16 giugno 2015

Aggiornamento Spi-Cgil sulla sentenza pensioni.

Cosa si può realmente fare oggi rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale? I ricorsi possono risultare inutili e costosi: meglio informarsi bene presso le nostre sedi che sono in grado di fornire a pensionati e pensionate gli elementi per decidere. La sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle pensioni ha creato molte legittime aspettative. Dopo la sentenza il Governo ha approvato un Decreto Legge parziale e insoddisfacente, ma già operativo e che quindi definisce la normativa di riferimento attuale: non c'è più il blocco Fornero; non c'è più la sentenza. C'è il Decreto, che va convertito in legge entro 60 giorni.
 Nel frattempo l'Inps ha assunto due posizioni precise:
1) si è impegnato ad attuare in modo automatico le misure che il decreto e quindi la legge di conversione, stabiliranno, con la rata di agosto;
2) ha inviato una circolare, a firma del Presidente Boeri, a tutte le proprie sedi, prescrivendo di non accettare domande di ricostruzione pensioni che facciano riferimento alla sentenza della Corte (perché è superata dal Decreto): in ogni caso, per richiedere una ricostruzione di pensione per risanare un danno, occorre che il danno si sia verificato, e ciò avverrà solo quando il decreto verrà applicato (quindi da agosto).
Così stanno - oggi - le cose: quelli che fanno firmare ricorsi vari; quelli che minacciano ricorsi a valanghe; quelli che chiamano i pensionati per “tutelarli”... quelli che illudono le persone prospettando cifre mirabolanti: sono come le sirene di Ulisse: attenzione!
Noi non promettiamo miracoli, noi lavoriamo per ottenere risultati chiari:
1) il Governo deve aprire un confronto vero sul tema Previdenza con le Organizzazioni Sindacali Confederali, perché la riforma Fornero fa acqua da ogni parte e non c'è solo il problema dei pensionati;
2) ci sono due punti specifici “nostri”: a) la definizione di un sistema di perequazione annuale delle pensioni che non sia messo in discussione ad ogni legge di stabilità: chiediamo di ripristinare il sistema concordato con il Governo Prodi che garantiva il 100% fino a 5 volte il minimo e riconosceva a tutti una rivalutazione pro-quota; b) utilizzare le pensioni perequate al 2013, come base di calcolo per gli anni successivi, per evitare che la perdita di reddito continui a riprodursi nel tempo;
3) i risparmi che si realizzano sulla previdenza restino nel sistema, costituendo un apposito fondo di sostegno alle pensioni dei giovani.
Questa è la posizione che abbiamo sostenuto al tavolo del Ministro Poletti nell'incontro del 15 giugno e che sosterremo nei successivi incontri, a partire da quello già definito del 16 luglio prossimo.
Lo SPI non lascia solo nessuno: le persone che intendono comunque presentare ricorsi vengano nelle nostre sedi. Le informeremo della situazione, le assisteremo nelle pratiche necessarie, metteremo a disposizione i nostri uffici legali, anche a tariffe convenzionate. Chiederemo di lasciare il proprio nominativo con l'impegno di chiamarle appena il quadro sarà definito e consentirà di valutare meglio la percorribilità di eventuali ricorsi. Fare già oggi un ricorso è inutile e costoso: 1) perché il ricorso sarebbe contro un decreto che potrà essere modificato dalle Camere e quindi non avere effetti; 2) perché comunque non si è ancora prodotto il danno e l'Inps respingerebbe tutte le istanze. Non ascoltate le sirene: lo SPI è con te ed è pronto a farsi carico delle tue esigenze e della tua decisione. VIENI ALLO SPI CGIL: IL SINDACATO DEI PENSIONATI E DELLE PENSIONATE NON TI LASCIA MAI SOLO!
Angelo Gentilini, da info Spi Cgil Emilia Romagna.