La
storia del continente americano è lunga e articolata, e conobbe un
punto di svolta decisivo nel 1492, anno della sua scoperta (o
ri-scoperta, dopo i primi probabili contatti con i Vichinghi) da
parte di Cristoforo Colombo. Durante i secoli successivi, in
particolar modo il XVII, il XVIII e il XIX, tutta una serie di popoli
europei si contesero il dominio della zona conosciuta oggi come
Stati Uniti d’America, sterminando quasi completamente le
popolazioni indigene locali, sopravvissuti alle malattie che
importarono gli Europei.
La
storiografia mondiale, con una visione prettamente occidentale, ha
evitato a lungo parole come “genocidio“,
“sterminio”
e
simili, e ancor oggi, in particolar modo nelle scuole statunitensi,
non si studiano le popolazioni native come parte della storia del
continente. Soltanto durante la metà del XX secolo si iniziarono a
percepire le dimensioni di ciò che era accaduto, principalmente
grazie a libri come “Seppellite
il mio cuore a Wounded Knee”
o
simili, capaci di sensibilizzare le persone riguardo una storia
(per allora) quasi sconosciuta.
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Angelo Gentilini, da info www.vanillamagazine.it