02 novembre 2012
Rifiuti: Italia multata
La commissione Europea chiede alla Corte di giustizia che l'Italia venga condannata ad un'ammenda forfettaria da 56 milioni e a oltre 256 mila euro al giorno fino all'avvenuta bonifica delle centinaia di discariche illegali ancora presenti sul territorio. L’Italia è da tempo nel mirino dell’Unione Europea per quel che concerne le procedure d’infrazione per inadempimento degli obblighi comunitari in materia di rifiuti. Infatti, già nel 2007 una sentenza della Corte aveva stabilito che il nostro paese violava tre direttive comunitarie sullo smaltimento dei rifiuti, sui rifiuti pericolosi e sull'autorizzazione e gestione delle discariche. Successivamente, dato lo scarso impegno del Governo, la Commissione ha avviato un'ulteriore procedura di infrazione, inviando una lettera di costituzione in mora, nel febbraio 2008, ed un parere motivato a giugno 2009. Nel giugno 2011 Bruxelles ha nuovamente sollecitato l'Italia richiedendo un calendario per la regolarizzazione dei siti in questione entro tempi ragionevoli, ma ad oggi la situazione sembra invariata. Infatti, in Italia attualmente 255 discariche (16 pericolose) devono ancora essere bonificate, ma solo per 132 è stato ultimato il calendario degli impegni e sono stati completati i lavori di bonifica. Si ricorda, inoltre, che l'Italia ha altre procedure pendenti d'infrazione, come quella per la gestione dei rifiuti in Campania.
Questa situazione di precarietà del nostro territorio relativa al recepimento delle normative europee e alla violazione del diritto comunitario in materia ambientale, già più volte denunciata dalla Cgil, sottolinea l’immediato bisogno di una politica volta ad una seria programmazione di un piano di interventi lungimiranti ed efficaci per la tutela dell’ambiente, che abbia il duplice beneficio di portare a dei risultati economici positivi anche in termini occupazionali ed eviti il ricorso al pagamento di sanzioni severe. In conclusione, è necessaria un’inversione di tendenza nei confronti dell’Unione Europea, che abbia come obbiettivo primario la tutela dell’Ambiente e del Territorio, al fine di sottrarre risorse al pagamento di sanzioni,che possono contestualmente essere investite in opere di bonifica e messa in sicurezza del territorio, e per creare lavoro.
Domanico Di Martino, CGIL.it