Angelo Gentilini.
29 gennaio 2013
Gli "esodati" e gli anti-ciclici professori
Il 21 gennaio 2013, è stato pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale il decreto interministeriale, datato 8/10/2012, relativo alla
salvaguardia di ulteriori 55.000 lavoratori/ci, “cosiddetti esodati”, a cui non si applicano i peggiorativi
requisiti per l’accesso al sistema pensionistico previsti dall’ultima riforma
Monti-Fornero. I lavoratori/ci interessati sono i dipendenti di aziende che
hanno stipulato degli accordi in sede ministeriale entro il 31 dicembre 2011 e
che sono destinatari dei programmi di gestione delle eccedenze occupazionali,
sulla base degli accordi stessi. Questo è il terzo intervento nei confronti dei lavoratori/ci in mobilità, che
per effetto delle nuove norme rischiano di restare senza lavoro e senza
pensione. Il primo intervento, per
10.000 lavoratori/ci, ha dato copertura a coloro che avevano subito
l’allungamento delle finestre, modifica di agosto 2011. Il secondo intervento, per altri 65.000 lavoratori/ci, ha interessato
chi era in mobilità con accordo sindacale siglato entro il 4 dicembre 2011 e
che con le vecchie regole sarebbe arrivato alla pensione entro il periodo di
fruizione della mobilità. Detto questo è bene ricordare che a maggio del 2012 l' Inps comunicò al governo che i propabili esodati in seguito alla riforma Fornero sarebbero in totale 390 mila. Nonostante tutto, per non tradire il
significato della loro deleteria riforma pensionistica, lo staff di Monti sul problema esodati sostiene che si devono
incoraggiare gli ultracinquantenni a rientrare nel tessuto produttivo, con
tutti gli incentivi possibili. Credo che questi egregi neo-liberisti, siano
sostenuti da una visione irreale della situazione e propongano delle soluzioni
anti-cicliche, perché il dato reale, oltre all’aumento della disoccupazione
giovanile, è che sta aumentando la quota di Cassa Integrazione Straordinaria e
in Deroga. Perciò, egregi professori, è
possibile che “a breve” ci sia un aumento delle problematiche
produttive-occupazionali, nei settori manifatturieri, e voglio proprio vedere
come e dove si occuperanno gli ultracinquantenni disoccupati, i giovani, le
donne, ecc..ecc.