31 maggio 2016

Luciano Lama e il coraggio delle idee.

Il 31 maggio di venti anni fa moriva Luciano Lama. Degno erede di Giuseppe Di Vittorio, con il suo carisma ha segnato un’epoca e rappresenta ancora oggi un monumento del sindacalismo italiano. «Grazie per avermi offerto una vita piena, una causa grande, una ragione giusta di impegno e di lotta». Sono le parole con cui, il 4 marzo 1986, Luciano Lama saluta la Cgil riunita a congresso. La sua leadership carismatica ha caratterizzato un’epoca di storia sindacale. E ancora oggi – a vent’anni dalla scomparsa, avvenuta il 31 maggio 1996 – “la Cgil di Lama” è un’espressione di grande forza evocativa. Lama nasce a Gambettola, in provincia di Forlì, il 14 ottobre 1921, figlio di un ferroviere, militante del Partito popolare italiano. S’iscrive a scienze politiche, ma nel 1940 deve interrompere gli studi per andare a combattere in Croazia. Rientrato in Italia nel 1943, si unisce ai partigiani dell’ottava brigata Garibaldi e partecipa, il 9 novembre 1944, alla liberazione di Forlì. Benché non abbia alcuna esperienza sindacale, Lama, che intanto è riuscito a laurearsi, viene nominato dal Cln segretario della Camera del lavoro provinciale. 
Una vita per la Cgil. È l’inizio di una lunga e prestigiosa carriera che lo vede, già nel 1947, vicesegretario della Cgil, dal 1952 al 1957 segretario generale dei chimici, dal 1957 al 1962 dei metalmeccanici. Nel 1962 entra nella segreteria confederale e da allora la crescita della sua influenza politica è testimoniata dallo spessore e dal rilievo dei suoi interventi nel dibattito interno alla Cgil. Lama sostiene che il sindacato non deve occuparsi soltanto di salari, di cottimi, di organici, di trasporti, di case, di sicurezza sociale, ma ambire a essere una «autorevole e impegnata forza, che interviene per una modificazione più profonda delle strutture economiche e sociali».
I difficili anni Settanta. Quando, il 24 marzo 1970 viene eletto segretario generale della Cgil, il potere sindacale è enormemente accresciuto sull’onda delle lotte e delle conquiste dell’anno precedente e del consolidamento dei rapporti unitari tra Cgil, Cisl e Uil. Due anni dopo viene costituita la Federazione sindacale unitaria, che, in un periodo tra i più travagliati della storia repubblicana, svolge un ruolo fondamentale nella difesa della democrazia.... Continua: luciano-lama-coraggio-delle-idee. 
L’impegno unitario. Con l’esaurimento dell’esperienza dell’unità nazionale e il ritorno del Pci all’opposizione si chiude però il lungo ciclo dell’ascesa e dell’affermazione del sindacato come soggetto politico, quando – scriveva Aris Accornero – la figura imponente, il piglio sensato e la pugnace loquela di Lama impersonavano al meglio il sindacato come “gigante buono”. Di lì a poco sopravviene una fase difficile.... Continua: luciano-lama-coraggio-delle-idee.

30 maggio 2016

Aggiornamento dei miei contatti telefonici mobili.

Numero smartphone prioritario: 338 2866741
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Numero cellulare per uscite bici: 338 9108908
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Angelo Gentilini

1996-2016 Imola In Musica.


Dal 1996 "Imola in musica"ci offre l’avventura di “vedere, ascoltare, gustare la nostra città” e, con soddisfazione, possiamo affermare che sia diventata una delle più originali rassegne musicali a livello nazionale. Ancora una volta, ai primi di giugno, la musica trasformerà la nostra città in un unico, grande, palcoscenico invadendo piazze e strade, chiese e musei, cortili e palazzi, giardini e teatri. Sarà possibile creare e seguire un proprio viaggio musicale alla scoperta di artisti di strada, buskers, artisti nazionali e internazionali, scuole musicali e gruppi amatoriali. Tante emozioni, talento e musica di qualità, affiancate ad incontri, mostre, passeggiate in città e visite guidate, accompagneranno il pubblico in questa "avventura musicale". La manifestazione nasce nel 1996 con l’ambizione di offrire a tutti gli appassionati di musica l’occasione di gustare un programma ricco di eventi musicali del tutto particolare per la sua eterogeneità e in maniera del tutto gratuita, ed è organizzata dagli Assessorati Cultura, Progetto Giovani e Turismo del Comune di Imola. Nel corso degli anni si è arricchita di momenti culturali differenziati trasformandosi in un progetto molto articolato che prevede concerti di ogni genere (dalla musica leggera al rock, dalla classica alla lirica, dal jazz al popolare, etc.) con musicisti provenienti anche dall’estero, accompagnati da performance artistiche quali la danza e il ballo, la pittura e le mostre, che pervadono la città attraverso i suoi luoghi più suggestivi. Dal 2006 viene assegnato un premio speciale "Imola in Musica" riservato a musicisti emiliano romagnoli distintisi per coniugare le tradizioni locali a forme contemporanee di musica. Imola in Musica ha inoltre un bando aperto a gruppi e musicisti per offrire loro la possibilità di suonare come ‘buskers’ nelle strade del centro storico. Ancora una volta il centro storico della città diventa un grande palcoscenico per tanti generi musicali in un importante ed atteso momento collettivo di cultura, incontro e partecipazione. I palchi presenteranno artisti nazionali e conosciuti a fianco di esperienze locali, allievi delle scuole di musica e giovani emergenti. Le strade saranno animate da artisti e gruppi spesso estrosi ed innovativi. I principali monumenti della città saranno aperti e visitabili con apposite visite guidate tematiche.
Vedi tutto il programma: http://www.imolainmusica.it
Angelo Gentilini, da info www.imolacentrostorico.it/eventi/calendario/imola-in-musica 

29 maggio 2016

L'esito finale di un bellissimo Giro d'Italia.

     1) Vincenzo Nibali (Ita, Astana Pro Team) in 82h44’31”
     2) Esteban Chaves (Col, Orica-GreenEdge) a 52”
     3) Alejandro Valverde (Spa, Movistar Team) a 01’17”

Angelo Gentilini

Jobs Act, l'ingannevole legge...a leggerla bene.

Quella del Jobs Act è una storia d’inganni, furbizia malandrina e apparenze falsificanti. Ce n’è per tutti i gusti. Si va dall’uso (senza precedenti) di anglicismi con un forte impatto mediatico, ma d’incerto significato nella stessa lingua-madre, all’uso spericolato di parole che reclamizzano la figura di un contratto di lavoro spacciato per innovativo mentre alle spalle ha un’esperienza secolare. Si va dal rispetto soltanto formale delle procedure parlamentari – perché la legge-delega non contiene né i principi né i criteri direttivi che la Costituzione esige allo scopo di limitare la discrezionalità della decretazione delegata, ne lascia intenzionalmente nel vago l’oggetto che la Costituzione vuole predefinito ed è stata approvata ricorrendo al voto di fiducia per impedire l’esame di emendamenti e imbavagliare le dissidenze interne alla stessa maggioranza governativa – alla rottura della consolidata regola non scritta che fa precedere l’intervento legislativo da confronti nel merito coi sindacati. Si va dalla valorizzazione del potere aziendale attraverso il sostanziale ripristino della libertà di licenziare all’emarginazione della tutela giurisdizionale dei diritti in attuazione di un progetto politico che ipotizza uno scambio tra maggiore flessibilità a vantaggio dell’impresa oggi e maggiore sicurezza nel mercato domani a vantaggio del lavoratore. Uno scambio che, sebbene sia caldeggiato dalla governance europea, in un paese come il nostro ove le politiche attive del lavoro sono ancora all’”abc” è più virtuale che virtuoso. In sintesi, la delega non solo era sostanzialmente in bianco in modo da permettere al governo di allungare le mani sull’intero diritto del lavoro, ma ha finito per assumere le caratteristiche di un’autocelebrazione della corrente di pensiero che riduce la politica a mera comunicazione. Candido come una colomba e astuto come un serpente, il legislatore delegato ha qualificato “a tutele crescenti” un contratto di lavoro a tempo indeterminato dove la sola forma di tutela che può crescere (a ritmo annuale di 2, ma fino a un massimo di 24 mensilità) è l’indennità corrisposta in caso di licenziamento ingiustificato. Così, con un colpo solo si sono raggiunti parecchi risultati di cui non si tarderà a scoprire la contraddittorietà. Questo contratto infatti, se da un lato sembra promettere un futuro socialmente desiderabile in ragione dell’indeterminatezza della sua durata che di per sé apre uno spiraglio alla speranza di de-precarizzare il mercato del lavoro, dall’altro è nemico di ogni aspettativa di stabilità in ragione del riformarsi delle condizioni del potere di comando che per tradizione era simboleggiato dalla licenza di licenziare. Anzi, è un contratto socialmente pericoloso perché è associato a una tutela contro il licenziamento illegittimo dominata non tanto dalla preoccupazione di rimuovere l’illecito e le sue conseguenze quanto piuttosto di garantire all’imprenditore l’irreversibilità delle sue decisioni, per illegali che possano risultare in giudizio. E ciò perché nemmeno la perdita di un posto di lavoro senza alcun giustificato motivo è percepita dal governo come un dramma per chi la subisce; facendo sua l’ottica dell’impresa, il governo valuta il licenziamento illegittimo alla stregua di un costo di cui è bene conoscere in anticipo l’importo e predeterminarlo nella misura più contenuta possibile. Flebile e blanda, stante l’importo mediamente modesto dell’indennità dovuta, è una tutela che rende questo contratto competitivo in termini di costi diretti e indiretti col contratto a tempo determinato, ormai completamente liberalizzato, proprio facilitando la cessazione del rapporto di lavoro a iniziativa dell’imprenditore. Alla fin dei conti, la tutela è qualitativamente identica a quella prevista in epoca anteriore allo Statuto dei lavoratori. La reintegrazione nel posto di lavoro, infatti, sarà per i neo-assunti una sanzione del tutto residuale: una remota eventualità. Come dire: se non si è in presenza di un decesso prematuro del diritto del lavoro, è innegabile che lo si è fatto tornare all’età dell’adolescenza. Candido come una colomba e astuto come un serpente, il legislatore delegato ha previsto l’eutanasia dell’art. 18 che la legge Fornero aveva reso “cugino moribondo” di quello preesistente. Esso, infatti, è destinato a estinguersi via via che i (milioni di) lavoratori assunti a tempo indeterminato in servizio prima dell’entrata in vigore della riforma se ne andranno dall’azienda di appartenenza. Come dire che si dissolverà pian piano e senza necessità di abrogarlo. A quel punto, però, la decenza vorrebbe che l’accattivante ammiccamento alle “tutele crescenti” venisse soppresso per rispetto, se non degli italiani, della lingua italiana. Per quanto scaltro, è uno spot pubblicitario la cui funzione promozionale si sta esaurendo. Pertanto, una volta che si sia finalmente compreso che il successo del contratto “a tutele crescenti” nel mercato delle regole del lavoro dipendeva da un robusto, ma temporaneo abbassamento del costo del lavoro a carico della fiscalità generale, è auspicabile che la menzognera etichetta cada da sola, come una foglia secca che si stacca dal ramo. Questo, ad ogni modo, è il male minore. Il fatto è che nel frattempo il diritto del lavoro ha subito un durissimo attacco al principio-base dell’eguaglianza che la Costituzione vorrebbe vedere messo in opera nei luoghi di lavoro sia in direzione verticale che in senso orizzontale. Viceversa, è clamorosamente trasgredito in direzione verticale, perché lo svuotamento della tutela contro il licenziamento ingiustificato rilegittima la storica asimmetria dei rapporti di dipendenza personale a struttura gerarchica. Neanche all’eguaglianza in senso orizzontale sono risparmiati violenti strappi. E ciò perché la data dell’entrata in vigore del provvedimento legislativo funziona da pretesto per disapplicare la regola in assenza della quale la solidarietà sociale rischia di frantumarsi e sparire: quella per cui a lavoro eguale corrisponde un eguale trattamento. In effetti, la differenziazione di regimi del licenziamento tra vecchi e nuovi assunti non trova alcuna giustificazione nella diversità della loro condizione lavorativa. Certo, soltanto la Corte costituzionale potrà pronunciare in proposito l’ultima parola; il che prima o poi succederà. Intanto, però, è plausibile presumere che la logica adottata per stabilire che qualunque assunzione successiva al fatidico giorno dà origine a trattamenti differenziati di un istituto avente un’importanza strategica come il licenziamento ubbidisce soltanto a un calcolo di opportunità che ha molto da spartire con quello che ha portato il medesimo governo a concedere un aumento salariale di “80 euro” ai percettori di reddito da lavoro sotto una certa soglia o, più di recente, il bonus dei 500 euro ai diciottenni della Repubblica. In tutti questi casi, è sempre una questione di consenso: catturarne il più possibile o perderne il meno possibile. Candido come una colomba e astuto come un serpente, il legislatore delegato ha sposato l’idea, in circolazione da tempo, che lo Statuto dei lavoratori sarebbe invecchiato precocemente. Un’idea che è figlia della convinzione per cui, qualora il diritto del lavoro stabilisse con la Costituzione la stessa connessione che la lingua ha con la grammatica, non sarebbe più una risorsa. Per questo l’attuale governo ritiene che quello rifondato dallo Statuto dei lavoratori nel solco tracciato dalla Costituzione fosse un diritto con un grande futuro alle spalle. Infatti, portando dentro il contratto la tutela dei diritti fondamentali di libertà e dignità dei lavoratori nel loro contenuto essenziale, il legislatore dello Statuto aveva affrontato il problema del contemperamento con la libertà dell’iniziativa economica circondando la gestione del personale con regole che testimoniavano come il contratto di lavoro differisse da altri contratti per la qualità dello scambio. Ora l’assetto dell’impianto regolativo è modificato radicalmente. Non che il problema del contemperamento sia stato accantonato. Tutt’al contrario. Semplicemente, se ne capovolge la soluzione. Non è più la logica mercantile del contratto a dover farsi carico del rispetto dei diritti fondamentali. Sono i diritti fondamentali che devono farsi carico della logica del contratto ed esserne sacrificati. Francamente, era difficile immaginarsi una fuori-uscita più clamorosa dai binari tracciati da una Costituzione che segna nella maniera più solenne possibile l’inizio dell’età della de-mercificazione del lavoro, facendone il formante dello Stato:
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». (Scritto Da Umberto Romagnoli)
Angelo Gentilini, da www.fiom-cgil.it/-articoli- 

28 maggio 2016

Domani mattina... "Concerto all' ALBA" al parco Tozzoni.

Imola in musica 2016 propone: 
Domenica 29 maggio, alle ore 5.30, 
"Concerto all' ALBA" sul prato centrale di parco Tozzoni con i migliori giovani artisti partecipanti all'Imola ArchiLab del Dipartimento d'Archi dell'Accademia internazionale Incontri col Maestro.
Possibilità di colazione al Chiosco Dolce Vita (accesso anche dal nuovo parcheggio di via Montericco). Si consiglia di portare una coperta o una stuoia per sedersi sul prato. In caso di maltempo il concerto verrà annullato.
Vedi il sito ufficiale: http://imolainmusica.it/ 
Angelo Gentilini, da info  www.facebook.com/imolainmusica

27 maggio 2016

Le osservazioni CGIL sulla Riforma Costituzionale.

Il Direttivo nazionale della Cgil, nella seduta di martedì 24 maggio, ha votato un documento - approvato con due voti contrari e nessuno astenuto - che esprime un giudizio critico sulla proposta di modifica costituzionale. Critico sia rispetto al "metodo" che al "merito" della proposta.  
- Rispetto al metodo, il primo sindacato italiano sottolinea in particolare una "discussione parlamentare a tratti compulsiva", un "eccesso di condizionamento del governo", una "impropria polarizzazione del dibattito in aula, che ha raggiunto il suo apice con la dichiarata volontà di fare del referendum confermativo un banco di prova per l'operato complessivo del governo". Per il Comitato direttivo della Cgil "il risultato di tale eccessiva e inopportuna polarizzazione della modifica costituzionale ha provocato l'assenza di un dibattito che affrontasse il merito delle proposte in discussione, oscurato da una sterile contrapposizione tra innovatori e conservatori, fiduciosi e disfattisti, che nulla ha a che vedere con l'intento di aggiornare l'architettura istituzionale della Repubblica". 
- Per quanto riguarda invece il merito della proposta di riforma, la confederazione di Corso d'Italia evidenza come "l''apprezzabile e auspicabile" obiettivo di superare il bicameralismo perfetto, "che la Cgil richiede da tempo", "si è tradotto in un'eccessiva centralizzazione dei poteri allo Stato". Per la Cgil, infatti, "il nuovo Senato, per composizione e funzioni, non potrà svolgere l'auspicato e necessario ruolo di luogo istituzionale di coordinamento fra Regioni e Stato, essenziale a conciliare le esigenze autonomistiche con quelle unitarie". Altra criticità evidenziata dal direttivo Cgil è "l'irragionevole moltiplicazione dei procedimenti legislativi del Parlamento", con il Governo che si vede attribuita "la facoltà di dettare l'agenda parlamentare, potendo porre in votazione a data certa i provvedimenti ritenuti essenziali senza vincoli quantitativi né di oggettività".
- In conclusione, secondo la Cgil "l'esigenza, da tanti condivisa, di introdurre cambiamenti positivi volti a innovare e modernizzare l'assetto istituzionale, dopo oltre 30 anni di dibattiti e proposte, non viene soddisfatta dall’attuale ipotesi di modifica costituzionale". Siamo di fronte a "un'occasione persa per introdurre quei necessari cambiamenti atti a semplificare, rafforzandole, le istituzioni pubbliche, e giudica negativamente quanto disposto, da tale proposta di modifica, perché introduce nella nostra Carta norme incongrue ed inefficaci".
Angelo Gentilini, da info Cgil Rassegna Sindacale.


26 maggio 2016

Domani sera "6° Osservatorio economia e lavoro" del circondario imolese.

Come sta il territorio imolese? Uno strumento utile per dare delle risposte è il 6° Osservatorio sull’economia e il lavoro nel circondario imolese, elaborato dall' Ires Emilia Romagna, per conto della Camera del lavoro imolese, che sarà presentato venerdì 27 maggio, ore 20 a Imola, presso la sala delle Stagioni in via Emilia 25, dal ricercatore dell’Ires Carlo Fontani e dal segretario generale della Cgil di Imola, Paolo StefaniAll’iniziativa interverranno anche Domenico Olivieri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative imolesi, e Marco Gasparri, presidente delegazione imolese Unindustria Bologna. 
Sintetica fotografia sul territorio imolese: Nel circondario disoccupati stabili e il lavoro è un problema.
Approfondisci le tematiche sociali e del lavoro nel nostro territorio: www.cgilimola.it
Angelo Gentilini, da info Cgil Imola.

25 maggio 2016

"AUGURI ENRICO"

Oggi Enrico avrebbe compiuto 94 anni! www.enricoberlinguer.it
Approfondisci: https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Berlinguer 
Angelo Gentilini

Per Roma 2024 il CONI copra "Apoteosi del fascismo".

Lo scorso 17 febbraio al Palazzo dei Congressi dell’Eur veniva presentato il dossier per la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024. Di fronte a una platea di mille invitati, il Presidente del Comitato Roma 2024 Luca Cordero di Montezemolo parlava di “arte italiana dell’accoglienza”. In apertura, il Presidente del CONI Giovanni Malagò leggeva il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Per l’Italia è un’occasione per parlare al mondo, per rafforzare quel messaggio di pace e di solidarietà che è espressione della nostra storia”. Tra i poli scelti per ospitare i Giochi Olimpici vi è il Foro Italico, sede del CONI, nel cui Salone d’Onore campeggia l’enorme pittura murale (circa 13 metri di lunghezza per 12 di altezza) di Luigi Montanarini intitolata "Apoteosi del fascismo". Il dipinto, realizzato in pieno Ventennio, raffigura un Mussolini statuario che arringa la folla affiancato dal Gran Consiglio. Coperto da un panno nel 1944 con l’entrata a Roma degli alleati, l’affresco è rimasto tale fino al 1997, quando qualcuno ha pensato che l’Italia avesse ormai fatto i conti con la storia e la Soprintendenza per i Beni Architettonici ha imposto al CONI di scoprire il dipinto e restaurarlo in nome dell'arte. Febbraio 2017 sarà il termine ultimo per presentare la documentazione relativa alla candidatura ai Giochi Olimpici del 2024. Tra febbraio e giugno 2017 la Commissione di valutazione visiterà le città candidate. A luglio 2017 il Comitato Olimpico Internazionale pubblicherà la relazione della Commissione di valutazione. Infine, a settembre 2017, l’elezione della città prescelta. Più si va avanti nell’iter di selezione, più è verosimile che l’immagine dell’affresco faccia il giro del mondo: il CONI, emanazione del Comitato Olimpico Internazionale, che “pone lo sport al servizio dello sviluppo armonioso dell’umanità, al fine di promuovere una società pacifica, interessata alla salvaguardia della dignità umana”, rappresentato dall’effigie di chi fece della discriminazione e dell’odio il proprio credo. Curioso per un paese così attento a non ferire la sensibilità di un capo di stato straniero al punto da coprire i nudi dei Musei Capitolini. Chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini di dare disposizioni affinché l’affresco sia nuovamente coperto, in vista non solo della candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024, ma - ci auguriamo - per sempre, nel pieno rispetto del mandato del CONI e della memoria di quanti hanno sofferto e perso la vita a causa del fascismo. Altrimenti, che si sposti il Salone d’Onore in una sala più degna di rappresentare lo sport italiano nel mondo. Firma la petizione: www.change.org/roma-2024-coprite affresco che celebra il fascismo. 
Angelo Gentilini, da info change.org

24 maggio 2016

In Germania...chi sbaglia paga.

È proprio una sfiga per il manager tedesco Thomas Middelhoff vivere in Germania e non in Italia. Dopo la condanna definitiva a tre anni per evasione fiscale e malversazione deve adesso scontare la pena nella prigione di Bielefeld: in Italia non sarebbe stato neanche condannato, perché il delitto nel frattempo sarebbe già prescritto, visto che un processo dura in Italia mediamente dieci anni. E se, malauguratamente, fosse stato condannato – cosa che ogni avvocato scaltro avrebbe potuto evitare facendo le solite manfrine – Middelhoff avrebbe potuto scontare la pena tranquillamente nella sua villa, condannato al massimo a giocare a filetto con gli anziani una volta a settimana. Fino a poco tempo fa Middelhoff era uno dei vip dell’economia tedesca: CEO di Bertelsmann, poi del fallito gruppo tedesco Arcandor che controllava i magazzini Karstadt, la società di vendita per corrispondenza Quelle e il tour operator Thomas Cook. Era un manager che volava molto in alto – anche letteralmente: una delle accuse durante il processo erano le spese di 1,1 milioni di Euro per i 48 voli in aeri privati: voli a scopi personali, ma pagati dagli azionisti. Dato il pericolo di fuga, Middelhoff è stato arrestato direttamente in tribunale. È rimasto in custodia cautelare per cinque mesi – finché è stata pagata una cauzione di 895 000 euro. I suoi avvocati hanno fatto ricorso, ma l’appello è stato bocciato. Siccome i gradi di giudizio in Germania sono al massimo due e Middelhoff non poteva contare sulla prescrizione – a differenza dell’Italia, in Germania il tempo per la prescrizione cessa di decorrere quando inizia il processo o con il decreto di rinvio a giudizio – è finito in cella. Il ricorso è stato probabilmente il grande errore di Middelhoff: veniva considerato come prova di un ulteriore arroganza. Uli Hoeness invece, il popolarissimo presidente del Bayern Monaco, condannato a tre anni e mezzo per un evasione fiscale di 27 milioni di euro – ha rinunciato al ricorso ed è andato in prigione subito. Per giunta ha dichiarato la sua colpevolezza anche pubblicamente: considerato un peccatore pentito, è stato rilasciato in libertà dopo aver passato solo 673 giorni in prigione, metà della sua pena. Perché la giustizia funziona cosi in Germania? Perché i tedeschi sono rancorosi. Non perdonano facilmente. Ve lo garantisco. Sono tedesca. (15/5/2016, Petra Reski)
Angelo Gentilini, da info repubblica.it/micromega-online/chi-sbaglia-paga-in-germania/ 

23 maggio 2016

"Giornata della legalità dedicata a Giovanni Falcone"

Oggi è la Giornata della legalità, dedicata a Giovanni Falcone e agli uomini della sua scorta uccisi il 23 maggio di 24 anni fa. Una pagina di storia che ha cambiato l’Italia. Una ferita ancora aperta. Un monito. Perché la lotta alla mafia sia praticata tutti i giorni, sul campo, da tutti. Non dimentichiamo! 
Angelo Gentilini, da Spi Cgil Nazionale.

All' Area 111 "Incontri con il Maestro".

AREA 111 Via Togliatti 21 IMOLA Bologna
Con il Patrocinio del Comune di IMOLA
IMOLA IN MUSICA 2016
Nel week end del 4/5 giugno sono in agenda tre incontri:
"CON IL MAESTRO MOHAMED EL SAYED"
*** 4 giugno, ore 10-13 ***
"Il pensiero filosofico sufista e l’uso del giro"
Esperienza di connessione con il pensiero filosofico sufista e uso del giro come tecnica: preparazione ed emozione.
In collaborazione con Officina, Sant’Ermanno e Aghape
*** 4 giugno, ore 14-17 ***
"La danza shabi"
Una danza legata alla terra e caratterizzata da allegria e semplicità con il Maestro Mohamed El Sayed, a cura di Cinzia Ravaglia. 
*** 5 giugno, ore 10-13 ***
"La danza saidi"
Una danza femminile caratterizzata dall’uso del bastone con il Maestro Mohamed el Sayed.
Organizzazione a cura di Cinzia Ravaglia (info 393 4113912).
Angelo Gentilini, da info Area 111.

22 maggio 2016

"La conquista del voto per le donne"

Domani 23 maggio, nel salone Di Vittorio della Camera del Lavoro di Bologna, con inizio alle ore 14,00 a 70 anni dalla Conquista del Voto per le Donne, si terrà un importantissimo convegno a più voci, con illustri ospiti che proveranno a ripercorrere le tappe di un processo che ha portato ad un pieno e totale diritto delle donne a partecipare e decidere. Fu un riconoscimento tardivo, il primo, del loro insostituibile ruolo nel conseguimento e nella costruzione della nostra Repubblica. Ma sarà anche l'occasione per riflettere sul cammino ancora incompiuto della parità di genere nel nostro Paese. Parteciperanno Antonella Raspadori, Simonetta Salieri, Carla Cantone, Valeria Fedeli e Serena Sorrentino. Presiede i lavori Vincenzo Colla.
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Info storiche: 1) wikipedia.org/wiki/Suffragio_femminile_in_Italia
                           2) www.left.it/voto-alle-donne-70-anni-fa-la-prima-volta-ecco-come-ando/
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Angelo Gentilini, da info Cgil E.R.

21 maggio 2016

Bonus, donne, ripresa, vita e lavoro che manca sempre!!!


"Una politica che sostiene la condizione delle donne attraverso i bonus non è sufficiente. In Italia manca una visione complessiva che veda la questione femminile nella sua interezza: lavoro, retribuzioni,servizi sociali, asili nido, tutela genitori disabili, maternità e paternità, norme che realmente permettano la conciliazione di tempi di vita e di lavoro". Afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Ma quello che manca è soprattutto l'occupazione: in Italia lavorano solo il 51% delle donne e siamo il fanalino di coda d'Europa. Inoltre una donna su 4 nel nostro Paese lascia il lavoro dopo il primo figlio e le retribuzioni spesso arrivano ad essere fino il 30% in meno di quelle di un uomo a parità di mansioni. Più che bonus o singoli provvedimenti servono politiche che contrastino le discriminazioni e le disuguaglianze, avendo presente che il principale sostegno alla maternità è quello degli investimenti per aumentare i posti di lavoro delle donne". 
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Sulla situazione generale del lavoro, così la Cgil nazionale ha commentato il Report mensile di aprile 2016 dell'Inps su Cassa integrazione guadagni e Disoccupazione: "I dati reali ci dicono che il calo della CIG registrato a marzo è stato completamente sovvertito dall'aumento di aprile, pari al +9,1%, una cifra, peraltro e purtroppo, confortata dai valori esposti nella tabella del tiraggio, dalla quale risulta che l'insieme delle ore di cassa straordinaria e cassa in deroga autorizzate nel periodo gennaio-febbraio 2016, registrano un salto pari al +25,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta di chiari segnali che dimostrano come nel nostro Paese non sia in atto alcun consolidamento della ripresa e dell'occupazione (disoccupazione ferma intorno all'11,5%), pur al netto dei circa 100 mila lavoratori assunti nel 2015 con l'esonero totale di contributi che non avrebbero avuto diritto a tale sgravio. Se a ciò aggiungiamo i rischi di rallentamento per l'economia italiana segnalati dall'Istat nella nota mensile dello scorso 5 maggio, non vi è certo da dormire sonni tranquilli. Da tempo sosteniamo che l'idea di fondo di consegnare le sorti dello sviluppo del Paese interamente alle aziende è sbagliata, e oggi i dati ci danno per l'ennesima volta ragione. Quei soldi avrebbero prodotto migliori risultati se fossero stati assegnati ad un piano di investimenti, così come da tempo abbiamo proposto con il nostro Piano del Lavoro".
Angelo Gentilini, da info Cgil Nazionale.

20 maggio 2016

Oggi sciopero della Scuola, Università e Ricerca.

Oggi 20 maggio sciopero per l’intera giornata, indetto da Fp-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals-Confsal, per il personale di Scuola, Università, Ricerca e Alta formazione artistica e musicale. Da tempo la FLC, insieme alle altre organizzazioni sindacali, è impegnata per il diritto al rinnovo del contratto ormai scaduto da 7 anni, per cambiare la Legge 107 cosiddetta della “Buona Scuola” e per ridare dignità al lavoro nei settori della conoscenzaAltresì, la FLC è impegnata nella raccolta delle firme per abrogare alcune parti della Legge 107 e per ripristinare e affermare la necessità di corrette relazioni sindacali oltre a rafforzare l’impegno per la campagna della Cgil sulla nuova Carta dei Diritti e sui quesiti referendari. Le iniziative in campo rappresentano una scelta obbligata, intrapresa con convinzione, dopo la mobilitazione messa in atto unitariamente nei mesi scorsi. Si collocano in un contesto politico di grande esasperazione, inedito e straordinario che necessita di risposte inedite per impedire l’indebolimento della rappresentanza sociale e la democrazia nel nostro paese. Il mancato avvio delle trattative contrattuali, la svolta autoritaria nelle relazioni del governo con il sindacato, le numerose criticità della 107 (bonus, chiamata diretta, finanziamenti privati, condizione difficile del personale Ata e della dirigenza) il taglio dei finanziamenti all’università e alla ricerca, l’annoso problema del precariato e la necessità di procedere a tutte le stabilizzazioni necessarie, il mancato turn over nei comparti università e ricerca, sono solo alcuni dei punti della piattaforma rivendicativa delle organizzazioni sindacali di comparto. Entro il mese di maggio/giugno, dovrebbe essere emanato l’atto di indirizzo per il rinnovo dei contratti pubblici e forte sarà il tentativo di rilegificazione e di ridimensionamento del ruolo del sindacato. Occorre rilanciare il ruolo pubblico dell’istruzione e della conoscenza e difendere il dettato costituzionale contro qualsiasi idea di privatizzazione. Servono investimenti pubblici strutturali per ridare slancio al sistema fortemente dequalificato dai continui e ripetuti tagli. Per queste ragioni va rilanciata la partecipazione democratica collettiva. A Bologna, così come in ogni provincia dell’Emilia Romagna, per il comparto scuola si terrà un presidio alle ore 10 davanti alla Prefettura, a cui parteciperà anche una delegazione della Flc-Cgil di Imola. Per Università, Ricerca e Afam, l’appuntamento è a Roma, davanti al MIUR.

Angelo Gentilini, da info http://www.cgilimola.it/ 

19 maggio 2016

"Avanti tutta che c'è ancora molto da fare"

Oggi i pensionati si sono ripresi la scena. Una piazza bellissima, piena di uomini e di donne che chiedono di essere ascoltati e di avere delle risposte da questo governo. Una giornata che difficilmente dimenticherò. Grazie di cuore a tutti quelli che si sono messi in viaggio per esserci, a chi purtroppo è dovuto rimanere a casa ed è stato con noi con il pensiero, a tutti quelli che ci hanno spronato a fare questa manifestazione. Avanti tutta che c’è ancora molto lavoro da fare!
(Roma 19 maggio 2016, Ivan Pedretti, Segretario Nazionale Spi Cgil)
Angelo Gentilini, da info I.P.

Salviamo la Sanità imolese.

Approfondisci: www.cgilimola.it/sanita-la-vertenza-continua-il-19-maggio-assemblea-e-corteo/2016/
Angelo Gentilini. da info Cgil Imola.

Oggi siamo in piazza a Roma per le pensioni e per i giovani.

"Vogliamo difendere le nostre pensioni.Vogliamo dare un futuro ai giovani.Vogliamo che i pensionati non siano l’unico ammortizzatore sociale.Vogliamo la modifica della legge Fornero".Sono le richieste dei sindacati dei pensionati che hanno organizzato,oggi 19 maggio, una grande manifestazione nazionale a Roma in Piazza del Popolo.Lo slogan della giornata sarà: "A testa alta", per rivendicare "diritti e dignità". Alla manifestazione parteciperanno, oltre i segretari generali dei tre sindacati dei pensionati Spi,Fnp Cisl e Uilp,Ivan Pedretti,Ermenegildo Bonfanti e Romano Bellissima;anche i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. Obiettivi della nuova mobilitazione dei pensionati: "Difesa delle pensioni di reversibilità; tutela del potere d’acquisto delle pensioni; recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione; separazione tra previdenza e assistenza; uguali detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati; estensione degli 80 euro alle pensioni più basse; modifica delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita dal lavoro e permettere l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza." 
Ultima news: su pensioni e politiche del lavoro il governo convoca i sindacati, che da tempo premono per l'avvio di un confronto, soprattutto sui temi della previdenza. Un incontro è fissato per il prossimo 24 maggio al dicastero del lavoro,tra il ministro Giuliano Poletti,il sottosegretario alla presidenza del consiglio,Tommaso Nannicini e i leader di Cgil, Cisl e Uil. Molto bene, era ora, e così la piazza di oggi sarà anche a premessa e sostegno dell'incontro messo in agenda. 
Angelo Gentilini

18 maggio 2016

900mila bambini italiani esclusi dall'asilo nido.

INFANZIA,FP CGIL A LORENZIN: "Oltre 900 mila bambini in Italia, quelli compresi nella fascia tra sei mesi e due anni, sono esclusi dagli asili nido. Le ragioni sono diverse: in parte per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per l'impossibilità di potervi accedere, tra una scarsa offerta pubblica e l'esosa richiesta privata. È quanto risulta da una elaborazione della Fp Cgil nazionale condotta sui dati Istat relativi all'offerta comunale di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia, in parallelo con le rilevazioni su natalità e fecondità della popolazione residente. Una elaborazione che la Fp Cgil rilancia dopo le parole del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sul rischio crack demografico. Entrando nel dettaglio della elaborazione, il sindacato dei lavoratori dei servizi pubblici della Cgil rileva come nel report dell'istituto statistico (relativo al 2012), l'offerta complessiva di asilo nido e di micro nidi per la prima infanzia - pubblici e privati - copra una fascia di bambini da zero a due anni pari al 17,9% (ovvero 17,9 posti ogni 100 bambini) pari a 289.851 bambine e bambini. Una percentuale lontana non solo dalla media dei paesi scandinavi, che si aggira intorno al 50%, ma anche dalla (passata) strategia di Lisbona che prevedeva entro il 2010 una copertura pari al 33%. La stima di oltre 900 mila bambini senza 'diritto d'asilo', fatta sugli ultimi dati Istat disponibili, si rileva dal totale delle nascita dal 2010 ai primi due mesi del 2012, in modo tale da avere il numero complessivo di bambini (dai sei mesi ai due anni) potenzialmente disponibili all'asilo a partire dall'anno 2012/2013. Si sommano quindi i 561.944 nati nel 2010, i 546.585 nati nel 2011 e la stima dei nati nei primi due mesi del 2012, pari a 89.587. I dati di questo report non solo dimostrano come sia lontanissimo l'obiettivo di mille asili in mille giorni, ma sono soprattutto il risultato di una 'collisione' tra il blocco del turn over e i tagli agli enti locali.Un binomio che ha generato un arretramento dell'offerta che rischia di mettere in crisi un servizio, anche laddove è sempre stato un fiore all'occhiello in ambito internazionale."
Angelo Gentilini, da info FP Cgil Nazionale.

17 maggio 2016

In nome di Peppino non abbasseremo la guardia.

Il presidio davanti al casolare svoltosi la mattina del 9 maggio ha visto il coinvolgimento di molte persone: singoli cittadini, scolaresche, sindaci ed associazioni provenienti da tutta Italia. Nonostante la soddisfazione per la riuscita dell’evento non intendiamo però perdere di vista l’obbiettivo, che è l’esproprio. Ricordiamo che nonostante il vincolo posto dalla Regione Siciliana il casolare in mancanza dell’esproprio resta nella disponibilità del proprietario. Il rischio di speculazione sul nome di Peppino è dietro l’angolo. Recentemente è comparsa una fantomatica associazione guidata da qualcuno con legami di parentela con il proprietario e da personaggi della politica sempre contrari alla storia Di Peppino, che casualmente prende il nome di Libera Cinisi, a questa il proprietario pare voglia affidare il casolare. La stessa dichiara di voler raccogliere fondi per acquistare il casolare che il proprietario non ha mai voluto vendere alla famiglia Impastato prima, al comune dopo. Appare chiaro come si voglia ingenerare confusione per speculare sul nome di Peppino, per questo non ci fermeremo sino a quando il casolare non diventerà patrimonio comune.
Angelo Gentilini, da info "Rete 100 passi" www.change.org/ il casolare dove fu assassinato Peppino Impastato

16 maggio 2016

Gruppo Sacmi, nel 2015 il fatturato arriva a 1,354 mld.

Con un fatturato di 1,354 miliardi di euro e un risultato netto incrementato, rispetto all'esercizio precedente, di circa 3 milioni di euro, Sacmi - gruppo internazionale delle macchine per ceramica e packaging - archivia per il secondo anno consecutivo uno dei risultati migliori nella storia della cooperativa. Emerge dal Bilancio consolidato 2015 approvato dall'assemblea dei Soci. "Come la capogruppo, Sacmi Imola, anche il consolidato del Gruppo Sacmi chiude decisamente meglio sia delle ipotesi di budget sia rispetto all'anno precedente", ha sottolineato il presidente Paolo Mongardi. Alla base del risultato anzitutto l'operazioni realizzate negli anni precedenti, come la cessione di Negri Bossi quindi le acquisizioni di quote di Cosmec, Cmc, Eurofilter, Mectiles e B&B fino alla più recente acquisizione del 100% di C&M Holding. Per il direttore Pietro Cassani anche l'anno in corso si è avviato con un ottimo portafoglio clienti e le aspettative sono di un miglioramento dei ricavi e dei margini, con una crescita prevista in particolare per le Divisioni Closures e Beverage e per il settore Food. 
Angelo Gentilini, da info www.ansa.it/emiliaromagna 

15 maggio 2016

Arcobaleni su Piazza Matteotti di Imola.

Condivido questa foto, tra tutte quelle che ho visto da oltre 30 minuti sugli arcobaleni del fine pomeriggio di oggi, perchè è quella che mi ha colpito di più e in pratica mi sembra la migliore. Un insieme di effetti e colori reali e riflessi dal sole e dal selciato bagnato della Piazza Matteotti di Imola che, quasi, quasi, la confondi con un dipinto. Ecco, se io fossi un pubblicitario e dovessi promuovere qualche evento imolese, sono sicuro che la userei e farei un buon lavoro. Buona serata a tutte e tutti.
Angelo Gentilini, tratta da FB.

Nel circondario imolese disoccupati stabili e il grande problema resta il lavoro.


I dati sulla disoccupazione restano stabili e si registra un calo delle ore di cassa integrazione derivante in particolare da due fattori: il primo dipende dal fatto che terminati gli ammortizzatori partono i licenziamenti; il secondo riguarda le imprese che esportano (essendo pressoché ferma la domanda interna) che vivono l'onda lunga del secondo e terzo trimestre del 2015 durante quella che è stata definita la mini ripresa. Mentre si registra una diminuzione importante della cassa integrazioni ordinarie (oltre il 50% in meno rispetto al 2015), si assiste ad un aumento del 50% della cassa integrazione straordinaria e di quella in deroga, che sostanzialmente vedono una partenza 2016 peggiore di quella dell'anno passato. A conferma di ciò si aggiunga che i disoccupati nel circondario restano stabili oltre le 8.000 unità, facendo definitivamente svanire le dichiarazioni propagandistiche sull'aumento dell'occupazione, in virtù dei benefici di stato a seguito delle riforme governative, con il conseguente abbassamento delle tutele e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Questi dati impietosi confermano che per la maggior parte della popolazione in età lavorativa l'emergenza lavoro è tutt'altro che finita – commenta Stefani Paolo segretario della Cgil di Imola – e che la necessità di creare delle occasioni occupazionali continua ad essere la priorità del territorio e del Paese. Abbiamo accolto molto favorevolmente le parole dell'assessore Raffini quando ha comunicato l'interesse di alcune imprese di insediarsi sul territorio, ma crediamo che serva mettere in chiaro alcuni punti che affrontino prima di tutto il problema delle disoccupazioni di lunga durata e di come metterle in relazione con i processi di riqualificazione professionale, quando capiremo nel dettaglio quali tipologie di impresa hanno manifestato questo interesse. Come crediamo, inoltre, che il Centro per l'Impiego debba essere il punto di riferimento pubblico che unisca la domanda, l'offerta e la formazione dei disoccupati ai quali si potrebbero presentare delle opportunità. Per la Cgil di Imola l'attrazione di un territorio passa attraverso vari fattori, tra cui l'accorciamento dei tempi burocratici per le autorizzazioni delle ristrutturazioni dei capannoni ora vuoti, evitando così di consumare altri terreni, che devono rappresentare il primo approccio per eventuali nuovi insediamenti su tutto il territorio e non solo in una parte di esso, o attraverso il cablaggio di tutta l'area industriale sulla banda ultra-larga e nell'offerta di servizi a tutte le imprese che svolgono la loro attività, comprese quelle già in essere. Ci aspettiamo quindi, come già annunciato dall'assessore, che ci sia un confronto tra l'Amministrazione comunale, il sindacato e le associazioni di impresa per potere esprimere le rispettive valutazioni. Nei prossimi giorni verrà presentata la sesta edizione dell'”Osservatorio sull'economia e il lavoro nel Circondario di Imola”, curata dall'Ires Cgil dell'Emilia Romagna, e sarà un'importante occasione di confronto con i cittadini per analizzare nel dettaglio questi dati del nostro territorio”.
Angelo Gentilini, da info Cgil Imola.

14 maggio 2016

La mappa delle mafie in Emilia Romagna.

Angelo Gentilini, da Osservatorio antimafia Rimini.

13 maggio 2016

Le inaccettabili diversità.

Roba da Infermieri11 maggio alle ore 15:36
Un cardiochirurgo con le braccia appoggiate sulle gambe per la stanchezza ,dopo un intervento perfettamente riuscito di trapianto di cuore durato 23 ore.Notasi infermiera in un angolo che dorme rannicchiata stremata dalla tensione e dalla fatica.Queste cose succedono ogni giorno in tutta Italia ,in Europa e nel mondo intero. A questi eroi sconosciuti non vengono elargiti ingaggi milionari come ai cantanti ,agli attori e ai calciatori. Anzi molto spesso vengono denigrati e messi alla berlina perchè qualcuno di loro non ha capito che lavorare nella Sanità è una missione e non un mestiere da prendere alla leggera.
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Condivido e aggiungo che sono totalmente a favore della Sanità pubblica e di qualità, come recita la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza e Liberazione, affinché si creino le giuste e uguali procedure sanitarie e di cura per tutti i cittadini di ogni estrazione sociale. Inoltre condivido anche il fatto che ci devono essere dei limiti negli ingaggi dei cantanti, attori, calciatori e altri sportivi, che abitualmente si sa anche che omettono di dichiarare corposi premi nelle relative dichiarazioni dei redditi, perché in un secondo tempo la Legge italiana gli permette di mettersi in regola con il patteggiamento e pagando una piccola multa in percentuale al reale dovuto. Tutto questo è inaccettabile per le lavoratrici, lavoratori dipendenti e per i pensionati da lavoro dipendente italiani che, oltre ad avere degli stipendi molto bassi (26° posto della classifica Ocse), pagano le tasse nazionali, regionali e comunali fino all'ultimo centesimo. Dimenticavo e sottolineo che in Italia, a differenza degli altri Paese europei, i pensionati hanno una tassazione più elevata del lavoro dipendente. Anche per questo e altro, io giovedi 19 maggio vado a Roma alla manifestazione nazionale dei pensionati italiani, che tra l'altro sostengono anche la revisione della Riforma Fornero sulle pensioni, a sostegno dell'occupazione delle giovani generazioni. 
Buon pomeriggio, anche agli indifferenti.
Angelo Gentilini