questo grande patrimonio socio culturale.

  • LUNEDI 20/9, ore 21 prenotate la poltrona perchè saranno Susanna Camusso, Vasco Errani e Daniele Manca a parlare sulle manovre economiche e su un altra idea di Paese possibile. La Segretaria Nazionale della Cgil, il Presidente della Regione Emilia Romagna ed il Sindaco di Imola onorano con la loro presenza la festa 110 anni + 1 dei lavoratori Cgil e credo siano da esempio a tutti quelli che faziosamente continuano a dividere e spaccare. Siamo ad Imola, la città di Andrea Costa, padre del Socialismo Italiano, la città della cultura cooperativa e solidale e perciò la storia ci deve ricordare, insegnare, illuminare.

  • Nei 4 giorni della festa sarà allestita una mostra, estratta dalla pubblicazione del Cidra Imola “Persone disobbedienti”.Due storie parallele di donne e uomini in lotta per la libertà... Il grano e la dignità del lavoro del giugno 1922... Nadia e Fernanda del 1° maggio 1932. I disegni sono di Daniele Trombetti.
  • 07 settembre 2011

    01 settembre 2011

    Sciopero Generale CGIL


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