30 maggio 2011

STORIA della RAPPRESENTANZA dei LAVORATORI

Nel 1906 venne siglato un accordo tra la Fiom e l’Itala di Torino per riconoscere ai lavoratori il diritto di eleggere una Commissione Interna. E’ la prima forma di rappresentanza dei lavoratori italiani legata al mondo produttivo. Successivamente alla vittoria dell’area comunista alle elezioni delle Commissioni Interne alla Fiat, nel 1925 vennero abolite dal patto tra Confindustria e la Confederazione fascista delle Corporazioni. Furono riattivate nel settembre del 1943, durante il Governo Badoglio, attribuendo alle Comm. Interne nuovi poteri nella contrattazione collettiva aziendale e furono chiamati a votare tutti i lavoratori/trici iscritti e non iscritti al Sindacato. In seguito alla "guerra fredda" e al deterioramento del clima sociale, in Italia dal 1947 al 1966 si registrarono degli accordi peggiorativi sul ruolo operativo delle Commissioni Interne. Sempre in quel periodo per rafforzare la presenza del Sindacato nelle fabbriche furono istituite la Sezioni Sindacali Aziendali, che erano degli organismi intermedi tra le Comm. Interne e le aziende, ma non ebbero vita facile e furono abolite.

A fine anni 60 la Fiom innescò il dibattito sulla democrazia sindacale, sulla rappresentanza e sulla partecipazione della base, temi ancora attuali. Giunse il momento dei Consigli Di Fabbrica… I MITICI C.D.F…., che la Fiom riconobbe ancora prima della stessa Cgil nel Congresso del 1970. E ancora i metalmeccanici, per primi, con il contratto del 69/70 conquistarono il diritto dell’ASSEMBLEA dei lavoratori nelle fabbriche, che diverrà il terreno principe dell’attività sindacale.

Nel 1970 si affermò anche lo "Statuto dei Lavoratori", già richiesto al Congresso Cgil del 1952 da Di Vittorio. Lo Statuto sancì per Legge i diritti e le libertà Sindacali ai lavoratori/trici… Si può ben dire che sono stati "i migliori anni" per la rappresentanza e per i lavoratori italiani e i metalmeccanici erano "fortemente" rappresentati da un'unica sigla unitaria la "F.L.M." ( Federazione Lavoratori Metalmeccanici).

Ma a fine anni 80 , sotto la spinta del nuovo e avanzante neo/liberismo, la favola finì e si concluse l’esperienza unitaria. In quegli anni critici si esperimentò , per brevi periodi e non in tutti i territori, con i Cars e le Rsa per arrivare nel 1991 all’intesa quadro tra Cgil, Cisl , Uil e nel 1993 al protocollo di luglio sottoscritto con il Governo italiano e la Confindustria che riconosce il nuovo organismo di rappresentanza dei lavoratori/ci, le R.S.U. ( Rappresentanze Sindacali Unitarie), ancora in essere e attive. Il dominante neo/liberismo e l’ultima fase del Berlusconismo ha operato per demolire gran parte delle conquiste dei lavoratori/trici e per disconoscere il Contratto Nazionale e lo Statuto dei Lavoratori, anche sostenendo e siglando degli ACCORDI SEPARATI con Cisl, Uil e Ugl, senza la Cgil. E’ paradossale come in Italia i lavoratori/trici debbano continuamente lottare per i loro diritti ed è chiaro che si deve rimancare la necessità di percorsi certi per la reale rappresentanza e per la consultazione democratica dei lavoratori, oltre i dissensi e le divergenze politiche-sindacali.

Nel rispetto del suo importante ruolo storico, io credo che tutta la Cgil debba operare per riportare i lavoratori/trici italiani, ancora una volta, fuori dalle SABBIE MOBILI

"La divisione sindacale è il punto di partenza per l’indebolimento generale dei lavoratori, bisogna capire che la divisione è debolezza, che così avremo torto anche se abbiamo ragione" Giuseppe Di Vittorio

27 maggio 2011

24 maggio 2011

Costituzione Democrazia LAVORO

Art.1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Art.4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere… un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Finita l’era del fascismo, con la liberazione e la ricostruzione occorreva indicare alla nuova Repubblica democratica una direzione precisa da seguire. L’Art.1 e l’Art.4 , sancivano la prospettiva tesa al coinvolgimento di tutto il popolo nel lavoro e dal lavoro di tutto il popolo consolidare e qualificare la rinascita e la crescita del Paese. I padri costituenti vollero riservare al lavoro e ai lavoratori/trici un ruolo primario e scrisse Palmiro Togliatti: “La classe Dirigente della Repubblica deve essere una nuova classe Dirigente, direttamente legata alle classi lavoratrici”. Inoltre la Costituzione volle rovesciare vecchi schemi sociali legati alla nobiltà e alla ricchezza ereditata, grazie alla fatica di tanti altri mal pagati e considerati. Si voleva premiare l’impegno del lavoro che produce ricchezza e da questo elemento creare le basi per il rafforzamento degli altri diritti sociali, collettivi ed individuali. Purtroppo ben presto i lavoratori si ritrovarono a lottare per vedersi riconosciuto proprio dei diritti costituzionali e quando sembrava andare meglio è sopraggiunta la nuova strisciante offensiva del nuovo capitalismo internazionale. Il lavoro ha perso valore etico, morale ed economico, ed ancora negli ultimi anni la democrazia e il valore della rappresentanza hanno subito attacchi senza precedenti. I diritti costituzionali sembrano noccioline e la contrattazione collettiva , quale strumento atto a garantire l’equilibrio socio-economico, va via via scemando, pensando di sostituirlo con un forte individualismo che invece lascia indietro milioni di persone. Si può tranquillamente affermare che in Italia , più che da altre parti, la lotta di classe l’hanno fatta i finanzieri e i manager per conto e a difesa del capitale, a discapito delle classi produttrici e del loro potere di acquisto… PUNTO… VIVA I PADRI COSTITUENTI… VIVA IL LAVORO… VIVA LA COSTITUZIONE NATA DALLA RESISTENZA.

21 maggio 2011

Angels Test: i pazzi siete voi se non ci aiutate a fermare il nucleare


Ciao Angelo,
Sono passati sette giorni da quando ci siamo rinchiusi in questo rifugio anti-radiazioni. La situazione è tranquilla, ma iniziamo seriamente a capire i problemi che avremo restando qua dentro un mese...il primo su tutti? Manca l'aria. L'aria pulita è preziosa e lo sai bene se vivi in un rifugio.
Poi c'è il cibo. Una volta finite le provviste non possiamo uscire a comprarne altre, quindi le porzioni sono a dir poco ridicole … In più mangiare cibo in scatola tutti i giorni non è il massimo.
Gli odori della cucina sono tremendi con la finestra chiusa e la cappa sigillata per non far entrare le radiazioni. C'è puzza di piedi e in sette si sta davvero stretti. Questa esperienza ci fa venir voglia di darvi solo un piccolo consiglio: quando non potete uscire di casa, dimenticate che fuori c'è il sole.
Ma per il momento è ancora facile. Siamo molto motivati, dal web riceviamo un sacco di incoraggiamenti. Allora vuol dire che la nostra protesta ha un senso.
Solo se decidi di mobilitare i tuoi amici a votare Sì al Referendum del 12 e 13 giugno possiamo raggiungere il nostro obiettivo: fermare quei pazzi che vogliono riportare il nucleare nel nostro Paese.
Grazie!
Pierpaolo, Alessandra, Alice, Giorgio, Luca, Marco e Silvio

16 maggio 2011

Costituzione Democrazia Uguaglianza

L’art.3 della Costituzione Italiana è uno degli articoli più belli ed importanti: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
L’uguaglianza dinanzi alla legge è un principio scritto per evitare discriminazioni a svantaggio di chi è più debole o di favorire e concedere privilegi a chi è più forte e potente. L’uguaglianza giuridica dovrebbe valere anche per i politici, amministratori, parlamentari e senatori. Chi ha l’ambizione o viene chiamato ed eletto a rappresentare gli interessi pubblici e comuni, fino ad ergersi a guida politica e morale del Paese, deve dare l’esempio principe. Se vogliamo che la democrazia non sia solo una formalità, ma effettiva, dobbiamo riconoscere e garantire i diritti di libertà , economici e sociali. La Costituzione sancisce e certifica di non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie, ma di combatterle attivando una concreta politica di riforma della società. Oggi si deve rivalutare l’Art.3 della Costituzione. Da tempo si sta allargando la forbice tra i più ricchi e i più poveri, anni fa un super-manager guadagnava 20-30-40 volte in più di un lavoratore, ora si è arrivati a 300-600 e oltre, gli esempi non mancano e logicamente la risposta protettiva è legata agli effetti della globalizzazione. L’uguaglianza economica e fiscale, oltre che ad essere un valore etico e morale, è un elemento di crescita e di mantenimento del mercato interno.E’ chiaro che se le famiglie hanno più soldi da spendere si muovono sinergie economiche e commerciali di vario tipo e natura. L’uguaglianza delle opportunità di crescita individuale è strettamente legata ai percorsi educativi e spetta alla Repubblica rimuovere gli ostacoli ed è ovvio che, per garantirlo, la qualità della scuola pubblica va difesa e sostenuta. L’uguaglianza non si sposa con l’individualismo, il menefreghismo e l’egoismo, ma abbraccia la libertà, la dignità, i diritti, l’umanità, la solidarietà.

11 maggio 2011

Il 6 maggio la Cognetex c'era


La grande storia sindacale della Cognetex ha ancora radicato nel presente l'attenzione e la sensibilità per i grandi problemi che preoccupano il mondo del lavoro e la società nel suo insieme. La presenza alle manifestazioni oltre che ad essere un diritto è anche un dovere a cui i lavoratori FIOM-COGNETEX non si sottraggono, nonostante le enormi umiliaziani subite nel periodo post-privatizzazione...

09 maggio 2011

La RILOCALIZZAZIONE

Gli imprenditori, per fortuna, non sono tutti allineati con Marchionne e le sue Newco: “Fate come dico io o me ne vado”. Oppure con i manager Thyssen che dopo essere stati condannati per il rogo e la morte di 7 operai hanno affermato: “Cosi non possiamo più investire in Italia”. Esistono anche le Imprese come la Bonfiglioli Riduttori che per migliorare l’efficienza, l’eccellenza e il potenziamento del Gruppo in Europa e nel resto del mondo, riporta in Italia parte della produzione delocalizzata in Slovacchia. Nello specifico si parla della “serie 500”, motoriduttore storico che tornerà ad essere prodotto in Romagna. Il piano di sviluppo prevede di portare nel 2013 il fatturato vicino ai 900 milioni di euro. Il Presidente, Sonia Bonfiglioli, afferma che puntano alla competenza, attraverso assunzioni specifiche ed inoltre intendono migliorare l’organizzazione industriale per eliminare gli sprechi e i relativi costi. Per innovazione, sviluppo e ricerca nell’arco dei 3 anni sono previsti dai 90 ai 100 milioni di investimenti. Potenzieranno i 3 centri produttivi italiani, Calderara di Reno, Vignola e Forli, con ottimizzazione della logistica e riduzione dei tempi di consegna. Il Gruppo Bonfiglioli, per non trascurare le aree emergenti, è presente con dei siti produttivi anche in Cina e in India. Comunque la flessibilità, la qualità, la vicinanza ai clienti e ai vari mercati, insieme alla ricerca per l’innovazione sono una garanzia e una buona filosofia che favorisce la crescita. Ricordo che tutte queste sinergie produttive e commerciali hanno comportato, nel corso degli anni, alla fortissima riduzione dei magazzini, recuperando in economia gestionale, ma possibile solo con una grande capacità produttiva, flessibile e di qualità.
Ho evidenziato il PIANO BONFIGLIOLI perché lo ritengo un buon esempio da seguire ed anche perché la Finlane Cognetex di Imola da anni produce specifici particolari meccanici ed è Azienda Partner del Gruppo Bonfiglioli, perciò direttamente interessata e portatrice di queste filosofie commerciali e produttive.

05 maggio 2011

INDIGNEZ-VOUS!

“Il motore della Resistenza era l’indignazione. Noi, veterani dei movimenti di resistenza e delle forze combattenti della Francia libera, ci appelliamo alle nuove generazioni perché mantengano in vita e tramandino gli ideali della Resistenza. Diciamo loro: ORA TOCCA A VOI INDIGNATEVI! I responsabili politici, economici, intellettuali e la società non devono abdicare, ne lasciarsi intimidire dalla dittatura dei mercati finanziari che minaccia la pace e la democrazia. Il mio augurio a tutti voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E’ fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti e impegnati. Abbracciamo un’evoluzione storica e il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi. Ed è un corso orientato verso una maggiore giustizia, una maggiore libertà. La responsabilità dell’uomo che non può affidarsi né a un potere né a un Dio, ma deve impegnarsi nel nome della propria responsabilità di essere umano. A quelli e quelle che faranno il XXI secolo, diciamo con affetto: CREARE E’ RESISTERE…RESISTERE E’ CREARE.”
Stéphane Hessel, 93 anni protagonista della Resistenza Francese

VENERDI 6 MAGGIO… manifesta con la CGIL in tutte le piazze d’Italia la tua INDIGNAZIONE.

Tutti noi meritiamo un’Italia e un Mondo migliore, stai con la CGIL perché è un Sindacato RESISTENTE e LOTTA per il lavoro, fisco, pensioni, diritti, stato sociale, democrazia……
Le donne e gli uomini della CGIL si riconoscono e difendono la Costituzione nata dalla Resistenza!

02 maggio 2011

Venerdì 6 maggio: SCIOPERA e VIENI IN PIAZZA


Venerdì 6 maggio Sciopero Generale
di tutta la giornata o turno di lavoro

A IMOLA LA MANIFESTAZIONE


SI SVOLGERA’ NELLA MATTINATA
IN PIAZZA MATTEOTTI ALLE ORE 10