Ho letto: “Primo maggio e fisco uniscono Cgil Cisl Uil. Lo sciopero divide.” Mentre la Camusso ritiene necessario un grande sciopero nazionale, Angeletti e Bonanni sono di altro parere perché lo sciopero è uno strumento estremo e che fa perdere anche salario.” Bene io credo che al di là o al di quà serva sempre onestà intellettuale e servirebbe una profonda analisi , purtroppo mai fatta fino in fondo , dal 1948 in poi. Sulla riforma fiscale ricordo che tutte le categorie di Cgil, Cisl, Uil, lavorarono a fondo per una piattaforma unitaria durante l’ultimo Governo Prodi e poi assistemmo al dietrofront di Cisl e Uil allorchè cadde Prodi e si insediò Berlusconi. Inoltre con l’arrivo della crisi è chiaro che se Berlusconi e Sacconi non avessero avuto, fino a ieri l’altro, il sostegno della Cisl e della Uil si poteva e si doveva intervenire prima, invece di farlo con un paese portato sull’orlo del baratro. Sulla perdita del salario vorrei far notare che alla fine degli anni 80 nelle buste paghe dei lavoratori andava ridistribuito il 74% del Pil, mentre ora restano negli stipendi solo il 45% del Pil. Su questo tema anche Mario Draghi, alcuni anni fa, affermò che in Italia negli ultimi venti anni si sono appositamente compressi salari e stipendi a favore della finanza e speculazione, questo per dire che i sindacati, compreso la Cisl e la Uil, avevano il suo da farsi per non far perdere salario ai lavoratori e senza forse è proprio la mancanza di analisi e lotte adeguate che ha permesso lo sbilanciamento economico e della ricchezza. In compenso sempre negli ultimi decenni si è alzato di oltre 10 punti il prelievo fiscale sulle buste paghe e sulle famiglie. Io credo che serva una forte mobilitazione generale e i cari Bonanni e Angeletti possono stare tranquilli sul mancato lavoro e salario perché sarebbe sufficiente che si mobilitassero i disoccupati, i cassa integrati, i licenziati e gli esodati che si farebbe il botto. In tutti i modi serve una mobilitazione dal basso perché lo stato delle cose si può cambiare solo con una reale presa di coscienza collettiva. Infine in conclusione è con reale spirito unitario che colgo con interesse la riflessione di Bonanni, “ Ci troviamo di fronte ad un clima complicato da cui possiamo uscire solo con responsabilità, cooperazione e discussione.” Bene, benissimo è qui che serve l’onestà intellettuale perché a dirla tutta, e fino in fondo, i lavoratori hanno dato e hanno dato tanto, in tutti i sensi, e non è servito a niente o a poco perché il debito pubblico dal 60% degli anni 70 è passato ad oltre 120% nel 2012, e il paese è allo sfascio etico, morale ed economico. Carissimi sindacalisti, premesso che si abbia tutti il desiderio di raccontarla giusta ai lavoratori e lavoratrici, credo che sia inevitabile e irrinunciabile lottare, Cgil,Cisl e Uil uniti. Buon 1° maggio a tutti.
Angelo Gentilini