Condannati a 16 anni ciascuno e interdizione perpetua a contrattare con la pubblica amministrazione i padroni dell'Eternit: il barone belga Louis de Cartier e il magnate svizzero Stephan Schmidheiny ( 3 miliardi di dollari di patrimonio personale nel 2011 secondo Forbes).
Condannati, altresì a risarcire le parti civili che si sono costituite in processo prime fra tutti le associazioni delle vittime dell'amianto e le associazioni sindacali compresa la Cgil che si era costituita nel processo con tutte le sue articolazioni: nazionale territoriale e di categoria.
I reati contestati dal Pubblico Ministero Raffaele Guariniello sono i reati di disastro ambientale doloso permanente e reato di omissione dolosa delle norme di sicurezza.
Si tratta del più grande procedimento penale per reati ambientali causati da un ambiente di lavoro che si sia mai fatto con circa 6000 parti civili, tra cittadini, enti, associazioni.
l'uso dell'amianto è stato proibito a Casale Monferrato nel 1987, prima città in cui questo avvenne con una ordinanza dell'allora sindaco Riccardo Coppo.
Nel 1992 fu varata una legge nazionale che ne vietava l'uso dopo una mobilitazione di lavoratori e cittadini, partita da Casale, divenuta negli anni la città simbolo della lotta all'amianto riconosciuta in tutto il mondo.
Cittadini, lavoratori, Organizzazioni Sindacati, Associazioni delle vittime dell'amianto, dopo una battaglia durata più di trent'anni vedono un epilogo importante: il riconoscimento evidente delle ragioni della loro lotta, mentre la dolorosa contabilità degli effetti mortali dell'amianto non si ferma.
Le vittime, calcolate per difetto,sono, indicativamente, 1800 a Casale e paesi circostanti e oltre 3000 in Italia comprendendo anche le città di Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli.
L'esposizione ambientale, che proseguirà ancora per decenni e cioè finché tutti i manufatti di amianto non saranno smantellati continua a causare vittime di mesotelioma, la forma di cancro indotta dalla inalazione delle fibre di amianto. Si parla di almeno 50 nuovi casi all'anno a Casale.
La presenza al processo di migliaia di lavoratori e cittadini arrivati dalle città che hanno subito negli anni la violenza della morte per effetto dell'amianto che per ottant'anni è stato impiegato e che ha impregnato ogni luogo anche al di fuori della fabbrica, assieme alle persone arrivate con il pullman dalla Francia, dà il segno plastico della rilevanza del problema e del significato, anche simbolico, che ha avuto questo processo.
Questa è una prima tappa molto importante della battaglia contro l'uso dell'amianto che ancora si fa in altre parti del mondo, dove il valore della vita dei lavoratori non pesa sulle scelte produttive di quei paesi, e per la continuazione della battaglia nel nostro paese per la bonifica del territorio e la tutela di tutti coloro che, purtroppo, ancora diventeranno vittime del mesotelioma pleurico nel quadro di una battaglia più generale per la sicurezza sul lavoro e la tutela del territorio.
Ivano Corraini