04 giugno 2012
Nessuno dimentichi gli anziani e i pensionati
La strage dei lavoratori. È stato definito così il terremoto che ha sconvolto l’Emilia-Romagna. Sedici dei 24 morti, infatti, sono rimasti sotto le macerie mentre stavano lavorando. La cronaca ci racconta di uomini e di donne colti dal sisma mentre cercavano di abbandonare capannoni industriali che non dovevano crollare. Luoghi di lavoro e di produzioni di qualità conosciute nel mondo che si sono accartocciati. Ma è stato anche il terremoto degli anziani. Sono oltre 100mila quelli che si trovano oggi in una condizione di disagio e di difficoltà nei 25 Comuni colpiti. A questi se ne aggiungono altri 90mila che hanno avuto danni di varia entità alle proprie case nelle città di Modena e di Ferrara. È il quadro drammatico di una prima e ancora parziale ricognizione che lo Spi-Cgil sta effettuando in tutti in Comuni. La situazione è davvero grave. Gli anziani rischiano di pagare sulla propria pelle e più di chiunque altro i danni del terremoto. Ci colpiscono e ci feriscono le immagini dei corpi adagiati su barelle nei parchi o nelle strade perché gli ospedali non sono più agibili. Ci colpiscono e feriscono quei pianti composti e sommessi di chi si dispera perché ha perso la propria casa, ovvero tutto quello che aveva costruito dopo una vita di duro e faticoso lavoro. Ma ci stupisce e ci fa sperare la forza d’animo di questa gente, le lunghe file fuori dagli otto camper che abbiamo predisposto in tutta la zona interessata dove ogni giorno si riversano centinaia di persone che ci chiedono una mano ma che ci dicono soprattutto che vogliono ripartire. L’8 giugno una delegazione dello Spi-Cgil nazionale sarà nei luoghi colpiti insieme alle nostre strutture territoriali per valutare quali interventi mettere in campo. Nessuno si deve dimenticare degli anziani e lo Spi-Cgil farà di tutto perché ciò non avvenga. «Abbiamo fatto la guerra, ripartiremo anche questa volta», ci dicono gli anziani e i pensionati. Ma per ripartire serve un progetto, non bastano le promesse. La ricostruzione non può essere demandata solo alla forza di volontà del popolo emiliano. Servono interventi urgenti, a cominciare dalla rimozione dei vincoli al patto di stabilità. Devono, poi, essere creati dei punti sanitari e di assistenza per gli anziani, soprattutto per quelli non autosufficienti, con un numero di operatori, medici e psicologi adeguato. C’è, infine, bisogno che siano istituiti dei luoghi di incontro e di socialità che vedano insieme bambini, giovani ed anziani. Ci sono, però, questioni strutturali che questo Paese prima o poi dovrà affrontare. A cominciare dalla sicurezza dei posti di lavoro, delle case e degli ospedali. Bisogna mettere in sicurezza il Paese perché non è possibile che ad ogni tragico evento naturale tutto crolla e bisogna ripartire da zero. Il tema di fondo è, quindi: quale modello di sviluppo seguire. Stiamo attraversando una crisi in cui gli anziani e i pensionati hanno visto drammaticamente peggiorare la propria condizione. Si parla tanto di crescita, di rilancio dell’economia, della necessità di garantire più occupazione per i giovani. Il governo non sembra, però, essere in grado di declinare questi obiettivi con azioni concrete. La priorità deve essere rendere sicuro e agibile il Paese. Ma la priorità deve essere anche il welfare, la sanità pubblica, il rispetto del diritto alla cura e all’assistenza. È per chiedere questo che i sindacati dei pensionati Spi-Fnp-Uilp il 20 giugno daranno vita ad una grande giornata di mobilitazione nazionale con tre manifestazioni a Milano, Roma e Bari durante le quali sarà rilanciata la sottoscrizione, già avviata, a sostegno dei terremotati. Chiederemo al governo, alle istituzioni locali e alla politica che si occupino della condizione degli anziani e dei pensionati. Una condizione difficile e drammatica che è ormai sotto gli occhi di tutti e che non è più possibile ignorare.Carla Cantone - Segretario generale Spi Cgil