16 marzo 2020

Dobbiamo SI, rispettare le regole, ma serve anche molta fortuna.


Buongiorno, vi informo e aggiorno, con l'autorizzazione del diretto interessato, che sabato è risultato positivo al coronavirus un iscritto della Lega Spi Cgil Pedagna che io coordino, e in forma molto lieve anche sua moglie. È un mio carissimo ex collega di lavoro alla Cognetex, ed ex Delegato sindacale Fiom del CdF aziendale e avendo la stessa età, abbiamo fatto un percorso lavorativo parallelo dai primi anni 70 in avanti, con annesso le tante lotte sindacali aziendali e generali. 
Nelle ultime settimane non si spostava da casa perché la sua passione e grande professionalità fotografica la sviluppa nel suo super attrezzato studio casalingo. Ma mercoledi 26 febbraio ha usato una chiavetta USB precedentemente usata da un suo amico/conoscente che si è recato a casa sua per caricare un video e che non sapeva ancora di essere positivo e il patatrac è fatto. Il primo soggetto è poi stato ricoverato al S. Orsola, il mio amico al Bellaria, sua moglie è in isolamento domiciliare perché ha dei sintomi più leggeri e la figlia che abita e lavora in Russia, ma che era venuta a trovare i genitori, ora è in quarantena in Russia. Alla luce di questo fatto, che ha notevolmente cambiato la mia prospettiva di lotta al coronavirus, si evidenzia ancor di più che le misure adottate dal nostro Paese sono qualcosa SI, ma sono insufficienti e serve molta fortuna. Stare in casa certo che serve, ma devo andare a fare la spesa e tocco i prodotti e poi li porto a casa e non posso vivere sempre con i guanti. Poi arriva la posta e la tocco, poi compro il giornale e lo tocco, poi lo devo pagare e tocco i soldi. Poi ci sono i nonni che fanno i baby sitter e anche gli educatori dei nipotini che sono a casa da scuola e devono anche studiare, con i genitori che devono andare a lavorare e alla sera c'è un gran mescolarsi di persone prima di rientrare ognuno al proprio posto familiare, che non aiuta. 
Detto che io ho lasciato per ultimo il mio ruolo di responsabilità sindacale e ora sembro contraddittorio, vi assicuro che non è così, ma è solo perché a fronte delle precedenti regole e misure volevo stare sul campo fino al possibile e consentito, come quando ero allenatore e dovevo essere per primo da esempio e guida per i miei atleti. 
In sintesi io credo, e ribadisco, che le misure adottate dal nostro Paese sono misure mediane insufficienti, sempre ritardate, come sulla tutela sanitaria dei lavoratori e lavoratrici, e a volte anche con delle info che sono state divulgate anzitempo e hanno creato dei grandi problemi. Vedi i 16mila cittadini lombardi che si sono spostati dalle famiglie in Puglia e altri da altre parti. Pur caldeggiando il senso di collaborazione individuale e familiare, la responsabilità primaria in questi gravissimi contesti d'emergenza batteriologica collettiva e planetaria non può essere individuale, anche perché se devo, ed è giusto che stia in casa, mi devi, come Stato, mettere nelle condizioni di poterci stare, senza la necessità di uscire. Abbiamo avuto la fortuna di essere stati preceduti dal grande focolaio cinese, ed evitando di soffermarci sul loro stato di sistema e potere politico, la Cina in questo specifico caso è stato un efficace banco di prova e doveva essere un esempio da seguire per tutti gli altri paesi. Ma per noi sembra improponibile perché non abbiamo certo la loro forza economica, organizzativa, culturale e socio politica e allora ci dobbiamo accontentare di qualcosa, piuttosto di niente, sperando di avere molta fortuna e di non toccare anche e solo una piccola cosa, come una chiavetta USB, al momento sbagliato. Sono stato lungo, ma lo devo al mio amico, compagno, ed ex collega di lavoro, che al primo contatto personale si è premunito, dal suo letto dell'ospedale, di darmi dei consigli comportamentali. Grazie caro amico mio, sicuro che faremo insieme questo percorso, sostenuti dagli insegnamenti sociali e solidali che i nostri vecchi della Cognetex hanno cementato nei nostri cuori e nelle nostre menti. 
Angelo Gentilini