29 marzo 2013

Cari soci siate SOLIDALI

E’ successo e non doveva succedere e perché e accaduto? Mi riferisco alla scelta dell’Assemblea dei soci della Cooperativa Ceramica di Imola che a maggioranza hanno votato la loro esclusione dal percorso della cassa integrazione prevista dopo l’esaurimento della solidarietà, usata per ben 4 anni. E’ sconcertante assistere alla battaglia dei “cosiddetti poveri” e registrare l’assoluta mancanza di una visione collettiva legata alla solidarietà tra i lavoratori e lavoratrici, per analizzare meglio i periodi di crisi e per trovare insieme le risposte più giuste ed eque. I soci si difendono affermando che hanno la loro quota sociale e relativi interessi a rischio e perciò le differenze sono inevitabili tra i soci e i semplici dipendenti. E’ qui l’inghippo!!!  Ma perché dei lavoratori devono mettere a rischio dei loro capitali investendo nell’azienda in cui lavorano, semmai con delle durissime selezioni e discutibili esclusioni di altri colleghi che vorrebbero far parte del gruppo più nobile?  A mio avviso sarebbe bene rivedere gli statuti di queste Cooperative, perché trovo giusto che dopo aver maturato un certo periodo di anni di anzianità, ogni dipendente che avanzi la domanda abbia il diritto di diventare socio, ovviamente versando la relativa quota sociale ed incassando poi i benefici economici, il tutto nel rispetto di una reale cultura redistributiva della ricchezza data dal valore aggiunto prodotto da tutti i dipendenti. Cosi facendo si avrebbe un maggior numero di soci e si potrebbe abbassare la cifra della quota sociale e automaticamente si riducono in proporzione i rischi dell’investimento. Inoltre faccio notare che i valori della solidarietà ed equità socio-economica  fanno parte della natura fondativa della cooperazione. Perciò è giustissimo l’appunto che ha fatto alla Cooperativa Ceramica di Imola, Elisabetta Marchetti, Segretaria Generale della Cgil, che chiede una gestione solidale degli ammortizzatori sociali e rafforza la richiesta avanzata dai sindacati di categoria e Rsu aziendali, di un piano industriale che presenti le strategie commerciali, gli investimenti e gli assetti produttivi e occupazionali di tutti gli stabilimenti del Gruppo Cooperativa Ceramica di Imola.
 Angelo Gentilini  

28 marzo 2013

Cnh Imola: la Fiom sta sul pezzo


La Fiom-Cgil di Imola ha inviato all’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli e, per conoscenza, al sindaco di Imola, Daniele Manca, una richiesta urgente di incontro al fine di evitare i licenziamenti previsti dalla procedura di mobilità avviata dalla direzione aziendale della Cnh.   «Visto l’esaurirsi della cassa straordinaria alla fine di aprile – afferma Stefano Pedini, segretario della Fiom-Cgil di Imola – riteniamo quanto mai necessario continuare nell’impegno assunto dalle Istituzioni per individuare soluzioni industriali per il sito di Imola, così da evitare i licenziamenti e attivare ulteriori ammortizzatori sociali, come ipotizzato dalla stessa Regione Emilia Romagna».
Fiom Cgil Imola

27 marzo 2013

"Donne come noi, speranza e pazienza"

A conclusione delle iniziative in calendario per celebrare l’8 Marzo, il Coordinamento donne Spi, Cgil e Auser hanno organizzato un’iniziativa che si terrà venerdì 29 marzo, alle ore 14.30, nel salone della Camera del lavoro di via Emilia 44 a Imola.
“Donne come noi: la speranza siamo noi, siamo la pazienza che non muore mai” è il titolo dell’incontro con le letture di Deangela Minardi, liberamente tratte dal libro “Risorse disumane” di Marina Morpurgo, accompagnate dalla chitarra e dalla voce di Angela Venturoli.
Un racconto ironico, che fa sorridere, con sarcasmo e nel contempo rabbia, che parla di donne al tempo della crisi.
Seguirà una degustazione di stuzzicherie.
“Vi aspettiamo numerose – invitano le organizzatrici – per chiudere insieme questo 8 Marzo, ma con un arrivederci in ogni momento perchè ogni giorno sia un 8 Marzo!”.

da info Cgil Imola

25 marzo 2013

Stiamo cadendo in basso

Si iniziano a vedere gli effetti dell’ultimo accordo separato sul rinnovo del Contratto Nazionale di Federmeccanica, in particolare nel non riconoscimento dei primi tre giorni di malattia e la messa in discussione della relativa retribuzione. In questo ultimo periodo si sono scaldati gli animi dei lavoratori e lavoratrici della Magneti Marelli di Crevalcore, azienda del Gruppo Fiat che da anni ha sponsorizzato la cultura separatista e sta condizionando tutto il settore metalmeccanico. Nell’azienda bolognese grazie al contratto aziendale separato del 2012 a 27 dipendenti verranno tolti da 130 a 180 euro dallo stipendio, colpevoli di essersi ammalati negli ultimi 12 mesi 3 volte e di aver attaccato le malattie brevi ad un giorno festivo. Addirittura si sono costituite le “Commissioni assenteismo” con i rappresentanti sindacali della Fim-Cisl e Uilm-Uil, firmatari di questi discutibili accordi.
E’ chiaro che anche i sindacati si debbono porre il  problema della produttività e della competitività delle aziende e più in generale dei vari comparti, ma mi sembra che si stia cadendo molto in basso perché è noto che sono innumerevoli i fattori che concorrono alla bontà del risultato finale. Io non credo che la riduzione delle tutele e del salario,oltre alla cancellazione della reale democrazia nelle fabbriche, che porta all’azzerramento delle sudate conquiste, sia la strada maestra da percorrere. Ritornando al problema malattia, ultimamente mi sono ammalato 2 volte e non ci ho marciato su, vado bene perché sono in pensione, ma se lavorassi in una azienda che applica queste logiche ammalandomi un’altra volta rischierei il linciaggio morale e la decurtazione salariale. Pensando a tutto il tempo che volontariamente ho dedicato alla gestione di un Fondo Aziendale Solidale sull’assistenza sanitaria tra colleghi e compagni/e di lavoro, tempo che, a mio avviso, è stato speso bene, perché la solidarietà è un valore ed è un valore aggiunto quando è a favore dei più deboli o sfortunati. Bene pensando e ripensando, capisco che in circolazione c’è troppa gente che forse ha perso la bussola, che non ricorda da dove siamo venuti o non è ben informata sulle condizioni di lavoro dei lavoratori/trici  tedeschi o francesi e permette che si continui a calpestare i “soliti noti”.
Angelo Gentilini

23 marzo 2013

"Difendi il tuo futuro"

La CGIL aderisce e sostiene la marcia “Difendi il tuo futuro” organizzata per
sabato 23 marzo. E’ la prima occasione, dopo le elezioni, per ribadire
l’opposizione di massa a quella opera inutile, costosa e dannosa che è il TAV
Torino-Tolone.
 Si tratta infatti di un progetto inutile per la vera efficienza dei trasporti,
devastante sul piano ambientale e volto solo a garantire ingentissimi profitti a
costruttori e speculatori. L’opera, tra l’altro, non ha neanche un proporzionale
impatto occupazionale, cosa che si potrebbe raggiungere in misura ben più
ingente e diffusa avviando e finanziando quella miriade di piccole opere di
risanamento e manutenzione di cui ha drammaticamente bisogno tutti il
territorio nazionale.
Per la CGIL si tratta tra l’altro di creare e consolidare una relazione con un
grande e profondo movimento popolare che altrimenti ci interpreterebbe come
una delle tante controparti.
Cgil Nazionale

22 marzo 2013

E' tornato in attività l' Autodromo

Anche quest'anno i rumori delle cosiddette "prove tecniche" sul circuito cittadino imolese, che sorge a poche decine di metri dal tessuto urbano della città, hanno ripreso ad invadere le nostre case, il nostro fiume, il nostro parco, le nostre menti. Alla vigilia di decisioni importanti, come quelle che dovevano riguardare il calendario degli eventi 2013, c’era attesa di novità, di inventiva, di cambiamento. Il recente risultato elettorale, fortemente penalizzante per il partito politico che guida l'Amministrazione della Città, lasciava prevedere la possibilità che si cominciasse davvero a dare ascolto a tutte le voci della piazza. I pessimisti affermavano, al contrario, che nulla sarebbe cambiato senza idee nuove, senza una chiara visione del futuro. Purtroppo avevano ragione loro, i pessimisti.
Il calendario che è uscito dalla riunione dei Vertici si è rivelato invece molto più rumoroso dell’anno precedente, pieno di "famose" e fumose piccole competizioni che vedranno, come sempre, assenza totale di pubblico e premiazioni deserte. Come corollario aumenterà anche l'impossibilità dei cittadini di vivere lo storico Parco delle Acque Minerali, la difficoltà per numerose scuole, che stanno sia all’interno che nei pressi dell’impianto, di svolgere le lezioni, il fastidio intollerabile anche in centro storico per le case invase dal rumore. Del denaro occorrente per ripianare i debiti ne parleremo più avanti, a stagione conclusa e consuntivi fatti. Sarà interessante spiegare ai cittadini in quale pesante maniera saranno penalizzati per soddisfare le brame di pochi benestanti motorizzati, per protrarre una tradizione finita, per sbandierare un indotto ancor tutto da dimostrare. I Cittadini per un Autodromo diverso, e certo anche i rappresentanti del Comitato Autodromo, sono convinti della necessità di individuare un diverso orientamento di gestione. Gestione che possa portare minori disagi, ma maggiore prestigio e risonanza. Quello che si legge nelle affermazioni del Sindaco Manca, che vede la città fare suo l'Autodromo, va inteso a rovescio, perchè è l'Autodromo che in modo violento si impadronisce della cittàCi opporremo dunque alla scelta che è scaturita e alle prossime elezioni amministrative chiederemo a tutti gli altri candidati sindaci di chiarire e manifestare la loro posizione in proposito. Sarà una richiesta improntata a collaborazione, per cercare assieme iniziative diversificate. Abbiamo sempre detto di essere contrari alla chiusura dell'Autodromo che per tanti anni si è identificato col nome della Città; siamo fermamente contrari all'attuale utilizzo della struttura. E ci opponiamo ai politici che si dicono in ascolto mentre continuano a decidere autonomamente, in completa discordanza con grande parte dei cittadini.
Mario Cacciari - Diva Bignami


20 marzo 2013

Imola e la CRISI PRODUTTIVA

Sono più o meno 150 le aziende del Circondario Imolese  che stanno facendo uso degli Ammortizzatori Sociali, con oltre 5.000 lavoratori coinvolti. Negli ultimi mesi sta aumentando la richiesta della Cigs in Deroga da parte delle aziende sotto i 15 dipendenti che hanno terminato il periodo di Cig Ordinaria e sono stati siglati 90 accordi solo tra gennaio/febbraio 2013. Negli ultimi 4 anni sono state chiuse 300 imprese e si sono persi altri 2.000 posti di lavoro; 1.200 solo nel 2012 che portano i disoccupati oltre gli 11.300, e al dato del 13,56%. Si pensi che nel mese di gennaio il Centro per l'Impiego ha accolto 1.800 persone e le ore di Cig Ordinaria richieste salgono a 94.000. Ci sono molte aziende che, pur lavorando, faticano a pagare con regolarità le retribuzioni e altrettante non riescono più a garantire l’anticipo in busta paga della Cassa Integrazione e perciò, per questo, si ricorre sempre di più all’attivazione dell’accordo territoriale siglato con le banche dai sindacati e Circondario. Sono tanti gli imprenditori, medio-piccoli, che denunciano la crescente difficoltà di accesso e di sostegno del credito bancario e su questo ci sono delle approfondite analisi nazionali che dimostrano che le grandi aziende si avvalgono di una quota molto alta di credito bancario, lasciando alle piccole e medio imprese le briciole. Ed è anche giusto dire che, nella maggior parte dei casi, le grandi aziende stanno tenendo anche scaricando sulle piccole conto-terziste un aumento dei costi fissi, tipo acquisto diretto del materiale e tenuta dei pezzi prodotti a magazzino, oltre che allungamento dei tempi di pagamento, che arrivano a volte fino a 210/240 giorni. Sempre sul versante pagamenti ci sono aziende che, come nel resto del Paese, devono riscuotere i soldi dei lavori svolti per la Pubblica Amministrazione. Tutto questo in controtendenza con una Legge Europea che regola in 30 giorni il tempo di pagamento tra pubblico e privato, ed in 60 giorni tra soggetti privati.  In generale si registra un peggioramento della qualità dei rapporti lavorativi, condizioni di lavoro, precarizzazione, sicurezza e come da altre parti aumenta la quota di disoccupazione giovanile, con i tanti lavoratori e lavoratrici “maturi” inchiodati al loro posto di lavoro e incavolati con la Fornero e con la sua deleteria riforma delle pensioni. In conclusione è chiaro che in assenza, da oltre 20 anni, di una seria  e profonda politica industriale nazionale, le aziende italiane faticano di più che da altri parti, dove la coesione è un elemento usato, proprio per superare meglio le difficoltà. Inoltre sarebbe bene che tutta l’Eurozona, che ha perso in generale all’incirca il 20% della quota di lavoro manifatturiero, si attrezzasse politicamente in senso generale, sociale, economico, industriale, ambientale, ecc..ecc. La moneta unica da sola non basta.
Angelo Gentilini

18 marzo 2013

S.O.S. Ammortizzatori in Deroga

 La Conferenza delle Regioni con un Ordine del giorno approvato il 13 marzo ha nuovamente sollevato il problema relativo alle risorse necessarie per garantire gli ammortizzatori sociali in deroga. L'ordine del giorno è stato consegnato al Governo in sede di Conferenza Stato-Regioni (ed è stato pubblicato nella sezione "Conferenze" del sito www.regioni.it). “Va affrontata l’emergenza che si sta determinando – ha spiegato il presidente Vasco Errani - sul fronte del pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga, sia per la fase finale del 2012 che per il 2013”. In particolare, rispetto al 2012, la Conferenza, pur prendendo atto di una prima risposta positiva avvenuta con la messa a disposizione – dopo l’ultimo incontro con il Ministro Fornero del 13 febbraio 2013 - di 200 milioni di euro da parte del Governo, ribadisce l’urgenza che vengano assicurate le risorse necessarie a coprire il fabbisogno dell’intera annualità 2012, garantendo a tutti i lavoratori e le lavoratrici, che hanno dovuto ricorrere agli ammortizzatori in deroga, il pagamento del dovuto. Affrontando, poi, le problematiche relative al 2013, la Conferenza - nel documento - sottolinea l’urgenza che siano superati i ritardi e le interpretazioni burocratiche che hanno, fino a ieri, bloccato il pagamento delle indennità. Secondo le Regioni non si pone la questione degli accordi in sede istituzionale richiamata dalla circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dell’INPS, in quanto non prevista dalla normativa vigente. Resta di fondamentale importanza la copertura integrale del fabbisogno 2013, oggi fortemente sottostimato nelle previsioni del bilancio dello Stato. Tale sottostima rischia di bloccare ai primi mesi dell’anno la possibilità autorizzativa da parte delle Regioni, lasciando centinaia di migliaia di lavoratori privi di protezione sociale.
In tal senso, le Regioni - nelle more dell’assegnazione delle risorse già disponibili sul bilancio dello Stato – chiedono che venga messo in atto ogni intervento idoneo a garantire l’integrale copertura del 2013
da: Regioni.it

15 marzo 2013

Il 17 marzo "Fiordaliso" alla Sagra del Raviolo

Sarà Fiordaliso, cantante grintosa che ebbe successo anche a Sanremo qualche tempo fa, “la marmellata” dal gusto fragrante che, con la sua musica, farà da colonna sonora alla sagra del raviolo che si svolgerà il 17 marzo a Casalfiumanese. La sagra del raviolo dolce è una festa dalle origini antiche che si svolge dal 1925 nel piccolo centro, un gioiellino del paese della valle del Santerno.  Anticamente la sagra aveva luogo in concomitanza con la Fiera del bestiame di San Giuseppe, che risale al 1738. Secondo la tradizione, i ravioli venivano regalati in occasione della sagra agli allevatori ad ai mediatori che venivano a Casalfiumanese in occasione della fiera del bestiame. Era un’occasione di festa per tutto il paese e si celebrava con abbondanti pranzi. Oggi la fiera del bestiame è stata soppressa e si fa festa la domenica più vicina al 19 marzo. Nella giornata della sagra vengono lanciati dalla torre centrale del castello e da altre torri costruite per l’occasione, sacchetti di ravioli, che sono tipici dolci locali preparati artigianalmente, ripieni di marmellata o mostarda e conditi con liquore dolce e zucchero. Il tutto viene contornato con spettacoli e carri allegorici, sotto l’occhio vigile del cosiddetto “Conte Raviolone”, un personaggio di fantasia creato e che intrattiene  il pubblico accorso alla festa in attesa della distribuzione dei ravioli. La ricetta magica del raviolo dolce di Casalfiumanese è la seguente.per  l’impasto: farina, uova, zucchero, strutto, latte e lievito, per il ripieno: marmellata, poi il raviolo viene chiuso, rigorosamente a mano, e cotto in forno.Per la guarnizione: alchermes e zucchero. Buon appetito alla folla che ogni anno va a trovare il Conte Raviolone nel suo borgo.
da leggilanotizia.it

14 marzo 2013

"Adele la pasionaria"

Venerdì 15 marzo alle ore 20.30 alla sala delle Stagioni, in via Emilia 25 a Imola si terrà un incontro promosso anche dalla Cgil per presentare una raccolta di scritti di Adele Pesce, giornalista, sociologa e sindacalista CGIL negli anni '80 (fu dirigente regionale e nazionale prima della FLM poi della FIOM regionale e nazionale negli anni '80) scomparsa nel 2010.
«Fare cose con le parole» è il titolo del libro che raccoglie i suoi scritti su politica, sindacato e lavoro. Saranno presenti all'incontro i curatori di questa antologia Vittorio Capecchi (professore di sociologia all'Università di Bologna) e Donata Meneghelli, figlia di Adele, anch'essa docente dell'Università di Bologna. Interverrà anche Angiolo Tavanti dell'associazione “Valore lavoro” di Bologna.  “Adele la pasionaria”, così la chiamavano le compagne della Cgil, che così l'hanno ricordata quando se n'è andata: 
«Di persona, di energia fisica e intellettuale, di passione e cultura della politica, di forza e di esperienza, di infaticabile voglia di capire e trovare, sperimentare, cercare e riprovare di nuovo. 
Adele, dura, lamentavano molti uomini, perché poco corrispondente allo stereotipo femminile de ”un-passo-indietro”, “del-parlo-poco-e–lavoro-tanto”, de “la-grande-politica-la-lascio-a–voi”, incurante di piacere e compiacere, spigolosa nel carattere, vestita sempre “a modo suo”, accurata e rigorosa nelle analisi, tenace nelle sue convinzioni, travolgente nel parlare, infaticabile nel lavoro sindacale: di una rara coerenza tra il dire e il fare. Adele amica generosa, capace di affetti profondi e di tenerezze antiche, occhi neri guizzanti e incalzanti, risata sonora, zazzera scura, slanci da fanciulla e maturità di madre. Adele, donna senza frontiere sperimenta significati nuovi nell’incontro tra sindacato e femminismo e afferma nel suo fare quotidiano l’autorevolezza della parola femminile. La sua energia e la sua sapienza sono state risorsa per tutte».
da info:Cgil Imola

13 marzo 2013

Continua l'impegno imolese contro le mafie


Evidenzio due importanti iniziative, in agenda, come specificano i volantini pubblicati.
E' importante la continuità dell'azione nella lotta contro le mafie, di ogni genere, perchè il reale cambiamento dello stato socio-economico si può realizzare solo con una inversione di marcia politica e culturale, che si può concretizzare con l'impegno di tutti, sempre che si sia supportati dall'analisi complessiva del bene collettivo e non della singola bottega, orticello, casta.
Angelo Gentilini

11 marzo 2013

Pedofilia: dura testimonianza

Una sequenza vertiginosa di abusi sessuali ad opera di Don Nello Giraudo, ha coinvolto dal 1980 per 25 anni, diversi bambini nelle parrocchie del savonese. Dopo essere stato accusato a Valleggia nel 1980 di atteggiamento morboso nei confronti di un bambino, Don Nello venne spostato da Monsignor Sanguineti a Spotorno nel 1981. Qui vennero perpetrati abusi nei miei confronti, quando ero ancora un bambino, circa un centinaio di abusi in 5 anni. Segnalai il problema al Vescovo Dante Lafranconi che spostò Don Nello a Feglino nel 1992. Mirko, un ragazzino di 13 anni, subì abusi sessuali nel 1994 durante un campeggio scout. Malgrado le note tendenze pedofile, a Don Giraudo fu concesso di aprire una comunità per minori in difficoltà, dove anche Luca, nel 2000,  fu vittima di abusi. Ho denunciato gli abusi più volte dal 2001, insieme all’allora Economo della Diocesi di Savona, ma il Vescovo Calcagno non prese mai alcun provvedimento, neppure cautelativo. Calcagno è attuale membro del Conclave in Vaticano. Gli abusi sessuali ad opera di don Nello Giraudo si sono perpetuati per 25 anni nonostante ben tre Vescovi diversi fossero stati informati: Monsignor Giulio Sanguineti, Vescovo di Savona e Noli dal 1980 al 1989, Monsignor Dante Lafranconi Vescovo di Savona e Noli dal 1991 al 2001 e Monsignor Domenico Calcagno che dal 2002 al 2007 è stato Vescovo di Savona e Noli.
Francesco Zanardi Change.org

08 marzo 2013

W le donne e le lotte per i diritti

L’8 marzo è, da più di 100 anni, una giornata di festa a cui le donne, in tutto il mondo, fanno riferimento per riproporre i temi della loro condizione. Ma che origine ha la proclamazione dell’8 marzo come festa delle donne? Quale importanza ha avuto questa data, nel determinare la crescita dei movimenti delle donne e della cultura di genere? «Occorre ammettere che almeno fino a poco tempo fa la data non evocava più le donne in lotta per rivendicare i propri diritti, bensì il giallo dei fiori di mimosa, delle confezioni di cioccolatini, magari del tanga di qualche giovane uomo che si esibisce in uno strip-tease – si legge nell’introduzione di Loredana Lipperini al libro «8 Marzo: una storia lunga un secolo al libro» -. Non è sempre stato così, certo: fino alla fine degli anni Settanta all’8 marzo si associavano la piazza, le lotte civili per la legalizzazione del divorzio e dell’aborto, la rabbia contro lo stupro. Ma già dalla seconda metà degli anni Ottanta si parlava apertamente di stanchezza. La festa divenne semplicemente un simbolo da omaggiare con iniziative folcloristiche. Eppure, celebrare l’8 marzo è stato importante anche nella deriva verso il superfluo: perché è servito a ricordare che esisteva una data in cui le donne potevano contarsi e, eventualmente, mostrarsi».
da info Cgil Imola.it

05 marzo 2013

Stipendi da 1 a 10 per stare meglio tutti

Negli ultimi decenni c’è stato un aumento vertiginoso delle disuguaglianze economiche, create "in primis" dagli abusi del capitalismo finanziario e dalle crescenti disparità salariali che contribuiscono a sollevare problemi sociali e poca mobilità nella spesa corrente da parte dei ceti medio-bassi. Giustamente si chiede ai politici di dare l’esempio abbassando gli stipendi e i vitalizi, ma solo questo non è sufficiente per riequilibrare la bilancia economica perché ci sono altre migliaia di cittadini che ricoprono ruoli pubblici e privati che hanno delle retribuzioni e dei premi da paperon de paperoni. Io credo che serva una rivisitazione generale, obiettiva e oggettiva, compreso anche una riorganizzazione e una non sovrapposizione dei ruoli tra pubblico e privato. In linea con le proposte del Movimento Occupy Wall Street la forbice giusta sulle retribuzioni sarebbe da 1 a 10. Se consideriamo 1 uguale al minimo di 1.500 euro al mese, in un anno si arriva più o meno a 20.000 euro e in 40 anni a 800.000 mila euro. In progressione nel rispetto delle competenze e responsabilità si può arrivare al tetto massimo di 10 uguale a 15.000 euro al mese , che porta più o meno a 200.000 mila euro all’anno. Cosi facendo si evince che in 4 anni il soggetto 10 accumula 800.000 euro pari a quanto accumula in 40 anni il soggetto 1. Se escludiamo il principio dell’avidità, che sarebbe anche un peccato, a me sembrano proporzioni molto dignitose e rispettose, anche perché vanno considerati gli interessi finanziari che incassano i soggetti della parte alta delle scala che hanno delle cifre in esubero da investire sempre in relazione ai 20.000 euro annui del soggetto 1. Sono 7 i miliardi di euro che si possono recuperare dal versante pensioni se si applicasse un tetto di 6.000 euro netti al mese e sarebbero tanti altri i miliardi di euro da ridistribuire dalla voce retribuzioni se si adottasse questo metodo. Sono anche un paradosso insostenibile le cifre che girano per i premi di risultato e le liquidazioni faraoniche sempre elargite a manager e dirigenti pubblici e privati, soldi su soldi sempre in poche tasche. Le risorse derivanti da un equa ripartizione della ricchezza sono indispensabili come motore per la crescita perché aumenterebbe il potere di acquisto dei ceti medi-bassi a sostegno della domanda interna ed inoltre si potrebbero avere risorse aggiuntive per investire nella scuola, ricerca, giovani, welfare, ambiente, futuro. In conclusione voglio ricordare che il peggio della crisi, dovuto ad un riassetto strutturale economico e produttivo mondiale, deve ancora arrivare e arriverà quando il mondo del lavoro manifatturiero, che produce il Pil, non sarà più sostenibile con il solo aiuto tampone degli ammortizzatori sociali. Perciò se la politica non trova la forza etica e morale per perseguire questi obiettivi e percorsi di armonizzazione delle risorse e della ricchezza, sarà il popolo a farlo autonomamente quando oltre la cinghia non resta più niente da tirare.
Angelo Gentilini

02 marzo 2013

2 morti sul lavoro a Ferrara

Nel pomeriggio di Venerdì 22 Febbraio 2013, Guglielmo Bellan e Fabrizio Veronese,  sono stati vittime di un incidente mortale mentre svolgevano lavori di manutenzione nella conca di Valle Lepri a San Giovanni di Ostellato, come dipendenti di una ditta in appalto, la G.M.I  srl di Rovigo.
 La Fiom e la Cgil Provinciali esprimono cordoglio e solidarietà alle famiglie dei lavoratori deceduti.
Il verificarsi di incidenti mortali sul lavoro nel territorio ferrarese desta gravi preoccupazioni sulla qualità della gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro e, più complessivamente sulla attenzione alla prevenzione del rischio infortuni che mai deve venire meno.
La Fiom e la Cgil della Provincia di Ferrara sollecitano l' Autorità giudiziaria a stabilire le responsabilità dell'accaduto.
Nel ribadire quindi, piena fiducia nell'operato della Magistratura, dichiariamo già da oggi che in un procedimento giudiziario volto ad appurare le responsabilità di questo tragico ed inaccettabile incidente sul lavoro, la Fiom e la Cgil si costituiranno parte civile.
Fiom-Cgil e Cgil Ferrara

Un vecchio e saggio consiglio


"...il capitale non ha riguardo per la salute

e per la durata della vita dell'operaio,

quando non sia costretto a tali riguardi dalla società"

                                           “Karl Marx” 

01 marzo 2013

Sentenza ThyssenKrupp

 Fiom: “Grave la sentenza emessa a Torino poichè ribalta il giudizio di primo grado. La tutela della vita, della salute e della sicurezza dei lavoratori è un obbligo non derogabile”
La Fiom, pur ribadendo che l’operato della Magistratura giudicante, qualunque esso sia, si accetta, considera la sentenza della Corte di Assise di Appello di Torino sul caso ThyssenKrupp grave, non  comprensibile e non condivisibile.”
La Fiom ritiene grave il giudizio espresso perché ribalta alla radice il concetto, affermato nella sentenza di primo grado, della piena responsabilità di chi dirige un'impresa nei confronti della sicurezza e della salute dei dipendenti.”
La Fiom, in particolare, non condivide che gli imputati siano stati ritenuti responsabili solo di omicidio colposo e  non di omicidio volontario con dolo eventuale, come avvenuto nella sentenza di primo grado. Ciò, infatti, fa venir meno il giudizio sul comportamento doloso della ThyssenKrupp che determinò la morte di 7 lavoratori nel dicembre 2007.”
La Fiom non comprende la sentenza in quanto non è possibile spiegarla se non con la volontà di determinare una riduzione della pena per gli imputati e, in particolare, per l’Amministratore delegato della stessa ThyssenKrupp.”
La Fiom ha ritenuto che la sentenza di primo grado, che condannò per omicidio volontario i dirigenti dell'Azienda, costituisse uno spartiacque poiché affermava che la responsabilità dell’Amministratore delegato di un'impresa è totale nella definizione dell'applicazione delle norme di sicurezza in relazione alle esigenze produttive.”
“Non vorremmo che la sentenza odierna affermasse di fatto il principio che in nome delle urgenze produttive, anche a fronte della crisi, venga meno la responsabilità sociale dell’impresa. Per noi, la tutela della vita, della salute e della sicurezza dei lavoratori è un obbligo non derogabile.”
La Fiom continuerà a impegnarsi per tutelare questi beni primari, con le proprie rappresentanze, in ogni luogo di lavoro; lo stesso farà anche nelle aule giudiziarie attraverso la costituzione di parte civile nei confronti dei dirigenti di ogni impresa che cagioni la morte di un lavoratore così come fatto, peraltro, anche nei confronti della ThyssenKrupp a seguito del tragico incendio del dicembre 2007.”
Fiom Cgil Torino e Nazionale