Il 1 agosto prossimo i pensionati italiani che nel 2011 e nel 2012 hanno percepito trattamenti pensionistici compresi fra tre e sei volte il minimo riceveranno automaticamente dall’Inps i rimborsi per gli arretrati e otterranno la rivalutazione della loro pensione mensile a partire dalla rata in pagamento ad agosto 2015; infine un’ulteriore rivalutazione dell’importo mensile a partire dal 1 gennaio 2016. Come si ricorderà la Corte Costituzionale con la sentenza n. 70 dell’aprile scorso aveva dichiarato incostituzionale il blocco della rivalutazione di tutte le pensioni che superavano tre volte il trattamento minimo, disposto dall’allora Governo Monti, per gli anni 2011 e 2012. L’attuale Governo Renzi, con la legge n.109 del 17 luglio 2015, ha dato applicazione alla sentenza, rivalutando parzialmente le pensioni comprese tra tre e sei volte il minimo ed escludendo tutte quelle di importo superiore, riducendo in maniera drastica l’onere finanziario a carico dello Stato che sarebbe derivato dall’applicazione integrale della sentenza che era ipotizzato con importi superiori ai 20 miliardi di euro. L’onere reale risulta invece inferiore ai due miliardi di euro. Il Governo ha inoltre disposto che sia gli arretrati che le rivalutazioni dell’importo mensile vengano conteggiati in tre distinte fasce, fra tre e quattro volte il minimo, fra quattro e cinque volte il minimo e tra cinque e sei volte il minimo, con l’applicazione di percentuali di rivalutazione decrescenti al crescere della fascia, garantendo quindi in misura maggiore i redditi più bassi.
Con questo criterio, per le pensioni che si avvicinano alle fasce più alta e cioè sei volte il minimo spesso l’importo della rivalutazione può essere considerato irrisorio.
In sintesi i destinatari sono coloro che hanno percepito nel 2011 pensioni comprese tra 1.405,05 euro e 2.810,10 euro e nel 2012 tra 1.443,00 euro e 2.886,00 euro lordi; coloro che hanno avuto importi inferiori non hanno diritto a nulla perché le loro pensioni non hanno subito il blocco della rivalutazione. Sappiamo che molti pensionati sono rimasti delusi per essere stati esclusi, altri invece si dichiarano insoddisfatti di quanto stanno per ricevere, soprattutto per la scarsa incidenza economica che la rivalutazione avrà a partire da gennaio 2016.
Il Patronato è disponibile in tutte le sue sedi per fornire tutte le informazioni del caso e approfondiremo, dopo la pausa estiva, l’ipotesi di eventuali contenziosi a tutela del potere di acquisto delle pensioni, non dimenticando mai i criteri di solidarietà ed equità che hanno sempre guidato il nostro lavoro nella tutela dei diritti individuali.
Con questo criterio, per le pensioni che si avvicinano alle fasce più alta e cioè sei volte il minimo spesso l’importo della rivalutazione può essere considerato irrisorio.
In sintesi i destinatari sono coloro che hanno percepito nel 2011 pensioni comprese tra 1.405,05 euro e 2.810,10 euro e nel 2012 tra 1.443,00 euro e 2.886,00 euro lordi; coloro che hanno avuto importi inferiori non hanno diritto a nulla perché le loro pensioni non hanno subito il blocco della rivalutazione. Sappiamo che molti pensionati sono rimasti delusi per essere stati esclusi, altri invece si dichiarano insoddisfatti di quanto stanno per ricevere, soprattutto per la scarsa incidenza economica che la rivalutazione avrà a partire da gennaio 2016.
Il Patronato è disponibile in tutte le sue sedi per fornire tutte le informazioni del caso e approfondiremo, dopo la pausa estiva, l’ipotesi di eventuali contenziosi a tutela del potere di acquisto delle pensioni, non dimenticando mai i criteri di solidarietà ed equità che hanno sempre guidato il nostro lavoro nella tutela dei diritti individuali.
(30/07/2015 , Fulvia Colombini, del collegio di presidenza Inca)
Angelo Gentilini, da info Patronato Inca Cgil.