Nelle intenzioni del Governo, l’operazione volontaria di trasferire il TFR in busta paga avrebbe il compito di rilanciare i consumi. La verità sull’ operazione, se passerà in Parlamento così come scritto nella bozza della Legge di Stabilità, non solo mette a rischio la pensione dei lavoratori a basso reddito come sostiene Bankitalia, ma porta ad avere come unico vincitore l’Erario che incasserà 2,2 miliardi in più.
Infatti, anche
se
il
lavoratore
non
deciderà
di
versare
il
TFR
in
busta
paga, domani grazie alla nuova
Legge
di
Stabilità,
avrà
comunque
una
tassazione sfavorevole rispetto all'alternativa di lasciarlo accantonato in Azienda o in un Fondo Pensione, in ogni caso lo Stato aumenterà la tassazione sulla rivalutazione del TFR sia che rimanga in Azienda, sia che venga trasferito a una forma di Previdenza Integrativa.
Nel territorio imolese,
nel solo settore metalmeccanico, sono oltre 4.000 i lavoratori che hanno una forma
di previdenza integrativa e tutti gli altri hanno il TFR in azienda. In
sostanza
si tratta di una Patrimoniale sul TFR,
che
è
un
risparmio
con
finalità
assistenziali
e
previdenziali.
L’aumento della
tassazione
sui
Fondi
Pensione
sarà
elevato,
in
modo
retroattivo dal 1° gennaio 2014, dall’11,50% al 20%.
Per il TFR accantonato in
Azienda,
la
tassazione
passerà
dall’11% al 17%.
Se si sceglierà di
integrare
la
retribuzione
tramite
il
TFR,
non
solo
la
tassazione
avverrà
secondo
l'aliquota
ordinaria,
che
è
più
elevata
di
quella
con
la
quale
sono
tassati
attualmente
quelli
mantenuti
in
Azienda,
ma
inciderà
sfavorevolmente
anche
sulle
detrazioni,
gli
assegni
famigliari
e
l'Isee.
Più che favorire l'aumento
dei
consumi,
l’unica cosa certa della Legge di Stabilità è che il Governo prende i soldi
dalle tasche dei lavoratori e finanzia le
imprese con il taglio dell'Irap indistintamente anche a chi delocalizza
e licenzia, oltre alla decontribuzione per chi assume con
il “contratto a tutele crescenti” quello che spazza via l’articolo 18.
Angelo Gentilini, da info stampa Fiom Cgil Imola.