Perché si dev’essere a Roma il prossimo 12 ottobre? Per chiedere che – finalmente – la politica si impegni a realizzare la Costituzione italiana. Poi, se ci accorgeremo che qualcosa non funziona, allora e solo allora penseremo a cambiarla.
Per fare un po’ di chiarezza: perché abbiamo bisogno di sapere se questo è il Paese che dice di essere o se è il Paese che avrebbero voluto i teorici del fascismo: costruito sull’azzeramento di ogni conflitto (compreso quello di interessi non solo di Berlusconi) e sulla relazione tra corporazioni, che esclude dall’esercizio del potere dei lavoratori dipendenti.
Perché abbiamo il diritto e il dovere di sapere se lo Stato tutela l’interesse di quei circa duemila italiani che detengono ricchezze per 180 miliardi oppure se tutela l’interesse generale.
Perché vogliamo sapere se siano più importanti, per lo Stato italiano, i tremila miliardi in armi esportate oppure la pace e la vita umana.
Perché sarebbe giusto capire se per lo Stato valga più l’impunità e la ricchezza della famiglia Riva oppure il lavoro di migliaia di persone.
Perché dobbiamo capire se lo Stato debba tutelare gli interessi delle grandi multinazionali dell’acqua e dell’energia oppure i beni comuni degli abitanti di questo Paese: l’acqua, l’energia, il sapere, la conoscenza, persino le sue ricchezze storiche e culturali.
Non è più e non è solo una questione di destra o sinistra.
A.G. da Micro Mega, Maso Notarianni