Con
la fine di marzo la Banca d'Italia-UIF ha pubblicato il Report
definitivo con i dati dell'ultimo semestre 2018 sulle operazioni
sospette di riciclaggio illegale di "denaro sporco". Numeri,
tabelle e tristi classifiche che non ripetiamo perché già
commentate a seguito della breve sintesi che Uif anticipò a febbraio
(Emilia
Romagna, dati preoccupanti della Banca d' Italia sulle operazioni
sospette di riciclaggio sporco).
Purtroppo si evidenzia un’attività estesa ed organizzata,
supportata da consulenze ben istruite, che vede la presenza sempre
più evidente dell'affarismo mafioso anche nella nostra economia
regionale. Il triennio che abbiamo alle spalle e che ha visto/ascoltato/sofferto gli atti del maxi
processo Aemilia,
è stato caratterizzato da un
altro "maxi". In
questa nostra regione, l'ultimo triennio ha cumulato l'incredibile
numero di 20.204
segnalazioni sospette di riciclaggio.
Dalla provincia modenese ben 3.079 ! Se poi, come riporta la DIA,
ogni segnalazione contiene mediamente oltre
quattro operazioni di
traffico finanziario...basta fare il conto. Un quadro etico-economico
e sociale davvero allarmante su cui è urgente lavorare, per
rafforzare un contrasto preventivo più esteso, radicato ed efficace.
Il riciclaggio è il "più completo dei reati spia" di
stampo mafioso ed inoltre convive strettamente coi reati di evasione
e truffe fiscali, col lavoro irregolare, la rete dei subappalti e
delle imprese prestanome di copertura. Andiamo oltre i numeri ed i
convegni e, senza facili ed inutili demagogie, ogni settore della
nostra società si unisca, ci ragioni e lavori sui filoni portanti:
- La "mappa provinciale" del report, mostra la nostra regione fra le più rosse, con un incremento di segnalazioni al doppio (più 8,7%) della media nazionale. Concretamente, di cosa si parla? Bonifici bancari emessi o ricevuti; mercato dei titoli azionari; assegni; versamenti o prelievi in contanti; ecc… Quali i nostri settori economici/produttivi più coinvolti? Nell'ordine, secondo gli importi in milioni: edilizia ed agricoltura; servizi per le imprese; commercio; intermediari finanziari; ecc… Guarda caso, gli stessi settori con più elevate denunce ed azioni sindacali per lavoro nero ed irregolare. In grande crescita l'attività sospetta dei "money transfer" con esportazione di soldi in Paesi esteri, tramite strutture di "servizio informali o clandestine" . Nell'ordine, per gli importi segnalati, si va verso Cina, Pakistan, Romania, Marocco, ecc… Il tutto aggravato dalla crescita del traffico di bonifici verso/dai Paesi cosiddetti "paradisi fiscali", con le province emiliano-romagnole più coinvolte nella "esportazione" verso quei paesi. Aspetto rilevante sui cui occorre ben riflettere riguarda chi inoltra alla Uif le segnalazioni, tra i vari soggetti professionali ed istituzionali obbligati per legge. Dei 98.030 invii ricevuti e trattati da Banca d'Italia, ben l'89% arrivano da sedi di banche, postali ed assicurative. Molto meno (il 4,8%) dagli studi professionali e quasi tutte da notai e commercialisti; quasi nessuna segnalazione proviene dagli studi di avvocato: 38 in tutta Italia. Su tale criticità, è davvero prezioso il contributo di sensibilizzazione e formazione nel mondo delle professioni, gestito dal CUP-Comitato Unitario dei Professionisti di Modena con un lavoro prezioso ed efficace che andrebbe esteso in tutte le province. Anche le sedi territoriali della Pubblica Amministrazione sono praticamente e stranamente assenti nell'invio delle segnalazioni sospette: 43 in tutta Italia. Dati e tendenze che caratterizzano un tratto crescente e negativo della nostra economia regionale. Ogni territorio, ognuna delle nostre province, può avere sottomano questi dati...e guai pensare che se ne dovrà occupare solo l'indagine giudiziaria ed il prezioso lavoro dei Gruppi Interforze! La solida rete delle rappresentanze territoriali - Comuni, Sindacati, Imprese e professioni - aderenti al Protocollo regionale sulla legalità, al Patto per il Lavoro ed i tanti Protocolli locali, si dovranno finalmente occupare di questo filone allarmante del riciclaggio malavitoso che, sempre più, parla i nostri dialetti. La reale prevenzione si deve fare e deve partire dai soggetti economici, produttivi e sociali che agiscono nel territorio, per elevare argini solidi e diffusi, perché i cosiddetti "anticorpi" non sono ereditari ed automatici, ma vanno collettivamente coltivati ed aggiornati. La Cgil si sente attiva ed in prima linea. (Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna)
- La "mappa provinciale" del report, mostra la nostra regione fra le più rosse, con un incremento di segnalazioni al doppio (più 8,7%) della media nazionale. Concretamente, di cosa si parla? Bonifici bancari emessi o ricevuti; mercato dei titoli azionari; assegni; versamenti o prelievi in contanti; ecc… Quali i nostri settori economici/produttivi più coinvolti? Nell'ordine, secondo gli importi in milioni: edilizia ed agricoltura; servizi per le imprese; commercio; intermediari finanziari; ecc… Guarda caso, gli stessi settori con più elevate denunce ed azioni sindacali per lavoro nero ed irregolare. In grande crescita l'attività sospetta dei "money transfer" con esportazione di soldi in Paesi esteri, tramite strutture di "servizio informali o clandestine" . Nell'ordine, per gli importi segnalati, si va verso Cina, Pakistan, Romania, Marocco, ecc… Il tutto aggravato dalla crescita del traffico di bonifici verso/dai Paesi cosiddetti "paradisi fiscali", con le province emiliano-romagnole più coinvolte nella "esportazione" verso quei paesi. Aspetto rilevante sui cui occorre ben riflettere riguarda chi inoltra alla Uif le segnalazioni, tra i vari soggetti professionali ed istituzionali obbligati per legge. Dei 98.030 invii ricevuti e trattati da Banca d'Italia, ben l'89% arrivano da sedi di banche, postali ed assicurative. Molto meno (il 4,8%) dagli studi professionali e quasi tutte da notai e commercialisti; quasi nessuna segnalazione proviene dagli studi di avvocato: 38 in tutta Italia. Su tale criticità, è davvero prezioso il contributo di sensibilizzazione e formazione nel mondo delle professioni, gestito dal CUP-Comitato Unitario dei Professionisti di Modena con un lavoro prezioso ed efficace che andrebbe esteso in tutte le province. Anche le sedi territoriali della Pubblica Amministrazione sono praticamente e stranamente assenti nell'invio delle segnalazioni sospette: 43 in tutta Italia. Dati e tendenze che caratterizzano un tratto crescente e negativo della nostra economia regionale. Ogni territorio, ognuna delle nostre province, può avere sottomano questi dati...e guai pensare che se ne dovrà occupare solo l'indagine giudiziaria ed il prezioso lavoro dei Gruppi Interforze! La solida rete delle rappresentanze territoriali - Comuni, Sindacati, Imprese e professioni - aderenti al Protocollo regionale sulla legalità, al Patto per il Lavoro ed i tanti Protocolli locali, si dovranno finalmente occupare di questo filone allarmante del riciclaggio malavitoso che, sempre più, parla i nostri dialetti. La reale prevenzione si deve fare e deve partire dai soggetti economici, produttivi e sociali che agiscono nel territorio, per elevare argini solidi e diffusi, perché i cosiddetti "anticorpi" non sono ereditari ed automatici, ma vanno collettivamente coltivati ed aggiornati. La Cgil si sente attiva ed in prima linea. (Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna)
Angelo Gentilini, da info Cgil Emilia Romagna