“Anna Kuliscioff”
L’origine dei movimenti femminili risale al periodo della Rivoluzione Francese, tra il 1748 e il 1799, ma solo dopo il 1800 la questione femminile e dei loro diritti acquista più rilievo. Nel 1848 le donne statunitensi, per prime, avanzarono la richiesta del diritto di voto, che venne poi praticato negli Stati Uniti nel 1920. Anche in Italia ad inizio 1900 le donne iniziano ad organizzarsi e nel 1912 Giolitti rilanciò il dibattito sul suffragio universale. Nonostante che la Socialista Anna Kuliscioff sostenne con forza e coerenza intellettuale la questione delle donne, il Governo disse NO, preferendo allargare il diritto di voto agli uomini analfabeti. Nel 1919 toccò a Nitti presentare un progetto per l’apertura alle donne, ma la proposta non si sviluppò. Nel 1923 Mussolini introdusse il suffragio amministrativo femminile, ma causa la riforma fascista degli Enti Locali, non venne mai applicato. Le donne italiane dovettero aspettare la fine della guerra, la Liberazione e la democrazia per vedersi riconosciuto il diritto di voto. Il 2 giugno 1946, donne e uomini si recarono alle urne per il referendum sulla scelta della Monarchia o della Repubblica…
Dal 1919 questo diritto era riconosciuto in Germania e Inghilterra ed in altri Paesi Europei, mentre in Francia, nonostante la Rivoluzione, le donne la spuntarono sempre nel 1946. Il primo Stato a riconoscere il diritto di voto alle donne è la Nuova Zelanda nel 1873, l’Ungheria nel 1922, la Turchia nel 1923, la Romania nel 1929, il Brasile nel 1932, Cuba nel 1934 e India nel 1935... La Svizzera è stata molto tardiva arrivando all’apertura alle donne il 7 febbraio 1971, 40 anni fa!!!................
La figura e l’azione di Anna Kuliscioff è stata determinante per l’emancipazione e la rivendicazione dei diritti delle donne. Anna nacque in Crimea, nel 1855, da una ricca famiglia di commercianti ebrei. A 18 anni si trasferì in Svizzera, poi in Italia per gli studi universitari, si laureò in filosofia, medicina e ginecologia. Per tutta la vita ha lottato per la dignità, la libertà e i diritti delle donne e dei lavoratori/trici. La chiamavano “La Dottora dei Poveri” e scopri l’origine batterica delle febbri puerperali, scoperta che fu la salvezza di milioni di donne dai problemi post partum. Fu la compagna di Andrea Costa, da cui ad Imola ebbe la figlia Andreina, poi di Filippo Turati. Anarchica, Medico, Rivoluzionaria, Socialista , era all’epoca una “donna avanti a tutte”, sostenuta dall’ideologia nichilista russa che teorizzava l’assoluta uguaglianza tra i sessi. Già nel 1890 affascinava e coinvolgeva con le Conferenze sul “Monopolio dell’uomo” e sosteneva che “Il voto è la difesa del lavoro e il lavoro non ha sesso”. Dal 1891 diresse la rivista del Socialismo Italiano “Critica Sociale” e ad inizio 900 elaborò la legge per la tutela del lavoro minorile e femminile, presentata in Parlamento dal Partito Socialista e approvata nel 1902, legge Carcano n° 242. Poi sostenne la nascita del Comitato Socialista per il suffragio femminile e nel 1912 fondò e diresse la rivista “La difesa delle lavoratrici”, nella redazione un'altra autorevole donna nata ad Imola, Argentina Altobelli. Anna veniva definita il miglior cervello politico del Socialismo Italiano, a cui tutti si chinavano, Mussolini compreso. Possedeva una visione politica internazionale sulle questioni delle classi, dei lavoratori e dell’emancipazione delle donne, superiore ad Andrea Costa e Filippo Turati. Gli ultimi anni della sua vita furono interiormente tormentati perché aveva percepito pienamente la portata del cambiamento, l’antisocialismo, il nazionalismo che portò al fascismo. Morì a Milano a dicembre del 1925… Il 29 dicembre, giorno del funerale, alcuni fascisti si scagliarono con violenza contro le carrozze del corteo funebre, trasformando il funerale in una dichiarazione di guerra, ma la storia ha purtroppo evidenziato, come ben sappiamo, tutte le percezioni di questa straordinaria DONNA......
Per chi volesse approfondire la figura e la grandezza di questa donna, invito a leggere la sua biografia... tutte le lotte, le sofferenze, il carcere, la cultura e la passione con cui sosteneva le sue tesi. Forse scoprirete, come è capitato a me, che ad Anna Kuliscioff, non solo le donne ma anche gli uomini, gli dobbiamo qualcosa!!!