21 maggio 2012
Terremoto: perdere la vita in fabbrica
Dichiarazione di Antonio Mattioli, segreteria Cgil Emilia Romagna
Il dolore, lo sconforto, la paura, il pensiero rivolto alle vittime, la voglia di reagire, sono i sentimenti che accomunano la gente dell'Emilia Romagna in questo momento.
Ma c'è rabbia, tanta rabbia, pensando ai lavoratori morti nel turno di notte tra sabato e domenica nelle fabbriche del ferrarese.
Nessuno vuole speculare sull'evento imprevedibile e sulla morte, ma morire perchè le fabbriche non stanno in piedi non è sopportabile, è inaccettabile.
Adesso la magistratura farà il suo corso, ma la mancata sicurezza nel posto di lavoro non può essere derubricata come fatalità: su come vengono costruite le fabbriche e sul “meno costa, meglio è” bisogna fare chiarezza.
Da subito, in accordo con le istituzioni regionali e nazionali, insieme a Cisl e Uil, siamo intervenuti per sostenere le migliaia di lavoratori che hanno perso il lavoro, o rischiano di perderlo a causa di quello che è successo. Ma vogliamo lavorare in sicurezza: la nostra vita non può dipendere da un capannone costruito male.Antonio Mattioli - Responsabile Politiche Industriali - Segreteria Cgil Emilia Romagna