La raccolta delle firme è partita ufficialmente e proseguirà fino a maggio in tutto il Paese. Una volta raggiunte quelle necessarie (50 mila), il progetto di legge sarà depositato in Parlamento. L’iniziativa di legge popolare è un testo di 10 articoli che vogliono assicurare tutti gli strumenti necessari a scongiurare il fallimento delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata e tutelare i lavoratori, puntando soprattutto su trasparenza, formazione, concertazione con le parti sociali, white list e accordi con la pubblica amministrazione per favorire l’emersione alla legalità del lavoro e delle aziende.
Mirto Bassoli ( Cgil ), ha spiegato: "Il 90% delle aziende confiscate fallisce a causa dell'inadeguatezza dell'attuale legislazione, incapace di garantire gli strumenti necessari per l'emersione alla legalità e valorizzare a pieno l'enorme potenzialità economica di queste aziende, nel momento in cui vengono strappate dalle mani della mafia. Anche in Emilia Romagna si sta manifestando una maggiore capacità di penetrazione della criminalità organizzata nell'economia, in molti settori. Inoltre la situazione si sta ulteriormente aggravando anche in rapporto all'andamento della crisi". Nel dettaglio, i dati forniti dall'Agenzia nazionale indicano che in ambito regionale, dal '92 al 2012, sono stati confiscati 70 immobili e 25 aziende. L'Emilia Romagna è terza, tra le tredici regioni a nord del Lazio, per numero di beni immobili confiscati alla mafia e seconda per numero di imprese sotto confisca.
Le firme sono raccolte, oltre che nei banchetti della campagna allestiti nelle diverse città, anche nelle sedi territoriali delle associazioni promotrici della campagna.
da info: Regione Emilia-Romagna